Monte Paschi SI (BMPS) MORELLI Mps e massoneria

ROMA (Reuters) - L'aumento di capitale che tra due o tre mesi banca Mps dovrà effettivamente fare, rispetto alla richiesta della Bce di 8,8 miliardi, dipenderà dal nuovo piano industriale che presenterà la banca e da come gestirà le sue sofferenze. Ma anche dalle spiegazioni che il governo italiano si attende di ricevere da Bce e Commissione europea su come è stato calcolato il fabbisogno di capitale.

Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in una lunga intervista a Il Sole 24 Ore.

Mps ha chiesto l'intervento di ricapitalizzazione precauzionale dello Stato dopo aver fallito un aumento di 5 miliardi sul mercato. Bce ha detto alla banca che ora ha uno shortfall di capitale da 8,8 miliardi. Lo Stato può nazionalizzare Mps solo dopo aver convertito forzosamente in azioni i 4,2 miliardi di obbligazioni subordinate, di cui circa 2 miliardi in mano al retail. Un decreto del governo varato prima di Natale prevede che questi obbligazionisti retail siano tutelati e che alla fine possano cedere le loro azioni convertite al Tesoro. In quel caso lo Stato investirebbe circa 6,5 miliardi salendo al 70% circa della banca.


"Qualche informazione in più sui criteri con cui si è arrivati alla decisione di chiedere un aumento di capitale di 8,8 miliardi a Mps sarebbe stata non dico gentile, ma utile", ha detto il ministro riferendosi alla decisione del board della vigilanza della Bce votata "a maggioranza e non all'unanimità".

"La mancanza di informazioni si traduce in opacità e le cose opache inducono a interpretazioni quasi sempre sbagliate".

Ora, dice il ministro, la richiesta di aumentare il capitale di 8,8 miliardi porterebbe ad una banca "ipercapitalizzata", cioè molto solida per la stabilità ma non altrettanto per la sua efficienza nella gestione del capitale.

Per questo Padoan ha detto che occorre avere da Commissione Europea e Bce "informazioni integrative". In modo che "l'aumento di capitale considerato effettivamente necessario" sarà il risultato del confronto con le autorità sul nuovo piano, anche "per esempio sulle modalità di gestione dei crediti in sofferenza". In questo nuovo piano non è per il momento previsto un ruolo di Atlante, che nel piano di mercato di Mps avrebbe comprato e cartolarizzato gran parte delle sofferenze.

"E' un soggetto privato, deciderà dove allocare le risorse non impegnate in questa operazione", ha detto Padoan.

A gestire la banca, ha detto il ministro e in prospettiva azionista di assoluto controllo di Siena, resterà l'AD Marco Morelli anche se "ci sarà una valutazione anche sulla composizione del consiglio". La Banca non verrà delistata dalla Borsa e, dice Padoan, c'è l'auspicio che possa essere riammessa presto agli scambi, finora sospesi per decisione Consob per le incertezze sullo scenario dell'istituto.

Non è chiaro quanto lo Stato resterà azionista, dopo una ricapitalizzazione che per legge è temporanea. "I tempi saranno quelli tecnici dettati dalla implementazione del piano industriale. Mps dovrà ridefinire le proprie priorità e per ora non è possibile dare un orizzonte temporale preciso", dice il ministro.

COMPENSAZIONE RETAIL CONDIVISA CON UE

Il governo ha varato un meccanismo con cui intende tutelare gli obbligazionisti subordinati retail, circa 40.000, che hanno il titolo in scadenza nel 2018. Questo schema, dice Padoan, è stato disegnato in accordo con la direzione concorrenza della Commissione europea. "C'è stato un lavoro di confronto nel dettaglio, e quanto scritto è frutto di questa condivisione".

Il ministro ha chiarito che la compensazione riguarda la sola emissione 2008-2018 che aveva un taglio minimo da retail. "C'è un'emissione 2008 di titoli che sono stati acquistati da investitori retail, con il sospetto di una allocazione impropria", ha detto Padoan. Tutti i possessori di questo titolo potranno scambiarlo con altrettante obbligazioni ordinarie, dando indietro le azioni della conversione forzosa che prenderà il Tesoro.

