«Questa volta non mostreremo le vignette del Charlie Hebdo considerate offensive nei confronti di Maometto». È polemica dentro e fuori il web per una email circolata ieri per le
redazioni della CNN,
Si tratta della chiave per capire la natura dell’attacco alla redazione della rivista e la tensione tra la libertà di espressione e il rispetto religioso. I video o le foto dei parigini scesi in piazza con in mano le copie delle vignette, se riprese da lontano, vanno bene. Da evitare le foto da vicino che fotografano le vignette in modo chiaramente leggibile. È ok anche mostrare tutte quelle vignette di protesta che stanno facendo il giro del web, ma sono da evitare quelle che ritraggono nel dettaglio le vignette del Charlie Hebdo.
il
New York Daily News, ad esempio, ha pubblicato una foto del direttore del Charlie Hebdo, Stéphane “Charb” Charbonnier (morto durante la sparatoria) mentre reggeva una copia della rivista,la cui copertina è stata censurata dalla redazione del quotidiano newyorchese.
Lo stesso ha fatto anche il quotidiano britannico
The Telegraph, che inizialmente ha pubblicato la foto di una donna che leggeva il Charlie Hebdo con la copertina in bella vista, ma censurata. La foto è poi stata eliminata dal liveblogging della giornata, che ha seguito passo dopo passo lo svolgimento dei fatti di Parigi.
Polemiche anche per un editoriale del Financial Times firnmato da Tony Barber
: http://www.ft.com/cms/s/9f90f482-96...lie-hebdo-puis-revoit-sa-copie/#ixzz3O9fN9QVYil giornalista ha infatti parlato di «irresponsabilità editoriale», criticando fortemente la linea della rivista satirica: «La Francia è la patria di Voltaire – ha scritto Barber – Ma al Charlie Hebdo troppo spesso ha prevalso l’irresponsabilità editoriale».
L’articolo è poi stato modificato ma, come scrive le Monde questa mattina, la versione originale continua a circolare sul web, alimentando commenti di fuoco. Una versione online dell’editoriale, infatti, reca il seguente passaggio:
Non è per giustificare gli assassini, che devono essere catturati e puniti e non è per dire che la libertà di espressione non debba essere applicata alla rappresentazione satirica della religione. Ma solo per dire che pubblicazioni come il Charlie Hebdo o il giornale danese Jyllands-Posten, che pretendono una vittoria per provocare i musulmani, dovrebbero avere più buonsenso.
Ma il paragrafo si conclude con un «E invece sono solo stupidi»