MI PIACE IL MARE D'INVERNO. LUI CI METTE LE ONDE, IO CI METTO I PENSIERI.

Statuto

Art. 1 - Denominazione, sede e durata
E' costituita la Fondazione GIMBE (GIMBE Foundation), d'ora in poi denominata Fondazione.
La Fondazione ha sede legale in Bologna in via Giovanni Amendola n. 2 e potrà istituire sedi operative, oltre che variare quella principale.
Lo spostamento della sede legale nell\'ambito del Comune di Bologna non comporta modifica del presente statuto.
La durata della Fondazione è a tempo indeterminato.
Art. 2 - Scopo
La Fondazione, che non ha fini di lucro, ha lo scopo di promuovere attività di formazione e ricerca in ambito sanitario finalizzate a:
  • consolidare la formazione continua dei professionisti sanitari come un processo di auto-apprendimento permanente (self-direct life-long learning);
  • migliorare la qualità metodologica, l'etica, l'integrità e il valore sociale della ricerca sanitaria;
  • favorire il trasferimento delle migliori evidenze scientifiche alla pratica professionale e all'organizzazione dei servizi sanitari;
  • promuovere la qualità dell'assistenza sanitaria, in termini di sicurezza, efficacia, appropriatezza, equità, coinvolgimento degli utenti, efficienza.
Le metodologie e gli strumenti cui fa riferimento la Fondazione per il raggiungimento dello scopo -
che costituiscono essenza dello scopo stesso in quanto oggetto delle attività di ricerca e formazione - sono:
  • Pratica professionale basata sulle evidenze - Evidence-based Practice (EBP), in tutte le varianti professionali:
  • Evidence-based Medicine (EBM), Evidence-based Nursing (EBN), Evidence-based Pharmacy (EB-Pharm), Evidence-based Physiotherapy (EB-Phys), etc.
  • Assistenza sanitaria basata sulle prove di efficacia - Evidence-based Health Care (EBHC).
  • Management sanitario basato sulle prove di efficacia - Evidence-based Health Management (EBHM).
  • Informazione sanitaria agli utenti basata su prove di efficacia - Evidence-based Patient Information.
  • Governo clinico - Clinical Governance.
  • Metodologia della ricerca - Research Methodology.
  • Educazione continua in medicina (ECM) - Continuing Medical Education (CME) e sviluppo professionale continuo in ambito sanitario - Continuing Professional Development (CPD).
Gli scopi della Fondazione, riconducibili esclusivamente ad attività di formazione e ricerca in ambito sanitario, non prevedono in nessuna forma l'erogazione di assistenza sanitaria.
Art. 3 - Attività
Per perseguire il proprio scopo la Fondazione, a mero titolo esemplificativo e non esaustivo, potrà:
  • organizzare conferenze, convention, workshop, corsi di alta formazione, master;
  • pianificare e condurre progetti di ricerca e di formazione;
  • coordinare gruppi di studio, di ricerca, di miglioramento continuo della qualità;
  • divulgare il proprio know-how e i risultati delle ricerche attraverso riviste, articoli, monografie, presenze a conferenze e manifestazioni di settore, media, software, supporti multimediali, internet;
  • creare e gestire biblioteche cartacee e digitali;
  • progettare, sviluppare e mantenere siti web;
  • sviluppare contenuti per la formazione a distanza (FAD) utilizzando vari supporti: riviste, CD-DVD, Internet, video, ecc;
  • istituire premi, borse di studio e contratti di ricerca;
  • raccogliere fondi da destinare alle attività che rientrano negli scopi della Fondazione;
  • collaborare con Istituzioni nazionali e internazionali di formazione, di ricerca e di politica sanitaria.
La Fondazione potrà inoltre:
  • acquisire immobili (acquisto, locazione, leasing, comodato) da utilizzare per gli scopi statutari e/o come sede delle attività previste dal presente Statuto;
  • acquistare beni mobili, impianti, attrezzature e materiali da utilizzare per l'espletamento delle attività istituzionali;
  • compiere operazioni bancarie, finanziarie, mobiliari e immobiliari e richiedere sovvenzioni, contributi e mutui;
