LASSU' (2 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
Ahahahahahah bella prospettiva per chi osanna l'Europa unita.


Il Nord Stream 2 si sta avviando alla conclusione con il benestare pure di Biden,
ultima resa di un presidente che ricorda il peggior Carter ogni giorno che passa.

Ci manca ancora che a Kabul prendano il ostaggio l’ambasciata USA e il parallelo sarebbe perfetto.


La resa è stata condizionata, anche se le condizioni sono abbastanza livevi, se non risibili.
Dato che l’Ucraina e la Polonia sono i paesi più vicini alle posizioni USA e Nato dell’est Europa,
che molto hanno sacrificato per diventare baluardi di contenimento russo.
Il contentino è evidente nel comunicato emesso dal Ministero degli esteri tedesco e riportato dal buon Musso


“Should Russia attempt to use energy as a weapon or commit further aggressive acts against Ukraine, Germany will … press for effective measures at the European level, including sanctions, to limit Rus export capabilities to Europe in the energy sector”
Italia colonia tedesca https://t.co/akeB0K7LM6
— Musso (@Musso___) July 21, 2021




La Germania, bontà sua, si è impegnata ad assicurare un transito minimo di metano nelle condutture che passano da Ucraina e Polonia,
garantendo un minimo di introito anche a questi paesi, e poi impegnandosi per la loro “Transizione energetica”,
cioè per renderli meno dipendenti dalle fonti fossili.

Cosa che interessa poco, o nulla a Kiev, che invece preferirebbe i due miliardi cash dei diritti di passaggio.

Inoltre la Germania si è presa un impegno a far si che “Tutta la UE” si impegni ad aiutare l’Ucraina
con un maggior uso di gas, cosa che umilia e riduce allo stato di colonie gli altri paesi.


Proprio questo eccessivo potere della Germania a livello comunitario, soprattutto non controbilanciato dal regno Unito, richiede un equilibrio.

Con la Francia in autodistruzione, grazie a Macron e l’Italia non pervenuta,
il riequilibrio non poteva che venire dai paesi dell’ex blocco sovietico, quelli che sono potuti entrare nella UE solo dopo i fondatori.


Ecco nascere nel 2015 la “Three Seas Initiative”, l’Iniziativa dei tre mari, i quali sono da intendersi come Baltico, Mar nero e Adriatico.
Una coalizione di paesi che va dai baltici alla Polonia Ungheria, Austria, Repubblica ceca , Slovenia, Slovacchia, Croazia, Bulgaria e Romania.
three-ses.jpg




Si tratta di un gruppo informale che ha come obiettivo la collaborazione economica e lo sviluppo infrastrutturale nell’area.
Molti di questi pesi vengono a corrispondere con il gruppo B9 (Bucharest Nine) che include nove paesi dell’ex patto di Varsavia
che collaborano strettamente all’interno dell Nato nella standardizzazione delle procedure.


Bucharest_Nine_map.png



Questi paesi sono anche la prima linea nel confronto con la Russia e sono quelli più interessati al sostegno dell’Ucraina, proprio in funzione anti russa.
Fra questi paesi un ruolo rilevante viene riconosciuto alla Polonia, piccolo leader nell’area
che tradizionalmente cerca di tornare alla propria grandezza del XVII secolo, quella di Giovanni Sobieski, che salvò Vienna dai Turchi.


Questa coalizione, che sta sviluppando anche una propria banca autonoma per gli investimenti, con l’aiuto diretto degli USA,
è ovviamente il contraltare maggiore del blocco franco germanico, sempre più in crisi.

I suoi interessi sono infrastrutturali, sull’asse nord -sud, e nel settore energetico,
in questo caso contrapposti ai diktat di Berlino, quelli che hanno creato il “Green Deal”.


Questo blocco, con le sue contraddizioni, si oppone alla Germania del Nord Stream 2
e si propone anche militarmente come l’unico appiglio possibile per l’Ucraina.

Si tratta anche del blocco veramente interessato all’evoluzione della situazione in Bielorussia.

