vecchio frank
could be worse...
(continua)
Solo dopo la sua morte, e dopo che il Giappone si fu aperto al mondo, le stampe di Hokusai si sarebbero diffuse al di fuori dell’arcipelago. Nel 1867, l’Esposizione Universale si tenne a Parigi. Il Giappone vi partecipò per la prima volta, mettendo in mostra armature, spade – e stampe Ukiyo-e.
I francesi diedero fuori di testa… Quello che amavano nelle stampe giapponesi erano gli spazi piatti, le linee semplificate, i soggetti tratti dalla vita quotidiana. L’esempio di Hokusai avrebbe presto influenzato il lavoro degli artisti parigini più aperti.
Come per esempio Mary Cassatt (americana), che apprese da Hokusai e da altri artisti giapponesi a creare spazi con blocchi di colore, con stacchi netti tra un colore e l’altro.
O come il suo amico Edgar Degas, con le sue composizioni asimmetriche.
O, più tardi, come Edouard Vuillard.
Per non parlare di uno come Van Gogh, che i giapponesi li idealizzava e quando si trasferì da Parigi ad Arles lo fece perché sperava di trovare in Provenza il suo "Giappone personale".
Nel corso del Novecento, i musei e le istituzioni giapponesi sono stati tra i principali compratori di dipinti francesi impressionisti e post-impressionisti.
Ed è proprio per via dell’influenza che Hokusai ha avuto sugli artisti francesi che anche agli occhi dei giapponesi è finito per diventare il loro più importante artista.
(continua)
© Jason Farago - The New York Times
(traduzione e adattamento miei)
Solo dopo la sua morte, e dopo che il Giappone si fu aperto al mondo, le stampe di Hokusai si sarebbero diffuse al di fuori dell’arcipelago. Nel 1867, l’Esposizione Universale si tenne a Parigi. Il Giappone vi partecipò per la prima volta, mettendo in mostra armature, spade – e stampe Ukiyo-e.
I francesi diedero fuori di testa… Quello che amavano nelle stampe giapponesi erano gli spazi piatti, le linee semplificate, i soggetti tratti dalla vita quotidiana. L’esempio di Hokusai avrebbe presto influenzato il lavoro degli artisti parigini più aperti.
Come per esempio Mary Cassatt (americana), che apprese da Hokusai e da altri artisti giapponesi a creare spazi con blocchi di colore, con stacchi netti tra un colore e l’altro.
O come il suo amico Edgar Degas, con le sue composizioni asimmetriche.
O, più tardi, come Edouard Vuillard.
Per non parlare di uno come Van Gogh, che i giapponesi li idealizzava e quando si trasferì da Parigi ad Arles lo fece perché sperava di trovare in Provenza il suo "Giappone personale".
Nel corso del Novecento, i musei e le istituzioni giapponesi sono stati tra i principali compratori di dipinti francesi impressionisti e post-impressionisti.
Ed è proprio per via dell’influenza che Hokusai ha avuto sugli artisti francesi che anche agli occhi dei giapponesi è finito per diventare il loro più importante artista.
(continua)
© Jason Farago - The New York Times
(traduzione e adattamento miei)