OBAMA, PULIZIE DI FINE STAGIONE.

tontolina

Forumer storico
OBAMA, PULIZIE DI FINE STAGIONE. UCCIDE I CAPI DI AL NUSRA, MOLLA KIEV…
Di Maurizio Blondet , il 13 novembre 2016 15 Comment

OBAMA, PULIZIE DI FINE STAGIONE. UCCIDE I CAPI DI AL NUSRA, MOLLA KIEV… - Rischio Calcolato


Le esecuzioni sono già in corso.
“Chi assassina gli ufficiali di Al Qaeda dopo il 9 novembre?” domanda il benissimo informato Meyssan.
“Per il momento non è chiaro se siano regolamenti di contri tra bande rivali o l’amministrazione Obama stia cancellando le tracce dei suoi delitti”.


Non occorre disporre di profonde fonti d’intelligence per sapere che la risposta esatta è la seconda. L’ha scritto il Wahington Post il 10 novembre: “Alti funzionari del Dipartimento di Stato” hanno informato il giornale che Obama non poteva più permettersi di “trattare col diavolo” per esercitare una pressione militare sul presidente Bachar al-Assad”. Obama avrebbe ordinato di localizzare ed uccidere tutti i dirigenti di Al Qaeda attivi in Siria, anche con droni.

lg.php

Obama directs Pentagon to target al-Qaeda affiliate in Syria, one of the most formidable forces fighting Assad

E anche i WP non aveva bisogno di chissà quali fonti anonime: bastava che andasse sul sito del Dipartimento Usa del Tesoro per vedere che il detto Ministero comunicava: “Abbiamo smesso di pagare i qaedisti”.
Beninteso, il linguaggio non è così esplicito, ma lo è abbastanza: “L’ufficio per il Controllo degli Attivi Esteri” (il Tesoro ha appunto un ufficio con questo nome) ha agito oggi per interrompere le operazioni militari, di reclutamento e finanziamento del Fronte Al Nusra. Specificamente il il detto ufficio ha indicato quattro leader di Al Nusra – Abdallah Muhammad Bin-Sulayman al-Muhaysini, Jamal Husayn Zayniyah, Abdul Jashari, and Ashraf Ahmad Fari al-Allak – in coordinamento col Dipartimeno di Stato, come individui responsabili di fornire al Al Nusra sostanziale sostegno finanziario e logistico, dal reclutamento di combattenti alla raccolta di fondi”. Si può leggere qui:

Treasury Designates Key Al-Nusrah Front Leaders



Quei quattro fanno quasi pena, poveracci. Più che capi militari, erano probabilmente i capi-contabili e ragionieri del Jihad, e il Tesoro USA li conosce benissimo, visto che li riempiva di quattrini. Sempre il Washington Post ci ha spiegato, il 12 giugno 2015, che la CIA, col suo direttore John Brennan, aveva speso un miliardo di dollari l’anno in armi, addestramento e quattrini per questi ribelli “moderati”, “una delle più grandi operazioni coperte della CIA”.

Secret CIA effort in Syria faces large funding cut

Il primo dei nominati, Al-Muhaysini, un imam saudita, in carriera per diventare il futuro Bin Laden, era sicuramente un buon amico. Tanto che il giovanotto accanto a lui nella foto (Al-Muhaysini), è il “giornalista “ e propagandista di Al Qaeda in Siria Hadi Abdullah, era stato premiato da Reporters Sans Frontières con il Press Freedom Price.


Muhaysini e il giornalista premiato
2016 RSF-TV5 Monde Press Freedom Prize: Prize awarded to Syrian and Chinese journalists, website | Reporters without borders

E che Reporters san Frontières sia pesantemente infiltrato dalla Cia, e riceva contributi annuali dal National Endowment for Democracy , che è un braccio del Congresso Usa, l’ha rivelato dal 2008 non un blog complottista, ma il franecse Le Figaro.

les révélations du Figaro sur le financement de reporters sans frontières



lg.php

Adesso, a secco. Anzi, fatti secchi. Ciò perché, spiega il “grande giornale” Washington Post, “il presidente Obama non vuole che questo gruppo [Al Nusra] erediti la Siria: non è un’opposizione sostenibile, perché è l’organizzazione di Al Qaeda”. E lui, il Nobel per la Pace, si allarma che si formi “ una nuova base operativa di Al Qaeda alla porta dell’Europa Meridionale”. Lo fa per il nostro bene, insomma.
Commuove vedere che Obama abbia preso coscienza che Al Nusra e Al Qaeda sono la stessa cosa: ancora ad ottobre assicurava che era l’opposizione moderata, da far partecipare alla transizione democratica del dopo-Assad; e i cui gruppi democratici erano così mescolati ai militanti veramente terroristi che – nonostante le insistenze di Mosca – Washington non riusciva a separare e distinguere. Giungendo a minacciare la guerra a Mosca perché Putin, invece di bombardare l’ISIS, bombardava “i nostri terroristi”. Quelli che già il ministro degli esteri francese Laurent Fabius 28 gennaio 2013 aveva riconosciuto: sul terreno, in Siria , stanno facendo un buon lavoro” (bon boulot) . Quella Al Nusra a cui aveva l’Occidente non ha esitato di fornire, ancora due mesi fa, armamento a tonnellate includi mezzi corazzati.