L’evoluzione storica di un conflitto multi – secolare fra i poteri dell’est, la cattolica Polonia,
con la sua area d’influenza, e l’ortodossa Russia della terza Roma.


Nel XVIII secolo la Polonia fu fatta a pezzi da un accordo fra Prussia, Austria e Russia.


Avverrà lo stesso anche oggi?
 

Val

Torniamo alla LIRA
ImprimeteVi il messaggio nella mente, fate il passaparola, divulgate la verità,
in parole povere SVEGLIATEVI E RAGIONATE CON LA VOSTRA TESTA.


Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma Antonio Magi:

“Non è che io faccio la vaccinazione e proteggo gli altri.

Innanzitutto io proteggo me stesso.

Assolutamente il vaccino non protegge dal poter essere un ‘contagiante’.

Sia il vaccinato che il non vaccinato lo sono.

E' errato far passare il messaggio che il non vaccinato sia un pericolo pubblico per gli altri."
 

Val

Torniamo alla LIRA
Quando si parla di "concorso covid" nei decessi attribuiti a covid.
Il dato ci dice che circa 45.000 decessi erano per il diabete.


Raffaella Buzzetti, ordinario di Endocrinologia La Sapienza e coordinatrice Nirad Società Italiana Diabetologia, il diabete.

"In questi tempi di Covid 19 abbiamo toccato con mano quanto questa malattia amplifichi gli effetti di ogni ulteriore patologia".

Secondi i dati, chi soffre di diabete e ha contratto il coronavirus, ha avuto
"una prognosi più infausta rispetto alle altre persone".

Per la precisione l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) parla di un 35 per cento dei decessi che riguarda pazienti con diabete.


Da qui il monito di curare l'alimentazione e fare sport,
"anche perché l’età di comparsa del diabete di tipo 2 si sta abbassando.
Se infatti il diabete di tipo 1
(che rappresenta il 10% circa di tutte le forme ed ha una patogenesi autoimmune che richiede l’insulina per la sopravvivenza)
è prevalente nell’ infanzia e nell’adolescenza, quello di tipo 2 invece interviene nell’età adulta".


Un vero e proprio allarme alimentato dallo studio Capture per cui un soggetto con diabete su tre ha un maggiore rischio cardiovascolare.

A rischiare di più sono le donne con diabete dopo la menopausa che hanno una possibilità di infarto del miocardio superiore a quella maschile.

"A noi diabetologi l’impegno di trattare al meglio i nostri pazienti anche utilizzando farmaci 'intelligenti'
come gli agonisti recettoriali dei GLP1 che favoriscono la riduzione di peso e sono efficaci sul controllo della glicemia,
fondamentale al fine di prevenire una peggiore prognosi anche nel caso di infezione da Covid 19".
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non solo in Italia........


Esplosione a Leverkusen, nel distretto di Bürrig, in Germania.

Un impianto ha preso fuoco e un'enorme nuvola di fumo ha avvolto il cielo.

L'Ufficio federale per la protezione civile e l'assistenza in caso di catastrofe (BBK)
ha avvertito il pubblico di chiudere le finestre e di rimanere all'interno,
poiché aumentano i timori di fuoriuscita di gas pericolosi.


La protezione civile tedesca ha classificato l'esplosione come "una minaccia estrema".

Gli operatori del sito di Chempark a Leverkusen, circa 20 chilometri a nord di Colonia sul fiume Reno,
hanno affermato che la causa dell'esplosione non è chiara: sono stati schierati vigili del fuoco e furgoni per il rilevamento dell'inquinamento.

L'esplosione ha avuto luogo in un impianto di incenerimento dei rifiuti.

Leverkusen è la sede della Bayer, una delle più grandi aziende chimiche della Germania.


Una settimana fa a Bayport a La Porte, nello stato del Texas,
le autorità locali hanno diramato l’ordine di evacuazione per i cittadini che abitano
nelle vicinanze dello stabilimento della Dow Chemical Co.

Un incidente ha provocato la perdita di sostanze chimiche nell’impianto con il rischio di una esplosione.

