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Petrolio: Ministro Saudita, Lunedi' Vedrete Il Rimbalzo
(ANSA-AFP-REUTERS) - ROMA, 11 dic - Il mercato recepirà lunedì gli effetti del taglio - deciso ieri dall'Opec - del surplus di produzione per un milione di barili giornalieri a partire da gennaio, e farà rimbalzare i prezzi del greggio. Parola del ministro saudita Ali al-Naimi, che addebita alle speculazioni lo scivolone delle quotazioni del 4% registrato ieri in seguito allo scetticismo degli operatori su un'effettiva messa in opera della riduzione da parte dell'indisciplinato cartello dei maggiori produttori mondiali. Ma, secondo il ministro, lunedì sarà un'altra storia, anche perché i Paesi Opec stanno realmente e celermente applicandosi alla riduzione del surplus, e l'Arabia Saudita è già passata a tagliare i 500.000 barili giornalieri che le competono, riaffermando il suo ruolo di leader nel trasmettere un'immagine credibile e determinata dell'Organizzazione. Gli addetti ai lavori non sono però altrettanto sicuri circa la parola data di altri produttori.
I prezzi dell'oro nero hanno registrato negli ultimi tempi un tonfo del 27 per cento rispetto ai livelli record di ottobre. E la preoccupazione da parte dei signori del petrolio è che un eccesso di scorte possa indebolire ulteriormente i prezzi nella stagione invernale.
E' tempo dunque che l'Opec dimostri di fare sul serio nella riduzione annunciata, come osserva il ministro del petrolio algerino Chakib Khelil: "Il mercato deve vederci all'azione e questo faremo".
I ministri Opec si riuniranno ancora il 30 gennaio prossimo a Vienna per vagliare l'eventualità di altri tagli che riguardino la produzione ufficiale. "Se i prezzi continuano a scendere da qui a gennaio, dovremo tagliare la produzione dai 500.000 al milione di barili giornalieri", ha detto oggi il ministro del petrolio del Kuwaiti Sheikh Ahmad al-Fahd al-Sabah.
Ieri il tonfo del greggio era stato spinto anche dal ritorno a regime dell'export iracheno dopo lo stop di 12 giorni che aveva riguardato il principale oleodotto del Nord del Paese.
I Paesi maggiormente industrializzati hanno comunque inviato l'Opec nei giorni scorsi a non strozzare la produzione, stante la necessità di ricostruire scorte su livelli dignitosi per scongiurare il pericolo di una eccessiva volatilità dei prezzi, che mette a rischio la ripresa economica globale. (ANSA).