Adesso basta: Obama chiude il teatrino e fa le pulizie di fine mandato. Un cambiamento che il giornale libanese Al-Akhbar trova “spettacolare”, tanto da non vedervi “un ripiegamento da parte di Obama, ma come un’alternativa per conservare Al Qaeda come mezzo di pressione attivo per condurre il presidente Assad ad una dimissione volontaria.. Privati dei loro capi, gli elementi di Al Nusra dovranno forzatamente fondersi con gli altri gruppi terroristi non catalogati Al Qaeda…In altre parole, invece di rispondere all’esigenza russa di separar i terroristi di Al Nusra dai pretesi oppositori armati moderati, Obama cerca di fondere i primo coi secondi”. Interpretazione di cui lasciamo la responsabilità al giornale libanese.

استراتيجية اوباما قبل المغادرة: ضرب قادة «النصرة» والحفاظ على مقاتليها

Fatto sta che adesso Obama non lascia testimoni di quell’amicizia. Sembra proprio (ma possiamo sbagliare) che la sconfitta della Clinton lo abbia costretto ad abbandonare quel progetto, consistente nel fare della Siria un territorio di transito di un oleodotto che portasse il greggio e gas dal Katar all’Europa, allo scopo di staccare gli europei dalla dipendenza da Mosca come fornitore energetico. Un progetto caldeggiato da Hillary quando era segretaria di Stato, convintissima dalle ricche donazioni dei sauditi e dell’emiro del Katar.

Secondo la Reuters, questi ed altri donatori hanno contribuito alla campagna presidenziale Hillary 9 milioni di dollari. “La sconfitta di Hillary significa la perdita del loro investimento per grandi donatori come George Soros, l’industria della difesa e l’Arabia Saudita, sunteggia il Deutsche Wirtschaft Nachrichten.

les révélations du Figaro sur le financement de reporters sans frontières

Hanno investito sul cavallo sbagliato. E così il progetto è sconfitto. Oltre 400 mila morti (non sono state scoperte tutte le fosse comuni disseminate dai jihadisti in Irak e Siria), 3 o quattro milioni di profughi e sfollati, le infrastrutture sistematicamente distrutte dall’aviazione americana, un paese civile in ogni caso smembrato; destabilizzazione sangunosa e ferite che non si rimarginano (milizie curde stanno combattento con truppe turche) infinite menzogne dei media sul mostro Assad che “gasa il suo stesso popolo”, sui russi che “bombardano i bambini ad Aleppo”…ed ora finisce come se niente fosse? Perché Trump ha detto venerdì che per lui bisogna combattere l’ISIS, non Assad.

Rapida anche la sparizione dell’appoggio americano al regime golpista di Kiev. Michael McFaul, l’ex ambasciatore Usa in Russia fino al 2014, dichiarato persona non grato perché stava organizzando una “primavera colorata” (è la sua specialità), ha twittato il 9 novembre: “Il più gran perdente stanotte: l’Ucraina. La vostra sola speranza (dice rivolto ai golpisti che l’America ha messo a potere) è fare seriamente le riforme e tenervi amici gli europei”. Insomma ce li accolla. Frattanto, Saakashvili, il georgiano messo a fare il governatore di Odessa per i suoi meritit anti-russi, ha attaccato il presidente Poroshenko e tutto il governo golpista; si agita, secondo gli analisti, per farsi notare da Donald Trump sperando di essere scelto a sostituire Porochenko, in una imminente normalizzazione. Anche qui : un paese distrutto economicamente, centinaia di morti ammazzati fra Kiev ed Odessa, 5 miliardi spesi dalla Nuland per staccare l’Ucraina dalla Russia – e adesso si chiude, come si chiude un ombrello se smette di piovere. E Trump non è nemmeno ancora insediato.

lg.php


Ucraini, fate le riforme
La velocità e la disinvoltura con cui l’amministrazione uscente liquida e chiude queste tragedie che ha provocato e sostenuto per 5 anni, con miliardi di dollari, ha qualcosa di ancor più mostruoso dell’averle scatenate. Accusa l’artificialità, la pretestuosità criminale della guerra in Siria come del golpe in Ucraina; un costo in pura perdita che, cessata la volontà politica, si disinveste in poche ore, allegramente, come una finzione ormai insostenibile. Si dà ordine di uccidere i capi d i Al Nusra, si abbandonano i golpisti di Kiev al loro collasso economico – sostenuti fino a ieri con esborsi miliardari del Fondo Monetario – e gli si dice: tenetevi amici gli europei, fatevi mantenere da loro. Se vi riesce.