Anche in quel caso le autorità avevano raccomandato di rimanere a casa e di spegnere l’aria condizionata.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ahahahahahahahahah comprate, comprate l'elettrico........
e ricordatevi che la maggior parte dell'energia elettrica proviene dalle centrali atomiche.



«In Italia il comparto auto, tra produzione, componentistica, riparazioni, vendita e tutto quello che gira intorno alle quattro ruote
impiega un milione e seicento mila persone e rappresenta il 20% del prodotto interno lordo.

Solo nella fase della costruzione delle vetture, tanto per fare un esempio,
sono impegnate oltre cinquemila e cinquecento imprese e quasi e circa 274mila lavoratori.

Costituiscono l'11% della manifattura italiana.


Per seguire le direttive dell'Unione Europea in materia di ambiente rischiamo di azzerare tutto questo,

ma è evidente che, se si ammazza il settore, si uccide il Paese.



C'è qualcuno, a Bruxelles, spinto da motivi ideologici che ha perduto lungimiranza e senso pratico.

Mi confortano le parole dei ministri Giorgetti e Cingolani, allo Sviluppo e alla Transizione Ecologica,
i quali hanno avuto il coraggio di dire la verità:

l'esagerata spinta ambientalista è un killer per l'economia e brucerà milioni di posti di lavoro,

perché senza passaggi graduali e studiati ci sarà un bagno di sangue.

Io lo dico da tre anni, non ascoltato, che essere realisti, che guardare ai numeri,

non vuol dire essere un anti-ambientalista, un vecchio dinosauro che non vuole entrare nella modernità.

Ora finalmente se ne è accorto anche qualcun altro».


Angelo Sticchi Damiani
non ama far politica né si atteggia a guru del pensiero economico.

«Le speculazioni non fanno per me», premette.

«Non so se ci sono interessi economici miliardari che spingono a distruggere i pilastri dell'economia europea a vantaggio di altre,
né tanto meno ho idea di chi ci sia dietro questi interessi.

Io faccio un discorso pratico: la lotta all'inquinamento è un dovere di tutti, ma va programmata nel tempo.

Ci sono modi efficaci per ridurre le emissioni inquinanti delle auto senza provocare calamità sociali».


Il discorso del presidente dell'Aci è semplice:

una vettura euro 6 di seconda generazione, soprattutto se alimentata con carburanti ecologici,

inquina poco più di un'auto elettrica, costa meno, al momento resta più funzionale e garantisce posti di lavoro.


La crociata contro i motori a scoppio non porta significativi benefici all'ambiente, in cambio devasta economicamente la società.



Inoltre, inferisce un colpo mortale al made in Italy, che deve molto ai marchi Ferrari, Lamborghini, Maserati.

«Ma lei immagina qualcuno che compra una Ferrari totalmente elettrica?
Purtroppo ha ragione Giorgetti: la rivoluzione verde rischia di far chiudere la Rossa».


Davvero queste case non possono riconvertirsi?


«Molto difficile, con un motore elettrico la Ferrari perderebbe quasi tutto il suo fascino.
Vale come per gli orologi: quelli al quarzo segnano la stessa ora di quelli... a movimento meccanico,
ma chi ama gli orologi li sceglie perché sono eterni, sono dei gioielli, il loro meccanismo è un'opera d'arte, proprio come i motori di Maranello».


Presidente, fin qui l'analisi. Lei che cosa suggerisce?

«Per gestire la transizione ecologica senza fare danni non basta intendersi di ambiente,
bisogna conoscere il mercato e le reali condizioni d'uso.
Nel mese di dicembre l'auto elettrica ha toccato il 6% del venduto; nel 2030 sarà il 20%».


Con i progressivi divieti alla circolazione delle auto a benzina, le elettriche aumenteranno...

«Lei la fa facile. Le auto elettriche sono poche perché costano molto e non sono pratiche.
Imporle, mettendo fuori mercato le altre, impedisce la mobilità alla maggioranza degli italiani,
che non hanno i soldi per comprare un'auto verde.
E poi c'è il problema delle centraline di ricarica sul territorio:
sono poche e le batterie non garantiscono un'autonomia concreta superiore ai 200/300 chilometri,
sempre che uno non accenda il satellitare o l'aria condizionata».


