Mps: "Converto a patto che..." (23 lettori)

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
ricordo che oggi:

"Nella giornata di lunedì si farà il punto in un cda convocato a Siena(ieri..), il resto si conoscerà giovedì in assemblea"

e che potrebbero trapelare nformazioni atte a quanto sopra esposto e reiterato.
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Etruria un anno dopo: un conto aperto

Dal loro salvataggio è trascorso un anno, ma Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara continuano a rivelarsi un campo minato per l'intero sistema del credito italiano.

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Non solo, la sorte ha voluto che il Supervisory board della Bce vagli il piano d'acquisto avanzato da Ubi, unica pretendente, il 24 novembre. Lo stesso giorno in cui i soci del Monte Paschi saranno chiamati a votare la ricapitalizzazione più delicata della storia: se qualcosa andasse storto - ha detto il board di Siena - si andrebbe verso il precipizio del bail-in.

Difficile pensare a 365 giorni di distanza - il governo ha scritto il decreto «Salvabanche» (nottetempo) la penultima domenica di novembre 2015 - una situazione più complessa per Etruria & C dopo che la risoluzione ha spazzato via le azioni e il denaro di 12.459 clienti che ne avevano sottoscritto i bond subordinati per un totale 431 milioni. Senza contare che anche Consob ha puntato il dito contro gli ex vertici di Etruria per le modalità di vendita delle obbligazioni: 35 le persone coinvolte, che rischiano fino a 250mila euro di multa.

La promessa implicita dell'esecutivo di Matteo Renzi era che tutto sarebbe invece tornato sotto controllo: da un lato le 4 good bank «ripulite» e quindi pronte per essere cedute al miglior offerente, dall'altro la bad bank con le sofferenze. Come detto la realtà è però diversa perché Etruria, Marche e Chieti si sono ritrovate in pancia altri 3 miliardi di crediti deteriorati lordi. Macerie di cui dovrebbe in parte farsi carico il Fondo Atlante 2 (una quota potrebbe essere ceduta con le «gacs»). La vendita degli npl (in tutto 4,2 miliardi, in gran parte ascrivibili al passato) anche al 33% del nominale, aprirà nuove perdite nelle good bank, che quindi avranno bisogno di capitale. Ecco perché l'ad di Ubi, Victor Massiah, avrebbe depositato un piano d'acquisto delle 3 good bank offrendo una cifra simbolica, forse un solo euro. Perché poi Ubi si dovrebbe ricapitalizzare: si dice per 500 milioni.

L'esito ultimo sarà di caricare sull'intero sistema bancario un'altra «fattura» - la definizione è del presidente dell'Abi, Antonio Patuelli - stimabile in 1,8 miliardi, cioè l'intero valore di carico delle 4 good bank sul bilancio del Fondo di risoluzione. L'ultima, CariFerrara, sarebbe lasciata al fondo o forse andare a Bper o Cariparma. A conti fatti la cifra necessaria potrebbe arrivare a 2 miliardi, portando così a quota 9 miliardi il costo totale dei salvataggi bancari italiani considerando i 2,5 miliardi necessari per alimentare Atlante, le necessità del Fondo interbancario e i 3,6 miliardi pagati un anno fa appunto per Etruria & C, coprendo 5 miliardi di sofferenze con l'azzeramento dei subordinati, versando 1,7 miliardi al Fondo di risoluzione e costruendo un prestito ponte da 1,9 miliardi. La stessa Ubi peraltro subordina la proposta alla possibilità di «risparmiare» capitale, applicando subito i modelli interni «avanzati» e di godere del beneficio fiscale conseguente all'acquisto di realtà in perdita: 133 milioni il rosso delle 4 good bank nei primi sei mesi.

A rischio autogol è poi lo stesso governo, perché - come recita il rendiconto del Fondo - la Cdp, controllata all'82,7% dal Tesoro - «si è impegnata» a garantire fino a 1,7 miliardi laddove il fondo non avesse risorse per coprire «gli oneri» del prestito ponte in scadenza a maggio. Il rischio è remoto, perché le banche dovrebbero far fronte al dovuto, ma tutto potrebbe cambiare davanti al contraccolpo sistemico che avrebbe un eventuale bail in di Mps. Che si appresta a ricapitalizzare fino a 5 miliardi, con annesse trasformazione in azioni di 4,3 miliardi di bond e vendita al Fondo Atlante di 9 miliari di sofferenze. La cessione degli npl torna oggi sul tavolo del cda.
 

