l'Orto; la verdura prodotta in casa. Consigli e richieste (1 Viewer)

Claire

ἰοίην
E' vero che per i pomodori basta sole e acqua per farli venire su bene?

fa parte della famiglia delle solenacee quindi lo dice la parola, il sole è necessario.

Sull'acqua bisogna stare attenti perchè certe varietà sensibili come il cuor di bue tendono a crepare (spaccatura) se ne ricevono troppa in fase di maturazione.

Le peperone sono ancora peggio, troppa acqua non sanno di niente, troppo poca diventano gustose ma indigeste a volte piccanti.
Da questo punto di vista non è affatto facile.
Coi peperoncini piccanti diventa ancora più complicato perchè si aggiunge la difficoltà del giusto grado di maturazione in fase di raccolta. Lo paragonerei all'uva.
A volte si sottovaluta il concetto di cogliere un frutto al giusto momento. E' una cosa che invece è d'importanza fondamentale quanto se non più di tutte le operazioni di coltivazione.
Vi ricordate l'uomo del monte? Si raccoglieva se solo diceva di si. Beh la cosa non era affatto a caso.

Sono contento di aver toccato l'argomento maturazione perchè da molti spunti. Ma non mi dilungo se non mi si da corda.


A me interessa :)
Dilungati pure sarà un piacere
 

patatina 77

Creatore di UGC
fonte: http://www.darapri.it/immagini/nuove_mie/vigna/maturazioneuva.htm

MATURAZIONE DEL FRUTTO
La maturazione è spesso definita come il periodo che porta dall'invaiatura alla vendemmia. Sarebbe più giusto dire periodo che va dall'invaiatura alla maturità. La maturazione dipende essenzialmente dal motore fisiologico interno della vite: il clima influisce molto sulle caratteristiche dell'uva matura, ma poco sulla velocità di maturazione reale e, di conseguenza, sulla data della vera maturità. Si osserva una certa costanza nella durata del ciclo vegetativo di un vitigno in una regione determinata.
In senso letterale il termine invaiatura si riferisce al viraggio del colore che le varietà a bacca pigmentata subiscono all'inizio del processo di maturazione. Peraltro il significato fisiologico di invaiatura va inteso in termini più specifici, e definisce l'inizio del processo di maturazione, che nelle varietà pigmentate precede di qualche giorno l'inizio del viraggio del colore della buccia. L'inizio del processo di maturazione comporta una sequenza di eventi che riguardano le caratteristiche meccaniche delle pareti delle cellule del frutto, che da rigide acquistano una certa deformabilità. Contestualmente si innesca l'accumulo di zuccheri. Dopo 2-3 giorni si assiste alla ripresa della crescita delle bacche, per distensione cellulare e, nelle varietà a bacca pigmentata, al viraggio del colore della buccia verso il rosso. Nelle varietà a bacca non colorata si assiste invece alla riduzione dell'intensità del colore verde.

