Capitalia chiude con Arpe. Geronzi vince lo scontro, Cuccia
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[LINK:8eb3e4184b]Capitalia[/LINK:8eb3e4184b] chiude con Arpe. Geronzi vince lo scontro, Cuccia verso l'interim
Anche gli ultimi tentativi di rappacificazione sono stati vani. Il divorzio tra Cesare Geronzi e Matteo Arpe ha assunto ieri una veste formale pressoché definitiva. Giovedì l'assemblea del Patto di sindacato che controlla Capitalia ascolterà la relazione del presidente Geronzi sulla governance della banca e prenderà atto della sopravvenuta «incompatibilità» con l'amministratore delegato.
Successivamente il consiglio di amministrazione, come disposto da un'integrazione all'ordine del giorno annunciata ieri, valuterà la revoca delle deleghe ad Arpe.
Il dado è dunque tratto. Geronzi controlla saldamente il Patto e una volta che l'assemblea si sarà pronunciata a favore del presidente il Cda sarà costretto a votare di conseguenza. Vittorio Ripa di Meana, presidente del Patto, aveva dato tempo ad Arpe finoalle12diieri per dimettersi ed evitare così il calvario della procedura formale. Ma l'Ad non si è piegato e i passaggi formali per revocargli i poteri sono stati avviati.
Nella mattinata di ieri in via Minghetti sono stativisti entrare Francesco Spinelli, presidente di Abn Amro in Italia (la banca olandese è il principale azionista di Capitalia), il consigliere anziano Alfio Marchini ( azionista partecipante al Patto e in buoni rapporti con entrambi i duellanti), Ripa di Meana. Gli incontri non hanno avuto esito mentre solo la Fondazione Banco di Sicilia, che possiede una piccola quota (1,71%),prendeva posizione a favore di Arpe con una dichiarazione alle agenzie. Nei giorni scorsi anche la Fondazione Manodori era sembrata schierata dalla parte di Arpe. Lo scontro ha assunto toni particolarmente accesi. Geronzi avrebbe raccontato ad alcuni soci del Patto che Arpe in dicembre ha provato a convincere l'americana Citigroup a lanciare un'Opa su Abn Amro per poi fonderla con Capitalia. Arpe dal canto suo ha preannunciato l'invio al Patto di una letteradossier con la sua ricostruzione degli eventi degli ultimi 12 mesi.
Nel primo pomeriggio di ieri è partita l'integrazione dell'ordine del giorno che prevede la revoca delle deleghe all'Ad e la contestuale attribuzione delle stesse. Il problema è che se Arpe non si dimette il Cda sarà costretto ad assegnare le deleghe a un consigliere in carica. E Geronzi sembra orientato a puntare su Paolo Cuccia, attuale responsabile del corporate e dell'investment banking di Abn Amro in Italia, ma romano doc ed exAd dell'Acea.
Un'alternativa potrebbe essere rappresentata dal consigliere indipendente Paolo Savona che già aveva sostituito Geronzi quando era scattata la sospensione dall'incarico per la condanna legata al crac Bagaglino.
Il tentativo di coinvolgere Fabio Gallia, Ad di Banca di Roma, si è invece infranto nel rifiuto del manager, molto legato ad Arpe. All'interno della banca circolano altre candidature interne come quelle di Carmine Lamanda, legatissimo a Geronzi, e Cesare Caletti, Ad di Mcc.
Perdono quota invece le candidature esterne come quella di Pietro Modiano,Fabio Innocenzi e Giampiero Auletta Armenise, tutti poco inclini a lasciare l'incarico che ricoprono attualmente in Intesa SanPaolo, Bpvn Bpi e BpuBanca Lombarda.
La scelta di Cuccia confermerebbe il riavvicinamento tra Geronzi e i soci olandesi dopo le polemiche dei mesi scorsi. Con
30 anni (59)
importanti ripercussioni sugli scenari per le alleanze.
Il titolo Capitalia ieri ha perso il 3,81% chiudendo a 6,72 euro. Un livello di poco superiore a quello che faceva registrare nella primavera scorsa quando gli olandesi di Abn Amro prospettarono timidamente a Geronzi e alla Banca d'Italia un'Offerta pubblica di scambio che valutava Capitalia 7,5 euro (in azioni Abn Amro). Con il progetto di creare un'unica banca insieme a Capitalia e ad Anton Veneta, da poco acquisita.
Il cda di giovedì era stato convocato per approvare il preconsuntivo 2006. Secondo gli analisti interpellati dall'agenzia «Radiocor » il conto economico del gruppo dovrebbe far registrare un utile intorno ai 1.100 milioni con un Roe del 18 per cento. A questo punto non è ben chiaro chi si presenterà all'incontro con la comunità finanziaria,previsto venerdì a Milano, per illustrare i conti del gruppo.
21 febbraio 2007