L’articolo OBAMA, PULIZIE DI FINE STAGIONE. UCCIDE I CAPI DI AL NUSRA, MOLLA KIEV… è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
 
Per SkyTg24, Hillary ha perso a causa della post-verità: l’operaio incazzato dell’Indiana non esiste
Di Mauro Bottarelli ,
il 18 novembre 2016 67 Comment

Per SkyTg24, Hillary ha perso a causa della post-verità: l'operaio incazzato dell'Indiana non esiste - Rischio Calcolato

Fermi tutti: Hillary Clinton non ha perso perché impresentabile ma a causa della post-verità. Cosa sarebbe la post-verità? Un modo come un altro per dire che la gente si beve le balle dei siti complottisti e poi vota impresentabili come Donald Trump: ne sono certi a SkyTg24 e alla Repubblica, quotidiano quest’ultimo che l’altro giorno ha dedicato al tema una pippa di articolo illeggibile di tale Christian Salmon, scrittore e membro del Centre de Recherches sur les Arts et le Langage. Roba che va forte all’ora dell’aperitivo chic. La questione è semplice: l’assunto è che la gente è mediamente stupida, rozza e ignorante, quindi accetta per vero ciò che vero non è e quindi agisce di conseguenza, sbagliando. Ecco perché la Clinton ha perso, non perché se si fosse fatta vedere in un altoforno della Pennsylvania, l’avrebbero rincorsa con i badili per le politiche del governo ma perché ci sono i complottisti al potere.
Post-truth-458x300.jpg

E a SkyTg24 la cosa l’hanno presa davvero seriamente, visto che giovedì pomeriggio, nel corso dell’approfondimento, non solo hanno più volte sottolineato come la post-verità abbia avvelenato le presidenziali Usa, danneggiando Hillary Clinton ma anche mandando in onda un servizio dedicato alla centrale di questa ondata di fake news, per l’esattezza Veles, cittadina macedone di 45mila abitanti dove avrebbero sede circa 150 siti di bufale in servizio permanente effettivo. Per spiegare la faccenda, a SkyTg24 hanno fatto degli esempi: uno di questi siti legava Hillary Clinton a circoli satanici e pedofili, mentre un altro spacciava come verità il fatto che Donald Trump godesse dell’appoggio di Papa Francesco. Insomma, una cittadina della Macedonia ha deciso il voto Usa attraverso delle bufale spacciate in Rete. Viene da chiedersi di cosa si facciano. Anche perché, ve lo giuro, nello sparare questo mare di cazzate, erano seri. Io capisco che digerire la vittoria di Trump sia dura per certe menti raffinate ma occorrerebbe darsi un limite anche nella discesa verso gli antri del ridicolo, tra l’altro già ampiamente visitati dalla tv di Murdoch. Più che altro, perché ci si fa del male da soli.
SKY1-490x230.jpg


Partiamo da un assunto. Io convivo senza problemi da anni con l’accusa di complottismo: me ne frego, ciò che penso è in linea di coerenza con ciò che scrivo, sia esso giusto o sbagliato. Il problema della lotta al complottismo è che a volte perdi: fino a un mese fa dire che George Soros era apertamente schierato con i Democratici e tesseva i fili della campagna anti-Trump era ritenuto roba da malati di mente, ora sono costretti – loro malgrado – a scriverlo anche sul Corriere della Sera. Perché, guarda caso, è vero. A SkyTg24, però, non si fa menzione di questo, del fatto che chi protesta lo fa per 15 dollari l’ora e spesso nemmeno abita nella città che mette a ferro e fuoco: no, il problema è la post-verità o post-truth, che fa più figo.

Soros1-1-400x300.jpg

Vediamo allora di contestualizzare la questione. Se la piaga delle notizie false o non del tutto vere è la priorità per capire quanto accaduto in America, chi scansa la verità come Tomba scansava i paletti dello slalom, cosa rappresenta all’interno del mondo dell’informazione?
Facciamo qualche esempio. Quanti ospedali pediatrici hanno colpito e distrutto i russi ad Aleppo, stando ai resoconti di SkyTg24 o di Lucia Goracci del Tg3 (la quale racconta la Siria dalla Turchia, roba da mago Otelma)? Praticamente la seconda città siriana era un agglomerato di ospedali per bambini e questi ultimi rappresentavano almeno il 90% della popolazione: ogni giorno i cattivoni manovrati da Putin e Assad ne schiantavano uno.
Immagini e prove al riguardo? Zero. Forse trattasi di pre-verità, ovvero in attesa di conferme buttiamo merda a badilate sui russi.
I quali, quando chiamati in causa, hanno sempre fornito le prove di ciò che dicevano, ad esempio per quanto riguardava il bombardamento sul convoglio Onu: in un mondo di satelliti e droni che vedono anche se ti accendi una sigaretta sul Monte Bianco, vuoi non riuscire a capire chi ha centrato con un missile un camion?
Peccato che quelle prove non venissero mai e poi mai mandate in onda o presentate dai fustigatori della post-verità. E sapete perché?
Perché erano media russi come RT o Sputnik a offrirle, quindi propaganda del Cremlino, quindi da evitare come la peste.
Quando invece è la propaganda del Dipartimento di Stato a sparare cazzate sesquipedali, allora la si prende per oro colato, tipo le prove che la NSA e la CIA avrebbero trovato sull’hackeraggio russo contro il Comitato democratico. Ricordate?
Obama, addirittura, fu così lungimirante e credibile da annunciare in anticipo un cyber-contrattacco contro obiettivi russi, dopo aver detto che aveva le prove dell’intervento del Cremlino nella campagna elettorale Usa.
Le prove? Mai presentate.
Il cyber-contrattacco? Come tutto ciò che viene minacciato in anticipo ed en plein air, non c’è mai stato.
Ma non importa, l’equazione è sempre la stessa: Washington buona, Mosca cattiva.
Assad1-481x300.jpg

