"Mercati" (1 Viewer)

giomf

Forumer storico
Potrei fare una domanda . . ?
Siccome purtroppo ancora non mastico l' inglese a prima vista (e me ne dispiaccio). . . posso chiedere quali sono
quei settori di cui si parla qui sopra . . . ?
(quelli con lo stesso andamento di Tenaris )

grazie scusate l' ignoranza (per l' inglese mi sto attrezzando . .ma ci vuole un pò di tempo )
Anzi ho capito ...Metalli..(..ok...gran trend...)...poi mi risulta ..Acciaio
( è lo stesso settore di prima.. ? .. ?...).....poi mi la traduzione mi darebbe
...Ferrovie .. (questa non la capisco... )
 

gipa69

collegio dei patafisici
Fine del ciclo al rialzo?

Le imprese americane e non solo stanno presentando interessanti risultati trimestrali che mostrano aziende in salute e che al momento non risentono dei vari rischi intramarket che per molti analisti potrebbero mettere almeno sul breve a repentaglio l'andamento economico complessivo.
Il reale catalyst della forte crescita odierna dei mercati azionari USA è comunque venuto ancora una volta dalle considerazioni valutarie innescate dalla lettura delle minute FED che mostrano un orientamento meno restrittivo ed una probabile vicinanza alla fine del ciclo dei rialzi dei tassi.
La fine del ciclo del rialzo dei tassi Usa porterà per molti analisti ad una nuova debolezza del dollaro e di conseguenza alla maggiore possibilità di ricostruire le posizioni speculative di carry trade sulle curve dei tassi USA, con la possibilità di indebitarsi a breve e reinvestire il denaro su aziende mercati valute e tassi dai rendimenti superiori che si possono trovare grazie al positivo andamento congiuturale.
Nel momento in cui il carry trade sullo yen è in rallentamento per paura di repentini movimenti della valuta e sull'area euro la paura di ulteriori rialzi pone in condizione di stand by, questa opportunità è vista con molto interesse dagli hedge funds e dalle banche d'investimento.
Dall'inizio di Marzo , e cioè da quando le considerazioni di fine ciclo di rialzo si sono cominciate a sviluppare, la correlazione dollaro/mercati azionari ha acquisito nuovo vigore.

1145396772usdspx18042006.gif


Come però faceva notare giustamente Saville oggi in questo articolo...
http://www.safehaven.com/article-4990.htm
nel recente passato la Fed si è mossa al ribasso nel ciclo dei tassi solo dopo che i mercati finanziari hanno reagito al ribasso al movimento al rialzo dei tassi a breve e viceversa ed al momento questo non si è ancora verificato.
Naturalmente al timone della FED ora c'è un nuovo comandante che potrebbe adottare una strategia differente ma certo attualmente i tassi reali risultano ancora accomodanti se si prende in considerazioni le misurazioni inflazionistiche compresi i valori energetici ed alimentari e questo non deve essere dimenticato perchè l'esplosione della liquidità che ne conseguirebbe dallo stop del rialzo dei tassi o addirittura di una sua inversione potrebbe far salire le commodity a livelli inimmaginabili.

1145397264saville1.gif
 

alan1

Forumer storico
Analisi intermarket 23 aprile 2006

Abbiamo avuto il recupero preventivabile,
ora però comincia il cluster, che coinvolge quasi tutti i mercati.

Un altro cluster minore ai primi di maggio.

Il recupero non inganni, anzi c'è da rilevare che per la prima volta dopo 3 anni anche i mercati europei cominciano a fornire indicazioni di divrgenze negative sugli indicatori di partecipazione e ampiezza.

Come sempre il mercato si prenderà tutto il tempo che riterrà utile, e stare a cercare i punti di svolta di breve sarà una pratica poco redditizia.

Forti gli emergenti, e tutto sommato sono sostenuti dal ciclo, almeno come forza relativa;
Forti le Small Cap Value, ma non è una novità, sono forti da 5 anni.

A questo punto è quasi interessante stare a vedere come andrà a finire la storia dei metalli industriali, che come vi ha fatto vedere Gipa hanno assunto una pendenza di crescita iperbolica, ed ovviamente insostenibile, anche se fin'ora senza segni di cedimento.
Questi mercati hanno una correlazione significativa con le Equity, pertanto sono da osservare da vicino.


Nei preziosi l'Argento è crollato, mentre tutti i suoi compagni di viaggio non soffrono.
Non ho ancora capito se c'è esclusivamente un motivo tecnico, o se c'è sotto qualcosa di strano,
chissà se mai lo scopriremo.
 

Catullo

Forumer storico
C'è da chiedersi come sia sostenibile una ripresa di queste dimensioni quando l'economia mondiale si basa sui consumi americani.
Ora che il cavallo stelle e strisce ha bevuto abbondantemente il risparmio delle famiglie è sottozero e buona parte della ricchezza è adagiata su una bolla immobiliare.
Con il petrolio a $ 75 l'inflazione è attesa sopra la crescita dei salari e il risparmio diminuirà ulteriormente.
Inflazione che a livello globale è tenuta ancora bassa dai prezzi bassi dei prodotti dei paesi emergenti ma se le cose dovessero cambiare?

