Michele Zaza

... tornando alla fotografia
"Il paradosso della fotografia di Michele Zaza"
scritto da Germano Celant

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Fondation Volume ! : "Passages" (group show)
MAMC, Saint-Étienn

Les ressources en ligne du Musée d'art moderne et contemporain de Saint-Étienne Métropole

"Dal pavimento distrutto durante il primo intervento di Alfredo Pirri, alla caotica invasione di colore di Thomas Lange... Emblematiche sono l’iconica donna incinta protagonista dell’opera di Kounellis, le stanze dipinte di Gianni Dessì, i lavori alchemici di Gilberto Zorio, i segni scultorei di Nunzio e Bizhan Bassiri e quelli luminosi di Francois Morellet. E ancora le esperienze di Pizzi Cannella, Mimmo Paladino, Gregorio Botta, Arcangelo, Giuseppe Gallo, HH Lim, Bruno Ceccobelli, Marco Gastini, Michele Zaza, Elvio Chiricozzi, Giuseppe Maraniello, Balka e Pirri, o la distruzione operata da Pedro Cabrita Reis, i lavori sul tempo e la memoria di Christian Boltanski e Fabio Mauri, l’auto bruciata di Costa Vece, la riflessione sulla censura di Carlos Garaicoa e Gianfranco Baruchello, l’ambiente domestico di Flavio Favelli, il Tempio di Jimmie Durham, e anche lo studio dello spazio come corpo vivo di Jaume Plensa e Sissi. La libertà è inoltre sottolineata dalla grande differenza tra i lavori, dalla cannuccia nel muro di Olaf Nicolai, al tunnel di Rui Chafes, dalle piccole colonne di Michele De Lucchi, alle torri di Valery Koshlyakov, fino alle esperienze performative di Santiago Sierra e Regina Josè Galindo"

Zaza  MAMC, Saint-Étienn.jpg
 
piccolo contributo ripreso da altri lidi

testo di Michele Zaza
".... la fotografia è il tempo di un momento della nostra esistenza. Il mio lavoro stimola il fruitore a leggere una dimensione psichica dello spazio e della presenza umana. La rappresentzione non è la mimesi del già visto, ma del pensato. La fotografia ha un ruolo strumentale. Essa è un mezzo efficace e fedele per visualizzare le mie domande sull'esistenza umana. E' un reportage dei miei pensieri e della mia rivolta personale."
 

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