La crisi ha dimezzato in Borsa il monte dividendi, si torna al 2003
19/10/2009 18.40
Con la crisi il monte dividendi delle società quotate alla Borsa Italiana si è dimezzato cadendo a 16,6 miliardi nel 2009 dai 31,4 miliardi del 2008, tornando così ai livelli del 2003. E' quanto emerge dalla pubblicazione "Indici e Dati" di
Mediobanca.
L'erosione è evidente soprattutto nel settore bancario, con una caduta dell'88% a 1,3 miliardi da 11,1 nel "ricco" 2008, pari solo all'8% del totale, mentre sfiorava il 40% nel 2007. Dimezzato per le assicurazioni (1,67 miliardi da 3,2), il monte dividendi ha tenuto meglio nell'industria con 13,6 miliardi (-20%), l'82% del totale.
La crisi ha riportato la capitalizzazione della Borsa Italiana indietro di 11 anni, alleggerendo il peso della finanza rispetto all'industria. Le turbolenze dei mercati, in base ai calcoli di "Indici e Dati", hanno non solo ridotto il valore della Borsa Italiana allo scorso giugno a 390 miliardi di euro, poi risaliti a metà ottobre a 480 miliardi, ovvero più o meno come nel 1998, ma ha anche ridotto al 25,4% il peso del settore bancario per capitalizzazione (da oltre il 30%) e all'8,8% l'assicurativo (metà rispetto al 1998).
Secondo il rapporto, in Borsa prevale la monetizzazione dell'investimento rispetto alla raccolta di denaro fresco. Le mid cap, nel lungo periodo, rendono assai più delle big. Dal gennaio 1996 al 14 ottobre 2009, il rendimento complessivo (
total return) delle azioni a media capitalizzazione (Mid70) risulta del +286%, cioè il 10,2% medio annuo, mentre la Borsa nel suo complesso ha reso l'8,4% annuo e il Top 30 il 7,7%.
La palma va comunque alle azioni di risparmio, con +342% nel periodo e +11,31% medio annuo. Il segmento meno redditizio è quello delle assicurazioni (4,54% medio annuo), mentre le Small-cap sono al +8,68%. Da notare che l'investimento in titoli bancari, premiante fino all'ottobre 2008, è stato poi sopravanzato dai titoli industriali. Per entrambi comunque la variazione è del +9,2% annuo.
Negli ultimi 25 anni e mezzo le blue chips quotate a Piazza Affari hanno superato di 8,9 punti i titoli di Stato in termini di rendimento complessivo, dividendi inclusi. Inoltre è ormai un testa a testa tra i titoli obbligazionari domestici quotati e quelli emessi da Governi esteri. In base alla pubblicazione di
Mediobanca, a fine 2008 l'ammontare complessivo delle obbligazioni quotate era cresciuto a 2.674,9 miliardi di euro da 1.066,5 miliardi nel 1999.
Se però 10 anni fa i titoli di Stato italiani rappresentavano il 93,5% del totale e il resto erano obbligazioni per lo più corporate (6%), il mix attuale vede i titoli statali domestici al 49% e gli esteri in ascesa al 47%. Le preferenze vanno ai Bund tedeschi (56%), seguiti dai titoli francesi (31%) e spagnoli (7%). Ai bond corporate resta poco più del 2% del totale.
Il 2009 sarà ricordato come un anno boom per gli aumenti di capitale. Nei primi sei mesi ne sono stati realizzati per 15,2 miliardi di euro, la cifra più alta da 10 anni a questa parte. Bisogna infatti risalire al 1999 per trovare un dato più elevato (16,9 miliardi) e relativo all'intero anno. E' stata soprattutto l'industria a fare appello al mercato (12,2 miliardi), con le operazioni lanciate da
Enel (12,2 miliard) e
Snam Rg (3,5 miliardi), cui vanno aggiunti i 3 miliardi di
Unicredit. Assenti invece le assicurazioni.
La Borsa italiana conferma nel 2008 il 18esimo posto tra i 24 principali mercati azionari mondiali, superando la Russia, ma venendo a sua volta superata da Johannesburg. Il peso della piazza finanziaria italiana è ridotto sia per capitalizzazione (solo l'1,6% del totale mondiale) sia per incidenza sul Pil (25,3% come nel 1997, contro il record del 70% toccato nel 2007).
Solo 20 titoli possono vantare una performance positiva nei quasi 2 anni che vanno dal gennaio 2008 a metà ottobre 2009, in cui la Borsa Italiana ha lasciato sul terreno quasi il 38% del proprio valore e tra questi vi sono le società di calcio quotate. Per la Roma il bilancio è un brillante +33%, davanti alla rivale Lazio (+31%), mentre la
Juventus si ferma a +1%.
In assoluto la performance migliore è di
Bastogi (+123%), seguita da
Diasorin (+81%) e
Gemina rnc (+76%) e
Ansaldo Sts (+58%). Di rilievo, per performance legata alla valenza industriale, anche
Landi Renzo (+36%). Fondo classifica per
Seat (-89%) e Risanamento (-87%).
Le sliding doors del listino italiano registrano più uscite che entrate. In base alla pubblicazione "Indici e Dati" di
Mediobanca, nel 2009 ci sono stati 10 delisting e i 39 ingressi registrati sono in realtà la "migrazione forzosa" sul listino principale dovuta alla chiusura del Mercato Expandi. Al netto dei movimenti relativi all'ex-Nuovo Mercato e all'ex-Expandi, il bilancio dal 1990 tra delisting e debutti sull'Mta è negativo per 28 unità.
Alberto Bolis