E quanti civili ha ucciso l’esercito regolare siriano stando a SkyTg24, Rai3 o Repubblica?
Peccato che una volta sparata la bufala, non chiedessero scusa quando le evidenze dimostravano che i razzi partivano dai settori controllati dai "ribelli moderati", quelli che stanno tanto a cuore a Obama e la Clinton.

Vogliamo poi parlare dell’Ucraina, per caso?
Camminano con i tacchi a spillo del politicamente corretto sui nostri zebedei tutti i giorni per il pericolo nazista rappresentato da Trump, dalla Le Pen o da Salvini e quando ci sono davvero delle brigate neo-naziste in azione a difesa di un governo golpista, non se ne accorgono? Non riconoscete le rune, pensate siano simboli identificativi della pro loco di Calolziocorte?
Se per caso, poi, ti azzardi a far notare che Maidan è stata l’ennesima rivoluzione colorata sponsorizzata da Dipartimento di Stato e Soros Foundation, apriti cielo: l’accusa di complottismo si abbatte come una libecciata di fine agosto.

Rune-462x300.jpg

Se si parla di Ucraina, si parla solo di aggressione russa alla Crimea: punto.
Siamo oltre la pre-verità e la post-verità: siamo alla bugia conclamata.
Che la gente muoia nel Donbass non importa, sono dei buzzurri che hanno preferito scegliere la Russia tramite un referendum, piuttosto che godere della straordinaria democrazia filo-Ue e filo-Usa di quel premio Nobel della pace di Poroshenko: possono morire, anche negli ospedali pediatrici.
Per loro non c’è posto nei tg, tocca operare una scelta e i nosocomi di Aleppo sono più telegenici. E questa gente ha il coraggio di parlare, di fare la morale agli altri?
lg.php


Guardate queste due mappe,
Trump_America-484x300.jpg

Hillary_America-465x300.jpg

ci mostrano – a livello di risultato elettorale – l’America che ha scelto Trump e quella che ha scelto la Clinton: questa post-verità deve essere più letale di Ebola per aver fatto una strage di cervelli simile, cosa ne dite?
E potrei andare avanti ore con gli esempi ma vi lascio con l’ultimo, visto che temo diverrà il meme prossimo per attaccare l’amministrazione Trump, sempre che la lascino insediare.
L’addio di Obama è vissuto da lorsignori come il decesso di un congiunto di primo grado, praticamente nel tesserne le lodi hanno detto di tutto, tralasciando solo la moltiplicazione dei pani e dei pesci ma non hanno detto, nemmeno di sfuggito, questo:
Debt_Obama1-490x259.jpg

ovvero, che la legacy economica di Obama lascia – stando a dati del Treasury Department di mercoledì, non della Pravda – qualcosa come 294 miliardi debito in più dall’inizio dell’anno fiscale 2017, ovvero 46 giorni fa. Su base annua fa un bel +14%: non male, non vi pare?
Il debito totale Usa oggi è a 19,9 trilioni di dollari, il 106% del Pil: questo grafico
Debt_obama2-490x296.jpg

ci mostra quanto l’amministrazione Obama abbia pesato sulla sua crescita: ma non ditelo a SkyTg24, altrimenti scomodano la post-verità e siamo fottuti. E che dire di questo:
Hispanic-490x268.jpg

Trump non era forse un mangia-messicani razzista e xenofobo?
E come mai il consumer comfort tra gli ispanici è in crescita dopo la sua vittoria alle elezioni?
E la rilevazione è di Bloomberg, non di Bolscevico.org.

lg.php

Mentre questi due grafici
Core_CPI-490x254.jpg

Yield_crisis-490x257.jpg

sembrano confermare i miei timori, ovvero che l’amministrazione Trump sarà utilizzata come capro espiatorio per mitigare l’impatto emotivo della prossima crisi finanziaria in arrivo, assolvendo attraverso la formula del “populismo che destabilizza i mercati” sia l’amministrazione Obama che la Fed.
Il primo ci mostra come l’inflazione core negli Usa sia al di sopra del livello di mandato del 2% da inizio anno, quindi la Yellen non ha alzato i tassi perché sa che altrimenti esplode la bolla, azionaria e obbligazionaria, non perché scarseggi l’inflazione a livello di costo della vita.
E se decidesse di farlo davvero a dicembre, accelerando lo scoppio?
O magari a inizio anno, subito dopo il 20 gennaio, quando Trump sarà alla Casa Bianca?
Il secondo ci mostra invece come, negli ultimi 20 anni, ogni repentino rialzo dei rendimenti – come quello a cui stiamo assistendo in questi giorni – abbia sempre anticipato una crisi.
Insomma, una nuova tempesta perfetta sembra in arrivo per gli Usa e per il mondo: e di chi sarà la colpa, se non del demagogo che spaventa l’economia e la finanza?