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Dall'allegagione al raccolto, il volume degli acini è in continua evoluzione. Il peso degli acini, da qualche decina di milligrammi all'allegagione, passa al momento della vendemmia da 1,2 a 3 g, secondo i vitigni. La velocità di accrescimento è irregolare, varia a seconda della fase dello sviluppo dell'acino.
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L'uva, come la frutta, necessita della presenza di ormoni per la sua crescita. Nella prima fase del suo sviluppo, l'acino funziona come gli organi verdi poiché contiene clorofilla; si parla di periodo erbaceo. La sua crescita è correlata alla ricchezza di vari ormoni (auxine, citochinine e gibberelline), come dimostra la figura. Nel corso di questo periodo, la crescita degli acini è dovuta, generalmente, alla moltiplicazione delle cellule. Il diametro dell'acino, da 1 a 2 mm al momento della fecondazione, passa da 10 a 20 mm all'avvicinarsi dell'invaiatura.
Gli ormoni di crescita possono provenire dagli organi interni dell'acino, ma la maggior parte proviene dai vinaccioli (o dall'ovulo nelle varietà apirene, cioè senza vinaccioli). Il tenore in ormoni di crescita di un acino aumenta molto sino al momento dell'invaiatura, in seguito diminuisce in funzione del numero dei vinaccioli. Questo spiega perché il peso finale di un acino, per un determinato vitigno, è proporzionale al numero dei vinaccioli. La tabella 4 indica la relazione tra il numero di vinaccioli e il peso degli acini per alcuni vitigni bianchi e rossi di origini diverse. Gli acini che contengono quattro vinaccioli presentano un peso superiore dell'80% circa a quello degli acini con un solo vinacciolo.
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Le condizioni di fioritura e di allegagione, da cui dipenderà il numero di vinaccioli, hanno dunque un'influenza considerevole sulla resa di un appezzamento.
L'utilizzo nel vigneto, durante il periodo di fioritura, di preparati a base di rame può portare ad una diminuzione del numero di vinaccioli e dunque una diminuzione della resa.
L'importante diminuzione della sintesi degli ormoni di crescita segna l'inizio della seconda fase dello sviluppo degli acini: i vinaccioli non crescono più, addirittura perdono un po' del loro peso. Avviene l'invaiatura, considerata come l'inizio del periodo di maturazione. Per quanto riguarda le dimensioni degli acini, l'invaiatura segna l'inizio di un nuovo sviluppo, come dimostrano i dati nella tabella qui sotto riportata.
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Nel corso della maturazione, l'aumento del volume dell'acino diventa rapido, questo non è dovuto ad una moltiplicazione cellulare, come nelle prime fasi successive all'allegagione, ma generalmente a un ingrandimento delle cellule. L'acino cresce in modo importante dall'invaiatura alla vendemmia. Questo aumento del volume degli acini è anche dovuto alla distensione delle cellule sotto l'afflusso di zuccheri e acqua.
Durante la maturazione, i vari organi dell'uva non aumentano di peso nelle stesse proporzioni. La polpa cresce maggiormente della buccia. Il peso dei vinaccioli varia poco dall'invaiatura alla vendemmia.
Oltre alla specificità genetica varietale e alle condizioni di fecondazione, che hanno un ruolo sul numero di vinaccioli e quindi sulla produzione di ormoni di crescita, le dimensioni degli acini dipendono pure dalle condizioni climatiche e in particolare dall'alimentazione idrica della vigna.
Nella sua globalità, il processo di maturazione coinvolge i seguenti aspetti:
- la crescita della bacca, che tendenzialmente raddoppia in peso e in volume;
- la modificazione della sua consistenza meccanica, che da rigida e fragile, diviene dapprima elastica, quindi morbida e plastica, in seguito a modificazioni della struttura delle pareti cellulari e dalla riduzione del turgore cellulare;
- l'accumulo di zuccheri semplici (glucosio e fruttosio) che a maturità possono rappresentare fino al 20% del peso fresco del succo della bacca (di meno se riferiti al peso dell'intera bacca) grazie alla migrazione delle sostanze elaborate dalle foglie e assorbite dalle radici verso l'acino;
- la riduzione dell'acidità e l'incremento del pH del succo. Ciò è la conseguenza dell'ossidazione dell'acido malico, della diluizione e della salificazione tanto dell'acido malico che del tartarico. La salificazione è soprattutto dovuta all'accumulo di potassio nella bacca stessa;
- degradazione della clorofilla più o meno completa, e comparsa, più o meno intensa, della colorazione di fondo giallastra dei carotenoidi (varietà a bacca bianca), ovvero comparsa della colorazione, da grigio-rosa a blu intenso, dovuta all'accumulo di antociani nella buccia;
- accumulo di amminoacidi (prolina e arginina soprattutto) e di proteine a basso peso molecolare;
- parziale "inattivazione" delle molecole tanniche che si complessano con oligosaccaridi e proteine;
- accumulo di molecole aromatiche e di loro precursori (aromi legati).
Il grafico che segue illustra l'evoluzione degli zuccheri, dell'acidità e degli aromi varietali nel corso della maturazione.

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Dal punto di vista biologico, tutte queste modificazioni sono ovviamente finalizzate a rendere il frutto edibile e attraente al fine di favorirne l'ingestione da parte degli agenti della disseminazione: lo storno nel caso della vite selvatica. La fase di sviluppo del frutto precedente la maturazione ha invece un significato biologico opposto: proteggere il frutto dall'ingestione quando ancora il seme non ha completato lo sviluppo. Il processo di domesticazione della vite è stato incentrato soprattutto nella selezione di piante con caratteristiche qualitative delle bacche superiori. In senso evolutivo l'uomo si è sostituito allo storno nel selezionare le caratteristiche del frutto a esso più congeniali. Sono state così selezionate viti con bacche di dimensioni maggiori a quelle delle piante selvatiche e con profili sensoriali molto diversi. Una grande distinzione si può fare, a questo proposito, tra le varietà da tavola e quelle a vino. Le prime con bacche anche molto grandi, forme particolari (ellittiche o incurvate), buccia sottile, polpa croccante, non troppo zuccherina, acidula e talvolta aromatica; le seconde con bacche più piccole, buccia più spessa, polpa succosa, zuccherina, poco acida, da neutre a molto aromatiche.
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La bacca di vite, analogamente ai frutti cosiddetti non climaterici (come per esempio gli agrumi), interrompe i processi di maturazione se distaccata dalla pianta. Nei frutti climaterici, come per esempio la mela, il pomodoro o la banana, la maturazione può invece progredire anche nel frutto distaccato dalla pianta, purché non troppo anticipatamente. Ciò premesso si possono distinguere diversi concetti di maturità dell'uva. Si parla di maturità fisiologica quando il frutto ha completato sulla pianta il processo di maturazione ovvero quando la connessione vascolare tra pianta e frutto è cessata e il frutto non "scarica" più linfa elaborata dalla pianta. Se l'uva non viene raccolta inizia la fase di
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sovramaturazione che comporta una graduale perdita di acqua da parte del frutto e una concentrazione dei suoi componenti. Nel corso della sovramaturazione comunque, seppure in termini relativamente modesti rispetto a quando avveniva precedentemente, si ha un certo progresso delle attività metaboliche che porta ad alcune modificazioni della bacca quali un'ulteriore riduzione dell'acido malico e l'evoluzione delle sostanze aromatiche e polifenoliche. La sovramaturazione può anche avvenire dopo la vendemmia lasciando i grappoli esposti al sole o in appositi locali. Quando la perdita di acqua supera il 15-20% si parla di appassimento.
Si definisce invece maturità tecnologica un particolare livello raggiunto dal titolo zuccherino e dall'acidità titolabile del succo al quale si vendemmia affinché l'uva sia adatta alla produzione di una particolare tipologia di vino. La maturità tecnologica pertanto può precedere quella fisiologica. Nei vitigni a bacca colorata si definisce anche una maturità fenolica, che più correttamente dovrebbe essere definita antocianica, perché riguarda il momento in cui risulta massimo l'accumulo di antociani in forma estraibile, che possono ridursi successivamente. Il concetto di maturità fenolica dovrebbe però essere esteso alle altre componenti polifenoliche, quali i tannini nelle bucce e nei vinaccioli, la loro estraibilità e la loro reattività. È possibile definire anche una maturità aromatica, che riguarda l'accumulo delle molecole degli aromi varietali, e una maturità cellulare, che riguarda il livello di evoluzione delle pareti cellulari che può consentire una maggiore o minore estrazione delle molecole polifenoliche e aromatiche dalle bucce verso il mosto durante la vinificazione.