Sbaglio qualcosa o la guerra in Iran è inevitabile?
 

gipa69

collegio dei patafisici
Obiettivamente c'è chi ci scrive tre o quattro libri per rispondere ad una domanda del genere!

Cercherò comunque di darti una risposta originale ma spero non campata per aria.

Ragionare in termini nazionali può ancora servire per valutare la situazione economica di un paese ma non certo lo stato finanziario degli individui che la compongono o ancora di meno delle imprese.
Le imprese di eccellenza così come le elites finanziarie hanno ormai caratteristiche globali che consentono sia agli uni che agli altri di separare il proprio destino da quello dell'economia nazionale di riferimento.
Le imprese globali o come vengono chiamate ora le aziende piattaforma possono usufruire della manodopera migliore al prezzo più competitivo, possono usufruire del paese con la fiscalità migliore, possono approvigionarsi al prezzo migliore e dall'impresa che garantisce la migliore qualità/prezzo e possono cercare il migliore consumatore a cui fornire quanto prodotto e il migliore paese dove finanziarsi.
La possibilità di attraversare il globo senza eccessivi problemi regolamentari gli permettere di essere sempre nel posto a loro più redditizio.

Lo stesso fenomeno anche se al momento un pò meno sviluppato sta accadendo alle cosidette elites finanziarie cioè al primo quintile della popolazione in termini di ricchezza che grazie alle risorse messe a loro disposizioni dalle banche d'investimento e boutique finanziarie possono spostare i propri capitale con relativa facilità dove la fiscalità è migliore, dove la liquidità costa meno e dove i prodotti finanziari hanno la migliore qualità/prezzo.

Aldilà dei problemi sociali che questi fenomeni comportano, è evidente che i dati finanziari di questi ultimi anni mostrano chiaramente che queste due componenti dei mercati finanziari sono state le vere vincenti in termini di profitti realizzati e di incassi ottenuti.

La dislocazione dei capitali avvenuta con una certa insistenza è un chiaro fenomeno correlato a questa nuova circolazione del denaro finanziario ed anche economico.
Certamente fenomeni del genere portano anche ad autentiche disuguaglianze che devono essere poi riassorbite in qualche maniera sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sociale soprattutto nel momento in cui la parte debole di questo mercato prende consapevolezza del depauperamento della propria situazione senza avere più i confini nazionali a proteggerti dagli eventi e senza che gli stessi stati nazionali abbiano le risorse per farlo.

Naturalmente questo fenomeno è più evidente nei paesi cosidetti avanzati mentre nei paesi emergenti le elites finanziarie sono ancora particolarmente legati a note nazionalistiche anche se il processo in corso è dirompente.

Sicuramente quindi la nazione USA è più debole che nel passato perchè le sue elites finanziarie sono meno interessate al potere nazionale e più al potere globale sebbene la minaccia dell'arsenale militare USA sia ancora un importante deterrente/strumento per mantenere alto il rispetto delle imprese/elites di origine USA nei circoli economici/finanziari globali.

Se la guerra in Iraq aveva anche lo scopo di mostrare questo potenziale bellico senza impegnare eccessivamente l'esercito USA una eventuale guarra con l'Iran allo stato attuale avrebbe molte più complicazioni sia per la forza messa in campo dall'Iran, sia per la scarsità di forze USA disponibili, sia per lo conseguenze pratiche sullo scacchiere globali in quanto è per me evidente che le elites Cinesi sostengono la prova di forza iraniana in quanto stanno saggiando la capacità attuale imperialista americana per eventualmente rinforzare il proprio status di superpotenza agli occhi del mondo sfruttando la potenza numerica e di risparmio che attrae sia politicamente che economicamente.
L'unica opzione militare attualmente praticabile dagli USA contro l'Iran potrebbe essere il bombardamento aereo dei possibili siti sensibili ma è evidente che una simile strategia ha comunque molte controindicazione a meno che questo non avvenga sotto l'egida dell'ONU (cosa comunque alquanto improbabile in quanto anche le elites fianziarie e politiche europee probabilmente vorrebbero far pesare il loro attuale status di potenza continentale autonoma.)
Questo non vuol dire che nell'arco dei prossimi 10/15 anni un opzione militare non sia possibile ma in quel caso gli attori in campo potrebbero essere molti di più che solo l'Iran e gli USA in quanto è evidente che prima o poi le elites USA e quelle Asiatiche legate alla Cina avranno motivo di confrontarsi per verificare il loro reale status di potere.

Nel frattempo però le aziende leaders dei vari paesi e le elites finanziarie cercheranno di accumulare più denari possibili per farsi trovare pronti al confronto a spese dei soliti noti che probabilmente poi verranno inebetiti ancora una volta dalle logiche nazionalistiche perchè servirà prima o poi carne da macello per risolvere le tensioni interne ed esterne ai vari paesi che stanno maturando in questi anni.

