NON BISOGNA GIUDICARE GLI UOMINI DALLE AMICIZIE: GIUDA FREQUENTAVA PERSONe

Buongiorno a tutti :)

Indovinate come passerò la giornata oggi :wall::wall:
Ma perchè bisogna spalare la neve... tanto prima di ferragosto si sarà sciolta :-o:help:
 
IMHO

Un altro battibecco tra i banchi del governo viene alla luce e conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che, all'interno dell'esecutivo Monti, non regna quella coesione e armonia che il premier e i suoi esprimono a parole durante ogni conferenza stampa. Dopo il litigio tra Fornero e Passera questa volta è toccato a due donne del governo. Il Guardasigilli Paola Severino e la collega dell'Interno Annamaria Cancellieri. Oggetto della disputa: la convenzione con Telecom, ben cento milioni di euro, firmata, ad insaputa della Severino, per confermare vari servizi di comunicazione elettronica, tra cui i discussi braccialetti elettronici per chi è agli arresti domiciliari. Quelli costati, dal 2001 al 2011, ben 110 milioni di euro per controllare "solo" otto detenuti.
Il litigio - La discussione tra Severino e Cancellieri sarebbe rimasta riservata se non fosse intervenuto l'ex ministro Nitto Palma che, al Senato, durante un'audizione dell'ex commissario di Bologna, ha chiesto conto al Guardasigilli del contratto Telecom. La Severino è letteralmente caduta dal pero visto che in pubblico continuava a non confermare un'eventuale convenzione senza che prima non fosse verificata l'effettiva utilità dei braccialetti. E in privato, non ha nascosto la sua irritazione per questa spesa definita completamente inutile visto che il servizio dei braccialetti non ha mai funzionato. Il vice capo della polizia Francesco Cirillo ha addirittura detto che "se fossimo andati da Bulgari avremmo speso di meno". E così ha preso carta e penna e ha scritto alla Cancellieri, mettendo nero su bianco che si sarebbe aspettata di essere sentita prima della nuova firma e che non era possibile rinnovare un servizio in presenza di gravi criticità.

Il Viminale minimizza
- Lo staff del ministro dell'Interno cerca di buttare acqua sul fuoco spiegando che "il corrispettivo per i soli braccialetti pesa sull'intera economia del contratto per poco più di 9 milioni di euro" e poi aggiungono "non si tratta di una proroga ma di un nuovo accordo con la Telecom". Il Viminale, per rassicurare la Severino, aggiunge che la convenzione è omnicomprensiva, che riguarda "tutti i servizi di comunicazione elettronica essenziali per la sicurezza del Paese". Dentro c'è pure la famosa "batteria" che smista le telefonate dei vip. Poi aggiungono che i braccialetti, da 400 che erano, diventeranno duemila, di cui 200 dotati anche di un sistema gps. Ma le spiegazione non sono bastate a calmare il ministro della Giustizia.
 
........ L'idea è semplice e agghiacciante al tempo stesso: per debellare gli evasori si pensa di "riconoscere un premio in denaro non inferiore al 15 per cento e non superiore al 30 per cento della somma recuperata all'erario per chiunque segnalerà alla giustizia o alla Corte dei Conti condotte illecite che cagionano danno erariale o all'immagine della pubblica amministrazione". La proposta, qualora dovesse andare in porto, getterebbe il Belpaese in un clima da Stasi. Perché stanziare una ricompensa, o meglio: una taglia (perché di taglia effettivamente si tratta) sui presunti evasori denunciati significa fare carta straccia dei diritti di ogni singolo cittadino e trasformare la democrazia italiana in un "regime fiscale".
 
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Anche una zanzara può trasformarsi in un pericoloso killer. E riuscire a far tremare un'intera isola. Non un insetto qualunque, ma infetto dalla temuta West Nile, la febbre del Nilo. La Sardegna era in allerta fin dal 2008, lo scorso settembre l'allarme: il virus è arrivato. Dall'Africa fino agli stagni dell'oristanese e in particolare della penisola del Sinis, «tradita» proprio da una delle sue attrazioni più belle: i fenicotteri rosa. Sono stati loro, insieme con altri uccelli migratori che abitano quei lembi di terra e acqua, a portarlo. Poi gli insetti che li hanno punti hanno generato l'epidemia, per un totale di 54 focolai riconosciuti. E uno spaventoso bilancio in pochi mesi: 34 uccelli, 18 cavalli morti, e soprattutto 4 vite umane; l'ultima morte risale al 22 dicembre. E mentre i contagi sembrano essersi fermati, con l'arrivo del freddo, ci si prepara con difficoltà a un possibile ritorno dell'emergenza già dalla primavera.
La febbre del Nilo «non si trasmette da uomo a uomo ma solo da animale a zanzara e da zanzara a uomo», chiarisce Antonello Usai, direttore generale dell'Istituto zooprofilattico di Sassari. L'ultimo focolaio identificato risale a metà dicembre: «Le basse temperature impediscono la diffusione massiva, c'è da dire però che in Sardegna non c'è una temperatura così rigida neppure in inverno. E se in Veneto il freddo ha distrutto uova, da noi la temperatura potrebbe non aver fatto altrettanto», continua Usai.
 
