che i cinesi fossero dei gran bastaldoni era cosa risaputa ... ma fino a questo punto poi .... loro pagano il greggio a 43$ ed a noi ce lo fanno comperare a 67$ con conseguente aumento prezzi stratosferico sui nostri portafogli ... stì cassi dico io !!! Pagano il crude light qualcosa come il 55% in meno dei prezzi di mercato !!!
Hai voglia di star lì a menarla con l'aumento dei consumi cinesi ... che gli facciano pagare il crudo a 67$ pure a loro che così tornano a rispolverare la bicicletta ... che tra l'altro gli fà pure bene alla salute.
19 August 2005 17:19
Cina/ Benzina razionata in alcune province
Venerdí 19.08.2005 15:21
Hanno soltanto assaggiato il brivido delle quattro ruote e già si trovano costretti a ritirare fuori dalle cantine le biciclette. I cinesi stanno pagando a caro prezzo la carenza di benzina proocata da un braccio di ferro sui prezzi fra il governo e le compagnie petrolifere.
La crisi è esplosa nella provincia del Guangdong, la più industrializzata, e si sta propagando verso nord, interessando le regioni del Heilongjiang, del Jiangsu e l'area di Shanghai.
Le raffinerie del Guangdong sono a secco e all'ingresso dei distributori di benzina ci sono interminabili code di auto che aspettano di accaparrarsi il prezioso liquido.
Le autorità hanno attribuito il fenomeno alle condizioni meteorologiche, che rendono difficoltoso l'invio di scorte di greggio nella provincia meridionale. Ma si tratta di una giustificazione di comodo, utilizzata per coprire il vero nodo.
La Commissione nazionale per la riforma e lo sviluppo - organismo chiave nel sistema cinese, perché si occupa della pianificazione economica - è in guerra con le due principali compagnie petrolifere, PetroChina e Sinopec.
Motivo del contendere è quanto viene pagato dal governo ai rifornitori. Ogni mese, il prezzo del greggio viene fissato da Pechino prendendo come riferimento l'andamento delle quotazioni dei trenta giorni precedenti a New York, Rotterdam e Singapore, e lasciando un margine di oscillazione massimo dell'8% al giorno.
Il risultato di questo complicato calcolo è che
il petrolio in Cina attualmente viene valutato dalle autorità politiche fra 43 e 47 dollari contro i 64 dollari a cui vengono scambiati i futures a New York.
Sinopec e PetroChina, di fronte a una sottovalutazione tanto palese dell'oro nero, si rifiutano di approvvigionare le raffinerie. Anche perché le compagnie cinesi, alla luce della domanda crescente, sono costrette a comprarlo sui mercati internazionali.
La crisi sta facendo emergere le contraddizioni di un sistema politico-economico in cui lo Stato, il Partito, vorrebbe controllare le dinamiche, pur agendo in un contesto internazionale dove i prezzi sono determinati dalla legge della domanda e dell'offerta.