NON ESISTE IL TEMPO PERSO, OGNI TEMPO LO ABBIAMO DEDICATO A CIO' IN CUI ABBIAMO CREDUTO E, GIUSTO

Spero proprio che nessuno commetta più l'errore di mettere una fotocopia di questa persona quale rappresentante delle Istituzioni.

"Noi siamo superiori a queste cose. L'applauso non ce lo fa né la Boldrini, né Mattarella, né Scalfaro, né Cossiga. Le mani, se lo meritiamo, ce le battono i nostri caduti".

Il generale chiarisce: massimo rispetto per le istituzioni, nel pieno della tradizione militare.
"Non è obbligatorio applaudire al passaggio dei militari - ricorda - Noi rispettiamo la carica dello Stato, qualunque essa sia, poi sulle persone possiamo avere qualche dubbio."
"Se possiamo trovare delle inefficienze nel comportamento del presidente della Camera se ne possono trovare altre 150mila, non ciò che non è stato fatto su uno spazio di 150 metri".
 
La commissione Affari costituzionali della Camera approva il subemendamento del pidino Alan Ferrari che diminuisce il numero dei collegi uninominali con riparto proporzionale da 303 a 225.

Così viene superato, come emerso nei giorni scorsi, il problema maggiore del sistema tedesco in versione italiana:
quello dei collegi soprannumerari (un vincitore di un collegio sarebbe potuto risultare non eletto).
Non potendo variare, come per il Bundestag tedesco, il numero dei seggi, i tecnici dei quattro partiti sono ricorsi a un escamotage
che comporta, necessariamente, l'aumento della quota proporzionale (sarà circa del 62 per cento): il numero delle circoscrizioni passa perciò da 27 a 28, aggiungendone una quarta in Lombardia.

Il vincitore nel collegio uninominale avrà la precedenza rispetto ai candidati del listino proporzionale, a cominciare dal capolista (prima «bloccato», ora non più).
Viene anche eliminata la possibilità di potersi candidare in più di una circoscrizione, in modo da rafforzare la capacità di scelta degli elettori, principio più volte rimarcato dalla Consulta.
Certo, non sarà proprio come in Germania, dove la possibilità di voto disgiunto viene apprezzata e utilizzata da quasi il 20% dei votanti,
ma per ora il patto regge, e i protagonisti delle trattative si dichiarano soddisfatti.

«Se salta non è un problema», diceva ieri anche il grillino Toninelli, sicuro di un sistema che da ieri sembra sempre meno lontano dal modello originale.
 
qualche volta bisognerebbe affrontare ed approfondire gli argomenti .........

Trump sta mantenendo una promessa elettorale, per cui stupisce lo stupore di questi giorni degli altri leaders mondiali,
come se non si aspettassero che l’America trumpiana avrebbe svoltato proprio con riferimento alla lotta ai cambiamenti climatici.

E c’è di più: Barack Obama, consapevole che non avrebbe potuto fare passare l’adesione all’Accordo di Parigi al Congresso,
che era e resta in mani repubblicane, decise allora di avvalersi di ordini esecutivi, per cui mai deputati e senatori americani avevano formalmente potuto esprimersi su un tema così cruciale.

Peraltro, lo stesso Obama decise di avallare l’accordo solo a un anno dalla fine del suo secondo e ultimo mandato,
così come il Protocollo di Kyoto fu siglato nel 1997, quando l’amministrazione Clinton aveva già superato lo scoglio della rielezione.

Fare gli ambientalisti è sempre bello, ma costoso e nessun presidente americano ha mai potuto imbracciare l’arma della lotta ai cambiamenti climatici a inizio mandato.
Non si vede perché Trump, che ambientalista nemmeno lo è, dovrebbe comportarsi più rettamente dei suoi predecessori.


Europa ipocrita su Cina e India
Ma non è tutto. L’Europa e la Cina dimostrano un’enorme ipocrisia sul tema, come se ignorassero chi sarebbero i grandi inquinatori del pianeta.

Stando ai dati del 2016, il 28,2% delle emissioni di CO2 arrivano proprio dalla Cina, economia che rappresenta circa l’11,5% del pil mondiale e il 18%, se teniamo conto del reale potere di acquisto (PPA).

Gli USA seguono con il 16%, ma si tenga conto che l’economia americana vale quasi il 25% di quella dell’intero pianeta e il 15,6% secondo la PPA.