Non si possono utilizzare i soldi del Recovery Plan per rafforzare la rete di centraline elettriche?


«Ma sarà anche fatto, tuttavia è un'operazione lunga e costosa.
Ci vorranno alcuni anni per disseminare il Paese di stazioni di ricarica.
E poi non si creda che l'energia elettrica sia gratis, disponibile in misura illimitata, e non inquini.

Se a Milano, o a Roma, circolassero solo vetture verdi, non ci sarebbe abbastanza energia elettrica per illuminare le città.

Fare il pieno di elettricità a una media vettura equivale al consumo di una famiglia di 4 persone per 6 giorni, ossia circa 50 kWh».


Lei detesta l'auto elettrica?


«Per niente, la amo. Ne possiedo una, è scattante e silenziosa.
Però so che oggi l'auto elettrica non è per tutti; è un lusso,
sia in termini economici che di utilizzo.
È funzionale per le tratte brevi. Quindi è ancora soprattutto una city car».


Adesso non mi dirà che le auto non elettriche non inquinano?

«Non glielo dico, però occorre distinguere.
In Italia circolano 35 milioni di automobili.
Oltre un terzo di esse è altamente inquinante, non vale nulla sul mercato e ha più di dodici anni.
Sono veicoli euro zero (3,6 milioni), euro 1 (un milione), euro 2(3 milioni) ed euro 3(4,5 milioni).

La gente se le tiene perché non può permettersi di sostituirle.

Le euro 0 inquinano 28 volte più di un euro 5 o un euro 6
e sono estremamente pericolose,
perché, siccome sono vecchie e obsolete, chi li guida ha otto volte le probabilità di farsi male in un incidente rispetto a chi ha un'automobile recente».


Propone degli incentivi alla rottamazione?

«Vanno bene per smaltire vetture pericolose e che vengono usate di rado, ma che comunque inquinano, anche solo restando ferme.
Lo Stato dia duemila euro a chi le rottama, denaro in contante non bonus per prendere il tram,
anche perché nell'ottantadue per cento dei Comuni italiani non c'è trasporto pubblico efficiente, così ammoderna il parco auto.
E poi, soprattutto, smetta di rendere vantaggioso il fatto di tenersele».


Se la chiave non sono gli incentivi alla rottamazione, cosa può invece esserlo?

«Siccome è impensabile appiedare di colpo l'Italia e togliere a milioni di cittadini il diritto alla mobilità,
come Aci abbiamo presentato una proposta che è ora allo studio in commissione parlamentare per favorire incentivi usato su usato.

Se un terzo dei veicoli inquina 28 volte più degli altri, il punto è spostare chi guida vetture vecchie verso le nuove.

Se convinco un proprietario di euro 0 o 1 a far rottamare il suo veicolo e prendersi un euro 5 senza fargli spendere troppi soldi,
abbatto l'inquinamento, non uccido un settore e metto una persona in condizioni di guidare un'automobile più sicura.

Certo, non puoi vendergli un'auto già condannata a morte da norme che la mettono fuori legge».


E come fa a convincerlo?


«Lo Stato deve sostenere l'acquisto con consistenti incentivi ed abbattendo almeno del 50% l'imposta provinciale di trascrizione».


Ma l'auto verde inquina comunque dimeno...

«Per valutare il potenziale inquinante di un veicolo non bisogna limitarsi a calcolare le sue emissioni quando circola;
va fatta una comparazione totale, dalla costruzione alla rottamazione.

L'auto verde è più inquinante in fase di produzione e soprattutto di smaltimento, a causa delle batterie,
le quali peraltro possono diventare mortali in caso di incidente.

Se qualcuno ci mette le mani può restare fulminato per un cortocircuito. Seve molta accortezza».


Il vantaggio ambientale dell'auto elettrica è nella mancata combustione...


«Anche l'energia elettrica ha una produzione poco sostenibile,
almeno fino a quando non riusciremo a ricavarla totalmente da fonti rinnovabili.

