MORIREMO SENZA SAPERE QUANDO FINISCE L'OFFERTA LIMITATA DI POLTRONE E SOFA'

Adesso vediamo se trovo i compensi .......

Roma, 12 ottobre 2018.
L'assemblea degli azionisti del Gestore dei Servizi Energetici, società del Ministero dell'Economia e delle Finanze
che ricopre un ruolo centrale nella promozione e nel monitoraggio dello sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica in Italia,
si è riunita oggi per procedere alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione.

L'azionista ha nominato Presidente Francesco Vetrò
e consiglieri Roberto Moneta e Laura Bajardelli.

L'azionista ha poi invitato il nuovo CdA a conferire l'incarico di Amministratore delegato a Roberto Moneta.

Vetrò, 50 anni, Professore e Avvocato, è Presidente del comitato di gestione della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA);
Moneta, 61 anni, laureato in ingegneria, ha una lunga esperienza nel settore energetico e attualmente è Responsabile dell'Unità tecnica Efficienza Energetica dell'ENEA,
mentre la dottoressa Laura Bajardelli è esperta di Welfare aziendale e Terzo Settore.

L'Azionista unico ha nominato anche nuovo sindaco effettivo la dottoressa Cinzia Simeone.

Nel corso dell'assemblea il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha ringraziato Francesco Sperandini e il Consiglio uscente per il lavoro svolto nell'ultimo triennio.

Il Consiglio di Amministrazione nominato oggi resterà in carica fino all'approvazione del bilancio dell'esercizio 2020.
 
ahahahahahahahahahahahahahahahahah

(*)La pubblicazione dei dati relativi ai compensi è sospesa in applicazione di quanto disposto dalla delibera ANAC n. 382 del 12 aprile 2017

(**) La pubblicazione è sospesa ai sensi del Comunicato del Presidente dell'ANAC del 7 marzo 2018

Pagina in aggiornamento
 
DIRIGENTI IN STRUTTURA AL 01/07/2017:
Retribuzione Totale 2016(Parte fissa più
variabile, al lordo delle ritenute di legge
e di contratto)
Anserini Giorgio
238.189,19
Azzaro Giovanni Paolo
Barachini Flaminia
Barberis Luca
220.000,05
Colacicchi Guido
161.713,81
Del Buono Emanuele
109.000,11
Fracassi Liliana
136.800,01
Massari Antonella
103.000,11
Negri Antonio Nicola
127.000,00
Niglio Gennaro
198.356,98
Punzo Attilio
99.700,11
Susanna Gabriele
93.000,12
Tappi Rosaria
144.000,01
Tomada Fabrizio
140.000,01
Vigilante Vinicio Mosè
238.567,29
 
DIRIGENTI IN POSIZIONE DI
DISTACCO/ASPETTATIVA/ALTRI INCARICHI:
Retribuzione Totale 2016(Parte fissa più
variabile, al lordo delle ritenute di legge
e di contratto)
Cataldi Lino
115.200,04
Barra Luciano
105.000,09
 
grazie a Val che è sempre sull'onda e ci aggiorna a 360°
sana invidia per le foto e le imprese della padrona di casa
buon tutto
gianfri
 
2 dementi decerebrati hanno festeggiato il compleanno di lui in un supermarket.
Povera italia. Come siamo ridotti male.
E di sono altri milioni di decerebrati che li seguono.......calci in kulo gli darei.
E mandarli a lavorare in fabbrica oppure a fare il muratore.

Fedez ha disattivato il suo account Instagram seguito da 7 milioni di follower, ma solo per un'ora.

La scelta, secondo molti, è stata presa dopo le polemiche sulla festa di compleanno "sprecona" al supermercato.
Nel pomeriggio il profilo è stato iraggiungibile per poi tornare attivo dopo circa un'ora.

E sui social, gli utenti si sono scatenati di nuovo dopo i post agguerriti della notte e in mattinata.

C'è chi sostiene che il black out su Instagram fosse solo una mossa pubblicitaria e chi ironizza scrivendo:
"Si è cancellato, ma poi si è ricordato di avere un singolo in uscita a breve"

E c'è anche chi, come l'Unione Nazionale Consumatori annuncia che farà un esposto all'Antitrust,
perché- spiega il presidente, Massimiliano Dona - "va sempre resa chiaramente riconoscibile la finalità promozionale,
ove sussista, dei contenuti diffusi sui social media".

Le polemiche sono iniziate dopo le storie pubblicate da Fedez sulla festa di compleanno a sorpresa
organizzata dalla moglie Chiara Ferragni in un supermercato milanese, per i suoi 29 anni.
L'accordo era che gli invitati avrebbero potuto prendere qualsiasi cosa.
Le immagini del party, tra i carrelli pieni di prodotti alimentari e balli tra frutta e verdura,
hanno scatenato violente polemiche sui social network.
Molti utenti hanno criticato la scelta della location e lo spreco di cibo.