In questo caso se quel titolo è stato acquistato sul secondario anche da investitori istituzionali, il beneficio andrà anche a questi. "Non si può escludere che in linea di principio qualcuno possa trarne vantaggio, ma è altrettanto evidente che di fronte alla possibile prospettiva di 40.000 cause individuali il rischio di soccombere è così alto che il meccanismo minimizza gli effetti negativi".
 
rancoforte è sorpresa per l’attacco: “Il costo per lo Stato dipende dal piano”
La Banca centrale: l’intervento per Montepaschi può essere meno di 8,8 miliardi

Ultima modifica il 30/12/2016 alle ore 15:17
alessandro barbera

Non è detto che il governo sarà tenuto a mettere insieme 8,8 miliardi per ricapitalizzare il Monte dei Paschi. «Tutto dipenderà dal nuovo piano industriale». Ai piani alti del grattacielo della Banca centrale di Francoforte si mostrano sorpresi per l’attacco a freddo del governo al lavoro fin qui fatto. Non è la prima volta che fra vigilanza europea, banche e governi nazionali si creano situazioni di imbarazzo a proposito di questo o quella decisione. Come nella più classica eterogenesi dei fini, la linea di comunicazione imposta dall’inflessibile presidente francese Danielle Nouy ottiene l’obiettivo opposto di quel che sulla carta si prefigge: appare opaca e parziale. «L’autorità dialoga e comunica con le banche, tutte grandi società quotate in competizione fra loro», spiega una fonte dell’istituzione che chiede di non essere citata e sottolinea così la delicatezza delle decisioni. La polemica sul no alla proroga del termine per l’aumento di capitale Mps è vecchia solo di pochi giorni: poiché la Bce lascia che siano i soggetti vigilati a decidere se e come comunicare i suoi provvedimenti, non ha il controllo su come le informazioni circolano all’esterno. Dentro all’istituzione c’è un dibattito aperto: colui che siede nel Consiglio di vigilanza per volontà dei vertici Bce, l’italiano Ignazio Angeloni, ha più volte indicato l’esigenza di una maggiore trasparenza. Questa volta il caso è diverso, perché la lettera che impone di alzare da 5 a 8,8 miliardi il costo del salvataggio Mps è stata recapitata anzitutto al Tesoro e alla Commissione europea: qui il difetto di comunicazione è più nella sostanza che nella forma, e in parte causato da regole nuove persino per chi le deve applicare.

La lettera scritta al Tesoro è prevista dalla direttiva «Brrd», quella che dal primo gennaio di quest’anno regola l’intervento pubblico nel capitale delle banche. La norma - che alla Bce ammettono essere «un po’ ambigua» - non impone di indicare la cifra minima per l’aumento di capitale, bensì «un ammontare indicativo» calcolato sull’esito dell’ultimo stress test. In sintesi: poiché il tentativo di ricapitalizzazione privato è saltato, e poiché con esso è venuto meno il piano industriale che lo sosteneva, si riparte da zero. Da Francoforte spiegano che l’ammontare di 8,8 miliardi è quanto considerato prudenzialmente necessario ad una banca con una zavorra di dieci miliardi di crediti deteriorati, e per salvare la quale il governo ha deciso di riacquistare due miliardi di azioni frutto della conversione forzosa degli obbligazionisti subordinati.

Ma ciò non toglie che nel frattempo un nuovo piano industriale cambi i presupposti del salvataggio, ad esempio con un taglio netto di quei crediti deteriorati attraverso l’istituzione di quella «bad bank» pubblica sulla quale l’Italia tratta da anni con Bruxelles. Tutto questo la lettera della vigilanza al Tesoro non lo scrive, e in parte spiega l’equivoco. Anche se - fanno notare dalla Bce - in questo caso dovrebbe essere d’aiuto anche il confronto con l’autorità nazionale che siede nel Consiglio di vigilanza, ovvero la Banca d’Italia nella persona di Fabio Panetta.

La macchina europea è un animale a più teste, complesso abbastanza per alimentare i peggiori pregiudizi: a rendere difficile l’applicazione delle regole c’è anche l’attivismo della Commissione la quale - nella lunga attesa che ha preceduto l’avvio della vigilanza comunitaria - ha preso gusto a intervenire in questioni non propriamente di sua competenza come il controllo sulle banche.

