Libia

Sarkozy sperpera il denaro dei francesi per aiutare Al Qaeda a prendere il controllo della Libia

Planetenonviolence 30 Agosto 2011
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_jcs&view=jcs&layout=form&Itemid=100018&aid=57553


Il governatore militare di Tripoli è un veterano di “Al Qaeda”. E’ la conferma che USA, NATO e Gran Kahal preferiscono i loro islamisti di servizio al posto dei regimi secolari nei Paesi islamici(Maurizio Blondet)

Pronto a tutto per impossessarsi delle ricchezze della Libia, Sarkozy sciupa un milione di euro al giorno, sottratto ai contribuenti, per installare Al Qaeda in Libia e poi esigere l’invio a terra della NATO per farla sloggiare. L’attacco contro Tripoli è stato condotto da gruppi di Al Qaeda diretti dalle forze speciali di Francia, Grande Bretagna, Giordania e Qatar. È Al …
rileggiti anche alcuni articoli postati nel recente passato

dove si mette in evidenza che i RIBELLI altro non sono che TERRORISTI di AlQaeda addestrati dalla CIA
 
Ultima modifica:
riguardati questo video in cui è intervistta una donna italiana

e capirai che

la LIBIA non era quell'inferno che ci hanno fatto credere per poterlo attaccare, invadere e distruggere

Beh, un video non prova molto.
Tempo fa c'erano dei video delle entusiaste "amazzoni" del colonnello; successivamente è venuto fuori che queste ragazze venivano violentate...

E' difficile trovare qualcuno che sia veramente credibile.

[ame="http://www.youtube.com/watch?v=6Kw6Jg1AMcM"][/ame]
 
tontolina ha ragione se si parla di confronti con altri paesi arabi
la Libia è un paese potenzialmente ricchissimo, perché ha pochi abitanti
e tanto gas e petrolio
é stata anche una dittatura feroce e bisognerebbe dire con obiettività
quanti morti e torturati c'erano sotto Gheddafi

Ma la realtà non è mai tutta nera o tutta bianca
cara tontolina, ignoro chi siano veramente i ribelli: pezzi di al qaeda
cirenaici, democratici etc... quello che non credo è che agiscano per conto di potenze straniere , ricordo ben la genesi del conflitto
voluto da GB e Francia e osteggiato dagli USA
 
Beh, un video non prova molto.
Tempo fa c'erano dei video delle entusiaste "amazzoni" del colonnello; successivamente è venuto fuori che queste ragazze venivano violentate...

E' difficile trovare qualcuno che sia veramente credibile.
cque
"questa guerra civile"
voluta da francia e inghilterra

non ha di certo visto la cooperazione dei libici
che sono stati massacrati dalla NATO


e adesso facciami i conti?
quante donne e bambine sono state violenate ed uccise dai terroristi della Nato
e quante da Gheddafi?


non mi pare proprio che la Nato abbia portato la civiltà
piuttosto sembra una guerra di invasione coloniale
 
L’oro blu sotto la sabbia libica che fa gola alle multinazionali


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8 settembre 2011 |
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Autore Jacopo Castellini | Stampa articolo
Simonetta CossuLibyanFreePress, 6 settembre 2011
Il Cnt, il Consiglio nazionale transitorio libico si appresta a trasferirsi a Tripoli. Nella capitale tutto scarseggia. Moltissimi non hanno cibo e nemmeno più un tetto, l’acqua è diventata più preziosa del petrolio tanto che ormai costa più della benzina. Ed è la sete in un paese dove la temperatura raggiunge i 40 gradi, l’emblema dell’emergenza umanitaria che tormenta la Libia dopo sette mesi di guerra.