Senza scordare questo,
TIC-490x300.jpg

ovvero che nel mese di settembre il volume di Treasury bond scaricati nell’ultimo anno da Banche centrali straniere è salito a 374,7 miliardi, un terzo di trilione, dai 346,6 di agosto.
Record assoluto.
E chi ha scaricato di più: i cinesi, i quali ora detengono “solo” 1,157 trilioni di debito Usa, il minimo dal 2012 e i sauditi con il loro 89 miliardi, minimo dall’estate del 2014.
Proprio una bella situazione hanno lasciato quei fenomeni degli Obama Boys all’amministrazione successiva, non c’è che dire.
Ma se da un lato questo spiana la strada a un intervento salva-Wall Street della Fed, dall’altro ci porta a porre un interrogativo: quando avranno finito di sparare cazzate sulla post-verità, a SkyTg24 daranno mai queste notizie?
 
in cauda venenum

New York Times: Obama delibera l'uso di armi informatiche contro la Russia

© AP Photo/ J. Scott Applewhite Mondo 10:01 18.12.2016URL abbreviato 13752020

Il leader americano Barack Obama ha delineato le condizioni d'uso di cyberattacchi da parte di Washington in risposta al presunto tentativo degli hacker russi di influenzare i risultati delle elezioni americane, riferisce il quotidiano The New York Times, citando le sue fonti.
Il Capo dello Stato, come scrive il giornale, ha concluso che l'uso inefficiente delle armi informatiche è peggio del suo mancato utilizzo.
Se Obama ha preso questa decisione è solo per il principio di "escalation".
Washington vuole garantirsi la possibilità di porre fine al conflitto alle sue condizioni, ma in questo caso, sottolinea il New York Times, gli Stati Uniti non incasseranno il 100% della fiducia, anzi in seguito, gli Stati Uniti potrebbero perdere più che beneficiare di questa scelta.
I servizi segreti americani hanno ufficialmente accusato Mosca del tentativo di influenzare le elezioni americane, riconoscendo, nel contempo, che la maggiore attività di hacking non è stata registrata nel giorno del voto. In Russia simili insinuazioni sono state respinte fortemente. Il portavoce del presidente Vladimir Putin ha definito le accuse "assolutamente infondate".

Leggi tutto: New York Times: Obama delibera l'uso di armi informatiche contro la Russia
 
Washington fa occupare di nuovo Palmira da Daesh
Rete Voltaire | 15 dicembre 2016

Washington fa occupare di nuovo Palmira da Daesh

arton194563-fb38e.jpg

Tra il 9 e il 12 dicembre 12016, con un attacco a sorpresa, Daesh ha ripreso Palmira.

L’«Alto rappresentante» dell’«opposizione siriana», Riad Hijab, ha denunciato le forze del «regime» siriano che se la prendono con i «civili disarmati» ad Aleppo, ma «a Palmira, di fronte agli jihadisti dello Stato islamico scappano come topi». La realtà è molto diversa.

Cinquemila jihadisti sono arrivati in modo coordinato, sia da Raqqa sia da Mosul, per accerchiare il migliaio di soldati siriani che difendono la città. Prima di ripiegare, l’Esercito arabo siriano ha avuto appena il tempo di fare evacuare i civili e di distruggere il proprio arsenale.

A giugno 2014, gli Stati Uniti hanno spinto Daesh a invadere la parte sunnita dell’Iraq per tagliare le comunicazioni terrestri tra Teheran e Damasco, ultima tappa della “via della seta”. Una volta impossessatosi di Mosul (Iraq), in maggio 2015 Daesh si è esteso a Palmira (Siria), varcando la frontiera sotto gli occhi delle forze statunitensi che non sono intervenute e non hanno nemmeno dato l’allarme. A marzo 2016 la città è stata però liberata.

Affinché Daesh potesse occupare di nuovo Palmira, le forze statunitensi hanno aperto una strada verso il deserto siriano da Mosul – che dovrebbero accerchiare – e hanno sospeso i bombardamenti nella provincia di Raqqa.

