NON HO TEMPO DI ODIARE CHI MI ODIA...

5 Gennaio 2022
Il Consiglio dei Ministri si è riunito mercoledì 5 gennaio 2022, alle ore 18.25 a Palazzo Chigi,
sotto la presidenza del Presidente Mario Draghi.
Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli.
*****
COVID-19, MISURE DI CONTENIMENTO DELL’EPIDEMIA

Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID-19,
in particolare nei luoghi di lavoro e nelle scuole (decreto-legge)


Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro della salute Roberto Speranza,
ha approvato un decreto-legge che introduce Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro e nelle scuole.

Il testo mira a “rallentare” la curva di crescita dei contagi relativi alla pandemia
e a fornire maggiore protezione a quelle categorie che sono maggiormente esposte e che sono a maggior rischio di ospedalizzazione.

Obbligo vaccinale

Il testo introduce l’obbligo vaccinale per tutti coloro che hanno compiuto i 50 anni.

Per i lavoratori pubblici e privati con 50 anni di età sarà necessario il Green Pass Rafforzato
per l’accesso ai luoghi di lavoro a far data dal 15 febbraio prossimo.

Senza limiti di età, l’obbligo vaccinale è esteso al personale universitario così equiparato a quello scolastico.

Green Pass Base

È esteso l’obbligo di Green Pass cosiddetto ordinario
a coloro che accedono ai servizi alla persona
e inoltre a pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali
fatte salve eccezioni che saranno individuate con atto secondario
per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona.

Smart working

Il Consiglio dei Ministri è stato informato dal Ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta
che è stata adottata d’intesa con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando
una circolare rivolta alle pubbliche amministrazioni e alle imprese private
per raccomandare il massimo utilizzo, nelle prossime settimane, della flessibilità prevista dagli accordi contrattuali in tema di lavoro agile.


Scuola

Cambiano le regole per la gestione dei casi di positività.

Scuola dell’infanzia

Già in presenza di un caso di positività, è prevista la sospensione delle attività per una durata di dieci giorni.

Scuola primaria (Scuola elementare)

Con un caso di positività, si attiva la sorveglianza con testing.
L’attività in classe prosegue effettuando un test antigenico rapido o molecolare
appena si viene a conoscenza del caso di positività (T0), test che sarà ripetuto dopo cinque giorni (T5).

In presenza di due o più positivi è prevista, per la classe in cui si verificano i casi di positività,
la didattica a distanza (DAD) per la durata di dieci giorni.

Scuola secondaria di I e II grado (Scuola media, liceo, istituti tecnici etc etc)

Fino a un caso di positività nella stessa classe è prevista l’auto-sorveglianza e con l’uso, in aula, delle mascherine FFP2.

Con due casi nella stessa classe è prevista la didattica digitale integrata
per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni,
che sono guariti da più di 120 giorni, che non hanno avuto la dose di richiamo.

Per tutti gli altri, è prevista la prosecuzione delle attività in presenza con l’auto-sorveglianza e l’utilizzo di mascherine FFP2 in classe.

Con tre casi nella stessa classe è prevista la DAD per dieci giorni.

*****

Il Consiglio dei Ministri è terminato alle ore 20.40.
 
Da tempo mi sto chiedendo, cosa sta succedendo agli Italiani ?
Come fa un popolo ad accettare queste vessazioni,
questi limiti alla libertà personale, che sono un qualcosa di ignobile.
Stanno preparando il popolo ad essere veramente "bue" neppure pecora.
Perchè la pecora riesce ancora ad avere delle libertà. Il bue no. Accetta.
Lo scorso anno non c'erano i tamponi. Non c'era il passaporto verde.
Quando parlavi con degli amici, questo era diventato positivo,
quell'altro era positivo lui e la moglie, quell'altro ancora tutta la famiglia,
ma tutto restava nascosto perchè erano "positivi" non malati.
Sulla base di statistiche empiriche, si è supposto che almeno 3/4.000.000
di lombardi fossero stati positivi nell'inverno 2000/2001.
Ora ci sono i tamponi. La gente è costretta a farli per andare al lavoro.
Ma scherziamo gente. ANDARE AL LAVORO. Vergognoso.
E con questi dati : 21,1% di posti letto occupati in reparto. 15% in terapia intensiva.
In questi 3 giorni abbiamo avuto 150.000 positivi e TRE in più le persone ricoverate in terapia intensiva.
Questi i dati :


Sono 52.693 i nuovi positivi al Covid in Lombardia, a fronte di 230.400 tamponi
effettuati nelle ultime 24 ore, con una percentuale del 22,9%.