Ma parrà strano in un paese ricoperto di sabbia, l’acqua non scarseggia, anzi sotto le dune del Sahara si trova la riserva più grande del mondo tanto da spingere qualcuno a suggerire che non solo petrolio, uranio e gas sono il “premio” che gli alleati occidentali cercano di accapparrarsi in Libia.
E’ passata quasi in secondo piano, ma il mare di acqua dolce esteso quanto la Germania a soli 100 metri di profondità in terra libica, equivale ad un tesoro, non solo materiale ma anche politico in una regione dove l’acqua significa vita e sviluppo sia per la produzione agricola locale sia per l’esportazione in altre nazioni africane.
Si tratta del progetto GMMR (Great Man made River) mirato a portare l’acqua fossile dalla profondità del Sahara alla costa del Mediterraneo. Gheddafi aveva cominciato a costruirlo con ingegneri cinesi finanziandolo di tasca propria, senza cioè servirsi degli onerosi prestiti della Banca Mondiale ma anzi investendo generosamente nella Banca Africana e dando così un pessimo esempio per l’intero globo.
Il tutto ha avuto inizio negli anni ’50, quando a caccia di petrolio, i libici scoprirono che nella parte meridionale del paese c’erano grandi quantità d’ acqua sotterranea. Si tratta del cosiddetto Nubian Sandstone Aquifer System, una riserva accumulatasi in milioni di anni che oggi si estende tra Libia, Egitto, Chad e Sudan per una superficie complessiva di 2 milioni di chilometri quadrati. Una volta preso il potere Gheddafi capì che quella era una risorsa molto più preziosa del petrolio e diede il via al grande progetto: costruire una grande rete di canali per portare l’acqua del Sahara, a Tripoli, Bengasi e nei centri lungo la costa Mediterranea dove vive il 70% della popolazione libica. Il progetto, venne definito da Gheddafi, ma non solo, “l’ottava meraviglia del mondo” ed è costato ad oggi 25 miliardi di dollari, prevede di scavare migliaia di pozzi a 500 metri di profondità e mettere insieme 5mila chilometri di condutture dal diametro di 4 metri, capaci di veicolare sino a 6 milioni di metri cubi d’acqua al giorno. Cosa di non poco conto se si considera che l’accesso all’acqua è stata per il governo libico fino a poco tempo fa considerato un diritto umano, per cui gratuito. Stando alle stime di consumo d’acqua calcolate nel 2007, la riserva dovrebbe bastare per dare da bere ai libici per altri 1000 anni.
Per realizzare tutto questo, i lavori di costruzione sono stati appaltati a molte aziende straniere. Stati Uniti, Corea, Turchia, Gran Bretagna, Giappone, Cina e Germania hanno dei contratti per ciascuna fase, e alcuni hanno lavorato per decenni in Libia.

Dal momento che gli attacchi aerei della Nato sulla Libia hanno avuto inizio nel mese di marzo, la maggior parte dei cittadini stranieri sono tornati a casa, compresi quelli impiegati sul sistema idro.


Il progetto ha avuto riconoscimenti a livello internazionale tanto che l’Unesco nel 1999 ha accettato l’offerta della Libia di finanziare un premio che porta il suo nome, il Grande Man-Made River International Water Prize, il cui scopo è quello di premiare “il lavoro scientifico di ricerca sul consumo d’acqua nelle zone aride”. Gheddafi è stato spesso ridicolizzato in Occidente per sua la perseveranza nel perseguire un progetto così ambizioso. Termini come “un’utopia”, “progetto domestico e di vanità” sono spesso stati usati in Gran Bretagna e Usa dai media per descrivere gli sforzi nel portare a termine questa opera. Ma la verità è che si tratta di un sistema di condutture idriche di livello mondiale, e che spesso è stato visitato da ingegneri e progettisti stranieri che vogliono imparare dalla competenza libica dell’idro-ingegneria.
Il 22 luglio di quest’anno gli attacchi Nato che dovevano avere come scopo quello di proteggere i civili hanno colpito delle condutture d’acqua del GMMR. Per non sbagliare, sempre la Nato, ha pensato bene di colpire anche la fabbrica vicino Brega che produceva i tubi necessari a ripararle. Nel bombardamento sono rimaste uccise anche sei guardie. Inoltre gli attacchi aerei hanno colpito numerosi centri che fornivano energia elettrica, questo significa che le stazioni di pompaggio dell’acqua non operano più anche se le tubazioni sono integre. Questo spiega bene le ragioni della sete di Tripoli. (A proposito, attaccare essenziali infrastrutture civili è un crimine di guerra).
Oggi la fase finale del “Progetto Grande Fiume artificiale” è in stallo, ma siamo pronti a scommettere che ben presto qualche multinazionale, magari francese, si farà carico di portare a compimento l’opera.
Simonetta Cossu
LibyanFreePress, 6 settembre 2011
 
