A sti giovani bisogna insegnare proprio tutto
Contorsionismi sessuali in auto. Coppia liberata dal chirurgo
Lunedì, 28 gennaio 2013 - 13:49:00
Un “
infortunio” non nuovissimo per chi lavora in un
Pronto Soccorso di un Ospedale che però non esime dall’imbarazzo chi è chiamato ad occuparsene.
Il “ fattaccio” , cioè due corpi che restano avvinghiati perché rapiti dalla passione, è accaduto stavolta sulle sponde del Trasimeno, in provincia di Perugia. Due corpi giovani, e perciò appartenenti a persone con poca esperienza nel gestire le “grandi manovre” dell’
esuberanza sessuale, ma c’è di più :
l’uomo e la donna sono anche legati da un vincolo di parentela. Non una parentela diretta, e dunque
meno scandalosa, ma la passione è ugualmente scattata.
Entrambi maggiorenni, con la donna di qualche anno più grande del nipote acquisito. I due si erano messi all’opera nella autovettura del giovanotto, forse il luogo meno adatto per certi contorsionismi: non è difficile immaginare quando dopo chissà quanti tentativi i due amanti hanno dovuto prendere atto che non potevano liberarsi autonomamente.
Per fortuna il cellulare a portata di mano:
la richiesta di aiuto al 118 , tacendo gran parte dell’accaduto e limitando l’informazione ( “ci siamo feriti in un incidente non possiamo guidare nessuno dei due”) , e poi al loro arrivo la sconcertante verità.
Gli infermieri hanno fatto di necessità virtù, si sono limitati a rassicurare i due che la privacy avrebbe coperto la loro audacia sessuale. Ma si sa come vanno queste cose: qualcuno ha spifferato ad un amico e da li la voce si è diffusa in tutta l’ampia zona del Trasimeno. Un controllo all’Ospedale di
Castiglion del Lago non è stato possibile in maniera ufficiale, ma è bastato che qualcuno dicesse che un certo incidente era avvenuto, e chissà come sarà stato registrato sul diario sanitario.
Certo è che sono state necessarie delle manovre da parte del chirurgo per liberare i due giovani e focosi amanti che poi rientrati in famiglia hanno dovuto dare spiegazioni meno approssimative a chi chiedeva loro come mai avevano dovuto trascorrere tanto tempo fuori casa.