L’Esercito arabo siriano, concentrato ad Aleppo, non ha avuto il tempo di inviare rinforzi e Palmira è rapidamente caduta di fronte ad assalitori cinque volte più numerosi.
 
i Democratiuci USA e Getta sono i meno democratici del mondo.... sono bugiardi, assassini, pedofili, guerrafondai nonostatnte il premio nobel della pace preventivo al piccolo fratello nero di Gheddafy [cito le parole del suo testamento che identificano Obama come mussulmano]

Attenzione: stanno tentando di rovesciare Trump!
Quella di lunedì, negli Stati Uniti, dovrebbe essere una tranquilla giornata di democrazia. I Grandi elettori si riuniscono nella capitale di ogni Stato per eleggere il presidente, rispecchiando il voto popolare. Di solito è una formalità ma questa volta rischia di non essere tale.

Uno dei migliori commentatori americani, Paul Craig Roberts, denuncia apertamente un tentativo di un colpo di stato (leggi qui), altri giornalisti nei giorni scorsi avevano evidenziato lo stesso pericolo, come Michael Snyder. Ma ieri sera anche la Washington Post ha dato conto di quel che sta avvenendo: i grandi elettori di ogni Stato, che dovrebbero semplicemente ribadire il risultato delle urne, stanno ricevendo incredibili pressioni al fine di indurli a non votare per Trump.


Sono letteralmente bombardati di email e di telefonate da attivisti democratici che denunciano la pericolosità di Trump ed evidenziano i rischi per l’America, mentre la Cia, l’Fbi e ovviamente Obama continuano a denunciare le interferenze russe nell’elezione nel tentativo di dimostrare che l’elezione non era regolare. Tentativo vano, perché fino ad oggi non è stata presentata alcuna prova. Secondo il Washington Post anche i grandi elettori democratici sono sottoposti a pressioni analoghe da parte di attivisti repubblicani, di cui peraltro, però, non si capisce il senso, considerato che Hillary ha perso. Ci sarà qualche caso ma irrilevante.

Le pressioni sono esercitate sui Grandi Elettori degli Stati che hanno votato per Trump e il significato è fin troppo chiaro: le élite globaliste che hanno governato l’America e indirettamente il mondo occidentale, sta per uscire dalla stanza dei bottoni, visto che il magnate non ha piazzato i loro uomini nei dicasteri chiave. Quell’élite sta tentando di tutto per impedire che Trump entri davvero alla Casa Bianca a ribalti la politica estera e di sicurezza perseguita finora, a cominciare dai rapporti con la Russia e dalla lotta all’Isis e corregga quella sulla globalizzazione incentivando la riscoperta di un “patriottismo imprenditoriale” sugli investimenti e sui posti di lavoro.

Attenzione: quel che sta avvenendo in queste ore è gravissimo ed è assolutamente incompatibile con i principi democratici. Speriamo che i Grandi Elettori non si lascino suggestionare.
Se davvero Trump venisse rovesciato prima ancora di entrare in carica, gli Stati Uniti perderebbero qualunque legittimità di fronte al proprio popolo e al mondo.

Alle élite importa poco. A noi sì, tantissimo.

AGGIORNAMENTO, MARTEDI MATTINA: I GRANDI ELETTORI AMERICANI NON SI SONO LASCIATI INTIMIDIRE. POCHISSIMI HANNO CAMBIATO IL PROPRIO VOTO. DONALD TRUMP HA OTTENUTO 305 VOTI. VIVA LA DEMOCRAZIA
 
e infatti il dollaro si e' impennato ulteriormente
inoltre sono accaduti due attentati terroristici secondo me gestiti dai servizi segreti: ambasciatore russo ucciso in turchia e attentato in germania compiuto da un profugo
si tratterebbero di due mosse che rovescerebbero la geopolitica attuale:
1 blocco immigrazione
2 pressione psicologica sulla russia (difficile con Putin ma piu' facile verso i russi)
3 rafforzamento dollaro e pressione economica verso i paesi asiatici e l'export della Germania
 
e infatti il dollaro si e' impennato ulteriormente
inoltre sono accaduti due attentati terroristici secondo me gestiti dai servizi segreti: ambasciatore russo ucciso in turchia e attentato in germania compiuto da un profugo
si tratterebbero di due mosse che rovescerebbero la geopolitica attuale:
1 blocco immigrazione
2 pressione psicologica sulla russia (difficile con Putin ma piu' facile verso i russi)
3 rafforzamento dollaro e pressione economica verso i paesi asiatici e l'export della Germania

agli USA non piace un'eventuale avvicinamente tra Russia e Germania
e questi attentati terroristici ne sono un'ulteriore prova
 
Gli Ultimi Rantoli di Obama
Di FunnyKing , il 28 dicembre 2016 78 Comment



Non so dirvi se Trump sarà meglio o peggio, come sempre è bene andare oltre i 5kb consueti e dunque io mi ricordo.

Mi ricordo che un tempo pensai “peggio di Bush jr, non è possibile” e invece:

lg.php

raw-obama-prince-george-050116.jpg


Ecco appunto.

E siamo finalmente agli ultimi rantoli della amministrazione Obama un brutto crepuscolo fatto di fallimenti epocali, figure di merda, dispetti e mosse disperate.