La barbaria occidentale dei Petronazi
http://etleboro.blogspot.com/2011/08/la-ba...-petronazi.html
libyan-rebels.jpg

La Nato si è definitivamente macchiata di un crimine vergognoso. Ha sganciato bombe intelligenti su civili analfabeti, ha creato delle vere e proprie squadre di morte che rubano, uccidono, violentano e seviziano donne, bambini e uomini di colore.
Sulla popolazione civile è stata scagliata una vera e propria furia omicida, che saccheggia ed incendia tutto ciò che trova, lasciandosi i cadaveri alle loro spalle, abbandonati nelle strade non-sotterrati, che stanno così marcendo sotto il sole. Tripoli si è trasformata in una vera macelleria umana, caduta nel caos, nell'anarchia, si parla di una guerriglia urbana inumana e sanguinosa, con esecuzioni, torture, battute di caccia notturne ed eccidi di lavoratori di colore. Gli ospedali sono collassati per i feriti e mutilati che non possono essere essere curati, non c’è elettricità, non ci sono servizi essenziali, e si prevede una catastrofe alimentare.
I media dicono che Gheddafi ha lasciato senz'acqua il popolo libico, ma in realtà i ribelli ha trucidato quasi la metà dei lavoratori della società statale dell'acquedotto perchè togliessero l'acqua. Ma la manipolazione mediatica ha toccato davvero picchi assurdi, perchè bisogna ora assolutamente nascondere che la situazione è del tutto fuori controllo. I gruppi mercenari, costituiti da guerriglieri fondamentalisti appartenenti a varie frange tra cui anche gli storici alleati occidentali di Al Qaida, si stanno muovendo come invasori che aspirano alla spartizione del bottino di guerra.

I media internazionali affermano che Tripoli e la stessa Libia sono sotto il controllo attribuito delle forze dei ribelli, ma nella realtà si tratta solo di alcune zone e quartieri. L'intera opinione pubblica è però convinta che la Libia sia caduta sotto i colpi della rivoluzione, ma nella realtà il popoli libico non è mai sollevato, è stato invece stremato dai bombardamenti NATO e dagli eccidi dei mercenari al soldo delle forze di intelligence internazionali.

libia%2Bribelli.JPG


Ma niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza i giornalisti al seguito degli eserciti, che assistono e girano la testa dall'altra parte quando vedono cose che non devono vedere, leggendo quasi un copione. Un manipolo di personaggi che costituiscono un esercito di alcolizzati, cocainomani pedofili, giocatori d'azzardo, truffatori, violentatori, cronisti in cerca di storie che filmano l'ultimo secondo di vita di un lavoratore nero preso dai ribelli e fatto seviziare e massacrare. Ridono e inneggiano alla guerra civile.

Sono loro infatti a creare il terrorismo, fomentando rancori con questi atti di barbaria, bombardando nazioni e cannibalizzando risorse, con una guerra senza regole. Gli assassini, i terroristi e i tiranni sono solo da una parte, e dall'altra vi sono vittime civili, ribelli e statisti, atti terroristici, effetti collaterali e missili da una parte, mentre bombe intelligenti dall'altra.
A tutto questo noi assistiamo stando comodamente a casa, sbadigliando con una birra in mano, cambiando canale per vedere pallone, perchè stiamo bene.




Intanto si preparano già le rappresaglie per prendere il controllo delle risorse petrolifere, vedendo in prima fila il Presidente Nicola Sarkozy, che pur di vincere le elezioni non vede l'ora di annunciarsi assoluto fautore della rivolta libica, e chiedere l'esibizione di Gheddafi come un trofeo.
Poi non vanno dimenticati i cosiddetti
procuratori farsa dell'Aja,
dei Comitati dell'Onu per i diritti umani,
tutti pagati di tasca nostra, con stipendi di 8 mila dollari per fare fotocopie al Palazzo di vetro.
Per mettere in atto i loro piani, hanno al proprio servizio un intero sistema su scala mondiale, che rifornisce loro mercenari, logistica e propaganda, e anche 'noi coglioni' che paghiamo le tasse.