I deceduti sono stati 46.
(e ricordate sempre che non sono deceduti per virus, ma per concorso virus).


Lo comunica, in una nota, la direzione Welfare di Regione Lombardia.


Attualmente sono 428.821 i lombardi in isolamento domiciliare,
i ricoverati in area medica raggiungono quota 2.519, con un tasso di occupazione dei posti letto del 21,1%,
i ricoverati in terapia intensiva, sono 229 pazienti, solo 3 in più rispetto a ieri, con un tasso di occupazione del 15%.


Questi i dati dello scorso anno :


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Tengo registrati i dati dal 1° gennaio 2011

Negli stessi 3 giorni dello scorso anno si erano evidenziati 5107 casi positivi.
Oggi 154.384.

Un anno fa 471 persone in terapia intensiva
Oggi 229

Un anno fa 3424 persone ricoverate
Oggi 2519

I decessi di un giorno 92
Ieri 46


E' chiaro e palese anche ad un idiota che il virus è sempre più simil-influenzale
e che godiamo del fatto che le persone si sono sierate.


Ed allora, perchè questa limitazione alle libertà personali ?

Allora è vero che si vuole il "popolo bue".
 
Il 2021 si è concluso con un infuocato dibattito sull’efficacia del controllo dei prezzi.

In Italia, il Governo Draghi ha firmato un’intesa con le farmacie per vendere le mascherine Ffp2
(appena rese obbligatorie sui mezzi pubblici e in vari altri luoghi) a 75 centesimi.

Sembra che il tetto non si applicherà ad altri canali di vendita,
ma c’è il rischio che comunque finisca per esasperare una situazione di relativa scarsità, almeno nel breve termine.

Del resto, è successo esattamente lo stesso coi tamponi rapidi (il cui prezzo in farmacia è fissato a 15 euro)
e, l’anno scorso, con le mascherine chirurgiche il cui prezzo era stato fissato in 50 centesimi da Arcuri-Conte
rendendole introvabili proprio quando servivano di più.


A livello internazionale, ha fatto discutere un tweet (poi cancellato) di Paul Krugman,

il quale definiva “davvero stupida” l’idea di combattere l’inflazione mettendo un tetto ai prezzi.

Il riferimento era a un intervento sul Guardian dell’economista Isabella Weber,

la quale imputava l’incremento del livello dei prezzi agli extraprofitti delle imprese.



Questo dibattito ha sia una dimensione teorica (quella avviata da Weber e raccolta da molti altri),
sia una empirica (le concrete decisioni dei governi).

Si tratta di una deriva per molti versi preoccupante.

Che di questi temi si discuta non solo in relazione alle scelte politiche di qualche Paese bancarottiero,
ma in merito a opzioni concrete di policy nei Paesi più avanzati
è un segno di quanto il dibattito pubblico in economia abbia subito un’involuzione.

Bisogna allora tornare ai fondamentali.

L’inflazione può avere molte cause, che nel momento attuale si sommano.


L’incremento del livello dei prezzi risente

di dieci anni di politiche monetarie non convenzionali,

delle enormi manovre di stimolo post-Covid e

(almeno per quanto riguarda l’energia) di uno squilibrio strutturale tra domanda e offerta.



Nessuna di queste cause può essere rimossa semplicemente imponendo un prezzo massimo a specifici beni
(o, come chiede Weber, facendo un ricorso diffuso a schemi analoghi).

Nella migliore delle ipotesi, queste misure sono inutili;

nella peggiore e più probabile, rischiano di esacerbare le condizioni di scarsità
che sono alla base dell’inflazione, aggravando la penuria invece di renderla più tollerabile.


Mai come oggi, insomma, è necessario tenere vive, nel dibattito pubblico,
delle voci che ricordino quali sono i principi fondamentali che governano il funzionamento dell’economia.


Le tesi degli economisti sudamericani degli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso
hanno prodotto il fallimento di molti Paesi di quell’area,
una povertà diffusa e divaricazioni sociali insostenibili.


L’Europa di oggi ha bisogno di tutto tranne che di ripetere quelle esperienze.
 
