NULLA SI CREA. NULLA SI DISTRUGGE. TUTTO SI INCASINA.

Ci ritroviamo peggio di come c’eravamo lasciati e alla fine, agosto, seppure al contrario, sarà la ciliegina sulla torta,
quella di un paese che sta fuggendo il controllo di sé stesso, a partire dal governo e dalla maggioranza che lo sostiene.

Sia chiaro anche la gente ci mette del suo, perché in poche settimane di vacanze strane, è saltato tutto,
dalla cautela al rispetto delle regole e soprattutto è volato via il buon senso, la ratio e la capacità di scegliere tra il si può fare e il non si può.


Per carità non siamo i soli, in gran parte del mondo è stato uguale, ma il peggio per l’Italia è che la bussola del governo,
della guida del paese che già non c’era o funzionava male, è saltata del tutto, lasciando che la nave scorresse alla deriva.


Alla deriva i conti,
le intese,
le scelte utili al paese,
alla deriva gli sbarchi clandestini tornati un’invasione,
alla deriva la minima idea di essere guidati da un esecutivo capace di tenere il timone e fissare la rotta verso un porto sicuro per riparare i danni e ripartire più veloci e forti.

Eppure a settembre, tra qualche settimana, ci aspetta un resoconto da brivido e follia,
un bilancio della crisi per la pandemia da mettersi le mani nei capelli, perché quel boom di presenze vacanziere,
di pienone turistico nei luoghi che c’è stato, è falsato totalmente dalla chiusura precedente.


Insomma in un tunnel buio pesto, basta un cerino per sembrare un’illuminazione a giorno e una candela può essere scambiata per un proiettore,
ecco perché diciamo che nelle prossime settimane saranno dolori, altroché le dichiarazioni di Gualtieri.


Ma vi sembra normale un ministro a capo del Mef, che annunci con certezza un trimestre finale dell’anno da record, da fuoco d’artificio,
addirittura da ripresa fortissima e stupefacente, magari parla perché è convinto che nella testa degli italiani ci sia il vuoto oppure il niente.



In questi ultimi mesi dell’anno succederà il contrario, in economia si conteranno i morti e i feriti di una riapertura malgestita,
di una serie di provvidenti scriteriati che al pil gli hanno fatto un baffo,
arriverà alla cassa il conto dei 100 miliardi bruciati inutilmente per incapacità e incoscienza.


Ci ritroveremo col debito al 160 percento, i tavoli di crisi aperti, anzi aumentati perché tra chiusure e licenziamenti quando cadrà il veto sarà un inferno,
una marea di clandestini in più molti dei quali infettati da covid, fuggiti e sparpagliati ovunque,
ci ritroveremo forse nell’ondata di ritorno che anziché scongiurare qualcuno sembra auspicare, alla faccia del governo per salvare gli italiani.


La realtà è che siamo un paese fuori controllo, guidato da una maggioranza di sbandati che in un anno ci ha rovinati,
obbligati, chiusi, controllati peggio che in Cina e sospinti nell’abisso, altroché successo trimestrale di Gualtieri,
siamo finiti in uno degli incubi peggiori e per uscirne fuori saranno lacrime e dolori.



Riprendiamo da dove eravamo rimasti, talis et qualis.
 
Lo trasmettono le zanzare, dopo aver punto uccelli selvatici o, fra i mammiferi, i cavalli sono soprattutto grandi portatori.

Parliamo del virus West Nile, che ultimamente è arrivato nel Lodigiano,
che lasciati alle spalle zona rossa e lockdown avrebbe volentieri fatto a meno di misurarsi con un’altra emergenza sanitaria.

Da Prima Lodi


E invece sono già 10 i casi accertati fra Lodi città e Sant’Angelo Lodigiano.
L’età dei pazienti va dai 50 ai 70 anni.


Mentre sarebbe un 40enne il paziente ricoverato da ieri, giovedì 20 agosto 2020, in rianimazione all’ospedale di Alessandria.

Con patologie pregresse, le sue condizioni cliniche sono gravi, ma pere che non vi sia stato alcun collegamento col focolaio lodigiano.