  • investire eventuali proventi della propria attività nella realizzazione degli scopi statutari;
  • acquisire diritti d'autore e brevetti sulle opere dell'ingegno nei settori attinenti allo scopo e/o alle attività istituzionali di cui ai punti precedenti;
  • intraprendere qualsiasi altra attività idonea, anche indirettamente, al raggiungimento dello scopo istituzionale.
In definitiva, tutte le attività istituzionali della Fondazione saranno indirizzate verso due settori di pubblica utilità: ricerca scientifica e istruzione in ambito sanitario.
Art. 4 - Patrimonio
Per garantirne il funzionamento, la Fondazione dispone di un patrimonio costituito da:
  • dotazione iniziale;
  • beni mobili e immobili che perverranno alla Fondazione a qualsiasi titolo, compresi quelli dalla stessa acquistati secondo le norme del presente statuto e destinate a patrimonio;
  • contributi o elargizioni di persone fisiche o enti pubblici o privati, espressamente destinati a incrementare il patrimonio della Fondazione;
  • somme derivanti dai redditi non utilizzati e destinati a incrementare il patrimonio della Fondazione.
Art. 5 - Fondo di gestione
Al fine di perseguire lo scopo e realizzare le attività istituzionali, la Fondazione disporrà del fondo di gestione costituito da:
  • redditi derivanti dal proprio patrimonio, di cui all'art. 4;
  • ricavi derivati dalle attività istituzionali, accessorie strumentali e connesse, di cui all'art. 3;
  • contributi o donazioni di persone fisiche o enti pubblici o privati, non espressamente destinati all'incremento del patrimonio della Fondazione.
Art. 6 - Organi della Fondazione
Sono organi della Fondazione:
  • il Consiglio di Amministrazione;
  • il Presidente;
  • il Collegio dei Revisori o il Revisore dei Conti;
  • il Comitato Scientifico.
Art. 7 - Il Consiglio di Amministrazione
La Fondazione è amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da un minimo di tre a un massimo di cinque membri che durano in carica cinque anni.
I membri del consiglio di amministrazione sono per la prima volta nominati all'atto della costituzione della fondazione.
Quando uno dei membri del Consiglio di Amministrazione viene meno, per qualsiasi ragione, gli altri membri provvedono a sostituirlo.
Il Consiglio di Amministrazione è titolare di tutti i poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria che non siano riservati dalla legge o dal presente statuto ad altri organi.
In particolare spetta al Consiglio di Amministrazione, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
  • decidere gli indirizzi della Fondazione e programmarne le attività;
  • amministrare il patrimonio della Fondazione sia per la gestione delle entrate ordinarie e straordinarie,
  • sia per la ripartizione di tali rendite fra le diverse sezioni attraverso cui la Fondazione perseguirà i propri scopi;
  • approvare entro il mese di aprile il bilancio consuntivo dell'anno precedente;
  • deliberare l'assunzione di collaboratori, consulenti, dipendenti, borsisti, determinandone le relative retribuzioni;
  • chiedere contributi e finanziamenti agli Enti statali, provinciali, regionali e comunitari, in base alle norme e alle disposizioni di legge;
  • decidere l'accettazione di eredità, donazioni, lasciti, sussidi, contributi, elargizioni;
  • autorizzare la partecipazione della Fondazione a consorzi e altre strutture associative come Enti pubblici e privati, organismi e persone giuridiche in genere;
  • stipulare convenzioni con enti pubblici e privati ai fini del perseguimento delle attività istituzionali;
  • nominare i membri del Comitato Scientifico;
  • nominari i membri del Collegio dei Revisori o il Revisore dei Conti.
Il Consiglio di Amministrazione può delegare parte dei propri poteri al Presidente,