La madre di tutti fallimenti si svolgerà ad Astana a metà gennaio, giusto 5 giorni prima l’avvicendamento.

da Agenzia Nova

Speciale difesa: Siria, stampa turca, a metà gennaio prossimo vertice trilaterale Turchia-Russia-Iran
Ankara, 27 dic 15:00 – (Agenzia Nova) I rappresentanti di Turchia, Russia e Iran si incontreranno ad Astana a metà gennaio per discutere della cessazione delle ostilità in Siria: lo ha riferito un funzionario del ministero degli Esteri turco, secondo quanto riferito dal quotidiano “Hurriyet”. Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che i leader di Turchia e Iran hanno concordato che i prossimi colloqui di pace sulla Siria vengano tenuti nella capitale del Kazakhstan, Astana, aggiungendo che anche il presidente siriano Bashar al Assad aveva accettato la proposta…….
Traduco: per la prima volta dal dopoguerra ci saranno negoziati di pace in una area geostrategica cruciale per i “valori dell’occidente” e USA e Europa non sono invitati. Anche perché sono le potenze che hanno perso.
Corollario: non un centesimo del bottino, ovvero la ricostruzione della Siria andrà a imprese europee o americane senza l’approvazione di Mosca, non una goccia di petrolio o un millimetro cubo di gas passerà dalla Siria senza il benestare Russo.

Alla voce figure di merda ci sono

Publy.png

lg.php

lg.php

  1. le parole “TESTUALI” del presidente Turco Erdogan: “Ho le prove che la coalizione guidata dagli Stati Uniti in Siria aiuta gruppi terroristici come l’Isis” (scegliete voi una fonte a caso, ne troverete centinaia)…ooooops
  2. le parole “TESTUALI” del presidente delle Filippine Duterte a Obama in conferenza stampa :”Figlio di puttana te la farò pagare
Non male eh, quando si dice rispetto e timore.

Poi ci sono i dispetti a Trump:

E direi che la questione del NON veto americano posto da Kerry sulla questione dei territori occupati e le notizie che filtrano di un impegno americano per ottenere lo Stato di Palestina basta e avanza.

Siamo seri, in 13 giorni compreso capodanno arriva lo stato palestinese perché lo dice Obama, e vabbeh.

lg.php

Infine la mosse disperate e qui siamo all’assurdo:

Mi scrive un amico:
L’amministrazione Obama cioè il governo in carica applica sanzioni alla Russia per comprovata manipolazione (sic) delle elezioni USA, ma allora se il congresso approva le sanzioni implicitamente sancisce che le elezioni sono taroccate.
A questo punto o si rimangiano l’accusa e ritirano le sanzioni o esce un casino.. non vorrei che fossero i prodromi di quello che ha detto Moore in una recente intervista e cioè che prima del 20 esce un fatto che stoppa l’insediamento di Trump.
……Mi verrebbe da dire, nulla di peggio potrà capitare dopo Obama

Il problema appunto è che lo pensai anche di Bush jr.
 
Obama va all-in con la propaganda anti-russa: ministero della Verità e armi ai ribelli siriani
Di Mauro Bottarelli , il 28 dicembre 2016 23 Comment

Nel mio articolo di ieri vi davo conto del fatto che venerdì scorso Barack Obama, sfruttando al meglio cioè che resta della “lame duck session” che porterà all’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca il 20 gennaio, ha usato il clima natalizio come cortina fumogena per firmare senza dare troppo nell’occhio il bill che trasforma in legge il 2017 National Defense Authorization Act (NDAA), il quale autorizza spese militari per 611 miliardi per il prossimo anno. Ecco le parole di Obama: “Oggi ho firmato il 2017 National Defense Authorization Act (NDAA), il quale riguarda principalmente il ministero della Difesa e quello dell’Energia, soprattutto per programmi di sicurezza nazionale. Questa legge garantisce benefit vitali per il personale militare e le loro famiglie e include l’autorizzazione per facilitare operazioni già in atto o in procinto di partire in tutto il mondo. Questa legge contiene molte autorizzazioni necessarie per assicurarsi che saremo in grado di sostenere la nostra lotta contro le minacce poste dallo Stato Islamico e di rassicurare i nostri alleati europei”. Già così sarebbe sufficiente ma alcuni analisti americani si sono presi la briga di guardare dentro quella legge e hanno trovato delle cose molto interessanti.

Trattasi infatti di 3.076 pagine, quindi tipico caso di documento monstre che nessuno andrà a leggersi in integrale e dentro cui nascondere delle belle mine antiuomo politiche da far scontare alla prossima amministrazione. Come ad esempio la sezione 1224, la quale fornisce l’autorizzazione del Congresso al Pentagono di vendere e fornire armamenti alle fazioni ribelli siriane. E non parliamo di Beretta e munizioni ma anche di armamento anti-aereo portatile e trasportabile. Insomma, non contenti delle armi fatte arrivare all’esercito iracheno e finite casualmente in mano all’Isis, ecco che al Congresso sembrano essersi scordati anche del clamoroso successo ottenuto dalla DEA nel 2010, quando perse le tracce di centinaia di armi fornite ai cartelli messicani: ora si vuole giocare la carta pesante in Siria.

