MAGARI FOSSE TUTTO COSI' SEMPLiCE COME INGRASSARE

Voi che siete maschietti :-o... mi sapete dire cos'ha perso o cosa sta cercando questo signore :-?:-o:eek::D:D
 

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buon we a tutti.
Io avrò il prolone di staffetta. Comincia la stagione primaverile all'aperto su pista.
Cominciano le domeniche in giro per la regione.
 
sera a tutti ...allora per chi vuole conoscere..

Blog di Beppe Grillo - I candidati del Movimento 5 Stelle alle elezioni Europee

dalle mie parti ragazzi o quasi veramente buoni...gente normale... con l eballe..almeno per me.... e poi se parla de grillo...:wall:

quasi tutti laureati uno in ingegneria aereospaziale uno in matematica e fisica... quasi tutti con conoscenza lingue e molti con esperienze di lavoro all'estero... insomma come i ns pluripremiati politici con conoscenze linguistiche avanzatissime ed esperienze all'estero di tutti i tipi meno quelle lavorative...:wall: ... vedi fitto ad esempio ...:-o
 
Ultima modifica:
a qs ragazzi noi dobbiamo dire scusa nell'avergli rubato il futuro..

NON ESISTONO CONFINI CHE NON POSSANO COMPRENDERE IL SUD ITALIA"

Rinuncio alla diaria per destinarla al fondo scelto dal gruppo in Parlamento

Ho deciso di partecipare alla votazione per scegliere i candidati alle europee dopo una riflessione sui miei primi 30 anni, compiuti a settembre. Il bilancio è negativo, composto dalle voci delle ingiustizie sociali, economiche, ma soprattutto da un immobilismo totale dei canali di comunicazione tra noi cittadini e le istituzioni.

Quando iniziai l'Università, il Professore di Scienze Politiche ci disse che entro pochi anni ci saremmo resi conto di essere stati vittima e non speranza del nostro tempo, laureati e impiegati nei call center. Ora che posso testimoniare sulla mia pelle che è vero, rifletto però anche su un altro dato : lui era lì, a 30 anni proprio come la mia età oggi, perché figlio di un importante direttore di un quotidiano nazionale. E allora ho capito che se vogliamo cambiare, farci ascoltare, agire per il bene comune dei popoli, dobbiamo capire che siamo chiamati in prima persona ad agire. Non è commiserazione, lo sottolineo con orgoglio, ma una leva che fa forza sulla mia voglia di mettermi in gioco.

Non ho paura di dirlo, vorrei nelle istituzioni europee le persone come me, che non hanno nulla da offrire se non la competenza e la serietà.

Sono agitata nel presentarmi, non lo nego, per quel pudore che mi ricorda che ho tanto da imparare, ma sono tranquilla perché se verrò scelta dovrò firmare per iscritto il dovere di continuare sempre ad ascoltare, a condividere, a partecipare come faccio ora per strada e quando condivido con il mio gruppo a Portici e con altri attivisti idee, progetti, proposte, manifestazioni e tutto ciò che ci viene in mente per affermare il nostro diritto ad essere cittadini e non sudditi. Credo sia ora di ricordare anche all’Europa che non è sopra di noi ma che è fatta da noi e ci deve rispettare.

Grazie a tutti coloro che avranno dedicato qualche minuto del loro tempo a leggermi.
 
feroce analisi del fedelissimo..