a uno dei membri del Consiglio di Amministrazione o a collaboratori interni della Fondazione, precisandone i limiti nell'atto di delega.
Per disciplinare lo svolgimento dell'attività della Fondazione, il Consiglio di Amministrazione può inoltre definire regolamenti, procedure e protocolli interni.
Il Consiglio di Amministrazione è convocato dal Presidente, almeno tre giorni prima della riunione, con lettera, fax o e-mail, indicante giorno, ora, luogo e ordine del giorno.
Il Consiglio di Amministrazione delibera con il voto favorevole della maggioranza dei suoi membri; in caso di parità prevale il voto del Presidente.
Il Consiglio di Amministrazione può deliberare le modifiche al presente statuto, da presentare all'approvazione dell'autorità tutoria, con il voto favorevole di tutti i suoi membri.
Ai membri del Consiglio di Amministrazione è riconosciuto un gettone di presenza ed è possibile riconoscere eventuali compensi a fronte del conferimento di specifici incarichi professionali.
Art. 8 - Il Presidente
Il Consiglio di Amministrazione elegge nel proprio seno il Presidente ed il vicepresidente della Fondazione.Il Presidente ed il vicepresidente durano in carica cinque anni e possono essere rieletti.
Il Presidente ha la legale rappresentanza della Fondazione di fronte ai terzi e in giudizio, convoca e presiede il Consiglio di Amministrazione e cura l'esecuzione delle deliberazioni assunte.
In caso di assenza o impedimento del Presidente, ne fa le veci il Vicepresidente.
Art. 9 - Il Comitato Scientifico
Il Comitato Scientifico, organo consultivo della Fondazione, è composto da nove a venticinque membri nominati dal consiglio di amministrazione che durano in carica tre anni e sono rieleggibili.
Il Comitato Scientifico è presieduto dal Presidente della Fondazione.
Il Comitato Scientifico si riunisce una volta l'anno e ogni qualvolta il Presidente lo ritenga necessario.
Il Comitato Scientifico ha funzioni consultive e propositive, relative alle attività culturali, di ricerca, didattiche e tecniche della Fondazione.
I pareri e le proposte del Comitato Scientifico non sono vincolanti per la Fondazione.
Il Comitato Scientifico delibera a maggioranza dei presenti, con la presenza di almeno tre membri.
Per i membri del Comitato Scientifico non è previsto alcun compenso, ad eccezione del rimborso delle spese sostenute.
Art. 10 - Il Collegio dei Revisori o il Revisore dei Conti
Il controllo amministrativo e contabile della Fondazione è affidato ad un Collegio di tre Revisori o ad un Revisore dei Conti.
Il Collegio dei Revisori o il Revisore dei Conti, è nominato dal Consiglio di Amministrazione ed è scelto tra professionisti iscritti nell'apposito Registro dei Revisori contabili.
Il Collegio dei Revisori o il Revisore dei Conti durano in carica tre anni, salvo scelta diversa fatta dal Consiglio di Amministrazione e possono essere riconfermati.
Art. 11 - Esercizio finanziario
L'esercizio finanziario della Fondazione inizia il 1° Gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno.
Gli eventuali avanzi delle gestioni annuali dovranno essere impiegati per il ripiano di eventuali perdite di gestione precedenti,
per lo sviluppo e il potenziamento delle attività della Fondazione, per l’acquisto di beni strumentali.
E' fatto divieto di distribuire, anche in modo indiretto, utili e avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita della fondazione,
salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte o consentite dalla legge.
Art. 12 - Estinzione
In caso di estinzione della Fondazione, da qualsiasi causa dipenda, vi è l'obbligo di devolvere il patrimonio residuo a organizzazioni senza scopo di lucro che operano in settori analoghi di attività.
Art. 13 - Norma di rinvio
Per quanto non previsto dal presente statuto, si rinvia agli artt. 14 e seguenti del Codice Civile e alle disposizioni di attuazione del Codice Civile in materia di Fondazioni.
 