L’ammissione di Fedez («L’unica storia di spreco che avete visto è la mia. Ho lanciato una foglia di lattuga»)
è piuttosto ottimistica, visto che nel giro di poche ore sono spuntati sul web gli screenshot indignati
di improbabili danze burlesque con peperoni, «accoppiamenti bio» con cespi di insalata,
partite di pallamano con panettoni, sigarette consumate internamente e spese fatte col carrello.
Nel senso che la persona a fare la spesa si trovava, nel carrello.

La liturgia genetliaca viene trasmessa in diretta su Instagram dai due sposi
e si trasforma ovviamente in un programma di prima serata (22 milioni di spettatori in due).
Partono le polemiche. «Non si spreca il cibo», «C’è la gente che muore di fame», e così via. .

Ancora nei pressi del reparto sottaceti, Fedez annusa la tempesta in arrivo tramite cellulare.
Da ottimo comunicatore attentissimo alla sua credibilità corre ai ripari. Cioè, al cellulare.
Si apparta con Chiara, chiede consiglio alla fidata madre e manager Tatiana e lancia il messaggio di scuse a social unificati:
«Mi sono fatto prendere dall’euforia, non volevamo esprimere opulenza, spero che capiate». Non capiscono mica tanto.
E a nulla valgono neppure gli interventi tardivi di rimozione dalla rete dei video più orgiastici
da parte di amici e collaboratori della coppia.

La polemica si trascina e sia il rapper che l’influencer si giocano la carta della beneficenza:
«Mi è stato detto da chi ha organizzato la festa, quindi mia madre e Chiara, che della spesa
e del cibo verrà donato ai più bisognosi domani», assicura Fedez.
«Avevamo previsto di fare una grossa spesa il giorno dopo da donare in beneficenza», aggiunge Chiara.
Che poi fa mea culpa: «Probabilmente la location non è stata la scelta migliore perché ci sono stati episodi di goliardia.
In questo contesto, però, gesti che in qualsiasi party sono normali e accettati, sono stati visti da molti come ostentazione di ricchezza e perdita di vista dei valori».
 
Anche ai piani più alti però non scherzano ........

Mentre noi iniziamo il nostro (finto) viaggio dalla Somalia all’Europa un gruppo di migranti (veri) percorre la salita che porta alla piccola frazione di Roccalanzona.

Alcuni conducono la bicicletta a mano, altri a petto nudo camminano e ci osservano disorientati.
Noi siamo richiedenti asilo per gioco, loro davvero.
E chissà cosa avrebbero detto se avessero saputo che quel gruppetto di ragazzi con lo zaino in spalla,
tutti tra i 18 e i 30 anni, stava scimmiottando il loro lungo viaggio che dall’Africa li ha portati in provincia di Parma.

Provate ad immaginare la scena.
Mentre sfilo di fianco all'immigrato indosso una specie chador in testa.
Sono una donna (nonostante la mia genetica dica l’opposto), ho 35 anni e fuggo dalla Somalia.
Siamo profughi, sono un profugo.

O almeno questo è il ruolo che mi è stato assegnato in questo "gioco del migrante",
attività pensata dalla Croce Rossa per far immedesimare i partecipanti nelle vesti dei richiedenti asilo.

Il motivo? Sempre il solito ritornello. "Il gioco di ruolo Youth On The Run - si legge nel sito -
è stato ideato nei primi anni '90 dall'insegnante danese Steen Cnops Rasmussen,
preoccupato dai sentimenti di intolleranza e razzismo dei propri studenti nei confronti di rifugiati e persone migranti".

E ovviamente, visto che anche "l’Italia ha bisogno di combattere il razzismo", la CRI ha ben pensato di importalo pure nel Belpaese.
Come a esorcizzare l'eterno senso di colpa occidentale.

Noi il gioco lo abbiamo provato dal vivo, ci siamo immedesimati nel personaggio e siamo stati alle regole.
A conti fatti risulta in parte realistico (anche se di somali in Italia ne arrivano pochi), ma molti passaggi appaiono esagerati.
Soprattutto sull'attesa per la verifica della domanda di asilo, sulle battute razziste degli agenti italiani
e sui migranti messi faccia al muro dala polizia nostrana. Fatto mai visto.

Non possiamo aggiungere altro perché la Croce Rossa, così come agli altri partecipanti,
ci ha fatto firmare un "contratto di riservatezza" nel "rispetto dell'attività che è coperta da copyright in quanto marchio riservato".

Sta bene.
 

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