L’idea per cui l’America inquini troppo non trova conferme scientifiche.

Vero è che le sue emissioni risultano molto più elevate di quelle europee, ma per il semplice fatto che anche la sua economia sia più grande.
La Cina, invece, mostra di essere un grande inquinatore, rapportando le sue emissioni alla sua quota di pil.
 
C’è un altro aspetto su cui si sta sorvolando in questi giorni: l’adempimento degli accordi internazionali.
A sottoscriverli siamo bravi tutti.

Vi ricordate quando l’Italia al G8 di Genova si era impegnata a sborsare fior di quattrini per combattere l’Aids in Africa?
Ebbene, chiedete a Bono Vox degli U2 quanto di quell’impegno sia stato rispettato dal nostro paese, oltre che dagli altri partecipante al summit.

E il Protocollo di Kyoto insegna che una cosa è firmare intese internazionali ambiziose, un’altra è rispettarle.
L’accordo del ’97 previde l’abbattimento delle emissioni inquinanti di ogni paese aderente al 5% in meno dei livelli del 1990 e del 18% per il periodo 2013-2020.

Chi e in che misura ha rispettato tali impegni?
Gli USA avevano abbattuto le loro emissioni di CO2 di oltre il 15% al 2013,
i membri dell’OCSE, ovvero delle principali economie mondiali, le avevano tagliate di appena l’8%.
L’Europa, va detto, le ha ridotte del 20% al 2015.
La Cina le ha viste esplodere nei 25 anni del 345%, complice il boom economico degli ultimi decenni,
l’India del 257%, il Giappone le ha aumentate del 10%, mentre la Russia le ha abbassate di un quarto.



Cina grande inquinatrice del pianeta
Cosa ci insegna la precedente esperienza?
Il taglio delle emissioni inquinanti procede sostanzialmente molto bene tra le economie avanzate, mentre va malissimo altrove, specie in Asia, dove continuano ad aumentare.

L’ipocrisia europea, per cui se Trump si ritira dall’Accordo di Parigi, saranno Cina e India i suoi principali partners sul tema è palese.
A Pechino l’aria è diventata così irrespirabile, che la qualità della vita è notoriamente pessima,
con milioni di persone costrette a indossare la mascherina per non respirare l’aria malsana di una metropoli,
quotidianamente immersa in una nuvola gigante di fumo.

E se in tutto l’Occidente le energie rinnovabili stanno compiendo passi da giganti, non lo stesso si può dire dell’Asia,
nonostante Cina e India ambiscano ad alzare decisamente la quota di auto elettriche entro la fine del prossimo decennio.

Vedremo, nel frattempo sappiamo che Trump è in croce per avere indietreggiato da un accordo mai approvato dal Congresso americano,
mentre i cinesi, che fanno uso intensivo di carbone e che inquinano sostanzialmente per il 50% in più della loro quota di reddito mondiale,
vengono lodati come se stessero salvandoci da un destino terribile.

In effetti, se iniziassero a inquinare di meno, farebbero forse la loro parte.
 
Leggendo questo articolo mi sembra di essere nel Burundi.
Questi non pensano prorpio alle dimissioni...per palese incapacità.


....tifosi arrivati nel primo pomeriggio ........bottiglie vendute da venditori abusivi .....ahahahaha...in una zona chiusa ????????

Ieri notte l’ipotesi descritta dagli investigatori al prefetto Renato Saccone e ad altri rappresentanti delle forze dell’ordine e dei soccorritori è quella di un grosso petardo
fatto esplodere in una bottiglia (non una bomba carta, ma qualcosa di meno potente) nel mezzo della piazza, sul lato sinistro guardando il maxischermo.

Tuttavia stamattina, al termine del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, il questore Angelo Sanna ha affermato che
non ci sono elementi al momento per dire che sia stato provocato da un petardo, da uno scoppio o da altri rumori simili”.

Per ora è certo che tutto è nato da quella parte della piazza
, il salotto buono di Torino, quello coi caffè eleganti.
Da lì il panico si è diffuso, le persone hanno cominciato a spingere verso i lati e le uscite agli angoli della piazza, buttando le transenne che delimitavano l’area.