Ho letto con sommo piacere quanto riportato da “Il Sole 24 Ore” in un articolo di Giorgio Santilli dal titolo:

Dl Pnrr, i Commissari grandi opere sostituiranno la Conferenza di servizi”.


Santilli ha precisato:
“La novità più clamorosa – che ricorda molto il modello di intervento che fu della Legge Obiettivo
è l’emendamento presentato dai Cinque Stelle (prima firmataria Marialuisa Faro)
che equipara l’approvazione del progetto da parte del Commissario straordinario,
di intesa con il presidente della Regione interessata, alla determinazione conclusiva della conferenza dei servizi”.


Santilli accosta la proposta alla Legge Obiettivo ma commette una imprecisione:
la Legge Obiettivo non annullò la Conferenza di Servizi
ma tolse l’assurda clausola che imponeva per la conclusione della Conferenza stessa la unanimità dei partecipanti.

Una clausola che, in realtà, rendeva forti gli Enti locali e soprattutto allungava i tempi delle Conferenze stesse
(per l’asse ferroviario ad alta velocità Bologna-Milano la Conferenza di Servizi durò quasi quattro anni e per la Napoli-Bari tre anni);
ma meraviglia il fatto che l’emendamento sia stato presentato da un rappresentante del Movimento Cinque Stelle,
sì di un Movimento sempre schierato contro la Legge Obiettivo
e contro tutte le procedure che snellivano la fase autorizzativa delle proposte progettuali.



Tuttavia, i ravvedimenti sono sempre benaccetti.


Sempre nel suo articolo, Santilli ha ricordato che, su proposta della parlamentare del Partito Democratico, Elena Carnevali,
è stato presentato un emendamento che consente per le opere connesse
“la realizzazione coordinata di tutti gli interventi tramite atti convenzionali stipulati da soggetti pubblici e dai soggetti privati coinvolti,
recanti la individuazione di un unico soggetto attuatore nonché l’applicazione delle disposizioni del presente decreto
anche agli interventi finanziati con risorse diverse da quelle previste dal Pnrr
e dal Piano complementare e dai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell’Unione europea”.


Secondo Santilli non c’è scritto esplicitamente “General Contractor”,
parola da qualche tempo tabù nelle aule parlamentari ma gli somiglia molto.

Quindi tanti emendamenti ritornano alla Legge Obiettivo e al decreto legislativo 163/2006;
tante proposte, direttamente o indirettamente, ricordano provvedimenti abrogati da sei anni;

in fondo è un modo come un altro per ammettere il vuoto operativo innescato dal decreto legislativo 50/2016 (Codice Appalti)
e, al tempo stesso, è una ricerca spasmodica del Parlamento e del Governo
di trovare tutte le condizioni capaci di far ripartire una macchina,
quella delle costruzioni, che per sei anni i vari ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti,
che si sono succeduti in tale Dicastero, hanno praticamente distrutto.


Questa ricerca ormai patologica di modalità capaci di riattivare un comparto, quello delle costruzioni,
testimonia anche una autocritica da parte di due schieramenti politici,
quello del Partito Democratico e quello del Movimento Cinque Stelle,
che sono i veri responsabili di questo grave crollo del comparto;


i ministri Graziano Delrio e Paola De Micheli in quota Pd
e il ministro Danilo Toninelli in quota M5S
sono gli artefici di un simile fallimento e gli emendamenti prodotti dal Pd e dal Movimento Cinque Stelle
(di cui i due primi emendamenti esposti sono solo una parte)
dimostrano non solo un pieno pentimento,
ma anche l’affannosa ricerca di strumenti in grado di far dimenticare un passato indifendibile.


Abrogare
il decreto legislativo 163, approvato tra l’altro dal Governo Prodi nel 2006,

abrogare la Legge Obiettivo che in 12 anni aveva consentito la realizzazione di opere
per un importo pari a circa 145 miliardi di euro, per poi mantenere praticamente fermi
tutti i programmi definiti dal Programma delle Infrastrutture strategiche
approvato dalla Legge 443/2001 (Legge Obiettivo) e supportato finanziariamente dalla Legge 166/2002,


bloccare dal 2015 a oggi l’intero comparto con erogazioni relative solo alla copertura di opere già autorizzate negli anni precedenti
assicurando in 6 anni (preciso sei anni) un valore globale di soli 7 miliardi di euro,

penso si configuri come una grande incapacità gestionale.