Naturalmente non si trova in rete un bilancio della fondazione
oppure un documento che stabilisca chi sono i memebri del consiglio di amministrazione
e quali sono i loro compensi.


Organizzazione

Presidente
Decide gli indirizzi della Fondazione, ne programma le attività e amministra il patrimonio.
ha la legale rappresentanza dell’organizzazione, presiede il Consiglio di Amministrazione e cura l’esecuzione delle deliberazioni assunte.
Direzione Scientifica
Gestisce il know-how GIMBE per mantenere costantemente aggiornate le conoscenze scientifiche indispensabili alla progettazione didattica, all’attività editoriale, alla pianificazione della ricerca.
Comitato Scientifico
Ha funzioni consultive e propositive sulle attività di formazione e ricerca finalizzate al raggiungimento della mission istituzionale.
Vedi elenco componenti
Faculty
Rete multiprofessionale di docenti e collaboratori accreditati, attraverso cui GIMBE eroga le attività di formazione, di ricerca e di consulenza.
Vedi elenco docenti
Staff
Collaboratori dedicati alle attività organizzative, amministrative e informatiche della Fondazione.
 
A causa della restrizioni anti-coronavirus sono 17 mila le imprese che prevedono di chiudere per sempre i battenti.

A lanciare l’allarme è l‘Istat nel suo rapporto “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19″.

I numeri parlano chiaro, purtroppo.

Sono i danni delle misure imposte dal governo giallofucsia, tra lockdown invernale e chiusure successive,
fino ad arrivare alle fasce di rischio gialla, arancione, rossa.

Crollo del fatturato, ristori promessi e ancora mai arrivati per chi è costretto a tenere abbassate le saracinesche: l’economia è in ginocchio.


Nel corso della rilevazione Istat (23 ottobre-16 novembre), il 68,9% delle imprese ha dichiarato di essere in piena attività.

Il 23,9% di essere parzialmente aperta, ossia svolgendo la propria attività in condizioni limitate in termini di spazi, orari e accesso della clientela.

Il 7,2% ha invece dichiarato di essere chiuso.

Si tratta di circa 73 mila imprese, che pesano per il 4% dell’occupazione.

Di queste 55 mila prevedono di riaprire mentre 17 mila (pari all’1,7% delle imprese e allo 0,9% degli occupati) per colpa della crisi non prevedono una riapertura.



Nel dettaglio, l’85% delle unità produttive rimaste chiuse sono microimprese
e si concentrano nel settore dei servizi non commerciali (58 mila unità, pari al 12,5% del totale),
in cui è elevata anche la quota di aziende parzialmente aperte (35,2%).

Le attività sportive e di intrattenimento presentano la più alta incidenza di chiusura, seguite dai servizi alberghieri e ricettivi e dalle case da gioco.

Tutti settori colpiti duramente dai Dpcm di Conte.

Una quota significativa di imprese ora non operative si riscontra anche nel settore della ristorazione, vittima del coprifuoco
(circa 30 mila imprese di cui 5 mila non prevedono di riprendere), e in quello del commercio al dettaglio (7 mila imprese).

Il 28,3% degli esercizi al dettaglio chiusi non prevede di riaprire
rispetto all’11,3% delle strutture ricettive,
al 14,6% delle attività sportive e di intrattenimento
e al 17,3% delle imprese di servizi di ristorazione non operative.


Più in generale, il 32,4% (con il 21,1% di occupati) segnala rischi operativi e di sostenibilità della propria attività
e il 37,5% ha richiesto il sostegno pubblico per liquidità e credito, ottenendolo nell’80% dei casi.

Altro dato, quest’ultimo, che desta preoccupazione.

Male anche il fatturato, ovviamente.

In calo per il 68,4% delle imprese.


Ed il quadro non migliorerà, visto che 6 imprese su 10 prevedono un calo del fatturato anche tra dicembre e febbraio.
 
Ci piacerebbe, quantomeno, sapere come siano andate realmente le vicende.

Siamo stanchi di sentire fandonie su fandonie e di dover smontare le invenzioni che ci sono state raccontate.


Dall’inizio della pandemia troppi fatti sono stati occultati, troppe ‘responsabilità rese fantasma’,

troppe le figure che hanno giocato a fare lo scarica barile.

Eppure gli errori sono stati commessi, eppure nessuno ne ha pagato le conseguenze se non gli onesti cittadini.

Le terapie intensive al collasso, l’economia bloccata e le famiglie sempre più povere.