Da non sottovalutare il ruolo della politica di sottobosco, dei piccoli personaggi che assistono a questo massacro, e cercano di giustificare questa guerre con la democrazia [i famosi PacifiNti]. Ci rivolgiamo in particolare al Presidente Napolitano, che ignora con tanta disinvoltura il fatto che in Libia si sta compiendo un eccidio senza precedenti. Signor Presidente, non prova vergogna ad essere a capo di un esercito di contractor di mercenari al servizio dei petrodollari?
Lei non rappresenta più l'Italia, ma il furto di 3.7 miliardi di euro.
Nei Suoi lunghi monologhi sull'amor di patria e nel dispensare medaglie, parla di una grande nazione che ormai non esiste più. L'Italia è grande solo quando si deve pagare e allora vale la regola "sacrificio, democrazia, lotta alla mafia".
Si è ormai schierato dalla parte degli interessi, dei capitali di borsa, insomma della carta straccia e dei petrodollari, tanto per intenderci. E' ormai parte integrante del sistema del club dei Petronazi, che ha fatto del petrolio un motore economico, una proprietà esclusiva dei comitati d'affari dei petrolieri, per poi pagare politici, associazioni, congreghe, terroristi, e tutta la schiera di mercenari che garantiscono lo status quo dei petrolieri.
La grande responsabilità di Napolitano è stata proprio quella di aver permesso che il Governo italiano venisse indebolito perchè non avesse alcun ruolo in caso di conflitti.
Sicuramente con un governo forte l'Italia sarebbe stata più decisiva e più determinante, perchè avrebbe potuto organizzare una contro-resistenza basata sul dialogo con Bengasi.



E' pur vero che, pur essendo contraria alla guerra 'di principio', l'Italia non aveva altra scelta che uscire dalla NATO. Cosa di per sé assurda, soprattutto se si considera che a fronte di uomini, mezzi e basi militari, riceve stanziamenti 'senza fondo'. Il nostro esercito, d'altro canto, non è in grado di affrontare offensive e neanche difese, mentre non ci distinguiamo per mantenere i patti sottoscritti, per cui i nostri amici europei non si fidano molto.
Sono infatti passati quei tempi in cui l'Italia era artefice della sua politica estera e spesso è stata determinante, a cominciare dall'era di Enrico Mattei sino al Governo Craxi. L'ENI, che allora era un vero e proprio "Stato ombra", agiva come una struttura aggressiva, la cui grandezza è stata riconosciuta dallo stesso Indro Montanelli. Mattei era un vero statista che agiva ad altissimi livelli, "niente a che vedere con i politici attuali" che non sono in grado di pensare in grande. Oggi, quello che era il vero fulcro economico italiano, è stato ridotto ad una massa di impicci e di imbrogli, e a spegnere gli incendi in caso di emergenza.

Pubblicato da Etleboro a 20:34
Etichette: Libia
 
IN LIBIA IL FMI CELEBRA
LE NOZZE MISTICHE TRA BOMBARDAMENTI
E PRIVATIZZAZIONI


In questi giorni il mondo è stato impegnato nella celebrazione della ricorrenza
del remake americano dell'incendio del Reichstag, il cui copyright appartiene ad Hitler,
che però non è in condizione di reclamare i diritti d'autore. Le schiere dei dietrologi
e dei complottisti sono state finalmente sgominate con implacabili perizie tecniche,
che ci hanno dimostrato come sia normale che l'alluminio degli aerei affetti l'acciaio
ed il cemento dei grattacieli;
inoltre delle argute analisi psicologiche ci hanno spiegato come
anche il terzo edificio, non colpito da nulla, sia crollato esclusivamente per simpatia
e solidarietà con i suoi colleghi.
A liquidare definitivamente le residue dietrologie, dall'oltretomba è tornato anche
lo spettro di un leader del movimentismo anni '70 a rivelarci come sia ipocrita la
commozione per le vittime dell'11 settembre, poiché pare che anche gli USA vadano
in giro per il mondo a bombardare
.
Ecco, questa era proprio l'informazione che ci mancava.