Secondo quanto spiegato dal Angelo Regazzetti, primario di malattie infettive dell’ospedale Delmati di Sant’Angelo Lodigiano,
sono più di 200 le specie di uccelli che possono essere serbatoi dell’infezione, ma anche i cavalli.


Le zanzare diventano positive al virus dopo aver punto i portatori e lo trasmettono agli uomini pungendo anche loro.


La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette,
ma contagia anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.


Il periodo di incubazione dal momento della puntura varia fra 2 e 14 giorni,
la maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo,
il 20% presenta sintomi leggeri come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei.
 
Il virus nel potere.

La pandemia da Covid-19 ha costretto le democrazie rappresentative occidentali a sperimentarsi con i poteri d’emergenza,
in quella che è stata definita una nuova guerra planetaria contro un nemico invisibile.

Ovviamente, tutti in ordine sparso.

Ognuno con la sua bella Costituzione sotto il braccio e chi, come noi, si è dovuto inventare la vita,
nonostante che la nostra Carta sia (sempre da noi) vantata come la “più bella del mondo”.

La parte del leone, inizialmente, è stata tutta ad appannaggio della competenza tecnico-scientifica che, però,
strada facendo (a tentoni e tentativi spesso fortemente contraddittori) ha perso il suo aspetto virginale di dedizione al bene dell’umanità,
per legarsi accondiscendente al carro del potere politico.

Ed è stato quest’ultimo, necessariamente, ad avere l’ultima parola sulle misure di contenimento dell’epidemia a livello nazionale.

Fa sorridere, in questo frangente, il tentativo di usare l’emergenza per rafforzare i poteri personali dei leader di turno, da Orban a Conte.

Ma, mentre il primo ha già dismesso i panni del Cunctator, Conte continua a farsi Primo Console
commissariando la democrazia rappresentativa attraverso i suoi famosi Dpcm che, però, sono solo atti amministrativi
(impugnabili, quindi, presso Tar e Consiglio di Stato!), produttivi tuttavia di effetti coercitivi sulle libertà costituzionali dei cittadini.

Cosicché per velocizzare le procedure di spesa e di intervento onde fronteggiare le emergenze economico-sociali causate dalla pandemia,
ci si è dovuti appigliare alla dichiarazione dello stato di emergenza della Protezione Civile (contenuta in un decreto legislativo!)
per emanare provvedimenti d’urgenza che bypassassero le lungaggini burocratiche degli impegni di spesa e dell’intervento ordinario.

Non basterà, tuttavia, il gradimento che Conte vanta oggi presso la pubblica opinione per cancellare la percezione ondivaga e inconcludente
che si ha del suo governo, tutto intento a dare bonus a pioggia, facendo centinaia di miliardi di nuovo debito pubblico,
senza nessuna strategia di fondo per un rilancio socio-economico dell’Italia fondato sulla creazione di nuova ricchezza.


Il rischio concreto è di finire nel litotritore dei mercati finanziari, una volta venute meno,
la copertura a tempo degli acquisti massivi di titoli del debito pubblico italiano da parte della Bce .


Sicché, per sfuggire al redde rationem, analisti e commentatori politici si rifugiano nella teoria del complotto globale,
accusando i cinesi e i laboratori di Wuhan di aver costruito in vitro il virus.

Anche qui: le menzogne e i ritardi di Pechino vengono utilizzati per coprire la foglia di fico della vergogna delle multinazionali
e delle roccaforti finanziarie occidentali che, per aumentare a dismisura i loro profitti, hanno favorito al massimo
la delocalizzazione delle imprese ad alta densità di manodopera, senza minimamente preoccuparsi della perdita di centinaia di milioni di posti di lavoro in Occidente,
né del progressivo trasferimento delle produzioni strategiche, come la fabbricazione dei principi attivi degli antibiotici,
nelle mani di quel campione di democrazia che è Xi Jinping.

L’unico vantaggio del Covid-19 è stato, in fondo, di aver smascherato questo perverso intreccio delle catene globali di valore,
per cui finalmente si torna a parlare seriamente di un drastico decoupling Occidente-Cina, impedendo a una Pechino sempre più ultranazionalista
di godere di tutti i vantaggi di stare nel Wto, senza mai pagare pegno per la sua economia ultra-sussidiata con capitali statali
e mantenuta in piedi grazie a una massiva depredazione di kow-how e di tecnologia occidentale.