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La complessità della definizione della maturità dell'uva ha indotto a mettere a punto anche tecniche di analisi sensoriale attraverso un'articolata procedura di assaggio dell'uva che richiede persone esperte e allenate.
 
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patatina 77

Creatore di UGC
considerazioni su quanto sopra

quindi ci sono 2 grosse categorie

i frutti che dopo raccolti non maturano più e quelli che continuano a maturare

con la maturità aumentano gli zuccheri e gli aromi e diminuisce l'acidità in pochi giorni

ora vogliamo prediligere gli zuccheri o l'acidità? Mica facile perchè sono importanti entrambi
 

ARANCIA

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quindi ci sono 2 grosse categorie

i frutti che dopo raccolti non maturano più e quelli che continuano a maturare

con la maturità aumentano gli zuccheri e gli aromi e diminuisce l'acidità in pochi giorni

ora vogliamo prediligere gli zuccheri o l'acidità? Mica facile perchè sono importanti entrambi


grazie patatina77 :clap:ti leggo con piacere
la salvia in timo e la metuccia sul balcone sono seccate dopoun viaggio a milano :sad:
in compenso ho mangiato i peperoni :rolleyes: niente di che.
Ma prima o poi riuscirò a fare un orto sul mio balcone a sud
:ciao:
 

patatina 77

Creatore di UGC
grazie patatina77 :clap:ti leggo con piacere
la salvia in timo e la metuccia sul balcone sono seccate dopoun viaggio a milano :sad:
in compenso ho mangiato i peperoni :rolleyes: niente di che.
Ma prima o poi riuscirò a fare un orto sul mio balcone a sud
:ciao:

quando le compri devi rinvasarle su di un vaso più grande. Sotto ci metti un po'lana di roccia, forse va bene anche del neoprene grosso ma non ho mai provato, poi un po' di argilla espansa, agriperlite o sassi o altro inerte (operazione facoltativa) e poi terriccio e pianta.
Insomma, gli fai un bel "serbatoio" dentro il vaso. Vedrai che se gli fai il pieno di settimane ne stai via due.
 

Claire

ἰοίην
A me è capitato per caso.
Ho piantato qualche semino, più per far divertire i figli che per altro e sono spuntate le piantine
Allora le ho messe in giardino
e oggi ho trovato il pomodoro.
Pensa che non li guardavo quasi.... infatti è già abbastanza grosso e io me ne sono accorta solo oggi.
 

patatina 77

Creatore di UGC
complimenti, visto la latitudine sei molto avanti quelli del mio orto son più indietro che li ho dovuti ritrapiantre, quelli sul campo invece...ma quello è un altro discorso. I primi di luglio lo mangi
Ma cosa vuoi farci, ogni tanto ci dai da bere, se fa le femminelle gliele levi visto che sembra un insalataro, se vedi degli insettini neri (afidi) che lo ciucciano li schiacci.

Le piante non sono annuali, di ortaggi che durano più annate mi sovvengono i carciofi e gli asparagi le fragole.
Quando cogli un pomodoro maturissimo tieni da parte i semi li mtti ad asciugare al sole su un pezzo di carta da pane per alcuni giorni e li conservi per l'anno a venire in un vasettino di vetro al buio.
 
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