Il panico è difficilmente governabile“, ha aggiunto il prefetto dopo il vertice.
Qualche testimone racconta di aver sentito urlare “bomba”, ragione per cui alcuni tifosi in fuga pensavano al peggio.
Queste prime spinte hanno provocato poi il cedimento della ringhiera all’ingresso di un parcheggio sotterraneo,
sul lato destro della piazza, facendo cadere alcune persone per un paio di metri, aumentando ancora di più la paura e provocando una seconda ondata di persone.
Sotto i portici della piazza la vetrina del negozio Paissa è stata distrutta e un’altra serranda e stata danneggiata.

I tifosi si sono feriti cadendo, sbattendo contro le transenne, oppure calpestati da altre persone.
Molti tagli sono stati provocati dai frammenti di vetro di bottiglie rotte, bottiglie che non avrebbero dovuto essere lì.

“I controlli antiterrorismo hanno funzionato benissimo”, ha invece affermato il prefetto.

Durante la serata nei varchi di ingresso della piazza gli agenti della polizia e della municipale controllavano le borse e facevano buttare le bottiglie,
ma è probabile che molte bottiglie siano state portate dai tifosi arrivati nel primo pomeriggio e, soprattutto,
da alcuni venditori abusivi che, nonostante i carrelli con le bottiglie, sono riusciti a superare i controlli.

Alla fine si contano 1527 persone “medicalizzate” di cui 1142 a Torino e le restanti negli ospedali limitrofi.
Sono ricoverate in gravi condizioni tre persone, tra cui un bambino con trauma cranico e toracico.

“Il nostro pensiero va alle persone che sono rimaste ferite e alle loro famiglie”, ha detto la sindaca Chiara Appendino prima di andare a trovare alcuni ricoverati in ospedale.
Procurato allarme
è l’ipotesi di reato nell’inchiesta aperta dalla procura di Torino per fare luce sulle cause e sulle eventuali responsabilità.
 
Eccoci qui. A commentare l'incommentabile. Ma nelle mani di chi siamo caduti ?

È tornato libero Serif Seferovic, il ventenne rom gravemente indiziato di essere il responsabile della morte delle tre sorelline Halilovich,
bruciate vive lo scorso 10 maggio nel rogo del camper in cui vivevano, nel quartiere Centocelle a Roma.

Il gip di Torino, Alessandra Danieli, ha convalidato, infatti, il fermo di polizia per Serif Seferovic, ma,
contrariamente a quanto chiesto dal pm di Roma, Antonino di Maio, non ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, disponendo, quindi, la scarcerazione del giovane.

La decisione del gip è stata motivata dalla “mancanza di gravi indizi di colpevolezza" a carico di Seferovic.

Interrogato ieri mattina dal gip del capoluogo piemontese, Alessandra Danieli, il ventenne rom aveva affermato di non trovarsi sul luogo dell’incendio
la notte in cui divampò il rogo in cui morirono le tre sorelle Halilovic, Elisabeth, Francesca e Angelica, di 20, 8 e 4 anni.

"Non c'entro nulla, quella notte non ero lì, ero lontano assieme alla mia famiglia".

Secondo gli inquirenti di Roma che hanno in mano anche alcune immagini riprese da una videocamera di sorveglianza,
ad appiccare il fuoco nel camper dove dormivano le tre sorelline Halilovich, nel parcheggio del centro Commerciale "Primavera" di piazza Mario Ugo Guatteri, sarebbe stato proprio Seferovic.

Il padre delle ragazzine, inoltre, era da tempo in contrasto con alcuni membri della famiglia Seferovic, all'interno del campo nomadi di via Salviati.
Il rogo del 10 maggio, infatti, era stato preceduto da diverse liti fra gli esponenti delle due famiglie.
Il giovane, pregiudicato per reati contro il patrimonio, inoltre, aveva un furgone simile a quello utilizzato dagli autori del rogo.
 
Ricordo ancora quando qualcuno disse che si aboliva Equitalia per rendere il fisco più umano ....????!!!!!! Ahahahah che dementi che siamo.
Ma se i dati contenuti nella cartella sono non conformi al dovuto? E di cartelle pazze ne conosciamo a iosa......

Dall’1 luglio 2017 il pignoramento del conto corrente diventa più facile e veloce nel caso di debiti fiscali e cartelle.

La nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione (che prenderà il posto della S.p.A. della riscossione, società in liquidazione)
potrà procedere al pignoramento dei conti correnti in modo diretto, prendendo i soldi direttamente dalle banche, senza dover richiedere l’apposita autorizzazione al giudice.