In realtà l'11 settembre, se è stato una tragedia per i morti e per i loro parenti,
per gli USA in quanto tali si è ridotto a poco più che un evento-spettacolo e, soprattutto,
ad un comodo alibi vittimistico per ogni genere di crimine.
La Libia è da sei mesi sotto i bombardamenti della NATO,
ed i suoi abitanti, giorno per giorno, si sono visti mancare i familiari, gli amici, il tetto,
l'acqua e l'elettricità. In questo quadro di distruzione sistematica, quale sarebbe l'effetto
ritorsivo di un attentato episodico?


Intanto Al Qaeda risulta ufficialmente presente nel governo provvisorio libico,
ed a questo punto ci vuole proprio un dietrologo inguaribile per arrivare a sospettare che dietro questi terroristi islamici,
nemici giurati dell'Occidente, ci sia in realtà la CIA.

La notizia più lieta è però che il Fondo Monetario Internazionale, da sempre in totale sintonia con la NATO,
ha formalizzato il riconoscimento del nuovo governo libico.
La suprema dirigente del Fmi, Christine Lagarde, ha auspicato per la Libia un avvenire di "riforme",
termine che nel gergo FMI significa privatizzazioni.(1)


Ancora una volta le bombe della NATO dimostrano di servire a fertilizzare
il terreno per le privatizzazioni, quindi in Libia la miseria è assicurata per
le prossime generazioni. Infatti ora in Libia è calata a reclamare giustizia
la grande vittima delle nazionalizzazioni volute da Gheddafi nel 1971,
cioè la British Petroleum (che oggi si fa chiamare anche Beyond Petroleum).

In effetti il ritorno della BP in Libia risale allo scorso anno, quando la
multinazionale anglo-americana era riuscita ad ottenere da Gheddafi un
contratto per la ricerca di nuovi giacimenti di petrolio e gas. Persino Tony
Blair, sia da primo ministro che dopo, era volato varie volte in Libia per
incontrare Gheddafi e per sostenere la BP nella nuova impresa.
Lo scorso anno il governo britannico aveva anche consentito il ritorno in
Libia di uno dei condannati per l'attentato aereo di Lockerbie, ed il fatto
era stato oggetto di molte critiche, perché era stato interpretato come un
cedimento nei confronti di Gheddafi. Sarà, ma sta di fatto che la BP ha
spedito in Libia centinaia di squadre di suoi "tecnici" che si sono disseminati
per il territorio, e centinaia di aerei della multinazionale hanno fatto per
mesi la spola tra la Gran Bretagna e la Libia.

Che i sondaggi BP siano stati usati come cavallo di Troia per l'invasione
della Libia e che, per questo, oggi la stessa BP si trovi ad essere la
principale beneficiaria della caduta dell'odioso tiranno, ovviamente è solo
dietrologia. Una persona per bene come Cameron queste cose non le
farebbe mai, e poi c'è sempre quel fesso di Sarkozy pronto a prendersi
la colpa di tutto.

Ci si è chiesti spesso quale sia la ricetta, anzi il segreto, dello "stile
inglese". Il segreto dello "stile inglese" consiste semplicemente nel non
farsi mai mancare le lodi. Il mito britannico poggia infatti sull'espediente
di avere piazzato ad ogni angolo di strada un adulatore, un professionista
dell'anglolatria. La massoneria britannica non è in sé un soggetto politico
autonomo, ma è sempre stata un grande strumento di controllo e di
infiltrazione in tutti i settori strategici dei Paesi satelliti, condizionandone
anche, e soprattutto, l'informazione. Innocenzo Cipolletta, nel suo articolo
sull’Espresso ("Un po’ di british nelle nostre scorte") ci ha invitato, ad
esempio, a cogliere la lezione di stile e di sobrietà che ci viene, manco a
dirlo, dagli Inglesi. Personaggi come La Russa, Bossi, Rosi Mauro o Cota,
che se ne vanno in giro con un corredo di bodyguard, auto blindate e poliziotti,
messi a confronto con il premier Cameron che, in vacanza in Toscana,
storica sede della massoneria inglese, va a prendersi un caffè al bar senza
neppure essere riconosciuto;la scorta c’era, ma era così discreta.
Che stile. Certo con i personaggi citati si vince facile.
Ma se lo stesso Cameron avesse portato la sua faccetta da depravato i
n qualche periferia di Glasgow o di Birmingham, non è credibile che avrebbe
bevuto il suo caffè così tranquillamente senza una scorta in bella evidenza.

