NON SERVE A NULLA RUGGIRE SE NON SAI SBRANARE

Ha confessato e chiesto scusa lo studente che lo scorso 29 ottobre ha preso a sediate la prof.

Ha cominciato a lanciare le sedie contro l’insegnante, poi appunto le scuse: “Chiedo perdono”.
Così fan sempre tutti in Italia.

Poco importa quale sia il gesto contro qualcuno, l’importante è che dopo si chieda scusa.
Dagli insulti pronunciati contro un politico o da un politico stesso,
dalla reazione di un calciatore contro arbitro e avversari,
da un marito/moglie che ha tradito il coniuge, fino ad arrivare allo studente che aggredisce una professoressa.

Accade perché, diciamoci la verità, quando si chiede scusa l’opinione pubblica si ammorbidisce. “Vabè, ma almeno ha chiesto scusa”.

Vale anche quando qualcuno scusa non lo dice.
Quante volte abbiamo sentito dire a qualcuno la frase “chieda scusa”.
Chiedere scusa può realmente far dimenticare o quantomeno sminuire la portata del gesto o delle parole di violenza?
Evidentemente sì viste le cronache.

Il caso dello studente dell’istituto secondario superiore “Floriani” di Vimercate (Monza), è solo l’ultimo esempio.
Il caso aveva scatenato polemiche a livello nazionale, tanto che alcuni giorni dopo gli studenti, in corteo,
avevano deciso di divincolarsi dall’immagine di “scuola di bulli” creatasi dopo l’episodio.
La professoressa aveva riportato lesioni guaribili in cinque giorni.

La confessione arriva con la firma su una lettera di scuse consegnata all’insegnante
che, a quanto pare, potrebbe anche ritirare la querela.

Bastano quindi le scuse.
 
V E R G O G N O S O

Dovrebbe essereci una regola per la quale, dopo un tot di assenze , il parlamentare decade.
....ma la decadenza è quella del partito che l'ha candidata.

Una brutta figura per la parlamentare calolziese Michela Vittoria Brambilla.

Il sito web del giornale di approfondimento L’espresso l’ha definita il “nuovo mito assoluto dell’assenteismo parlamentare”
per via della sua scarsa presenza a Montecitorio: secondo quanto riportato da Openparlamento.it.

dal 23 marzo, giorno in cui si è insediata la 18° legislatura parlamentare, l’onorevole è stata presente alla Camera dei deputati per una votazione soltanto,
quella in cui si è espressa contro la fiducia al governo giallo-verde.

In quasi otto mesi non si è presentata per oltre mille volte, facendo registrare un tasso del 99,93 per cento delle assenze.
 
La maggior parte sono "on lus" che non pagano tasse.......ma le rette sono vertiginose.
Ed il business c'è ed avanza. Quando nasce un'attività di questo genere, non nasce certo per "perdere" ........

Uno studio concluso a settembre dalle Camere di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi
ha messo in luce quello che gli stessi curatori definiscono il “business” dei residence per universitari e dei pensionati per anziani.

Un mercato che ha registrato aumenti a tre cifre per numero di imprese, di addetti e di strutture presenti in tutto il territorio nazionale.
In Italia ci sono 4.283 aziende attive nel settore, il 129 per cento in più di meno di dieci anni fa,
e la Lombardia ne conta 469, il 235 per cento in più del 2008/2009, con 104mila persone impiegate e mille strutture presenti nel territorio regionale.

La provincia di Lecco non è estranea a questo fenomeno.
Le attività prese in considerazione dagli analisti sono quelle registrate con il codice ateco degli ostelli della gioventù,
degli alloggi per studenti e lavoratori con servizi accessori di tipo alberghiero, delle strutture di assistenza infermieristica residenziale per anziani e per disabili.

Le imprese di questo tipo nel lecchese sono 19 e hanno registrato un aumento del 280 per cento dal 2008/2009, quando erano solo cinque.
Esse impiegano 776 persone - il 183 per cento in più rispetto a sette anni fa - e cinque di esse (il 26 per cento) sono condotte da imprenditrici,
mentre non ci sono nel territorio giovani imprenditori o stranieri attivi nel settore.
Le strutture di cui queste aziende si avvalgono in provincia sono 38: una in più dello scorso anno,
ma undici in più del 2013 quando erano 27 e il 171 per cento in più rispetto a dieci anni fa quando erano appena 14.
Rispetto alla destinazione delle sedi di queste attività, quelle rivolte agli anziani "schiacciano" quelle per i giovani:
nel 2018 cinque sono le strutture dedicate agli studenti (un lustro fa erano tre); mentre gli anziani vedono 33 centri a loro riservati contro i 24 del 2013
 

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