........ L'idea è semplice e agghiacciante al tempo stesso: per debellare gli evasori si pensa di "riconoscere un premio in denaro non inferiore al 15 per cento e non superiore al 30 per cento della somma recuperata all'erario per chiunque segnalerà alla giustizia o alla Corte dei Conti condotte illecite che cagionano danno erariale o all'immagine della pubblica amministrazione". La proposta, qualora dovesse andare in porto, getterebbe il Belpaese in un clima da Stasi. Perché stanziare una ricompensa, o meglio: una taglia (perché di taglia effettivamente si tratta) sui presunti evasori denunciati significa fare carta straccia dei diritti di ogni singolo cittadino e trasformare la democrazia italiana in un "regime fiscale".

Ciao a tutti, agghiacciante.....rende l'idea, ma purtroppo se consideriamo che oramai le decisioni di politica monetaria ed economica vengono stilate e imposte da un parlamento Europeo di NON ELETTI,........beh non dovremmo stupirci più di tanto, continua il gioco di dividere la massa x poterla governare a proprio piacimento e aggiungo che troppo pochi ne hanno sentore........... :wall::wall: Ma vi ricordate cosa è successo quando l'ex Primo Ministro Greco ha paventato la possibilità di un referendum.........................alla faccia della Democrazia e della Sovranità Popolare :down:
 
La Cassazione ha finalmente stabilito che la tassa sui rifiuti solidi urbani è di fatto una tassa e non una tariffa: di conseguenza è stata applicata l'IVA su un importo a cui non andava applicata in quanto "tassa". Pertanto ,tutti gli utenti, hanno diritto al rimborso del 10% dei 10... anni retroattivi. Inoltre, visitando il sito di "federconsumatori" si evince che chi chiede il rimborso, che come al solito arriverà molto lentamente, bloccherà di fatto l'IVA sulle fatture prossime. Chi non lo farà continuerà a pagare tutto come prima perchè, come al solito in Italia, non tutti conoscono i propri diritti. Spargete la voce...copiate ed incollate, grazie

Leggi qui.... è una tariffa...

Parere su rimborsabilità dell'IVA sulla Tarsu - [Legali.com il sito degli avvocati italiani]
 
Gary, non so cosa risponderti. Questi è sul sito di Federconsumatori

Da TARSU a TIA

A partire dal 1999 molti Comuni hanno sostituito la Tassa Smaltimento Rifiuti con la Tariffa di Igiene Ambientale, come definito dall’art. 49 del D.lgs. n. 22 del 1997 (il cosiddetto Decreto Ronchi) e dal DPR n. 158/1999.
Le principali differenze tra TARSU e TIA riguardano:
- il calcolo del contributo che, nel caso della TARSU è effettuato sulla base dei metri quadrati del proprio immobile (con una riduzione nel caso si viva da soli), nel caso della TIA, invece, la tariffa è determinata da dei costi generici del servizio, ai quali si aggiunge una componente variabile legata al numero dei componenti del nucleo familiare, è calcolata, cioè, in base ai rifiuti effettivamente prodotti;
- un’evoluzione positiva, specialmente in alcune realtà, tesa ad incentivare sempre più la raccolta differenziata ed i comportamenti delle utenze finalizzati a ridurre i rifiuti alla fonte, a massimizzare il recupero ed a minimizzare il ricorso alla discarica.
Con il passaggio da tassa a tariffa, però, è divenuto possibile applicare su quest’ultima l’IVA al 10%, fino alla dichiarazione della Corte Costituzionale del luglio 2009.


L’illegittimità dell’IVA sulla TIA

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 238 del 24 luglio 2009, ha stabilito che la TIA (Tariffa di Igiene Ambientale) è una “tassa” e non una “tariffa”, pertanto, sulla stessa non è applicabile l’IVA.
Si riconosce, così, del tutto illegittima l’IVA al 10% applicata dai comuni interessati sulla TIA, per la quale, oggi, i cittadini possono chiedere il rimborso.


La TIA in cifre

Sono oltre 6 milioni le famiglie residenti in circa 2000 comuni italiani, che, dal 1999 al 2008, hanno dovuto pagare l’IVA di troppo sulla tassa sui rifiuti, e che oggi devono avere indietro quanto versato in più del dovuto.
La stima di tale spesa non è affatto di poco conto: secondo quanto indicato dall’ultimo rapporto APAT, è stimabile che, tra famiglie ed aziende, la partita viaggi intorno ai 200-230 milioni di Euro all’anno.
Ad esempio: per una famiglia che paga 250 Euro all’anno di TIA, quindi, la restituzione corrisponderebbe a 25 Euro l’anno, che vanno moltiplicati per il numero di anni in cui si è pagata la TIA.




Cosa fare

Prima di tutto bisogna controllare di avere tutte le ricevute di pagamento relative alla TIA, facendo attenzione che, nelle relative fatture, sia stata effettivamente addebitata l’IVA.
Per richiedere il rimborso e la cessazione immediata dell’applicazione dell’IVA, per gli aventi diritto basterà recarsi presso uno degli sportelli della Federconsumatori dislocati su tutto il territorio nazionale, dove potranno compilare degli appositi moduli e dove riceveranno tutta l’assistenza necessaria. In ogni caso consigliamo di presentare la richiesta il prima possibile
 

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