La cosa che colpisce di più è che il Recovery Plan,
sì quello prodotto prima dal Governo Conte II e poi dall’attuale Governo per il comparto infrastrutture,
fa riferimento, per oltre il 90 per cento, a opere contenute in quel Programma delle Infrastrutture strategiche
varato, come detto prima, nel lontano 2001.


Sappiamo benissimo che i governi che si sono succeduti dal 2015 al febbraio 2021
privilegiavano i provvedimenti in conto esercizio, in quanto

era quasi obbligatorio garantire gli 80 euro (poi diventati 100 euro) per l’aumento dei salari minimi,

era obbligatorio garantire il Reddito di Cittadinanza e assicurare la norma “Quota 100”;

cioè era necessario disporre di un volano finanziario annuale di circa 20 miliardi di euro.


Ora, non avendo nelle Leggi di Stabilità disponibilità in conto capitale,
siamo stati costretti a utilizzare integralmente le disponibilità del Next Generation Eu
(vedi Articolo 1 comma 1037 più volte da me invocato)
e lo abbiamo fatto, a differenza degli altri Paesi della Unione europea,

richiedendo praticamente tutte le quote sia quelle a fondo perduto, sia quelle in prestito

ed ora siamo costretti a rispondere, ormai in modo sistematico,

alla Unione europea sulla nostra capacità di attuare il Recovery Plan,

sulla nostra capacità di attivare davvero la spesa
.


Una Unione Europea che, proprio ultimamente, ha fatto sapere che i primi a farcela,
per la prima tranche di obiettivi, saranno la Spagna, la Francia e forse la Grecia.

Per l’Italia c’è qualche preoccupazione.

Se si dovesse saltare la scadenza di questo anno i finanziamenti non saranno persi,
ma solo rinviati e rallentati (per il 2022 l’Italia potrebbe poi al massimo chiedere un’altra tranche).

In realtà è un chiaro monito della Unione europea a evitare facili ottimismi

ed, al tempo stesso, a reinventare strumenti e procedure capaci di “fare” e non di “raccontare”.



Questo ravvedimento, a mio avviso, è leggibile proprio negli emendamenti prima richiamati
e penso che il sistematico ricorso agli annunci giornalieri da parte di qualche ministro della Repubblica,
nei prossimi giorni, si ridimensioneranno in modo sostanziale;

tra l’altro gli annunci vengono letti anche dai funzionari della Unione europea preposti alla istruttoria dei nostri programmi
e non credo sia “igienico” raccontare stati di avanzamento di opere ancora non progettate
o di riforme ancora non definite in modo organico.
 
Ultima modifica:
Gli aumenti dei prezzi energetici e dei carburanti non portano solo a mugugni, come in Italia.

In Kazakistan ha portato ad una vera e propria rivolta popolare
che ha costretto il governo alle dimissioni e che rischia di non fermarsi ancora.

Gli aumenti dei carburanti, soprattutto della benzina,
hanno condotto a violente proteste di dimensioni mai viste prima nella repubblica centro asiatica.


Le proteste sono scoppiate a Almaty e nella regione del Mangistau, con una partecipazione inedita.

Del resto l’aumento dei prezzi del carburante, in una nazione che estrae enormi quantità di gas naturale e di petrolio,
ha condotto a un aumento generalizzato dei prezzi che ha messo in difficoltà molte famiglie.

Per la popolazione locale il prezzo per litro del gas liquefatto, aumentato a 120 tendi ($ 0,27) dal 1 ° gennaio,
è troppo elevato ed han chiesto di dimezzarlo a Tenge ($ 0,11 – $ 0,13).

Sapessero i nostri prezzi, chissà cosa farebbero!!!!


Le proteste non sono state contenute dallo Stato di emergenza dichiarato dal governo.

A questo punto il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha fatto quello che fanno, da sempre, regnanti e governanti:
ha dato la colpa al proprio governo, facendolo dimettere l’intero ministero
e cancellando gli aumenti dei carburanti, ma mantenendo il vice premier in carica a interim.

Però non è detto che queste misure siano sufficienti:
la popolazione è ancora in piazza e si segnalano attacchi ai palazzi del governo a Almaty e in altre città,
e la polizia non è intervenuta a reprimere i moti, il che è un pessimo segnale per il governo.