Ma se non faremo anche noi, tutti assieme, megaprogetti intercontinentali per surclassare le loro Nuove vie della Seta
(coinvolgendo Africa e America Latina), avremmo prodotto soltanto nuove, inutili grida manzoniane!
 
L’ordinanza del ministro Speranza per obbligare all’uso della mascherina nelle ore della “movida” e per vietare il “ballo” è ridicola
nel tentativo di stimolare comportamenti più responsabili e fuorviante, se non ingiusta, nel ricondurre i fattori di rischio
solo al comportamento irresponsabile dei più giovani che non vogliano rinunciare all’estate.


La gatta frettolosa fa i gattini ciechi ed è il caso di questa ordinanza scritta, ci sembra, soprattutto per l’obiettivo di dare un segnale.

Per come è scritta, basterebbe infatti mettere la musica senza ballare per essere nel lecito.

Cosa che avviene peraltro normalmente, nei lidi e nei locali diversi dalle discoteche.


Il ministro peraltro sa, di sicuro, che l’interpretazione della sua ordinanza sarà tutt’altro che facile nella parte non dedicata alle attività da ballo:

la norma impone infatti l’uso della mascherina in tutti gli spazi pubblici che, per come sono fatti, rendono “più agevole il formarsi di assembramenti”.

Ma quali sono le “caratteristiche fisiche” per cui un luogo facilita l’assembramento?

Un vicolo agevola più di una piazza?

E quanto deve essere grande una piazza per poter togliere la mascherina?


La questione delle caratteristiche fisiche è così mal posta che in via non tassativa l’ordinanza cita “piazze, slarghi, vie, lungomari”, cioè qualsiasi spazio all’aperto.

Perché allora non limitarsi a dire che l’obbligo di mascherina c’è sempre, per tutti gli spazi pubblici urbani,
senza lasciare agli agenti di pubblica sicurezza l’incombenza di distinguere ciò che è indistinguibile?


Se la prossima sfida, e la più importante per il Paese, è la riapertura delle scuole,
essa non può dipendere da comportamenti estemporanei, ma da pratiche e protocolli che debbono essere l’esito di riflessione attenti, e dalla capacità di attuarli.


Additare come causa di un eventuale aumento sistematico dei contagi la voglia d’estate dei giovani
è una malevola ipocrisia, cherve a trovare un capro espiatorio, ma non una soluzione.

Un atteggiamento che non promette nulla di buono, in vista del 14 settembre.
 
Sbaglierò, ma si ha la sensazione che un numero crescente di cittadini ne abbiano abbastanza
di una dittatura sanitaria che continua a spargere terrore a piene mani.


Per quanto la martellante propaganda del giornale unico del virus non smetta un attimo di raccontare la favola nera di un contagio
che viene rappresentato come una malattia gravissima, le evidenze di questi ultimi mesi stanno gradualmente rassicurando una popolazione tenuta in scacco per molti mesi.


Neppure l’escamotage, in voga in alcune Regioni filo-governative, di ricoverare tutti coloro i quali manifestino più di 37,5 di febbre riesce a spaventare come in passato.

Chiunque possegga un minimo di ragionevolezza, anche senza approfondire l’evoluzione di un agente patogeno
che gli studi più recenti confermano molto meno aggressivo rispetto ad alcuni mesi addietro,
si sta oramai rendendo conto non possiamo più permetterci di tenere ingessato il Paese reale, se vogliamo evitare il collasso dell’intero sistema.


In tal senso ancora una volta i clinici più in vista, in questa oscura fase della nostra storia repubblicana,
ci richiamano al senso di responsabilità, facendo leva sulle evidenze dei numeri e dei riscontri scientifici.

In particolare Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive del San Martino di Genova,
si sta spendendo da tempo per contrastare l’autolesionistica narrazione del terrore.

Venerdì scorso, intervenendo su La7 , ha duramente attaccato chi continua a truffare gli italiani, spacciando i contagi per la malattia,
quando oramai la stragrande maggioranza di chi viene in contatto con il Sars-Cov-2 è asintomatico o paucisintomatico.