Grazie a questo tipo di complicità dei media, che hanno sempre coperto
l'entità del coinvolgimento britannico nell'aggressione alla Libia, Cameron
ha potuto tranquillamente contravvenire ancora una volta al mandato ONU
(ma tanto chi se ne frega), spedendo in Libia i suoi elicotteri di assalto
Apache, che hanno impedito alle fanterie libiche di uscire allo scoperto.(3)


Gli elicotteri d'assalto britannici e statunitensi sono stati probabilmente
prelevati dal teatro di guerra afgano.
Ciò spiegherebbe perché un elicottero da trasporto Chinook, con decine di
Navy Seals a bordo, andasse in giro senza scorta di elicotteri d'assalto,
venendo così abbattuto dalla guerriglia afgana. L'ipotesi avanzata da
alcuni, secondo cui i Navy Seals sarebbero stati abbattuti da "fuoco amico"
per eliminare scomodi testimoni della farsa dell'uccisione di Bin Laden, risulta
davvero troppo farraginosa, dato che i Navy Seals sono accuratamente
selezionati fra i più marci criminali psicopatici, e non si capisce perché
avrebbero dovuto essere colti da crisi di coscienza.

Lo scorso 4 settembre, l'opinionista Michele Serra, nella sua rubrica su
"la Repubblica" si è ufficialmente arruolato nel battaglione dei bombardieri
"critici", chiedendo conto alla NATO del fatto che non sia ancora intervenuta
in Siria; anche se Serra afferma che non ci tiene, che lo dice giusto per la
precisione.(4)
Per accreditare di un alone "critico assai" il suo bellicismo insinuante,
Serra si dimostra davvero ingeneroso nei confronti dei vari Rasmussen
e Locklear, i quali, se fosse per loro, bombarderebbero anche il presepe.

In realtà i mezzi militari della NATO non sono infiniti ed in Libia la guerra
non ha affatto superato la sua fase virulenta, come i media irreggimentati
dalla NATO vorrebbero farci credere.
La Siria è attualmente protetta non dalle considerazioni di opportunità
geopolitica ed economica propinate da tanti opinionisti ufficiali, ma
dall'imprevedibile determinazione della resistenza libica, che ha fatto
lievitare i costi dell'impresa.

Basti considerare che per ogni elicottero Apache il costo ufficiale è di circa
dieci milioni di dollari, ma si tratta solo del "modello base" da esposizione,
dato che in condizioni di combattimento il costo effettivo va moltiplicato per
dieci. Il filosofo Domenico Losurdo ha rilevato quanto sia paradossale che
il Pentagono battezzi i suoi mezzi militari con i nomi delle tribù indiane
(Apache, Chinoock) sterminate dalla colonizzazione americana, osservando
che è come se Hitler avesse dato ai suoi armamenti i nomi di tribù ebraich
e.

Serra è uno dei tanti esponenti di quell'umanesimo ufficiale specializzato
nel fabbricare immagini di mostri inumani contro i quali indirizzare l'odio
dell'opinione pubblica. Oggi i "mostri" sono Gheddafi e Assad, domani
Mugabe, Chavez o Castro. Risulta sempre molto facile credere acriticamente
alla propaganda sulla criminalità degli altri, ma Serra dovrebbe considerare
il fatto che anche una propaganda bellicista come la sua rappresenta
un'attività criminale a tutti gli effetti.
L'attuale guerra coloniale in Libia si configura sempre più esplicitamente
come un'operazione di saccheggio. Già nel marzo scorso il Fondo Monetario
Internazionale aveva parlato delle gigantesche riserve auree della Libia,

che potrebbero ripagare immediatamente, e con gli interessi, gli sforzi
bellici della NATO, senza dover aspettare i futuri proventi della rapina del
petrolio e del gas.(5)