Questa storia è finita". Gli occhi di Sandro Bondi si aprono foschi, con un lampo di rimprovero attraverso la piccola scrivania in mogano che arreda il suo studio al Senato, una stanza senza fasto, dimessa, come l'umore dell'uomo che parla e sorprende chi lo ascolta. "Dietro Berlusconi non c'era niente", mormora Bondi, la schiena leggermente tonda del sedentario e un sorriso rassegnato, rivolto a Manuela Repetti, sua compagna.
Lei, raggomitolata in uno spicchio di divano, ogni tanto ammicca, benedice, lancia polvere di stelle, comunica con il suo Sandro attraverso un codice impalpabile, fatto di elettricità, musa e angelo custode ("da quando la conosco ho riscoperto la libertà, ho preso il primo aereo della mia vita").
Dice la musa: "Solo Berlusconi, riprendendo le redini, adesso può intestarsi un finale diverso per questa storia". Ma Bondi, cupo: "In questi anni non abbiamo costruito nulla di umanamente e politicamente solido o autentico. Finisce male". E da queste parole si sprigiona l'avversione per il presente e la nostalgia del passato, per le occasioni perdute, l'idea del declino, lo spettro del tradimento e dell'ingratitudine che per Bondi oggi ha i volti di Angelino Alfano, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello "e di tutti gli altri che senza Berlusconi non sarebbero stati niente", dice, "soltanto delle rape. Almeno Fini e Casini avevano il coraggio di affrontare il Dottore nel fulgore dei suoi anni migliori, oggi è facile... Ma si illudono, spariranno anche loro, spariremo tutti".
Ed è un'eruzione di sentimenti troppo a lungo compressi, a stento trattenuti e finalmente liberi di affiorare violenti, "vivere accanto a Berlusconi è difficile", ammette Bondi, "lui è ubriacante, incostante, decide in un caos inumano, all'ultimo momento, e ti mette in difficoltà. Ma per saper resistergli bisogna essere limpidi. E loro, i ministri, non sono limpidi, coltivano l'ambiguità come scienza nei rapporti umani. Ed è terribile perché li ha scelti lui questi uomini, li ha tutti scelti e promossi Berlusconi. Sono il suo fallimento. Credevo di far parte di una comunità coesa, credevo avessimo costruito qualcosa, e invece non è così".
E Bondi avverte questa decadenza, questa assenza di armonia, come una muffa, una lebbra che si è poggiata su ogni cosa. "Oggi esiste un partito nel partito, una minoranza che pretende di condizionarci, che nega nei fatti (ma non nelle parole) l'uso politico della giustizia ai danni di Berlusconi, sono pronti ad accettare con una scrollata di spalle la decadenza dell'uomo cui devono tutto. Cosa sarebbero senza di lui? Forse nemmeno consiglieri comunali. Sono una minoranza che vuole imporci questa schifosa Legge di stabilità, tutta tasse e che scontenta i nostri elettori".
La lunga, sconvolgente, avventura umana di Silvio Berlusconi è arrivata al punto. Ed è una realtà che gela Bondi con le parvenze dell'incubo. "Alfano aspetta che il Dottore venga eliminato, fatto fuori da altri, non ha nemmeno il coraggio di scrollarsi di dosso il padrinato con un gesto d'autonomia, proponendo una sua visione delle cose, della politica, del mondo. Il suo è un equilibrismo furbo, dice e non dice. Ma non crede in niente, non ha una sola idea, attende che la mela del potere gli caschi tra le mani. E con la Legge di stabilità rapinerà il Cavaliere dell'ultima cosa che rimane a Berlusconi, cioè il consenso. Al Cavaliere adesso restano soltanto i suoi voti. Ma gli toglieranno anche quelli se diremo di sì alla Legge di stabilità, ci alieneremo i nostri sostenitori. E poi, a quel punto, a Berlusconi potranno togliere anche il resto, facilmente: lo scranno di senatore, la dignità, la libertà. Ecco, se per il Dottore va bene, rispetterò il suo martirio. Ma io non ci sto. La Legge di stabilità non la voto, e se Berlusconi dovesse decadere andrò all'opposizione".
"Fanno bene a schiaffeggiarci"
E il tormento più oscuro, onnipresente e soffocato in quest'uomo la cui misura, la cui cifra ideale è sempre stata quella di sedere accanto al Cavaliere, è che "ce lo meritiamo quello che sta succedendo. Siamo il vuoto, siamo il nulla, non abbiamo saputo costruire niente di solido, capace di resistere al declino di Berlusconi".
La colpa è del Cavaliere, che un po' lo ha sempre pensato: dopo di me il diluvio. "E allora fanno bene Bindi, Cuperlo e Grasso a tirarci i ceffoni. Siamo soltanto una palla da prendere a calci. A sinistra c'è Matteo Renzi, noi cosa abbiamo prodotto? Un movimentismo doroteo che cerca il potere per il potere, che attacca subdolamente Berlusconi nel momento della debolezza. Il mio rammarico è d'aver contribuito ad allevare questa classe dirigente. Ma finisce in tragedia, Alfano e gli altri non hanno capito che senza Berlusconi siamo tutti liberi".
Un uomo sgomento, torturato. "Tra qualche tempo sarò fuori dal Parlamento, fuori da queste miserie, come un sopravvissuto, il randagio di una storia finita molto male". A questo punto Manuela Repetti sorride, e aggiunge: "Ma chissà"
 

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