Ma voialtri/e voterete? E cosa voterete, al referendum per il taglio dei parlamentari?

non credo potrebbero farlo in questo caso, visto che il partito azionista di maggioranza di questo Governo cioè il M5S ne ha fatto un suo cavallo di battaglia
:stop: Forse hai dimenticato che 7/8 anni fa avevano tanti cavalli da battaglia da poterci fare un/a maneggio/scuderia, oggi un VAN è più che sufficiente.:perfido:
 
La democrazia diretta in questo paese è un ossimoro.
Sono passati 1000 giorni dal referendum sulle autonomie regionali.
Conta solo quello che fa comodo alla Cattedrale, del resto se ne fregano.
Verissimo, ma non pertinente.
Quel referendum avrebbe richiesto ulteriori interventi legislativi per essere concretizzato; in questo caso la riforma è già approvata e va solo confermata. Non credo che sia possibile che se ne freghino.

Fosse solo Alitalia. Ci sono ILVA, banche, RDC, quota 100, i monopattini, i 3 miliardi per i banchi "secretati", sta cosa di TIM che non ho ancora capito.
I 60 milioni di risparmi sono una presa per il culo.
Votare coi piedi. È l'unica scelta che conta.
Verissimo, ma non pertinente.
Si potrebbe votare Sì e poi votare coi piedi.

Mah
Wiwa la Svezia! Le svedesi! Gli Abba! Le Volvo (son cinesi, vabbè)!
 
Comunque, nel 1948 la Costituzione prevedeva:
- alla Camera, un deputato per ottantamila abitanti o per frazione superiore a quarantamila
- al Senato, per ciascuna Regione un senatore per duecentomila abitanti o per frazione superiore a centomila.

Oggi sarebbero circa 750+300=1.050, trascurando gli arrotondamenti.
Nel 1963, la solita sciagurata riforma di Renzy (era lui, vero?), per semplificare fissò i numeri a 630+315=945.

Possiamo dire che il Parlamento di 945 eletti non ha dato grandissima prova di sè in questi quasi 60 anni?
Facciamo finta che le norme istituzionali influenzino le scelte dei cittadini nel determinare la qualità degli eletti (in realtà probabilmente è il contrario), per cui facciamo finta che valga la pena di cambiare qualcosa?

Anche un cambiamento a qazzo: per i prossimi 60 anni tagliamo il numero degli eletti a 5/600.
Poi, tra altri 60 anni, passiamo a 2.000 eletti.
Che ne dite?
 
Le soluzioni semplici a problemi complessi alimentano i problemi che comunicano di voler risolvere e li complicano ulteriormente. In Italia non servono meno politici, servono politici migliori. In Italia non serve meno democrazia, serve democrazia di qualità. In Italia non si devono semplificare i "processi" politici ma vanno resi inclusivi e partecipati. E' necessario costruire partecipazione delle cittadine e dei cittadini per un processo dal basso di cambio degli animatori delle istituzioni. Rimango convinta che questo lavoro vada svolto fuori dalle assemblee legislative, di qualsiasi livello. La democrazia non è un voto; è un processo e i processi si fanno con le persone e c'è la necessità che queste persone siano gli ultimi del futuro: periferie, studenti e soggetti in mutamento: è da qui che possiamo fare un paese migliore, con politici migliori. Il primo passo è educare, il successivo è costruire comunità e infine renderle interagenti. Questo purtroppo non lo può fare nessuna Camera, nessun Consiglio Regionale o Comunale. Questo processo deve star lontano dal voto perché il voto è lo strumento di una democrazia matura, quale l'Italia fa sempre più fatica a rimanere, come gli altri paesi democratici del vecchio mondo occidentale.

Voto no
 
Le soluzioni semplici a problemi complessi alimentano i problemi che comunicano di voler risolvere e li complicano ulteriormente.
In Italia non servono meno politici, servono politici migliori.
In Italia non serve meno democrazia, serve democrazia di qualità.
In Italia non si devono semplificare i "processi" politici ma vanno resi inclusivi e partecipati.
E' necessario costruire partecipazione delle cittadine e dei cittadini per un processo dal basso di cambio degli animatori delle istituzioni.
Rimango convinta che questo lavoro vada svolto fuori dalle assemblee legislative, di qualsiasi livello.
La democrazia non è un voto; è un processo e i processi si fanno con le persone e c'è la necessità che queste persone siano gli ultimi del futuro: periferie, studenti e soggetti in mutamento: è da qui che possiamo fare un paese migliore, con politici migliori.
Il primo passo è educare, il successivo è costruire comunità e infine renderle interagenti.
Questo purtroppo non lo può fare nessuna Camera, nessun Consiglio Regionale o Comunale.
Questo processo deve star lontano dal voto perché il voto è lo strumento di una democrazia matura, quale l'Italia fa sempre più fatica a rimanere, come gli altri paesi democratici del vecchio mondo occidentale.

Voto no

Se vuoi dire "voto No perché il populismo fa vomitare", così come tanti votarono No nel 2016 "per mandare a casa Renzi", sei liberissima di farlo. Ma tutto il resto non c'entra.

Dove vedi il legame tra le disfunzioni che hai correttamente elencato e il referendum?