Non è un caso che la questione dell'oro libico ossessioni i media.
I toni della disinformazione mediatica stanno raggiungendo a riguardo
livelli fiabeschi, da Mille e una Notte. Prima Gheddafi viene presentato
come l’orco che popola gli incubi di grandi e piccini, poi ci si narra della
sua fuga. Si favoleggia che sia stato avvistato un convoglio lunghissimo
di più di duecento automezzi al confine col Niger e in direzione del
Burkina Faso. Il convoglio era scortato dai fedelissimi Tuareg, e molti di
questi automezzi erano pieni di oro, di dollari e diamanti.
Tutti i
telegiornali riportavano senza pudore questi dettagli.
Altro che narrazione di Vendola!
Ora, ci si immagini dei camion che trasportano oro, dollari e diamanti con
su scritto "trasporto di oro, dollari e diamanti".
E perché, via inventando, non anche lapislazzuli?
Queste fiabe mediatiche servono a far passare Gheddafi come il ladro
e la progettata rapina dell'oro libico da parte della NATO come un
recupero della refurtiva, in base ai rovesciamenti delle parti tipici della
propaganda colonialista.

(1) Libia, Fmi: "Riconosciamo Cnt come governo". "Ora le priorit sono assicurare aiuti umanitari e garantire la sicurezza" - Mondo - Tgcom
(2) Google Traduttore
(3) Video: David Cameron defends Libya Apache deployment |
(4) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/09/04/amaca.html
(5) Google Traduttore

Fonte: www.comidad.org
Link: IN LIBIA IL FMI CELEBRA LE NOZZE MISTICHE TRA BOMBARDAMENTI E PRIVATIZZAZIONI - C.O.M.I.D.A.D.
15.09.2011
 
come ad Haiti

ma se li mangiano?

In Libia qualcuno fa sparire i bambini






Non riesco neppure ad immaginare cosa dev'essere la Libia in questi giorni. Credo sia un inferno in Terra dove imperversano i peggiori dèmoni in circolazione. Arrivo a pensare che la Libia, in questo momento, stia vivendo un incubo peggiore che Baghdad, Gaza o a Kabul. Non c'è paragone al mondo.


Anzitutto, quelli che vengono chiamati "gli insorti". Si usa una parola così importante per definire i banditi da strada, i membri di Al Qaida, i mercenari della NATO e gli esaltati delle tribù che hanno sgombrato la strada alla guerra. Accomunare costoro alle famiglie egiziane che hanno preso le manganellate in piazza, ad esempio, è altamente offensivo oltre che insensato.


L'ultima delle loro prodezze è la sparizione di bambini, ben 105 da un orfanatrofio di Misurata e altri 1000 in tutto il Paese. Non si sa che fine abbiano fatto. Potrebbero essere stati imbarcati su navi, ma nulla è certo. Altre notizie arrivano anche da Amnesty.


Soprattutto, dopo la caduta di Tripoli ad agosto, gruppi agli ordini del CNT hanno assassinato impunemente, con armi da fuoco, impiccagioni e linciaggi, decine di soldati fatti prigionieri e immigrati africani di colore sospettati di essere mercenari al servizio di Gheddafi.


Sembra che ci sia una specie di "caccia al nero" in corso per tutto il Paese.


Gli stessi immigrati di colore, secondo il rapporto, sono esposti al rischio di attacchi violenti. (...) La stessa Amnesty International da qualche tempo stava cercando di portare all'attenzione della comunità internazionale le persecuzioni scatenate contro gli africani sub-sahariani in Libia, sottoposti a gravi abusi solo per il colore della loro pelle.


Neri, bambini, sospetti "lealisti", donne, in Libia non si salva nessuno dal massacro ad opera di queste bestie che ci si ostina a definire "ribelli", come se si trattasse davvero di normali cittadini libici insorti contro il regime.
A guerra finita, avremo modo di metterci le mani nei capelli nell'apprendere le efferatezze che si stanno compiendo.


