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Forumer storico
In un paese lontano c'era un Re che aveva tutto quello che un uomo può desiderare: potere, ricchezza, mogli e concubine bellissime, servitori fedeli, sudditi devoti e felici di essere governati da un uomo saggio e benevolo, come lui.
Ma non era felice.
Allora emise un editto che chiamava a raccolta tutti i filosofi e gli uomini di cultura, del suo regno e anche oltre i suoi confini, affinché qualcuno gli potesse dare la formula della felicità.
Per rendere la cosa interessante, e non richiamasse i perditempo, minacciò di morte coloro che lo avessero deluso, ma promise metà del suo regno a colui che fosse riuscito ad accontentarlo.
Accorsero in molti; alcuni a proporre trattati complicatissimi sulla natura dell'uomo e i suoi movimenti interiori, altri con decine di tomi tesi a esaltare la spiritualità mistica nell'affidarsi all'invisibile, altri ancora con voluminose disquisizioni sui valori materiali da godere fino al massimo grado.
Furono tutti mandati a morte.
Alla fine giunse un napoletano, timido, impacciato e anche un po’ impaurito. Non aveva libri, ma solo un piccolo foglietto che porse al Re.
“E questo cos'è?”, chiese il Re, ormai scoraggiato.
Il boia, intanto, capita l'antifona, si preparava a una nuova esecuzione.
“E’ la formula che avevi chiesto, Maestà”, rispose il napoletano, con un filo di voce.
Il Re, allora lesse cosa c'era scritto su quel foglietto.
Era una sola parola: “Futtitinne”.
Ora il Re e quel napoletano si dividono il regno felici.
Ma non era felice.
Allora emise un editto che chiamava a raccolta tutti i filosofi e gli uomini di cultura, del suo regno e anche oltre i suoi confini, affinché qualcuno gli potesse dare la formula della felicità.
Per rendere la cosa interessante, e non richiamasse i perditempo, minacciò di morte coloro che lo avessero deluso, ma promise metà del suo regno a colui che fosse riuscito ad accontentarlo.
Accorsero in molti; alcuni a proporre trattati complicatissimi sulla natura dell'uomo e i suoi movimenti interiori, altri con decine di tomi tesi a esaltare la spiritualità mistica nell'affidarsi all'invisibile, altri ancora con voluminose disquisizioni sui valori materiali da godere fino al massimo grado.
Furono tutti mandati a morte.
Alla fine giunse un napoletano, timido, impacciato e anche un po’ impaurito. Non aveva libri, ma solo un piccolo foglietto che porse al Re.
“E questo cos'è?”, chiese il Re, ormai scoraggiato.
Il boia, intanto, capita l'antifona, si preparava a una nuova esecuzione.
“E’ la formula che avevi chiesto, Maestà”, rispose il napoletano, con un filo di voce.
Il Re, allora lesse cosa c'era scritto su quel foglietto.
Era una sola parola: “Futtitinne”.
Ora il Re e quel napoletano si dividono il regno felici.