Probabilmente sono andato off topic e ho gureggiato un pò troppo ma anche questi argomenti hanno la loro importanza sui mercati finanziari.
 

Catullo

Forumer storico
gipa69 ha scritto:
Probabilmente sono andato off topic e ho gureggiato un pò troppo ma anche questi argomenti hanno la loro importanza sui mercati finanziari.

Assolutamente no e ti ringrazio per la tua risposta sempre competente e precisa.
Proprio perchè questi argomenti hanno una loro importanza vorrei chiederti un parere su quale influenza possano avere sui mercati nel medio periodo e sul rapporto €/$.
Mi rendo conto che le variabili sono tantissime e forse 3 o 4 libri non basterebbero a sviscerare l'argomento.
Ho la sensazione, però, che il toro americano non sia ancora stanco e che, dopo una fase di riflessione, potremo assistere ad una ripresa dei corsi azionari americani e ad un rafforzamento del dollaro.
Fase di rilfessione che, a quel punto, toccherà all'Europa.
Tutto questo, ripeto, nel medio periodo e prima che lo scenario che tu hai delineato abbia modificato gli equilibri attuali.
 

gipa69

collegio dei patafisici
Il dollaro contro euro da un punto di vista tecnico ha raggiunto il primo livello di resistenza posto intorno a 1,246 spot mentre se ne trova uno ancora più importante intorno a 1,26 che segnalerebbe l'inversione del dollaro che corrisponde a circa 86/86,5 di dollar index.

Personalmente ritengo che nella fase attuale sia più la componente finanziaria che detta i ritmi dei cambi piuttosto che le situazioni macro per cui le correlazioni in essere fino ad ora sono state:

tassi breve al rialzo, forza della valuta, sottoperformance del mercato azionario rispetto all'Msci World e viceversa.
Questo è successo perchè i principali driver della crescita degli indici sono stati i trader valutari sull'indebitamento delle valute con i tassi più bassi e l'acquisto delle valute con i tassi più alti ed in senso lato l'indebitamento con gli asset dal basso rendimento e l'acquisto degli asset dall'alto ritorno.
Essendo il dollaro attualmente la valuta di riferimento mondiale un suo rafforzamento non sarebbe per me un buon segnale per i mercati azionari mentre una sua ulteriore debolezza segnalerebbe la fine dei rialzi dei tassi USA e quindi la possibilità di ricostruire trader valutari profittevoli e permetterebbe la costruzione di ulteriore liquidità al sistema globale.
Per me quest'anno è possibile che dopo un prossimo minimo del dollaro esso ricominci a rafforzarsi e questo ciclo al rialzo dovrebbe essere quello conclusivo di questa fase e quello a cui corrisponderebbe una fase di debolezza dei mercati nel loro complesso, fase che si dovrebbe concludere nello spazio di 4/8 mesi prima del nuovo ciclo di liquidità.
Se partisse adesso la debolezza del dollaro la forza dell'economia rischierebbe di surriscaldare eccessivamente i prezzi almeno nella componente più legata all'andamento delle commodity con danni probabilmente più importanti alla situazione economica nel suo complesso.
Almeno al momento è questa la mia opinione.

Certamente se le commodity consolidassero pur in presenza della debolezza del dollaro allora le considerazioni potrebbero essere diverse.
 

feliceanima

Forumer attivo
Che influenza puo' avere l'aumento del costo del Denaro da parte della Banca Centrale Cinese su tutto il resto del mondo.
Scusatemi se sono andato off toipc
 

gipa69

collegio dei patafisici
Innanzitutto la reazione odierna al rialzo dei tassi Cinesi fa capire quale importanza rivesta ormai quel mercato per gli equilibri economici complessivi (e come scritto sopra anche politici..).

Le reazioni le vedremo anche perchè occorre pensare che il rialzo sebbene non previsto non è particolarmente elevato e questo potrebbe non sortire gli effetti voluti.
Anche il precedente ciclo di rialzi dei tassi finito a ottobre 2004 avrebbe dovuto rallentare gli investimenti fissi soprattutto in quei settori surriscaldati ma non ha sortito grossi effetti e ora siamo al medesimo punto.

Vi è di certo che le commodity stanno stornando così come i mercati azionari perchè un rallentamento Cinese avrebbe un impatto soprattutto sulle aziende esportatrici (e pensiamo che le esportazioni verso la Cina dalla Germania nel corso dell'ultimo anno sono cresciute moltissimo) e sul comsumo delle materie prime.

Questo rialzo sembra poi aver almeno in parte rafforzato lo Yen ma anche non aver indebolito il dollaro perchè un rallentamento dell'economia Cinese potrebbe portare ad una riduzione degli investimenti delle aziende USA in Cina.

Infine sui tassi la reazione non è ancora chiara perchè da una parte il rallentamento Cinese ridurrebbe l'acquisto di treasury e bond mondiali da parte di quel paese ma contemporaneamente il rallentamento dovrebbe ridurre le pressioni inflazionistiche derivanti dall'andamento delle commodity.


Vedremo.
 

Users who are viewing this thread

Alto