Tu hai descritto un sistema che fa schifo, che avrebbe bisogno di un enorme cambiamento, culturale ben prima che istituzionale (il che è la stessa cosa per un weberiano: la sovrastruttura prima della struttura).
Eppure rifiuti di mandare un sia pur irrisorio segnale di cambiamento.


Anch'io vedo un sistema che fa schifo, che avrebbe bisogno di un cambiamento.
Ma io non ho la speranza che esso cambi. Sicuramente non cambierà grazie ad un No, e neanche grazie ad un Sì, a questo referendum.

Tu hai qualche speranza?
Né tra i Sì-isti, né tra i No-isti, esistono proposte per "migliorare" gli eletti, la qualità della democrazia, l'inclusione, l'educazione e tutto ciò che hai enunciato. Non gliene frega niente a nessuna/o.
O forse interessa all'1% della popolazione. Il che, in Democrazia, è lo stesso: se il parere dell'1% della popolazione fosse decisivo, saremmo in un'Oligarchia o in una Dittatura.



La mela è putrida al 99%. E secondo me non c'è niente da fare.
Saranno altre le cose che porteranno ad un cambiamento della coscienza civile in Italia: non certo un Sì o un No.

L'unica cosa che possiamo fare, è spendere qualche milione di euro in meno per una mela putrida.
 
Le soluzioni semplici a problemi complessi alimentano i problemi che comunicano di voler risolvere e li complicano ulteriormente. In Italia non servono meno politici, servono politici migliori. In Italia non serve meno democrazia, serve democrazia di qualità. In Italia non si devono semplificare i "processi" politici ma vanno resi inclusivi e partecipati. E' necessario costruire partecipazione delle cittadine e dei cittadini per un processo dal basso di cambio degli animatori delle istituzioni. Rimango convinta che questo lavoro vada svolto fuori dalle assemblee legislative, di qualsiasi livello. La democrazia non è un voto; è un processo e i processi si fanno con le persone e c'è la necessità che queste persone siano gli ultimi del futuro: periferie, studenti e soggetti in mutamento: è da qui che possiamo fare un paese migliore, con politici migliori. Il primo passo è educare, il successivo è costruire comunità e infine renderle interagenti. Questo purtroppo non lo può fare nessuna Camera, nessun Consiglio Regionale o Comunale. Questo processo deve star lontano dal voto perché il voto è lo strumento di una democrazia matura, quale l'Italia fa sempre più fatica a rimanere, come gli altri paesi democratici del vecchio mondo occidentale.

Voto no
In Italia non servono 1000 onorevoli*per governare il Paese. In Italia servono italiani più onesti che scelgono rappresentanti onesti&capaci .

* onorevoli o parassiti delle tasse? :mmmm::tristezza:
 
Verissimo, ma non pertinente.
Quel referendum avrebbe richiesto ulteriori interventi legislativi per essere concretizzato; in questo caso la riforma è già approvata e va solo confermata. Non credo che sia possibile che se ne freghino.
???
Mai sostenuto il contrario
Verrà applicato ESATTAMENTE perché irrilevante.
 
In Italia non servono 1000 onorevoli*per governare il Paese. In Italia servono italiani più onesti che scelgono rappresentanti onesti&capaci .

* onorevoli o parassiti delle tasse? :mmmm::tristezza:


ma infatti il problema è proprio questo. Il problema più che i politici sono i loro elettori- Io ormai ho maturato la convinzione che i social hanno vanificato la democrazia. Trump è stato eletto grazie a tecniche di analisi dei sentimenti degli haters sui facebook. Cosa del tutto simile fa Salvini alla ennesima potenza e diciamolo un po' tutti i politici in modo più o meno clamoroso, quelli più seri rischiano di rimanere ai margini. Per cui siamo in socialcrazia o haterscrazia più che in democrazia. I valori che ne risultano alla fine sono sotto gli occhi di tutti. La famosa discussioni tra imbecilli ubriahi al bar di cui parlava Eco ora detta legge. In tutto ciò che ci sia taglio o meno è un dettaglio. detto questo sarà un dettaglio conveniente,? senza una giusta riforma è un dettaglio e basta (probabilmente destinato a sollevare qualche problema tecnico in più per il semplice fatto che si stravolge una situazione accomodata su certi meccanismi) , che serve a soddisfare il nostro istinto vendicativo da hater alla 5stelle : politico da punire. Taglio ergo godo.

PS beninteso non ho deciso potrei anche decidere di unirmi a questi ultimi :D
 
Ultima modifica:
Io ormai ho maturato la convinzione che i social hanno vanificato la democrazia.
Secondo me sopravvaluti gli italiani: corruzione e voto di scambio (il sottoprodotto più ignobile della democrazia) erano presenti ben da prima dei social network, persino da prima dei programmi spazzatura delle TV di Berlusconi.

A quanto ne so, dopo la seconda guerra mondiale gli elettori selezionarono una classe politica inizialmente seria (magari un po' polarizzata, con qualcuno pronto a chiedere l'accesso ai Paesi dell'Est e qualcun altro sbilanciato sul fronte atlantico) e incomparabilmente più onesta rispetto agli standard attuali.
Ma poi già negli anni '60 le cose andarono peggiorando rapidamente.
 

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