Piedi a Terra

Forumer storico
Ernesto,
per cultura personale, ti invito a leggere questo interessante intervento di un Folista, Pistola Fumante

Mps senior vol. 2 - Pagina 57

Sono un po' perplesso di come venga fatta la quadratura del cerchio, ma tant'e'.
Mi riservo di intervenire, ma di la' hanno il ban facile ed ho ricevuto ammonimenti dal capo dello staff in persona di essere "meno direzionale".

Non sapendo quale direzione intraprendere, rimango pertanto affezionato lettore "passivo" del 3D Mps.... e nel contempo operatore molto attivo sull'acquisto di bond senior.
:)
Good reading
 
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Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
"Cren, ai fini dell'applicazione del bail-in, quelloche rileva e' il patrimonio netto della banca, non il suo valore di Borsa. Il Patrimonio netto di MPS e' circa 9 bio. I subordinati outstanding sono 4.9b. In piu' c'e' il fresh bond, di cui 200m non ancora imputato a CET1. Ergo, cuscinetto totale prima dei senior, circa 14b. Gli asset di MPS sono circa 160b. L'8% e' meno di 13b.

Saluti"



PN=8.745.000.000 +SUB= 5.100.000.000= 13.845.000.000 8(spiccio+ spiccio-)

"L’effetto combinato della perdita di periodo e delle perdite portate a nuovo determina un importo complessivo della perdita al 30 settembre 2016 di Euro 1.636.082.770,63, che il Consiglio propone di portare interamente a riduzione del capitale sociale, non disponendo la Società di riserve"


Capitale sociale(dopo modifca art.6 statuto) = 7.365.674.050,07


Nello scenario ipotizzato il patrimonio netto non scende sotto il capitale sociale ? E' possibile ciò?

:)


(avanza 1 mld e spicci ad assorbimento avvenuto(8% d 160 e spicci)..poi che succede? Chi mette i 6mld(???) che mancano se faccio bene i conti?)
 
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Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
facciamoci aiutare da wikipedia

Patrimonio netto
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
In ragioneria ed economia aziendale, il patrimonio netto o capitale netto o mezzi propri esprime la consistenza del patrimonio di proprietà dell'impresa. Esso rappresenta, infatti, le cosiddette fonti di finanziamento interne (vedi Bilancio d'esercizio), ossia quelle fonti provenienti direttamente o indirettamente dal soggetto o dai soggetti che costituiscono e promuovono l'azienda.

Descrizione
In altri termini, ci si riferisce al capitale proveniente:

  • Dall'imprenditore, nel caso di aziende individuali;
  • Dai soci, nell'ipotesi di azienda collettiva;
  • Dall'autofinanziamento, ossia utili realizzati e reinvestiti all'interno della stessa azienda.
Il patrimonio netto è pertanto l'insieme dei mezzi propri (rappresentano capitale di pieno rischio, poiché si tratta di capitali sottoposti integralmente alle sorti dell'azienda e operanti come garanzia nei confronti dei terzi) determinato dalla somma del capitale conferito dal proprietario (o dai soci) in sede di costituzione dell'azienda o durante la vita della stessa con apporti successivi e dall'autofinanziamento.

In concreto, il patrimonio netto si scompone in più voci, dette parti ideali di patrimonio netto, per distinguere la parte derivante dall'apporto dei soci dalla parte derivante dall'autofinanziamento proprio. Tali parti ideali possono essere di segno positivo o negativo.

