Lost in translation su Rai3...

Se c'è un'intesa del genere perché non completarla con un contatto fisico? Uno sente inevitabilmente il desiderio di stringere una persona, di sentirla vicina, intima, con un bacio o una carezza o altro. Perché non farlo, mi dico? Perchè il contatto fisico nella nostra cultura è diventato il discrimine fra un rapporto corretto ed uno no?
 
Coltellino svizzero ha scritto:
Se c'è un'intesa del genere perché non completarla con un contatto fisico? Uno sente inevitabilmente il desiderio di stringere una persona, di sentirla vicina, intima, con un bacio o una carezza o altro. Perché non farlo, mi dico? Perchè il contatto fisico nella nostra cultura è diventato il discrimine fra un rapporto corretto ed uno no?
il piano di discussione non è questo; se tu avessi visto il film fino alla fine,
ti saresti accorto che la regista ha condotto la storia in modo tale da dimostrare
che c'è ANCHE questo modo di vivere un rapporto. A me, in qualità di spettatore,
quell'abbraccio e quel bacetto finale, son bastati. Credo si sarebbero sentiti ridicoli entrambi, al contrario...
...e ci saremmo sentiti ridicoli anche noi, guardandoli fare altro.

carrodano ha scritto:
quello che il protagonista però
non riesce a nascondere
è il suo sentire più profondo
la sofferenza del distacco
ed invece quel che tu hai visto, come l'ho visto io, è solo la metà della metà della metà
dello squarcio interiore di quella persona. lui l'ha nascosto benissimo, sei TU che l'hai avvertito. è diverso.

mi ricordo di un'estate in Grecia.
conobbi due gemellini di Bolzano. bellissimi. avevo 10/11 anni. amavo a tal punto stare con loro,
giocarci tutti i giorni, far gare e tuffi, pescare col filo dal pontile, da non riuscire a
dimostrarlo nemmeno sfiorando la mano del mio prediletto fra i due (Matteo, e la memoria non mi inganna).
una sera (ma io sapevo che il giorno si avvicinava), io giocavo a racchette con mio
fratello e lui, il prediletto, si avvicinò con l'asciugamano addosso e mi disse
"beh, noi partiamo domattina...." ed io, continuando a giocare, lo guardai giusto
un attimo (quello necessario affinchè rimanesse impresso indelebilmente nella memoria)
e gli dissi quasi sottovoce "e vabbè, e a me che mi frega?".

ecco, non so se mi spiego. al ritorno in albergo in auto (era a 9 km),
sul sedile posteriore, CON I MIEI DAVANTI E MIO FRATELLO MEZZO ADDORMENTATO
ACCANTO, mi girai a guardare la strada che si allontanava dalla spiaggia e piansi
tante di quelle lacrime amare, per quant'ero stata idiota e rimbambita, che non me le scorderò mai.


Insomma, anche a 40/50 anni, si può amare come bambini.
Particolari coinvolgimenti che ti prendono allo stomaco,
a qualsiasi età, può risultare difficile metterli fuori.



Avete visto "In the mood for love"?
 
melodia ha scritto:
Coltellino svizzero ha scritto:
Se c'è un'intesa del genere perché non completarla con un contatto fisico? Uno sente inevitabilmente il desiderio di stringere una persona, di sentirla vicina, intima, con un bacio o una carezza o altro. Perché non farlo, mi dico? Perchè il contatto fisico nella nostra cultura è diventato il discrimine fra un rapporto corretto ed uno no?
il piano di discussione non è questo; se tu avessi visto il film fino alla fine,
ti saresti accorto che la regista ha condotto la storia in modo tale da dimostrare
che c'è ANCHE questo modo di vivere un rapporto. A me, in qualità di spettatore,
quell'abbraccio e quel bacetto finale, son bastati. Credo si sarebbero sentiti ridicoli entrambi, al contrario...
...e ci saremmo sentiti ridicoli anche noi, guardandoli fare altro.

carrodano ha scritto:
quello che il protagonista però
non riesce a nascondere
è il suo sentire più profondo
la sofferenza del distacco
ed invece quel che tu hai visto, come l'ho visto io, è solo la metà della metà della metà
dello squarcio interiore di quella persona. lui l'ha nascosto benissimo, sei TU che l'hai avvertito. è diverso.

mi ricordo di un'estate in Grecia.
conobbi due gemellini di Bolzano. bellissimi. avevo 10/11 anni. amavo a tal punto stare con loro,
giocarci tutti i giorni, far gare e tuffi, pescare col filo dal pontile, da non riuscire a
dimostrarlo nemmeno sfiorando la mano del mio prediletto fra i due (Matteo, e la memoria non mi inganna).
una sera (ma io sapevo che il giorno si avvicinava), io giocavo a racchette con mio
fratello e lui, il prediletto, si avvicinò con l'asciugamano addosso e mi disse
"beh, noi partiamo domattina...." ed io, continuando a giocare, lo guardai giusto
un attimo (quello necessario affinchè rimanesse impresso indelebilmente nella memoria)
e gli dissi quasi sottovoce "e vabbè, e a me che mi frega?".

ecco, non so se mi spiego. al ritorno in albergo in auto (era a 9 km),
sul sedile posteriore, CON I MIEI DAVANTI E MIO FRATELLO MEZZO ADDORMENTATO
ACCANTO, mi girai a guardare la strada che si allontanava dalla spiaggia e piansi
tante di quelle lacrime amare, per quant'ero stata idiota e rimbambita, che non me le scorderò mai.


Insomma, anche a 40/50 anni, si può amare come bambini.
Particolari coinvolgimenti che ti prendono allo stomaco,
a qualsiasi età, può risultare difficile metterli fuori.



Avete visto "In the mood for love"?


Appunto, l'esempio che fai tu è quello di un amore non vissuto. Ma è di una tristezza terrbile.
Io l'ho visto in the mood for love, ho visto pure Hong Kong express (che ho preferito).
 
non l'ho visto

ho trovato questo

"In the Mood of Love" non è solo il film più bello di Wong Kar-wai (dove si fondono in filigrana le due anime del suo cinema, quella intimista e romantica e quella che osserva puntigliosa luoghi e ambienti), ma è anche un capolavoro senza tempo del cinema costruito sui vuoti, sui neri che scorrono tra una scena e l'altra, sulle attese, sulle ellissi che riempiono una vita. Sentiamo i pensieri e le emozioni che crescono tra un incontro e l'altro, le parole che i protagonisti non si dicono, il fluire della Storia che cancella il mondo.

Ho letto la trama
 
Coltellino svizzero ha scritto:
Appunto, l'esempio che fai tu è quello di un amore non vissuto. Ma è di una tristezza terrbile.
tu, asserendo ciò, non tieni conto delle variabili, ovvero di una serie di fattori inibitori
(nel film come nella vita) importanti al fine di dare al rapporto d'amore una svolta piuttosto che un'altra.


Io l'ho visto in the mood for love, ho visto pure Hong Kong express (che ho preferito).

mmmh, ottimo...
 
melodia ha scritto:
Fleurs, adesso però puoi pure dirci, dopo che sono state abbondantemente sviscerate
le motivazioni di quel finale, perchè a te non è piaciuto (iiiiiiiiiiiihihihihihi) avanti :Y :D

nooo, il dibattito noooo :D

non mi è piaciuto perchè mi sembrava una sottolineatura evitabile , insomma una finale all'americana per un film d'animo europeo
sono un sostenitore degli addii secchi e non trascinati :cool:
 

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