РБК

La situazione quindi resta rovente, e questi potrebbero essere solo i primi
fra i moti causati dagli aumenti dei prezzi delle materie prime e dell’energia.


Non tutti al mondo sono ricche pecore come gli italiani, con molta lana da tosare.

Altrove anche una rasatura minima causa delle vere e proprie rivoluzioni.
 
Un esperimento energetico di fusione nucleare, noto come “Sole artificiale”,
ha raggiunto una temperatura di 70.000.000 C
e l’ha mantenuta per più di 17 minuti, durante le prove tecniche in Cina.


Il programma mira a imitare le reazioni naturali che si verificano all’interno delle stelle.

Lo straordinario esperimento è avvenuto giovedì scorso.


L’operazione plasmatica ad alta temperatura ha sostenuto temperature di 70.000.000 di gradi Celsius per 1.056 secondi, più di 17 minuti.

Si ritiene che il nucleo del Sole, la nostra stella, raggiunge i 15 milioni di gradi.


Il risultato è stato annunciato venerdì da Gong Xianzu,
un ricercatore presso l’Istituto di Plasma Physics of the Chinese Academy of Sciences (ASIPP).

“Il recente funzionamento depone una solida base scientifica e sperimentale verso la gestione di un reattore di fusione”, ha detto Gong

. Lo speciale tokamak che ha permesso il raggiungimento di questo risultato
si chiama Experimental Advanced Superconducting Tokamak (EAST).

Il progetto est mira a sviluppare la tecnologia che può offrire energia pulita quasi illimitata
attraverso l’imitazione dei processi di fusione che avvengono all’interno del sole,
fatto che richiede però temperature anche più elevate.

Gli esperimenti vengono intrapresi a Hefei, la capitale della provincia di Anhui.

L’esperimento indica il livello estremamente avanzato raggiunto dagli scienziati cinesi nel settore della fusione.

Evidentemente il loro Tokamak, cioè il macchinario che permette il contenimento e la concentrazione del plasma,
eve essere estremamente efficiente, permettendo di raggiungere, e soprattutto mantenere,
temperature così elevate del plasma per un periodo di tempo sufficientemente esteso.

Sarebbe stato interessante sapere se, a queste temperature,
il plasma abbia iniziato ad avere qualche fenomeno di fusione,
ma, purtroppo, i dati ufficiali non ci informano su questo importante elemento.
 
Prima.

Nole Djokovic ha fatto slam
. Senza vincere (ancora) tutti i tornei più prestigiosi del mondo.

Semplicemente, mandando ai matti
una categoria che ai matti avrebbe dovuto essere, educatamente, accompagnata già da un pezzo: quella degli ultra-vax.

Ovvero, i signori del Verbo Vaccinale i quali, guarda caso, hanno quasi sempre anche un’altra caratteristica:

la fobia per i complottisti e, va da sé, per i complotti.


Per questa singolare specie di “homo sapiens” (con tutto il rispetto per l’aggettivo), i complotti non esistono.

Se potessero, vorrebbero anche credere che Cristo è morto di freddo,
Cesare per un’orticaria improvvisa
e Kennedy per un mal di testa.

Siccome non possono spingersi a tanto, si accontentano per ora di giurare che il Covid lo ha portato il pangolino.
Così come si erano bevuti in allora, le fialette di antrace di Colin Powell giustificatrici di una guerra “giusta”:
talmente giusta da aver causato “giusto” qualche centinaia di migliaia di morti, come effetto collaterale.

Ad ogni buon conto, per restare al mondo del tennis,
conta rimarcare che lorsignori si accontentano, sempre e comunque della spiegazione “ufficiale”.

Di conseguenza, non sopportano i famosi “complottisti”:
quei sordidi analfabeti funzionali che seminano il dubbio,
guardano dietro le quinte, sondano sotto i tappeti.

Ecco perché il famoso tennista serbo li manda fuori di testa.


Nole Djokovic, no vax dichiarato, ho chiesto di partecipare al torneo di Melburne in forza di una esenzione medica.
Questa è la spiegazione ufficiale. Tra l’altro, inattaccabile sul piano formale.