Per stabilire l’ammontare dell’aumento pubblico Mps, il Tesoro dovrà mettere d’accordo Francoforte e Bruxelles insieme.
E tutto questo si dovrà intrecciare con il complesso puzzle del salvataggio delle altre banche in bilico. La lettera Bce è solo l’antipasto di una lunga trattativa.



Twitter @alexbarbera
 
MPS e ITALIAN BANKS: PROCESSO DI NORIMBERGA!
Scritto il 30 dicembre 2016 alle 09:50 da icebergfinanza
Oggi i riflettori sono tutti puntati sulle vicende del Monte dei Pasci di Siena, ma è davvero incredibile come ad esempio, si siano abbassati in fretta i riflettori sull’impressionate sottrazione e distruzione di ricchezza, patrimoni e risparmi avvenuta in Veneto, ad opera delle due principali banche del territorio, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca le cui vicende abbiamo narrato durante il 2016.

A noi che seguiamo in diretta dal lontano 2007, ogni fase di questa tempesta perfetta, ancora oggi riesce difficile digerire che a parte qualche pedina secondaria, tutti i principali pezzi siano ancora sullo scacchiere, che pochissimi banchieri, politici e finanzieri siano perlomeno finiti in carcere per la più colossale truffa e sterminio di massa della storia dell’economia e della finanza mondiale, come abbiamo scritto l’altro giorno 12.000.000.000.000 miliardi di euro e dollari visto che ormai siamo quasi vicini alla parità.

Questi criminali di guerra finanziaria, perchè in realtà questo sono, un pugno di avidi psicopatici che hanno distrutto l’economia reale e la vita di milioni di persone, sono ancora oggi a piede libero, non uno solo ha pagato a parte la carriera per le sue responsabilità, politici, economisti e accademici conniventi compresi. Pioggia di milioni sui banchieri di Wall Street

Consiglio vivamente a tutti coloro che sono saliti a bordo solo da poco di rileggersi una delle pietre miliari di questo nostro viaggio:
CRISI FINANZIARIA: PSICOPATICI IN AZIONE!

Eppure dopo la Grande Depressione del ’29 Ferdinand Pecora un nostro connazionale riporto fiducia con una commissione di inchiesta che portò all’importante legge bancaria Glass-Steagall Act spazzata via da un ignorante Bill Clinton alla fine del secolo scorso dando origine alla più incredibile truffa della storia finanziaria americana, la crisi subprime.

Viene da sorridere a pensare all’ignoranza della classe dirigente del Partito Democratico quando elogia personaggi come i Clinton, da sorridere se si pensa che la stessa classe dirigente è la principale responsabile del dissesto della banca più antica ancora in circolazione, il Monte dei Pasci di Siena.

Time gli dedicò la copertina nel giugno del 1933, ma il vero successo di Pecora non si misura solamente nelle confessioni del gotha della finanza. Le sue inchieste, infatti, avevano galvanizzato l’opinione pubblica, svelato un mondo di cui gli americani non erano a conoscenza e creato il clima necessario per l’approvazione delle riforme del Securities Act del 1933, uno dei cardini legislativi del mercato azionario americano.

Ad oggi nessuna commissione di inchiesta ha ancora costretto qualche banchiere o politico ad ammettere le sue responsabilità sulla crisi e sul dissesto dell’economia reale, nessuno ha veramente pagato, visto che chi è stato allontanato si è portato via milioni e milioni di dollari o euro.

La “Financial Crisis Inquiry Commission” la commissione d’inchiesta che ha indagato sulle cause della crisi economico-finanziaria scoppiata nel settembre del 2008, il cui rapporto in Italia è stato poco pubblicizzato, ha sinteticamente concluso che la crisi non era altro che il risultato di “sconsiderate azioni umane e che potrebbero ripetersi se non si riesce a imparare dalla storia ”.

Non era imprevedibile come vi fanno credere dotti, medici e sapienti, loro si tra i maggiori responsabili di questa crisi, credetemi, non esiste nulla come nel capitalismo, turboliberismo odierno in grado di dissimulare le proprie responsabilità, come fanno gli psicopatici, la finanza sembra essere immune dalla giustizia, forse perchè la giustizia viene pagata per non arrivare alle giuste conclusioni.