Sulla stessa linea il coraggioso Alberto Zangrillo, primario del reparto di rianimazione del San Raffaele nonché Prorettore della stessa Università,
che è stato oggetto sui social di un tentativo di linciaggio virtuale ad opera di un’orda di catastrofisti per aver pubblicato una vignetta assai esemplificativa firmata da Ghisberto.


Mi permetto di aggiungere che nel nostro Paese ogni anno si registrano ben 240mila
decessi per patologie cardiocircolatorie (infarto ed ictus), in buona parte determinati da un cattivo stile di vita.



Stile di vita che le eccessive misure di blocco adottate dall’improvvisato regime sanitario al potere non può che aver decisamente peggiorato.


Tant’è che, secondo la società italiana di cardiologia,
dall’inizio dell’epidemia la mortalità per infarto risulta in crescita del 30 per cento.



Una vera e propria strage di cui qualcuno dovrà prima o poi assumersi la responsabilità.


Ma per chi regge ancora le redini di questo disgraziato Paese questi morti non sembrano contare nulla.


Probabilmente si emanerà un decreto per derubricare tutte le tristi dipartite sotto la dizione Covid-19,
dal momento che da quando si è diffuso il virus della paura sembra che non si muoia d’altro.
 
SE dall'inizio dell'epidemia, la mortalità per infarto ed ictus è cresciuta del 30%

significa che sono morte in più 36.000 persone.

(240.000 x 30% : 12 mesi x 6 mesi)


I decessi nei quali il covid è stato parte di altre patologie pregresse e non causa di morte sono ad oggi 35.437


Ho gia scritto dei decessi da 0 a 59 anni = 1633 ( in 6 mesi) su 42.370.586 abitanti.

Aggiungo: da 60 a 69 anni = 3.582 decessi

Pertanto un totale di 5.215 decessi in 6 mesi su 49.795.761 abitanti = 0,0105%

Quando in 6 mesi muoiono il Italia almeno 310.000 persone.



Con tutto il rispetto che posso avere per le persone anziane,
non pensate che questo strato di popolazione possa avere anche altre patologie
più o meno gravi ?


da 70 x 79 anni = 9.285 decessi su 6.006.830 abitanti = 0,155%

da 80 x 89 anni = 14.609 decessi su 3.647.476 abitanti = 0,4%

oltre 90 anni = 6.535 decessi su 794.572 abitanti = 0,822%
 
Sbaglierò, ma si ha la sensazione che un numero crescente di cittadini ne abbiano abbastanza
di una dittatura sanitaria che continua a spargere terrore a piene mani.


Per quanto la martellante propaganda del giornale unico del virus non smetta un attimo di raccontare la favola nera di un contagio
che viene rappresentato come una malattia gravissima, le evidenze di questi ultimi mesi stanno gradualmente rassicurando una popolazione tenuta in scacco per molti mesi.


Neppure l’escamotage, in voga in alcune Regioni filo-governative, di ricoverare tutti coloro i quali manifestino più di 37,5 di febbre riesce a spaventare come in passato.

Chiunque possegga un minimo di ragionevolezza, anche senza approfondire l’evoluzione di un agente patogeno
che gli studi più recenti confermano molto meno aggressivo rispetto ad alcuni mesi addietro,
si sta oramai rendendo conto non possiamo più permetterci di tenere ingessato il Paese reale, se vogliamo evitare il collasso dell’intero sistema.


In tal senso ancora una volta i clinici più in vista, in questa oscura fase della nostra storia repubblicana,
ci richiamano al senso di responsabilità, facendo leva sulle evidenze dei numeri e dei riscontri scientifici.

In particolare Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive del San Martino di Genova,
si sta spendendo da tempo per contrastare l’autolesionistica narrazione del terrore.

Venerdì scorso, intervenendo su La7 , ha duramente attaccato chi continua a truffare gli italiani, spacciando i contagi per la malattia,
quando oramai la stragrande maggioranza di chi viene in contatto con il Sars-Cov-2 è asintomatico o paucisintomatico.

Sulla stessa linea il coraggioso Alberto Zangrillo, primario del reparto di rianimazione del San Raffaele nonché Prorettore della stessa Università,
che è stato oggetto sui social di un tentativo di linciaggio virtuale ad opera di un’orda di catastrofisti per aver pubblicato una vignetta assai esemplificativa firmata da Ghisberto.