L’esenzione c’è, è stata rilasciata da uno stato australiano molto zelante in questo genere di controlli,
è perfettamente compatibile con le prese di posizione di Nole precedenti:
egli non ha mai voluto farsi il vaccino anche per timori legati agli effetti, sulla propria salute, di un farmaco sperimentale.

Evidentemente, Nole aveva ragione.

Dov’è il problema?

Che gli ultra-vax – nemici giurati di ogni complottismo – improvvisamente si scoprono, loro malgrado, complottisti.

C’è qualcosa sotto tutta questa faccenda: di sicuro, Nole non dice il vero.

Lui vanta un’esenzione cui non avrebbe diritto.

Ma come fanno a dirlo, i cari ultra-vax?


Semplice: sospettano un complotto.

Loro, i negatori a priori di ogni dietrologia.

E, così, sui giornaloni si sprecano parole come “scandalo”, “vergogna”, “privilegio”.

Ma per farlo, gli ultra-vax devono cedere al complottista che è in loro.

Fantastico.

Hanno creduto – e hanno cercato di farci credere in ogni modo – a qualunque fregnaccia:

che il vaccino rendeva immuni,

che i vaccinati non contagiavano,

che si sarebbe raggiunta la immunità di gregge,

che il green pass era una misura sanitaria.


Ed hanno dato del complottista a chi diceva la verità con almeno sei mesi di anticipo.


Adesso, per attaccare il campione, si trasformano in perfetti complottisti.


Comunque, stiano sereni e pensino positivo (casomai, un tampone in più, per sicurezza).

In fondo, dopo tutti gli slurp allo strapotere della dittatura sanitaria, uno slam di Djokovic se lo possono pure concedere.
 
Poveretti noi. Ancora a farci prendere per il kulo.

Terza dose di un vaccino che vaccino non è.

Peccato che uno studio pubblicato indichi che il siero attuale
copre al 40% la variante omicron.

E' vecchio. E' strutturato sul primo virus.

Ma Voi, se fate il normale anti-influenzale, lo fate con il vaccino dell'anno prima ?


Poi loro stessi dichiarano a fine novembre :

.....e mentre Moderna annuncia che nei prossimi mesi potrebbe essere già pronto il vaccino specifico per Omicron, anche Pfizer si muove.

La casa farmaceutica statunitense in realtà si muove su due fronti.
Nel corso di un incontro con alcuni finanziatori, i vertici dell'azienda con sede a New York
avrebbe ammesso di avere già saputo lo scorso 17 novembre dell'esistenza
di una variante in grado di «bucare» il vaccino, ma di aver bisogno di un centinaio di giorni per ricalibrare il siero.


Ed allora il siero valido ci sarà probabilmente dal prossimo mese di marzo.....Svegliatevi.


Cercherò di svegliarmi, grazie per la dritta...:accordo:
 
E dopo la propaganda mediatica.


Secondo le informazioni giunte dall’Australia,

il ministro per la salute Greg Hunt,

avrebbe confermato che il giocatore di tennis Novak Djokovic

non sarebbe stato in grado di fornire sufficienti giustificazioni

per il proprio accesso al Paese senza lo status vaccinale adeguato

ed ha visto cancellato il suo visto d’accesso.

Quindi verrà espulso caricandolo sul primo volo disponibile.



La saga che circonda i tentativi di Djokovic di competere negli Australian Open
si è enormemente intensificata questa settimana con il serbo che è arrivato a Melbourne per il torneo mercoledì.

Pare chele autorità abbiano notato che la squadra di Djokovic aveva commesso un errore nella richiesta di ingresso in Australia.

Si sostiene che non abbiano richiesto un visto che consenta l’esenzione medica per coloro che non sono vaccinati contro il COVID-19.


Letta così, se fosse confermata la notizia, Djokovic semplicemente si sarebbe dimenticato di chiedere l’esenzione.


Il problema è più che altro per l’Australian Open
che perde il numero uno nella classica ATP Mondiale.

Il torneo perde una bella fetta di interesse.
 
Consiglio a tutti di vedere il film “Don’t look up”
perché è una metafora perfetta della società attuale,
che può essere utilizzata con diverse chiavi di lettura.

È un film esagerato e fantascientifico,
ma offre spunti di riflessione sulla realtà e stimola il pensiero critico,
con una grande analogia con l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo da due anni.

Analogia certamente non voluta, visto che il film è stato ideato nel 2018-2019,
e proprio a causa della pandemia, sono state rimandate le riprese per diversi mesi, facendo uscire il film solo oggi.