In particolare, nelle imprese con veste di società è costituito dalle seguenti voci:

  • Capitale Sociale, che rappresenta il capitale conferito dai soci al momento della costituzione dell'impresa. Versamenti a titolo di capitale sociale possono essere operati anche in seguito, quando la vita dell'impresa lo richiede. Il capitale sociale è frazionato in quote, ognuna rappresentativa di una parte di esso. Le quote vengono assegnate in proporzione al capitale versato. Nel corso della vita dell'azienda, il capitale sociale può aumentare (quando si rendono necessari nuovi finanziamenti e non si vuole o non si può ricorrere a finanziamenti esterni) o diminuire (in caso di perdite consistenti oppure in caso di esubero).
  • Riserve, in prima approssimazione vengono costituite trattenendo nell'impresa gli utili conseguiti che non vengono distribuiti ai soci, e che quindi rappresentano una forma di autofinanziamento adottata dall'impresa stessa. Quindi le riserve costituiscono la più autentica fonte interna di finanziamento, ancor più propria dell'azienda di quanto possa essere il capitale sociale. Quest'ultimo, infatti, non è prodotto dall'impresa ma acquisito da soggetti terzi, cioè i soci. Le riserve di utili possono essere: obbligatorie (o legali), statutarie, facoltative.
  • Utili da destinare, costituiti dall'utile d'esercizio conseguito nell'ultimo esercizio e dal residuo utile di un esercizio precedente in attesa di destinazione. Tali utili, in base alle decisioni dei soci, possono essere distribuiti ai soci o portati in aumento di riserve o a copertura di perdite pregresse.
  • Perdite in sospeso, che possono riguardare la perdita d'esercizio subita nell'ultimo periodo amministrativo o perdite di esercizi precedenti. Tali perdite potranno essere coperte con varie modalità a seconda delle decisioni dei soci.
Bisogna notare che il capitale sociale, le riserve e gli utili da destinare sono parti ideali positive, mentre le perdite in sospeso sono parti ideali negative.

Si ha, dunque, la seguente relazione:

Patrimonio Netto = capitale sociale + riserve + utili conseguiti in attesa di destinazione - perdite in sospeso in attesa di copertura
In sintesi, il patrimonio netto rappresenta la misura dei mezzi propri investiti dall'imprenditore o dai soci nell'azienda, mentre il patrimonio lordo rappresenta il totale degli impieghi (o investimenti) effettuati anche con il concorso del capitale di credito.

Pertanto il patrimonio netto:

  • Da un punto di vista contabile è rappresentato dalla differenza tra attività e passività dello stato patrimoniale;
  • Da un punto di vista finanziario rappresenta la fonte di finanziamento interna;
  • Da un punto di vista concreto rappresenta l'effettiva ricchezza di competenze dei soci, ricchezza che si ricava dalla liquidazione dell'attivo e dopo aver rimborsato il passivo.


:)
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Io credo PAT che sia il caso di invitare gl esperti a una maggiore prudenza..e contestualmente invitare chi legge a comprendere che la materia è molto complessa.

Meglio farsi i conti da soli e, sempre, fidarsi di quello che trasmette il mercato (che magari a volte esagera..ma molto meno di quel che si crede)
 

Piedi a Terra

Forumer storico
A me interessava capire non tanto "cio' che conta ai fini dell'applicazione del bail in", ma, molto piu' pragmaticamente (scusatemi per la crudita') se i senior MPS siano protetti dal cuscinetto presente di sub o meno, in questo contesto legislativo ante norme TLAC e MREL.
Pistola fumante e' sicuro che le senior siano protette: e non ho dubbi che cio' possa essere plausibile (ricordo pero' che abbiamo davanti scenari inesplorati, compresa la possibilita' di eccezioni sollevabili alla BRRD per questioni importanti), ma vorrei capire se davvero lo stato si accolla tutta questa differenza tra 5100 e 13845.

Faccio difficolta' a crederlo.
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Non saprei..bisognerebbe sapere quanti pluri "centomiliari" ci sono nei cc di MpS credo. Una spuntatina ai capelli dei senior potrebbe starci se non c'è capienza. O no?
 

Piedi a Terra

Forumer storico
Non saprei..bisognerebbe sapere quanti pluri "centomiliari" ci sono nei cc di MpS credo. Una spuntatina ai capelli dei senior potrebbe starci se non c'è capienza. O no?

A me sembra che i 9 miliardi di patrimonio citati prima di toccare le senior siano un po' come le divisioni di Hitler nel 1945, che egli ancora continuava a muovere sulle carte geografiche dall'interno del suo bunker, ma sappiamo bene che poi la guerra non l'ha vinta lui.
 
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