La gente dimentica che oggi la otteniamo anche da carbone, gas e petrolio.

E per produrre più energia elettrica, stressiamo le centrali.
In sostanza questa rivoluzione verde delle quattro ruote per ora si traduce soprattutto in uno spostamento delle fonti di inquinamento».


Però quando viaggia l'auto elettrica inquina molto meno...


«Bisogna però vedere se l'obiettivo è realizzare lo slogan delle emissioni zero costi quel che costerebbe,
anche al prezzo di distruggere l'economia occidentale, o se invece è ridurre l'inquinamento al massimo.

In tal caso, lo sviluppo dei motori classici garantisce il raggiungimento dello scopo.

In meno di dieci anni abbiamo fatto macchine tradizionali che hanno un impatto ambientale complessivo simile a quello delle auto elettriche.

Se anziché 0, le emissioni sono 0,00..., è un risultato straordinario e si evita di fare danni incalcolabili.

Però attenzione, sotto un certo aspetto la vettura verde è più inquinante anche quando viaggia».


In che circostanza?


«È più pesante, a causa delle batterie e quindi solleva più polveri sottili in particolare quando non piove da una decina di giorni».


Perché allora questa lotta al motore termico: questione di moda, o sindrome cinese?

«La risposta non mi compete.

Posso solo affermare che quella che appare un'ossessione ambientalista,

è un problema che riguarda tutta l'Europa e sono contento che l'Italia se ne sia accorta.

È inaccettabile essere in balia di integralisti che ti dicono dall'oggi al domani che una cosa non si fa più.

L'ideologia è nemica del buonsenso, fa sempre e solo danni.

Quando poi si sposa con la scarsa conoscenza, il disastro è totale».
 

Val

Torniamo alla LIRA
Le cose, quando si dicono, bisogna dirle tutte.

Marco Travaglio non è soltanto quello che, dando prova di volgarità intellettuale,
offende gratuitamente un uomo della levatura di Mario Draghi.


Travaglio è soprattutto quello che ha definito “bravi” i massacratori del congiuntivo,
gli speleologi del tunnel del Brennero, i mirabili fautori dell’evoluzionismo del dolo (fattosi colpa).

La verità va detta tutta.

E la seconda parte preoccupa più della prima, riconducibile, nella migliore delle ipotesi, ad un eccesso di bile.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ritengo la decisione pressoché certa di imporre la vaccinazione una completa sciagura.

Qualcuno crede in tal modo di mettere al sicuro le persone e le attività, mentre molti saranno dannati:
si creerà una spaccatura sociale di un nuovo razzismo, che è il peggiore male delle società.


Il risultato della vaccinazione generale obbligata sarà la spaccatura della società:

migliaia, centinaia di migliaia di persone rifiuteranno di vaccinarsi, staranno nella società senza vivere nella società.


Senza contatti, lavoro, famiglie: se questo è un risultato di sicurezza sociale, abbiano il coraggio di affermarlo.


Quando si decide bisogna considerare gli effetti e l’efficacia, nel caso in oggetto l’efficacia è dubbia.

Quale è il risultato efficace opportuno?

Il licenziamento, l’emarginazione sociale di centinaia di migliaia di persone con l’aggiunta delle famiglie?

Lo dicano, abbiano il coraggio di dirlo, di assumersi le conseguenze delle loro determinazioni.


È risolto il comando ma non l’efficacia del comando.

L’esaltare il concetto che l’evenienza di pene, per chi non si vaccina, ha fomentato la vaccinazione
non trascuri il fatto che ha fomentato anche l’avversione a una vaccinazione. Il punto è così definibile.


Sostengono che vaccinarsi immunizzi pressoché totalmente e pur subendo il contagio.

Il contagio non è mortale; quindi, maggiore è il numero dei vaccinati, minore è il rischio per la gran parte della società vaccinata.

Ottimo.

Possiamo riprendere “in sicurezza”, si dice così, la vita sociale e produttiva.

