relavo
Forumer storico
In riferimento alla discussione sulla situazione corrente:
Le crisi sempre ci sono state e sempre ci saranno. Non è corretto vedere e spiegare tutto nero, perchè non è vero. Viviamo un’era di enorme potenzialità di sviluppo, comunicazione e confronti culturali. L’asia stà contribuendo, come il sudamerica, l’africa e l’australia ad un immenso sviluppo potenziale, fatto di nuove risorse immesse sul mercato e miliardi di nuovi consumatori che si affacciano per la prima volta sui mercati occidentali ed hanno bisogno di tutto. Purtroppo il modello di sviluppo, fino ad oggi incentrato sulla leadership USA, non è piu’ valido. E’ in corso un “processo di riequilibrio” che tende ad alleviare le tensioni socio-economiche mondiali, ridistribuendo le fonti e gli impieghi della ricchezza planetaria, come la riduzione del finanziamento agli USA a vantaggio dell’incremento delle risorse finanziarie ai paesi emergenti. Il problema è che un cosi’ immenso movimento di riequilibrio e stabilizzazione ha impatti sociali che la classe politica non è preparata a gestire. Purtroppo l’economia non fa sconti e non aspetta i ritardatari. Siamo nel momento in cui tutti siamo obbligati ad aprire gli occhi e guardare la realtà; da ora in poi, chi lavora mangia, chi non lavora no, e chi non è in grado di pagare i suoi debiti fallisce.
Le crisi sempre ci sono state e sempre ci saranno. Non è corretto vedere e spiegare tutto nero, perchè non è vero. Viviamo un’era di enorme potenzialità di sviluppo, comunicazione e confronti culturali. L’asia stà contribuendo, come il sudamerica, l’africa e l’australia ad un immenso sviluppo potenziale, fatto di nuove risorse immesse sul mercato e miliardi di nuovi consumatori che si affacciano per la prima volta sui mercati occidentali ed hanno bisogno di tutto. Purtroppo il modello di sviluppo, fino ad oggi incentrato sulla leadership USA, non è piu’ valido. E’ in corso un “processo di riequilibrio” che tende ad alleviare le tensioni socio-economiche mondiali, ridistribuendo le fonti e gli impieghi della ricchezza planetaria, come la riduzione del finanziamento agli USA a vantaggio dell’incremento delle risorse finanziarie ai paesi emergenti. Il problema è che un cosi’ immenso movimento di riequilibrio e stabilizzazione ha impatti sociali che la classe politica non è preparata a gestire. Purtroppo l’economia non fa sconti e non aspetta i ritardatari. Siamo nel momento in cui tutti siamo obbligati ad aprire gli occhi e guardare la realtà; da ora in poi, chi lavora mangia, chi non lavora no, e chi non è in grado di pagare i suoi debiti fallisce.