E già. La verità non è quella che vogliono raccontare (con toni accusatori) che ritraggono le piazze italiane stracolme di gente,

la verità è anche quella che non raccontano: il governo sta fallendo in tutti i suoi compiti di responsabilità mentre l’Italia si impoverisce.



Lo scorso 22 gennaio, stando ai comunicati stampa ufficiali dell’Esecutivo,
sembrava che il governo si fosse circondato di una marea di esperti per prendere le decisioni e stabilire procedure in merito alla situazione pandemica.
Si parlava di una task force ad hoc, operativa 24 ore su 24 e formata dai massimi esperti.


Ma nemmeno in questo sembra che ci sia stata trasparenza.


Negli stessi documenti – fa notare la Verità- è possibile leggere:

“Nella prima riunione è stato verificato che le strutture sanitarie competenti sono adeguatamente allertate a fronteggiare la situazione
in strettissimo contatto con l’Organizzazione mondiale della sanità e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie”.


Ma di quale Task Force?

Una Task Force fantasma che formalmente non esiste, ritiene la Verità.


“Non è stato messo a verbale nulla sulle riunioni”.

Nulla risulta nero su bianco.

“Tutto è stato secretato”, si legge sul sito Affari italiani da cui riprendiamo la notizia.


Tanto che “il Ministero” ha dovuto chiarire e “far sapere che la task force era solo un’organizzazione informale
e che quindi tutta questa struttura in realtà era solo un nutrito gruppo di consulenti di Speranza”.
 
La BW Rhine, una nave cisterna che trasporta benzina, battente bandiera di Singapore,
ha visto una forte esplosione a bordo lunedì scorso dopo essere stata colpita da “una elemento esterno”,
ha detto Haifna, una societa di navi cisterna del gruppo BW che possiede e gestisce la nave.

Si tratta del secondo attacco ad una nave cisterna in tre settimane.


BW Rhine è stato “colpito da un elemento esterno mentre scaricava intorno alle 00:40 ora locale del 14 dicembre 2020”,
ha detto AP News, citando una dichiarazione di Haifna, “causando un’esplosione e conseguente incendio a bordo”.


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L’incidente è avvenuto al largo della città portuale dell’Arabia Saudita di Jeddah.


Al momento dell’incidente, la nave trasportava più di 60.000 tonnellate di benzina da una raffineria di Aramco a Yanbu.


Haifna ha confermato che l’esplosione ha causato un incendio a bordo della nave.
È stato riferito che tutti i 22 marinai hanno evacuato la nave senza lesioni e ore dopo i vigili del fuoco hanno spento l’incendio.


“Il comandante ha immediatamente interrotto tutte le operazioni di scarico e ha adottato le procedure di emergenza a bordo.”


L’armatore ha inoltre affermato che “è possibile che del petrolio sia fuoriuscito dalla nave,
ma ciò non è stato confermato e la strumentazione attualmente indica che i livelli del petrolio a bordo sono allo stesso livello di prima dell’incidente”.


È noto che i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran dello Yemen dispieghino mine marine nelle acque del Mar Rosso.
L’area è una zona di transito critica per la spedizione globale e i prodotti energetici.


Finora nessuno ha rivendicato l’attacco.


La Repubblica islamica dell’Iran è stata immediatamente sospettata di essere lo sponsor segreto
di tali attacchi dirompenti alle operazioni di transito del petrolio nell’area del Golfo e del Mar Rosso .

Ciò è in parte dovuto al fatto che la élite del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC)
ha recentemente promesso una guerriglia marittima nel caso di una minaccia all’esportazione di greggio iraniano.


La società di sicurezza marittima Dryad Global ha affermato che se gli Houthi fossero dietro l’attacco,
“rappresenterebbe un cambiamento fondamentale sia nelle capacità di targeting sia nelle intenzioni di attacco”. .


I futures sul Brent sono leggermente cresciuti, mantenendo il livello critico di 50 dollari al barile dopo l’incidente.



L’incidente arriva anche quando le tensioni tra Stati Uniti e Iran sono aumentate vertiginosamente nelle ultime settimane.
All’inizio di questo mese, il principale scienziato nucleare di Teheran è stato ucciso in un attacco sospettato di essere stato condotto da Israele.

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