La parola d’ordine imperante era il laissez faire, come ora, più di ieri, che ha fatto presto a trasformarsi in azzardo morale a tutti i livelli. Oggi non è cambiato nulla, banche e banchieri speculativi continuano a fare il bello e cattivo tempo, minacciando e prendendo in ostaggio le vite delle persone, nulla è cambiato.


Oggi i maggiori responsabili di questa crisi, i politici, sono tutti li che vi dicono cosa fare per uscire dalla stessa crisi da loro creata, le stesse facce, li stessi criminali che non finiranno mai sui banconi di una commissione di inchiesta, di un eventuale processo di Norimberga.

Per fortuna oggi non siamo più soli noi dell’informazione indipendente a raccontarvi queste cose, i nomi e cognomi ve li abbiamo fatti all’inizio della settimana su MPS, ma ce ne sono a non finire, per tutte le altre storie di ordinaria follia finanziaria, l’ultima è quella della Banca d’Italia che impone, minaccia a CariFerrara di mandare a casa almeno la metà dei suoi attuali dipendenti, diversamente verrà messa in liquidazione, come se il problema fossero sempre e solo i normali dipendenti e non gli pscicopatici che hanno amministrato il fallimento delle banche italiane e la vigilanza che ha fatto finta di non vedere, …

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Mps: nomi e cognomi, la lista dei volenterosi carnefici della banca


Ecco, Mps è stato distrutto da quelli che si ritengono infallibili e danno sempre la stessa spiegazione: “Io so’ io, e vvoi nun zete un cazzo”.



Si in questo Paese sono in molti che non rispondono mai di nulla, coperti dall’immunità siedono in Parlamento, amministrano aziende, banche e cosi via. Per fortuna non tutti sono così una piccola parte sana in questo Paese resta, ma è silente, colpevolmente silente, se ne resta in disparte.


Loro, i responsabili, vi diranno che si tratta di dinamiche economico/finanziarie, tirano fuori qotidianamente Keynes o Fridman per spiegarvi la crisi, per prendervi per il culo! Funziona così bellezza, che ci vuoi fare, loro sono bravi a dissimulare, hanno pure la Cassazione che si è inventata il licenziamento per minor profitto come abbiamo visto.

Noi queste cose ve le raccontiamo, possiamo solo dare una mano alla consapevolezza, poi tocca a Voi cercare di cambiare il modello fallito di questo sistema che ancora oggi è formato da pericolosi psicopatici che cercano disperatamente di protrarre il più a lungo possibile il loro fallimento, che in realtà è il loro successo personale, più la crisi dura e più loro sono contenti e fanno soldi.

MPS e ITALIAN BANKS: PROCESSO DI NORIMBERGA! | icebergfinanza
 
Banche: Fabi, bene Patuelli su lista nomi debitori insolventi

ROMA (MF-DJ)--"Riteniamo di grande utilità e di grande trasparenza l'iniziativa del Presidente dell'Abi Patuelli, che chiede una legge per rendere pubblici i nomi dei debitori insolventi nelle banche oggetto di salvataggio statale".

Lo dichiara in una nota il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, aggiungendo che "sarà utile poi accertare eventuali collegamenti tra i grandi debitori e i vertici degli istituti bancari falliti o in crisi e tutte le raccomandazioni provenienti dalla politica locale e nazionale che hanno reso possibile la concessione di crediti a questi soggetti".

"Da anni -ha proseguito Sileoni- la Fabi ha evidenziato che il 78% dei prestiti trasformatisi in sofferenze (186.729 miliardi a settembre 2016, vedi tabella allegata) sono stati deliberati dai vertici degli istituti di credito, ossia dalle direzioni generali, dai consigli di amministrazione e dai consigli di gestione. In molti casi, soprattutto nelle banche attualmente in difficoltà, si tratta di veri e propri crediti deteriorati frutto di prestiti agli "amici degli amici", che vengono poi scaricati, nei piani industriali, sui lavoratori in termini di recupero dei costi e di riduzione ed esuberi del personale".

Secondo il sindacalista, "più che una commissione d'inchiesta sul settore bancario, servirebbe una commissione d'inchiesta, costituita da personaggi super partes, per verificare e approfondire come vengono sistematicamente compiute le scelte per le nomine nei consigli di amministrazione e di gestione degli istituti di credito".

(END) Dow Jones Newswires
 

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