Mi permetto di aggiungere che nel nostro Paese ogni anno si registrano ben 240mila
decessi per patologie cardiocircolatorie (infarto ed ictus), in buona parte determinati da un cattivo stile di vita.



Stile di vita che le eccessive misure di blocco adottate dall’improvvisato regime sanitario al potere non può che aver decisamente peggiorato.


Tant’è che, secondo la società italiana di cardiologia,
dall’inizio dell’epidemia la mortalità per infarto risulta in crescita del 30 per cento.



Una vera e propria strage di cui qualcuno dovrà prima o poi assumersi la responsabilità.


Ma per chi regge ancora le redini di questo disgraziato Paese questi morti non sembrano contare nulla.


Probabilmente si emanerà un decreto per derubricare tutte le tristi dipartite sotto la dizione Covid-19,
dal momento che da quando si è diffuso il virus della paura sembra che non si muoia d’altro.

Vignetta rappresentativa dello stato deidi fatti
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O
 
Attacco durissimo di Gianluigi Paragone al Governo, nel quale ci rivela due notizie che finora ci erano sfuggite, forse perchè il governo voleva restassero tali:


  • i vincitori della gara per la fornitura dei nuovi banchi monoposto, quella voluta dalla Azzolina e dal commissario Arcuri, sono segreti,
  • per cui appare quasi ovvio che questa fornitura, che poteva servire a rilanciare l’industria italiana, andrà invece a rifornire di risorse finanziarie aziende cinesi.

  • Quindi il rischio, molto probabile, è che i nostri soldi servano alla politica estera filocinese dei 5 stelle;

  • Altra mossa filocinese del governo, e che ci metterà nei guai con gli USA, è quella legata alla rete 5G ed a Huawei.

  • Come hanno sottolineato anche a StartMag non ci sarà nessun bando delle aziende cinesi alla partecipazione al 5G.

  • Nel nuovo DPCM sul 5 g, sempre un decreto di Conte indiscutibile ed al di fuori di ogni possibile giudizio del Parlamento,
  • si parla infatti di una prosecuzione della collaborazione con Huawei sui prodotti esistenti.

  • In questo modo siamo perfettamente in rotta di collisione con gli USA…

  • Chissà come sarà felice Trump della nostra piega filo cinese;

  • infine altri 9 anni di segreto di stato su Ustica.

  • Geniale, per il partito che doveva “Aprire il parlamento come una scatoletta”…
 
Quando in un paese i nomi dei fornitori dei banchi scolastici sono più segreti di quelli delle armi
è tempo di fare piazza pulita di tutti i governanti.

Come ci mette in evidenza “Il Sussidiario” il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri,
che passa con nonchalance dalle mascherine ai respiratori ai banchi di scuola, facendo comunque un gran pasticcio,
il 12 agosto ha comunicato che sono 11 le ditte che hanno vinto il contratto per fornire i 2,4 milioni di banchi entro ottobre,
ma tutto è stato mantenuto strettamente segreto:


  • non si sa se le ditte sono italiane o estere;
  • non si sa dove i banchi saranno prodotti;
  • non si sanno i prezzi di assegnazione;
  • non si sa neanche se tutti i contratti siano stati firmati dalla controparte.

Perchè questa segretezza?

I banchi non sono armi segrete, non sono le corazze dei carri Ariete.

Il fatto che tutto sia mantenuto riservato e secretato lascia spazio alle peggiori ipotesi come, ad esempio:


  • che i banchi sia prodotti all’estero, per cui i soldi degli italiani sono utilizzati per foraggiare aziende straniere;
  • che vi siano delle collusioni fra chi ha fatto gli ordini e le aziende;
  • che i prezzi siano assolutamente sproporzionati rispetto ai prodotti e che siano pagati solo per far fare bella figura al governo.

Assufficio, associazione di categoria del settore dei mobili da ufficio, ritiene che la gara sia irregolare
e vedremo se qualche azienda esclusa si riserverà di fare ricorso contro la gara.


Arcuri assicura che non ci saranno banchi cinesi, ma allora perchè questa segretezza, perchè non rendere note le condizioni?


