Breve cronologia: questo thread nasce dal fatto che qualche mese fà in un'altra disussione era stato fatto riferimento al LHE, e qualcuno aveva dichiarato percentuali di successo oltre il 90% (ovviamente, riferito a specifici periodi e specifici underlying).
Si, certo.
Mi riconosco in questa attribuzione.
L'unica sottigliezza linguistica e' relativa al fatto che io non potrei essere in grado di dimostrare di aver conseguito - nei primi anni del secolo in corso -delle percentuali di successo nel trading del 90% grazie al LHE.
Questa affermazione non e' del tutto precisa.
Avevo piu' precisamente affermato e qui lo ribadisco che le mie evidenze sul LHE e le evidenze di un valente contributore di allora, che portava il nick Kermitt, che non scopri' certo il fenomeno, ben noto oltreoceano ma lo porto' alle estreme conseguenze sul mercato italiano attraverso uno studio sistematico estremamente dettagliato e preciso sugli scenari attesi, portavano dei risultati dimostrabili sul 90% di "non perdita", non di successo.
Il motivo della sottigliezza linguistica e' comprensibile da una dettagliata ricostruzione delle regole.
Gli acquisti sulle azioni MTA basati sulla modellistica LHE venivano effettuati tra le 16:30 e 17:30 E trovavano una regola di uscita plurima:
1) vendi nell'afterhours ad un prezzo superiore. Il mercato serale era strepitosamente liquido, gonfio a tutti i livelli. Con 50.000 Euro investite in ENEL non riuscivi a spostare il book, mentre se oggi compri sul serale 50000 Euro rischi di prosciugare 2 o 3 livelli. Il mercato serale era correlato direttamente ai mercati americani con un non trascurabile effetto leva, per cui bastava a volte un piccolo rialzo intraday oltreoceano per permettere la chiusura del trade in positivo senza attendere la giornata successiva.
altrimenti
2) Overnight
2 a) vendi al costo in asta di apertura. Nel 2000-2005 le aste di apertura erano incredibilmente liquide se rapportate alla scarsita' attuale di contrattazion in open
altrimenti
2 b) vendi verso le 10:30 al meglio, sfruttando un flebile fenomeno autocorrelativo negativo presente a quel tempo.
Ci furono in quegli anni alcune migliaia di trade chiusi in "non perdita" nel 90% degli eventi verificatisi, cioe' non paper trading, che sono a tutti gli effetti una sufficiente base statistica per rilasciare le affermazioni di non perdita nel 90% dei casi che hanno contribuito alla stesura di questo nuovo 3D
.In questo contesto, aggiungero' che poi, di mia iniziativa, allargai la propagazione del LHE con la ricerca sistematica di titoli che erano sfuggiti alle tecniche di investigazione di Kermitt in quanto non molto liquidi, e che presentavano una seconda fascia di mercato , in quanto chiudevano alle 16:30. In particolare ricordo che ne scovai un paio di ottimi: uno di questi era Interbanca, sebbene con liquidita' tutto sommato modesta, mentre un altro presentava delle volte degli scenari di reverse in asta di chiusura, quindi pericoloso per la strategia, ma aveva il vantaggio della capienza illimitata nel bid. Quindi si tratto' solo di effettuare un fine tuning sulla base di piccoli campioni ed allargamento progressivo del size e progressivamente fu il titolo che riusci' a dare in assoluto il miglior ritorno economico, sebbene i successi o, meglio, le "non perdite" non arrivassero al 90%. Ma si sa che delle volte nel trading, come anche nel poker, conviene il bold play sebbene non si abbia la certezza assoluta della vincita. In fin dei conti il bold play in quel caso di quel titolo non blue chipo presentava il vantaggio della ristretta esposizione temporale, nemmeno un'ora di trading.
Questi sono i fatti rievocati a memoria, ma conservo tutta la documentazione
relativa a quel felice periodo ...d'oro per eventuali approfondimenti