New York, 8 feb. - (Adnkronos) - Mai come ora negli ultimi vent'anni gli
Stati Uniti sono
vicini a raggiungere l'autosufficienza energetica, un obiettivo che il Paese si era posto nel 1973 dopo l'embargo petrolifero arabo. Secondo dati raccolti dalla Bloomberg al Dipartimento dell'Energia,
le risorse energetiche interne di Washington sono ora in grado di soddisfare l'81% della domanda di energia, il livelo più alto dal 1992. L'ultimo anno di autosufficienza energetica per gli Usa è stato il 1952.
Oggi la produzione di risorse energetiche nazionali è in crescita in ogni area, dal petrolio greggio, la cui estrazione è aumentata del 3,6%, con una media di 5,7 milioni di barili al giorno, la più alta dal 2003, all'estrazione del gas che, sempre secondo i dati del Dipartimento per l'Energia statunitense, è salita a 22,4 miliardi di metri cubi nel 2010 dai 20,2 miliardi del 2007. L'aumento di produzione favorisce una diminuzione dei prezzi ed è per questa ragione che la Methanex Corp., il più grande produttore mondiale di metanolo, ha annunciato che smantellerà una fabbrica in Cile e la rimonterà in Louisiana per approfittare dei bassi prezzi del gas naturale.
La trasformazione in Paese esportatore di energia, e comunque non più dipendente dalle importazioni, ha enormi implicazioni per l'economia e la sicurezza nazionale deli Usa; secondo i dati del Dipartimento per l'Energia, ci sarà un aumento dei redditi per le famiglie, dei posti di lavoro e delle entrate pubbliche, un taglio del deficit commerciale, una maggiore competitività tra le imprese ed una maggiore flessibilità nel trattare disordini in Medio Oriente.
L'espansione della produzione di petrolio e gas naturale non è senza un rovescio della medaglia. Gli ambientalisti sostengono infatti che l'estrazione dello shale gas ottenuta attraverso la fratturazione di rocce profonde con acqua ad alta pressione mista a sostanze chimiche, provocherebbe un inquinamento delle falde e l'inutilizzabilità dei terreni sovrastanti i giacimenti, che verrebbero inquinati dai residui delle sostanze chimiche immesse per l'estrazione.
Il calo dei prezzi del gas naturale sta penalizzando anche l'utilizzo di fonti energetiche alternative come quella solare, eolica e nucleare diventate meno vantaggiose, mettendo una forte ipoteca sullo svincolo in futuro degli Stati Uniti dal petrolio e dal gas a favore delle energie rinnovabili.
L'autosuffcienza energetica porta a
significativi risparmi per la bilancia commerciale statunitense, secondo il rapporto, con il prezzo di un barile di petrolio a circa 100 dollari, un calo di 4 milioni di barili al giorno in importazioni di petrolio - che potrebbe verificarsi entro il 2020, se non prima - ci sarebbe un risparmio di 145 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del deficit federale che nei primi 11 mesi dello scorso anno si è attestato a 513 miliardi di dollari.
L'impatto sulla sicurezza nazionale potrebbe anche essere significativo in quanto
gli Stati Uniti non dovranno più dipendere dal petrolio del Medio Oriente. Nel 2010 gli Usa hanno importato petrolio dai Paesi del Golfo in una quantità pari al 15% del fabbisogno totale, in calo del 22% rispetto al 1999.
"Non regge più, ha detto l'ex direttore della Cia John Deutch, l'immagine degli Stati Uniti come potenza dipendente da regioni politicamente instabili".
Dovremo abituarci a un prezzo del gas molto basso per i prossimi mesi/anni