terza lettera della fortunata serie:
Roma, 27/6/2003
Egr.Ing.Migliorino
Dopo aver affrontato “I manipolatori di borsa” e i “manipolatori del Fib” è venuto il momento di chiederci quando entreranno le mani forti sul mercato:
DOVE ANDRANNO I MERCATI
Come sempre i mercati andranno dove le mani forti lo spingeranno; facciamo alcune considerazioni:
- Il fattore esogeno che ha scatenato l’ultimo movimento di ribasso, e’ stato rimosso, ma i corsi continuano a non riprendere i valori ante attacco.
- Le banche centrali hanno agito pesantemente sulla leva monetaria per favorire il movimento di espansione economica, ma questa tarda ad arrivare.
- Le aspettative di tutti gli operatori sono comunque positive, ed i commenti che si fanno sono del tipo “ siamo scesi abbastanza, non possiamo che riprenderci”; questo discorso l’abbiamo sentito per tanti titoli, tipo “ha già perso il 50%, salirà”, mentre molti titoli perdono attualmente il 70-80% dal massimo.
- Nelle sale operative delle principali banche e società di gestione, lavorano persone che hanno vissuto il più lungo periodo di rialzo e di espansione economica dal dopoguerra. Questo fa si che la forma mentis, e la view di queste persone sia “ tendenzialmente rialzista”. Un’inversione definitiva e duratura potrebbe cogliere molti operatori impreparati, e con la forte tentazione di mediare, che in un mercato ribassista porta alla rovina di molti investitori.
- Assistiamo in queste ultime settimane ad un movimento di indebolimento del dollaro. Questo potrebbe essere letto come ulteriore tentativo da parte delle autorità monetarie USA di ridare slancio alla propria economia, attraverso una svalutazione competitiva della propria valuta.
- Oggi, come 12 anni fa non, abbiamo l’esatta percezione delle conseguenze che la perdita di diverse centinaia di migliaia di miliardi di capitalizzazione di borsa, ha avuto sui bilanci dalle principali banche (quanti casi Enron ci saranno? )
La situazione emotiva che stiamo vivendo oggi, somiglia in modo preoccupante a quella vista nel passato. Lo stesso ottimismo, la stessa positività, la stessa fiducia, “ ad ogni costo”, aleggiano su mercati che non possono, e non vogliono, pensare ad una continuazione del trend ribassista.
Il trend invece è ribassista. Il violento e repentino rimbalzo che abbiamo visto dai minimi di settembre, non e’ stato sufficiente per invertire la situazione. Quel rimbalzo è scaturito soprattutto da ragioni tecniche (si veniva da –30% in tre settimane, peggior risultato di sempre per il nostro indice) e da un attestato di fiducia che ora vuole una controprova tangibile, che non arriva.
I player finali, cioè i partecipanti al mercato che hanno comperato nell’ultima fase di rialzo, sono ancora esposti con posizioni in pesante minusvalenza, di cui non si sono ancora liberati.
La domanda fondamentale è: come sono posizionati i players primari? Come si stanno comportando le mani forti che hanno ceduto i titoli sul movimento di risalita?
E’ mia opinione che, al momento, queste mani primarie siano ancora alla finestra.
Statisticamente l’entrata di questi investitori avviene in concomitanza con l’uscita dal mercato dei finali che, come detto, sono ancora presenti. Spaventati, in pesante perdita, ma ancora con la speranza di rivedere i massimi di due anni fa.
Una bolla speculativa come quella appena vista, richiede molto tempo per essere riassorbita e metabolizzata. Ricordiamo a tal proposito che, l’ultima bolla che ha caratterizzato il nostro mercato, risale al 1986, e solo per segnare i minimi ci vollero 6 anni (settembre 1.992), durante i quali assistemmo anche ad un buon rimbalzo, che rimase però una correzione intermedia di un trend ribassista di medio.
Ho pertanto buoni motivi quindi per ritenere che nel medio/lungo periodo, il mercato possa continuare a seguire la falsa riga del Nikkei anni ’90, proseguendo la correzione in essere, e andando a ricercare nuovi livelli di minimo.
Tecnicamente ciò sarà confermato dalla perdita dei minimi di settembre, che saranno un validissimo livello di supporto sul quale il mercato potrà impostare interessanti rimbalzi.
Cosa Successe Nel Passato
L’applicazione di tutte le varie teorie dell’analisi tecnica sui mercati finanziari, poggia sull’assunto che, la natura dei soggetti partecipanti al mercato, (istituzionali, speculatori professionisti, parco buoi ) rimane costante nel tempo, e che pertanto questi operatori tenderanno, in linea di massima, ad assumere le medesime decisioni a fronte di situazioni contingenti simili.
Questo fatto esula dal tempo e dalle diverse situazioni sociali ed economiche che caratterizzano l’evento. La conferma di ciò l’abbiamo avuta in occasione della bolla speculativa del 2.000. In quei giorni, mentre i mercati crescevano a dismisura sulla scia del fenomeno Internet, abbiamo risentito e letto le identiche affermazioni che si sentivano e si leggevano in relazione al mercato giapponese nel 1.988.