Quindi la trama è stata concepita ben prima dell’emergenza pandemica,
per cui la metafora è stata pensata in riferimento a tutte le altre emergenze globali che periodicamente ci troviamo ad affrontare.

Ma andiamo con ordine.

Prima di tutto estrapoliamo dal film i passi salienti che hanno una analogia con la gestione delle emergenze a livello mondiale,
ma descritti esattamente come si sono svolti nel film, sintetizzando la trama del film che potete trovare su Wikipedia
Don't Look Up - Wikipedia.


L’emergenza “meteorite”
Due astronomi scoprono una nuova grande cometa che colpirà la Terra fra sei mesi, distruggendo qualsiasi forma di vita sul pianeta.
I due si recano alla Casa Bianca per allertare sulla catastrofe,
ma la Presidente degli Stati Uniti decide di non occuparsene per calcolo elettorale, segretando la notizia.

Gli astronomi disubbidiscono informando la popolazione in televisione,
uno esponendo il problema in modo cauto,
l’altro raccontando la cruda verità ma diventando per questo lo zimbello del web.

Per mero interesse politico, la Presidente degli Stati Uniti decide di occuparsi del meteorite,
dando all’astronomo più cauto il ruolo di scienziato di riferimento per tranquillizzare la popolazione.

Inizialmente la soluzione individuata è di tipo tradizionale,
colpire e deviare la cometa con bombe nucleari, salvando il pianeta.

Ma l’operazione viene però annullata,
preferendo una soluzione innovativa e tecnologica proposta da un’azienda Big Tech,
con la collaborazione di scienziati premi Nobel di fama mondiale.

L’azienda Big Tech ha elaborato questa soluzione al solo scopo di ricavarne enormi vantaggi finanziari, senza alcuna verifica scientifica rigorosa.

Il mondo si divide ormai tra chi vorrebbe la soluzione tradizionale che distrugge la cometa in arrivo,
e chi invece sostiene incondizionatamente la soluzione innovativa e tecnologica.

Il mainstream, la politica e la scienza ufficiale lanciano lo slogan “Don’t look up”,
che significa letteralmente “Non guardare in alto”, anche quando ormai il meteorite è visibile ad occhio nudo.

Fiducia cieca nella scienza e nella tecnologia, anche quando non è sufficientemente testata.


Vi lascio solo immaginare quale sarà l’esito finale.


Cosa è successo nel 2020 ?

Alcuni scienziati in Cina scoprono l’esistenza di un virus molto letale
e ne danno l’annuncio al mondo, sostenendo che è molto pericoloso.

La notizia viene inizialmente sminuita dalla politica per calcolo elettorale
e per non allarmare la popolazione, segretando la notizia.

Quando la notizia diventa evidente ed arriva anche in televisione,
gli esperti informano la popolazione, alcuni esponendo il problema in modo cauto,
altri raccontando la cruda verità, ma diventando per questo lo zimbello del web.

Per mero interesse politico, la politica decide di occuparsi del virus,
dando la notizia che si sta già lavorando ad un vaccino che risolverà il problema, per tranquillizzare la popolazione.

Inizialmente la soluzione individuata è di tipo tradizionale,
curare subito i malati con farmaci esistenti, anche contro i microtrombi evidenziati dopo le prime autopsie.

Ma le cure vengono vietate in tutti i modi,
preferendo la soluzione innovativa e tecnologica del vaccino
proposta dalle aziende Big Pharm con la collaborazione di scienziati di fama mondiale.

Le aziende Big Pharm hanno elaborato questa soluzione
al solo scopo di ricavarne enormi vantaggi finanziari, senza alcuna verifica scientifica rigorosa.

Il mondo si divide ormai tra chi vorrebbe la soluzione tradizionale che cura la malattia subito,
e chi invece sostiene incondizionatamente la soluzione innovativa e tecnologica dei vaccini.

Il mainstream, la politica e la scienza ufficiale lanciano lo slogan “Don’t dubt vax”,
che significa letteralmente “Non dubitare del vaccino”,
anche quando ormai si è dimostrato non efficace e causa di eventi avversi.

Fiducia cieca nella scienza e nella tecnologia, anche quando non è sufficientemente testata.


Vi lascio solo immaginare quale sarà l’esito finale.
 

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