Non ci resta che l’amara constatazione che un partito nato per la trasparenza, per “Aprire il parlamento come una scatoletta”
si sia ridotto a segretare le gare d’appalto di prodotti banali, peggio di un Renzi qualunque.

Del movimento Cinque Stelle non è rimasto, effettivamente, proprio nulla
 
Dementi con potere. Ma sarebbe sufficiente ignorarli.


La scure censoria di Facebook non si ferma davanti a nulla.

Ed è così, quindi, che il noto social network decide di oscurare anche la pagina della Federazione Nazionale Arditi d’Italia,
rea di aver pubblicato delle foto dell’Ausiliaria della Decima Mas Fiamma Morini per ricordare la sua recente scomparsa,
ed una foto di Rosa Cacioppo, Ausiliaria della Repubblica Sociale Italia, in occasione di una commemorazione.



Niente di nuovo sotto il sole, purtroppo, anche se il tema è molto più complesso perché è sotto gli occhi di tutti che quanto accaduto
costituisce l’ennesimo grave attacco del social network a quelli che sono dei principi cardine della nostra Costituzione
e che, in modo sistematico, Zuckerberg continua a mettere in discussione
.


Lo aveva già fatto con la pagina nazionale di CasaPound Italia e coi profili di migliaia di militanti della tartaruga frecciata.

E, nonostante due sentenze che hanno visto soccombere il colosso americano, nulla è cambiato.

Anzi, il suo raggio d’azione si è sensibilmente allargato andando a colpire un’associazione combattentistica
che da decenni porta avanti il ricordo degli Arditi d’Italia che, avulsi da qualsiasi legame col fascismo
essendo un reparto che ha combattuto anche nella Prima Guerra Mondiale, hanno scritto le più importanti pagine della storia della nostra Nazione
e le cui tradizioni oggi sono portate avanti dal 9 reggimento d’assalto incursori paracadutisti Col Moschin.



La Fnai ha fatto ricorso e l’udienza è stata fissata proprio per oggi lunedì 24 agosto.

Facebook deve rispondere del suo ennesimo attacco alla libertà di pensiero e di espressione.

Abbiamo contattato il presidente Nazionale della Fnai, Massimiliano Ursini, che così commenta l’accaduto:

Quello che è successo è un fatto gravissimo tanto più che costituisce una palese violazione della libertà di espressione.
Ciò che rende questo fatto ancora più riprovevole è la totale mancanza di rispetto nei confronti dell’Ausiliaria della Decima Mas Fiamma Morini da poco deceduta.
Si tratta di una persona che ha vissuto la sua esperienza in guerra e rappresentava un punto di riferimento importantissimo nel campo reducistico.
Siamo arrivati alla follia pura. La fotografia che viene contestata da Facebook è quella di Fiamma Morini senza labari della Decima Mas
che abbiamo pubblicato nel giorno della sua scomparsa.
Questo è un accanimento in stile orwelliano nei confronti di chi oggi ha e cerca di portare avanti un senso di amor Patrio”.


Nessuna possibilità di replica, denuncia ulteriormente Ursini.


“Tutto questo è avvenuto senza che noi potessimo controbattere, perché avremmo voluto spiegare che si tratta di questioni che non hanno alcun legame con la politica.
Il nostro è stato solo un atto di rispetto verso chi ha sacrificato i suoi anni giovanili per la Patria.
Abbiamo provato più volte a scrivere direttamente a Facebook, mandando anche copia di quanto datomi dall’avvocato ma non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta.
Nelle comunicazioni precedenti abbiamo precisato che né la Fnai né i post che abbiamo pubblicato hanno nulla a che fare con l’incitamento all’odio razziale o alla violenza.
Non capisco come sia possibile che Facebook consideri “organizzazione pericolosa” un’associazione che porta avanti il ricordo degli Arditi
e di tutti coloro che hanno dato la vita per l’Italia.
Visto che non abbiamo ricevuto alcuna risposta abbiamo adito alle vie legali: come Fnai chiediamo la riattivazione immediata della pagina nazionale,
di quella della sezione di Trieste e di tutti i profili collegati ad esse, nonché il risarcimento del danno subito perché proprio in questo periodo come Fnai
stiamo organizzando molte attività in tutta Italia e che, da sempre, pubblicizziamo tramite Facebook”.
 

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