La novità è che le somme saranno immediatamente bloccate, per gli importi a debito, con la fusione tra l'agenzia di accertamento e la società della riscossione.
Tecnicamente la nuova Equitalia si trasforma in un ente pubblico economico e diventa strumentale all'Agenzia delle Entrate, di fatto con un ampliamento notevole dei poteri di riscossione.

Tale struttura giuridica consente all'ente il pignoramento dei conti correnti direttamente senza bisogno di attivare la procedura di autorizzazione di un giudice
perché la cartella esattoriale di pagamento è in sè già un atto esecutivo. Il nuovo ente avrà accesso all’immensità dei dati dell’Anagrafe Tributaria ed anche dell'Inps
ottenendo le informazioni utili, come i rapporti di lavoro, per pignorare lo stipendio, la pensione, le indennità.

Per bloccare l'azione e difendersi il contribuente, che riceve la notifica del pignoramento conto corrente, entro 60 giorni deve presentare una richiesta di dilazione e rateizzazione.
Solo una volta accettata la richiesta di dilazione della cartella e pagata la prima rata del piano di ammortamento, il cittadino può presentare la richiesta di sblocco del conto corrente.
 
Cornuti e mazziati ...un circolo vizioso insomma.

Cambio al vertice Il 12 giugno, dopo tre anni di attività, scade l'incarico di Rossella Orlandi, come Direttore dell'Agenzia delle Entrate.

Per lei si parla di un nuovo incarico al Dipartimento delle Finanze.

Al suo posto arriverà Ernesto Maria Ruffini, in pole position per la nomina a capo della nuova Agenzia delle Entrate e della Riscossione.
La sua nomina sarà proposta dal Ministro Pier Carlo Padoan, con ogni probabilità nel prossimo Consiglio dei Ministri,
vista la scadenza del 12 giugno e l'avvio della nuova struttura di accertamento-riscossione il 1° luglio.

Il probabile successore Ernesto Maria Ruffini, 48 anni, nominato Ceo di Equitalia S.p.A. nel 2015 dall'ex premier Renzi,
è un avvocato molto stimato dal Ministro dell'Economia per i risultati ottenuti nel biennio del suo mandato con 17 miliardi incassati,
con un incremento del 18% rispetto al biennio precedente.

Ruffini si è distinto anche per una riduzione strutturale delle spese di Equitalia con la chiusura di tre società collegate,
il taglio di 60 auto blu, la riduzione degli stipendi dei dirigenti (incluso il proprio) e l'abolizione delle carte di credito aziendali.
Il manager ha poi puntato alla modernizzazione dei servizi per i contribuenti tramite la digitalizzazione ed il Web.
 
Ricordo ancora quando qualcuno disse che si aboliva Equitalia per rendere il fisco più umano ....????!!!!!! Ahahahah che dementi che siamo.
Ma se i dati contenuti nella cartella sono non conformi al dovuto? E di cartelle pazze ne conosciamo a iosa......

Dall’1 luglio 2017 il pignoramento del conto corrente diventa più facile e veloce nel caso di debiti fiscali e cartelle.

La nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione (che prenderà il posto della S.p.A. della riscossione, società in liquidazione)
potrà procedere al pignoramento dei conti correnti in modo diretto, prendendo i soldi direttamente dalle banche, senza dover richiedere l’apposita autorizzazione al giudice.

La novità è che le somme saranno immediatamente bloccate, per gli importi a debito, con la fusione tra l'agenzia di accertamento e la società della riscossione.
Tecnicamente la nuova Equitalia si trasforma in un ente pubblico economico e diventa strumentale all'Agenzia delle Entrate, di fatto con un ampliamento notevole dei poteri di riscossione.

Tale struttura giuridica consente all'ente il pignoramento dei conti correnti direttamente senza bisogno di attivare la procedura di autorizzazione di un giudice
perché la cartella esattoriale di pagamento è in sè già un atto esecutivo. Il nuovo ente avrà accesso all’immensità dei dati dell’Anagrafe Tributaria ed anche dell'Inps
ottenendo le informazioni utili, come i rapporti di lavoro, per pignorare lo stipendio, la pensione, le indennità.

Per bloccare l'azione e difendersi il contribuente, che riceve la notifica del pignoramento conto corrente, entro 60 giorni deve presentare una richiesta di dilazione e rateizzazione.
Solo una volta accettata la richiesta di dilazione della cartella e pagata la prima rata del piano di ammortamento, il cittadino può presentare la richiesta di sblocco del conto corrente.

Questo è assurdo :wall::wall:
 

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