Un movimento esponenziale dei corsi porta con sè un effetto valanga spaventoso. Cercare di mettersi contro, prima che il fenomeno si sia esaurito, (e ciò avviene improvvisamente) comporta il rischio di rimediare, a breve, clamorose smentite, in quanto, proprio nell’ultima fase del movimento, i corsi percorrono un segmento esponenziale, che li porta a crescite o decrescite percentuali folli nel giro di poche sedute: a gennaio-febbraio 2.000 una ventina di hedge-founds fallirono perché si misero short sul Nasdaq (avevano ragione, ma si misero short per importi troppo elevati e troppo presto), mentre nei mesi successivi un’altra ventina fallì perché si mise long dopo il primo storno del 20%, al quale seguirono le discese che tutti conosciamo.
Tornando alla situazione giapponese del 1988/89, ci trovavamo all’ora in presenza di un mercato che in 20 anni era passato da una valutazione di 1.000 a 40.000. All’epoca si diceva che i giapponesi con il loro “indubbio vantaggio tecnologico”, avevano creato un’economia, non più ciclica, ma unidirezionale”, le maggiori case di brokeraggio, per giustificare il continuo rialzo dell’indice Nikkei, si erano spinte a dire che i titoli giapponesi non si dovevano valutare con i comuni parametri di buon senso (avevano P/E che erano arrivati a 300 !), ma con criteri che venivano inventati al momento, e che parevano riscrivere le varie teorie economiche.
Nella realtà gli analisti, contagiati dall’euforia rialzista, e nel timore di essere smentiti il giorno successivo, non riuscivano, o non volevano dire ciò che in effetti stava realmente accadendo.
Ritornando al 2.000, in piena crescita esponenziale dei mercati, incredibilmente, abbiamo avuto modo di risentire le medesime affermazioni, sull’economia USA, e sul fatto che P/E di 600 erano giustificabili, anzi convenienti, in relazione all’evoluzione tecnologica di quel paese.
Fino a qui le assonanze psicologiche dei due momenti euforici dei mercati a cui e’ poi succeduta la inevitabile fase discendente.
Ma in un’ottica piu’ di medio, un altro punto in comune hanno le due situazioni.
La forte esposizione che sistema bancario aveva assunto nei confronti di entità istituzionali e private che finalizzavano questi finanziamenti, ad attività speculative sui mercati finanziari.
Le conseguenze che questo ha avuto sul sistema bancario giapponese e’ oggi cosa nota, ma, giova ricordarlo, emerse in tutta la sua gravità solo alcuni anni dopo il raggiungimento dei massimi del mercato, a causa della profonda e duratura caduta dei corsi azionari. Le banche nipponiche che avevano ricevuto in pegno titoli a fronte di finanziamenti, dovettero iscrivere a bilancio perdite colossali, dovute al mancato rientro da parte dei prenditori e alla svalutazione-fallimento, di molte aziende di cui loro detenevano cospicue quote di capitale.
Il governo e le autorità monetarie negli anni successivi intervennero cercando in tutti i modi, prima di rilanciare l’economia, poi, accontentandosi di mantenere a galla una situazione, che ancora oggi non ha trovato soluzione.
Dopo la vicenda Enron, quello che ancora non percepiamo oggi e’, quanto il sistema bancario USA sia portatore dello stesso virus fallimentare, le cui conseguenze sarebbero altrettanto nefaste. In Italia stanno emergendo situazioni analoghe (quando proprio non si riesce più a tenerle nascoste).
Egregio Ingegnere dopo tante chiacchere e accademia, voglio affrontare le sensazioni operative…..
1) Siamo in una fase molto delicata del mercato, le notizie negative vengono ancora utilizzate per spingere al ribasso i corsi
2) La volatilità non ha ancora raggiunto livelli esasperati.
3) Il pessimismo e la grande paura non ha ancora contagiato le menti.
4) Le mani fragili sono sul punto di cedere la mano.
5) Gli scambi non sono elevatissimi e il fiume ancora non straripa
Per tutte queste ragioni condivido in pieno tutte le Sue analisi…abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo.
Domanda finale: quando entreranno le mani forti:
Ritengo che dovremo ancora vedere il comportamento della borsa Americana:
- Le vere mani forti sono a “stelle e strisce”.
- Il DJ abbiamo detto rappresenta la bandiera, l’ultimo baluardo oltre al quale non lo faranno andare…basti vedere la crisi dello scorso anno….basta reggere tre titoli primari ed il gioco è fatto! Abbiamo visto questi giorni, certi spilloni al ribasso e successivo rimbalzo in chiusura.
- SP 500 è in posizione assai delicata…e già sul minimo di settembre.
- Le borse europee pur accentuando le tendenze, guarderanno il segnale proveniente dagli USA…quei famosi reversal dell’ultima ora!
- Il livello dell’ipervenduto comincia ad essere altino sul weekly…ma non esasperato.
- Ritengo che l’elemento decisivo sarà il minimo dello scorso anno:
- 1) Il doppio minimo mi sembra troppo scontato ……
- 2) Potrebbero spingere il mercato poco oltre….e LI’ INTERVENIRE..sul baratro dove veramente potremmo vedere il sangue.
- 3) Dovranno creare unicamente un grande biscotto allo scopertista….il mercato potrà risollevarsi solo sulle ricoperture.
Egregio Ingegnere, condivido moltissimo il Suo timing….oltre tutto ci troveremo in quel
Periodo a cavallo delle scadenze tecniche….che BISCOTTO potranno fare!!!
Anche questa volta dovremo vincere il panico del mercato….!!
Buon lavoro…e complimenti ancora
PS Se oggi legge i siti finanziari sono diventati tutti negativi….ci fosse una volta che anticipano il mercato….tutti dietro quando si verifica il fenomeno!
Cordiali saluti
Giovanni Gobello