A proposito di guerra: talmente sono concentrati a massacrare la popolazione, che i cosiddetti "ribelli" non riescono neppure a vincerla.


di Debora Billi
 
Salvare l'economia globalista da Gheddafi

Fonte: Saving the world economy from Gaddafi — RT - Autore: Global Research

5 maggio 2011 - Traduzione N. Forcheri

C’è chi crede che sia per tutelare i civili, chi per il petrolio, ma c’è chi è anche convinto che l’intervento in Libia abbia a che vedere con il progetto di Gheddafi d’introdurre il dinaro d’oro, una moneta unica Africana aurea, un vero strumento di distribuzione della ricchezza.



¬“E’ una di quelle cose che bisogna pianificare segretamente perché appena dici che vuoi sostituire il petrodollaro con qualcos’altro, diventi automaticamente un bersaglio” afferma il fondatore del Ministero della Pace James Thring. “Ci sono state due conferenze al riguardo, nel 1986 e nel 2000, organizzate da Gheddafi. Tutti erano interessati, la maggior parte dei paesi africani erano entusiasti.
Gheddafi non si è arreso. Nei mesi che hanno portato all’intervento militare, ha esortato le nazioni africane e musulmane a unirsi per creare la nuova moneta che avrebbe rivaleggiato con il dollaro e l’euro. Avrebbero venduto il petrolio e le altre risorse al mondo solo in dinari d’oro. [come Saddam Hussein ....che caso nè]
Un’idea che avrebbe spostato l’ago della bilancia economica del mondo.
La ricchezza di un paese sarebbe dipesa sulle sue riserve auree e non sulle quantità di dollari scambiati. E la Libia possiede 144 tonnellate d’oro. La Gran Bretagna, ad esempio, ne ha due volte tanto ma un numero di abitanti di dieci volte superiore.
“Se Gheddafi avesse l’intenzione di tentare di riformulare il prezzo del suo petrolio, o di qualsiasi altra risorsa che il paese vende al mercato globale, accettando un’altra valuta o forse lanciando un dinaro d’oro, ebbene una mossa di questo tipo non sarebbe certamente accettata dall’elite al potere oggigiorno, coloro che sono responsabili del controllo delle banche centrali del mondo” dice Anthony Wile, fondatore e redattore in capo del Daily Bell.
“Quindi certamente provocherebbe le sue dimissioni immediate e la necessità di andare a pescare altri pretesti da avanzare per rimuoverlo dal potere.”
Come successo precedentemente.
Nel 2000, Saddam Hussein ha annunciate che il petrolio iracheno sarebbe stato venduto in euro e non più in dollari. Alcuni dicono che le sanzioni e l’invasione che ne è seguita furono causate dalla disperazione degli americani di impedire che l’OPEC trascrivesse le operazioni commerciali del petrolio di tutti i suoi stati membri in euro.
Un dinaro d’oro avrebbe avuto gravi conseguenze sul sistema finanziario mondiale ma avrebbe anche dato il potere ai popoli d’Africa, cosa che alcuni militanti neri dicono che gli Stati Uniti vogliono evitare a tutti i costi.
“Gli Stati Uniti hanno rinnegato l’autodeterminazione agli africani negli USA, non siamo perciò affatto sorpresi da qualsiasi cosa che gli USA possano fare per ostacolare l’autodeterminazione degli africani nel loro continente” afferma Cynthia Ann McKinney, ex deputata al Congresso americano.
L’oro del Regno Unito è custodito in un qualche caveaux sicuro in qualche meandro della Bank of England. Come nella maggior parte dei paesi sviluppati, non ce n’è abbastanza per andare avanti.
Ma non è il caso di paesi come la Libia e molti dei paesi del Golfo.

Un dinaro d’oro avrebbe offerto ai paesi africani e mediorientali ricchi in petrolio la possibilità di rivolgersi ai loro clienti affamati d’energia dicendo: “Spiacenti il prezzo è salito e vogliamo oro.”
Alcuni dicono che gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO non avrebbero assolutamente potuto permetterselo.
[a pensar male si pecca ma di solito ci si azzecca]
 

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