In realtà vi sono varianti impreviste e di originaria esistenza, nuove epidemie, ipotizzate.


Vi sono tuttavia persone che, diffidenti, temono risultati perversi, rifiutano l’imposizione.

Sono cittadini come gli altri, hanno diritto di essere tenuti in conto.


Dicono, vero, sono cittadini come gli altri, ma non vaccinandosi mettono in pericolo se stessi e gli altri.

Devono vaccinarsi, altrimenti rischiano di essere cacciati dal lavoro e dalla società.

Piano.

Se non vogliono vaccinarsi, esistono modalità per rendere queste persone non pericolose?

Questo è il modo di procedere di una società libera, che prende in considerazione la libera scelta di tutti, perché il tutti passa per il ciascuno.

Se il tutti è contro il ciascuno siamo nel totalitarismo, esiste il tutto ma non il ciascuno!


Se invece una parte riottosa della società viene scalciata, afflitta, immiserita, che buon risultato si ottiene?

L’evenienza di migliaia di persone rovinate, perché non intendono vaccinarsi.

È un trionfo della medicina e della politica?

No. Ne sarebbe il fallimento.



Colpa di quella gente “ribelle”, si dice.

Colpa di che?

Di volere misure alternative al vaccino che ignoro

se mi proteggerà a lungo,

se devo rinnovarlo periodicamente,

se provvede a tutte le varianti?

Possibile che la scienza del XXI secolo non fornisca varie protezioni?


E poi, dov’è la prova dei danni causati dai non vaccinati?



In questo momento di non vaccinati ce ne sono milioni, di decessi in numero minore!


Dov’è la prova che non vaccinarsi mette a rischio gli altri e se stessi?

Vero, la mia libertà deve tenere in conto la libertà altrui, ma anche gli altri devono tenere in conto la mia libertà.

Se un cittadino ha timore o diffidenza a vaccinarsi, gli si offrano possibilità sostitutive.

Certo che esistono, altrimenti con milioni di non vaccinati saremmo tutti al cimitero.


Al dunque,

si vaccini chi vuole,

si vaccini il maggior numero se vuole,

ma si rispetti chi non vuole recare danno ma non intende vaccinarsi.



In pochi mesi hanno generato i vaccini: possibile che non forgino altri rimedi?

Strano.

Insisto: libero vaccino in libero Stato.

Non obbligo ma rimedi,

l’obbligo e la punizione per chi non si vaccina susciterebbero conflitti, emarginazione, miseria (che sono peggiori del virus).


Ma scusate, il non vaccinato che sorte passerà?

Se non lo incarcerate, circolerà e contaminerà la società, se lo vaccinate a forza dovrebbe tornare all’occupazione.

Sarà deportato?

Ed il non vaccinato licenziato cercherà di vendicarsi, infettando?


Sarebbe opportuno conoscere la sorte dei non vaccinati licenziati.

Riceveranno sussidi?

Se effettivamente si perverrà alla feroce determinazione di licenziare,
si avrà comunque a che fare con esseri umani, credo!


Mi pare che taluni vogliano mostrarsi severi e autorevoli difensori della pubblica salute.

Stanno esagerando.

In fondo, le persone chiedono esclusivamente vari modi per proteggersi.


Non vi sono? Vi sono.


La Commissione europea, il 29 giugno, ha pubblicato la Strategia sugli strumenti terapeutici contro il Covid-19,

individuando cinque strumenti terapeutici candidati promettenti.

L’efficacia di taluni appare testata, da ottobre a fine anno verrebbero usati.


Allora,

se la mortalità è minima,

se presto vi saranno alternative,

perché tanta frettolosità ?



Certo, non allo scopo di far mercato di vaccini.

Sarebbe un sospetto di bassa mente.


Abbiamo a che fare con sinceri tutori della salute ?

Se non nominano queste cure alternative,

se non discutono dei sintomi iniziali informandone i cittadini,

se fanno parola soltanto dei vaccini

è perché convinti che esclusivamente i vaccini sono difensivi ?

o c'è dell'altro ?



Ma qualche frase su possibilità diverse potete anche dichiararla!


