MILANO - Vigilia di assemblea per il Monte dei Paschi, che
il 24 novembre riunisce i soci per proporre il piano di rilancio che passa attraverso una maxi-cessione di crediti in sofferenza e un aumento di capitale fino a 5 miliardi. Dopo giorni di passione, anche per i rischi (fugati) di non raggiungere il quorum del 20% per l'assemblea a Siena, giungono segnali più confortanti, almeno per entrare nel percorso articolato che in un paio di settimane stabilirà se la banca toscana può risanarsi con risorse del mercato oppure serviranno altre soluzioni.
La Bce ha comunque dato il via libera all'operazione di salvataggio, approvata con il piano industriale del 25 ottobre. Lo ha comunicato Mps, contestualmente al via libera anche della Banca d'Italia, che ha "positivamente completato la procedura di accertamento sulle modifiche statuarie ai fini dell'operazione". Che si basa sulla conversione volontaria di bond subordinati fino a 4,3 miliardi, unitamente a una ricapitalizzazione fino a 2 miliardi in Borsa e all'ingresso di nuovi soci per stimati 1,5 miliardi: tutti fondi per colmare lo sbilancio che sarà prodotto dalla cessione di 27 miliardi di crediti in sofferenza, contestuale all'operazione.
Del resto un piano B per rimettere in asse la banca più antica del mondo, almeno ufficialmente, non esiste. Nell'integrazione ai documenti assembleari richiesta dalla Consob, infatti, la banca scrive di non avere allo studio un "piano B" nel caso in cui il piano di salvataggio privatistico fallisse. "La Banca precisa che, ad oggi, non sono allo studio operazioni alternative" si legge nelle integrazioni ai documenti predisposti per dare più informazione agli azionisti chiamati a votare il progetto.
Quel che è certo è che nelle ultime ore sono giunte deleghe sufficienti a superare lo scoglio del 20% del capitale, che rende valida la riunione per votare il rafforzamento patrimoniale: almeno il problema del quorum non è più sul tavolo, mentre tra gli azionisti sono in ritirata i soci storici e saranno decisive le mosse dei fondi esteri.
Dalla documentazione depositata emergono anche altri dettagli, ad esempio che l'operazione di salvataggio di Mps ha un costo lordo di 448 milioni di euro: tutti i costi, ad eccezione di una piccola parte residuale, verranno corrisposti solo in caso di successo dell'operazione. La tranche Junior della cartolarizzazione, destinata gratuitamente agli azionisti della banca, ha un valore nominale di 1.583 milioni ma un fair value, calcolato su stime preliminari, di 427 milioni. Il fair value della tranche junior, una sorta di premio per i soci di Mps, è "attualmente oggetto di valutazione da parte di un perito esterno", la cui valutazione "potrebbe discostarsi" da quella che emerge dalle stime. Sempre in tema di crediti deteriorati, il Monte spiega che qualora l'operazione di pulizia del bilancio dai crediti deteriorati fosse già stata realizzata prima del 30 settembre scorso, l'istituto avrebbe chiuso i primi 9 mesi del 2016 con in rosso per 4.185 milioni.
Le carte confermano che "sono in essere da diverse settimane attività ispettive" da parte dell'Authority europea. La Bce, si legge nelle integrazioni sollecitate dalla Consob, "invia team di ispezione presso gli istituti finanziari da essa regolati secondo piani definiti annualmente per ogni singola banca. Le attività in essere stanno procedendo regolarmente nello spirito di collaborazione che contraddistingue il rapporto tra Mps e Bce".
Quanto al successo dell'operazione di
conversione dei 4,3 miliardi di bond subordinati in azioni, al 21 novembre Mps si aspettava una adesione per un valore nominale di 1.057 milioni di euro, pari al 25% circa del totale nominale (4.289 milioni) dei titoli oggetto della proposta.
--------------------------------------------------
Ragazzi.....il 25 via tutto che qui è un mancomio..