Taglio indennità Ars, D'Agostino: "Parlare di riduzione è pura ipocrisia"
di Ettore Ursino
2 novembre 2012 - Il taglio delle indennità e dei benefit ai novanta deputati dell’Ars resta al centro del dibattico politico regionale, fecendo emergere divisioni e contrasti all’interno dei partiti.
Con l’irrompere sulla scena del Movimento 5 Stelle, la proposta di ridurre drasticamente lo stipendio è la priorità delle priorità dell’agenda politica. Oltre a essere diventata un cavallo di battaglia del neo governatore Crocetta, che minaccia le dimissioni se la riduzione non dovesse andare in porto, la proposta dei Cinque Stelle è stata accolta favorevolmente, tra gli altri, da Toti Lombardo.
Il figlio dell’ex governatore eletto nel Pds-Mpa si dice pronto a “tagliarsi del 50% l’indennità parlamentare” perchè “eccessiva”. Non è dello stesso avviso il capogruppo autonomista uscente all’Ars, Nicola D’Agostino, il più votato nel collegio di Catania.
“Lo stipendio di un deputato è di 5 mila euro - afferma il deputato acese – chi propone di tagliarlo del 50% è ipocrita. Non è logico diminuirlo, sarebbe poco dignitoso per chi fa politica in maniera seria. Piuttosto si riducano in modo drastico i contributi ai gruppi parlamentari. I partiti, tanto per cominciare, rinuncino ai contributi – prosegue D’Agostino – per le elezioni appena terminate. Questo sì, sarebbe un segnale”.
D’Agostino osserva che può anche starci che “i cittadini siano disinformati e gridano vendetta perché sono arrabbiati con i politici, ma continuare a parlare di ridurre l’indennità é veramente pura ipocrisia; abbiamo già ridotto abbastanza durante quest’ultima legislatura e tutte le cosiddette indennità accessorie servono per il funzionamento dell’attività del deputato”.