La Commissione europea a mesi propagherà mezzi alternativi ai vaccini,

voi non ne dite e l’opinione pubblica non ne sa!

Strano.


Suggerisco: chi non intende vaccinarsi tenetelo in sospensione qualche mese, il periodo di queste cure alternative.

Immaginate l’assurdità: licenziare un docente a settembre, e a ottobre viene in uso una cura non vaccinale!


Il trionfo della politica e della medicina.


Considero l’alternativa: o ti vaccini o ti licenzio, decisione rognosa, vaiolosa, scabbiosa, malsana.


Il cittadino è fucilato alla schiena, gli viene strappata la conquista europea, la scelta – dico la scelta – all’interno della salute.


Nessuno vuole recare male al prossimo, ma delle persone vorrebbero soltanto poter scegliere come salvare sé ed il prossimo.


Esclusivamente i vaccini tutelano?

Niente affatto.

Così appare in quanto non si fa apparire altro.



Ma se addirittura ufficialmente la Commissione europea autorizzerà vie diverse di protezione associamole ai vaccini,
ed il cittadino sceglie, e, soprattutto, parlatene, parliamone.

Sono convinto che una accresciuta informazione sulle sintomatologie del virus ci farebbe agire subito.


O vaccino o morte è motto da cavalleria rusticana e lasciamolo al teatro.


Noi vogliamo conoscere, scegliere, non essere scelti.

La Scienza offra possibilità.

Oltretutto ne è capace.

Invece no.

Vi è possibilità di scelta ma siamo decisi.

L’opinione che nei momenti di crisi occorre un Lord Protettore non è errata, diventa errata se il Lord Protettore erra.


O vaccino o morte, o ti vaccini o ti licenzio
sono affermazioni prepotenti e suscitano ribellione e mali.

Se realmente si procedesse ai licenziamenti, supereremmo il numero dei decessi per Covid.


Spero che sia un modo forzato per accrescere le vaccinazioni.


Ma è poco stimabile aizzare l’opinione pubblica contro il non vaccinato.

Quando si crede di scovare il nemico, il responsabile del male, si diventa malvagi.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Chissà dove riusciranno ad infilarlo......


Il canone Rai uscirà dalla bolletta elettrica.

Si tratta di una decisione che rientra nell’ambito degli impegni presi dal Governo italiano con l’Unione Europea nel Pnrr,
dove è stata messa nero su bianco la cancellazione dell’obbligo per i venditori di elettricità di
“raccogliere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate con l’energia”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Volete sapere la vera storia scientifica del virus Sars-Cov-2, con citazioni di fonti scientifiche passo passo,
con un’evoluzione che è iniziata quasi 20 anni fa, per poi passare a quello che effettivamente è successo a Wuhan,
chi vi lavorava, cosa faceva e quindi concludere con le cure e su come queste siano state attaccate da documentazione scientifica senza fondamento ?



In questa puntata di ‘ Box Salute ‘ in studio il dottor Massimo Citro, medico chirurgo, direttore dell’Istituto di Ricerca IDRAS,
e ricercatore nel campo dei metodi farmacologici non tossici, privi di effetti collaterali ed ideatore del “TFF” (Trasferimento Farmacologico Frequenziale),
una metodica innovativa che consente di trasferire a un sistema vivente, attraverso circuiti elettronici, le proprietà farmacologiche di molte sostanze.


Parleremo del nuovo libro scritto proprio dal Dottor Citro intitolato ‘ ERESIA riflessioni politicamente scorrette sulla pandemia di Covid 19 ‘.


Tragedia per alcuni, commedia per altri, farsa per altri ancora

la pandemia 2020 è stata una rappresentazione.



Una serie di osservazioni politicamente molto scorrette, che meritano però di essere ascoltate.

Un’informazione che non si vede sui mezzi d’informazione di massa, anche per la sua pacatezza, tranquillità e profondità.

Anche se si tratta di un video piuttosto lungo, merita di essere visto, almeno sino quando Youtube non lo cancellerà..


 

Users who are viewing this thread

Alto