Ovvero, agitare un fiammifero acceso davanti a una piscina piena di benzina. Al di là del fatto che la cosa assurda sia come la legge in questione fosse designata per “mantenere sicuro il popolo americano” e non si capisce come armare terroristi possa farlo, ora tocca prendere atto che Obama ha firmato: quindi, o Donald Trump straccerà il provvedimento come primo atto della sua amministrazione oppure i rischi di un’escalation di enorme pericolosità ci sono tutti. Almeno per un paio di motivi.

Primo, il giorno di Natale, la portavoce del ministeri degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha pesantemente ammonito gli Stati Uniti dal compiere un atto simile: “L’amministrazione Obama deve capire che ogni arma inviata finirà rapidamente nelle mani dei jihadisti, gli stessi con cui fanno gruppo ormai da tempo i cosiddetti ribelli moderati. Una decisione simile rappresenta una diretta minaccia per l’aeronautica russa, per il personale militare russo e per la nostra ambasciata in Siria, già finita sotto il fuoco nemico più di una volta. Noi guardiamo certamente a questa mossa come un atto ostile… L’amministrazione Obama sta provando a minare la prossima presidenza di Donald Trump, questo con la continuazione della linea anti-russa mantenuta finora da Washington”.

Secondo, è di ieri la notizia in base alla quale il presidente turco Erdogan ha accusato direttamente gli Usa di appoggiare lo Stato islamico in Siria, così come le milizie curde Ypg e Pyd e ha parlato di prove fotografiche, video e satellitari a sostegno di questa tesi. Immediata è giunta la replica del Dipartimento di Stato, il quale ha bollato le accuse turche come “ridicole” ma il nodo resta: pur essendo stato più che opaco nel suo atteggiamento verso l’Isis, ora Erdogan ha sposato la linea filo-russa in Siria, accettando l’integrità del Paese – e il mantenimento di Assad al potere – come fosse un’implicita garanzia russa allo stop delle mire indipendentiste curde. Di più, dalla mezzanotte di oggi dovrebbe partire un cessate-il-fuoco in tutta la Siria deciso da Russia e Turchia con il benestare di Damasco, tregua che ovviamente è stata rigettata dai ribelli/mercenari, i quali non intendono parlare di futuro del Paese, se questo sarà ancora sotto Assad. Insomma, potenzialmente una situazione esplosiva, anche dopo il tavolo trilaterale sul futuro di Damasco che ha visto impegnati Mosca, Ankara e Teheran, tagliando fuori Washington e l’UE.

Ma non basta, perché in riposta alle nuove sanzioni contro la Russia decise due settimane fa da Washington è giunta la risposta del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il quale ha dichiarato che “questo atto danneggia le relazioni bilaterali e la Russia prenderà misure commisurate all’offesa”. Per Peskov, poi, il compito di Trump di riannodare i rapporti sarà molto duro, perché “quasi tutti i nostri livelli di dialogo con gli Usa sono congelati, non comunichiamo uno con l’altro e, se lo facciamo, è solo a livello minimo”. Eppure, questo sondaggio di Bloomberg
sanctions_easing-490x260.png

ci mostra come il 55% degli interpellati creda nell’intento di Trump e veda gli Stati Uniti pronti a ridurre le sanzioni già nei prossimi 12 mesi, un qualcosa che – se si arrivasse all’eliminazione totale delle stesse – garantirebbe all’economia russa uno 0,2% in più di crescita nel 2017 e uno 0,5% nel 2018.
C’è poi, nello scacchiere, l’incognita israeliana.
Pur vedendo l’Iran e Assad come fumo negli occhi, Tel Aviv in questo primo periodo potrebbe decidere di far pagare ad Obama l’astensione al Consiglio di sicurezza dell’ONU sui nuovi insediamenti in Cisgiordania, chiamandosi fuori da eventuali azioni coperte o di disturbo che favoriscano i ribelli o, comunque, destabilizzino la pax russa instaurata con Ankara nell’area, anche al netto dei buoni rapporti ritrovati tra Gerusalemme e Mosca nell’ultimo periodo. Di più, poco fa Donald Trump ha dichiarato che “Israele deve tenere duro, il 20 gennaio si sta avvicinando in fretta”. Insomma, mandiamo in soffitta schematismi novecenteschi e vecchi assi politici: la situazione è totalmente nuova e fluida, le alleanze di oggi, domani possono essere sepolte. E’ una partita a scacchi, non una mano di Texas Hold’em.

Il problema è che Obama, sparito dai riflettori ma estremamente operativo, ha dato il via libera anche a un altro desiderata del Deep State nella legge firmata venerdì, per l’esattezza la sezione 1287, la quale richiede che entro 180 giorni dalla conversione in legge del bill, sia creata una nuova agenzia federale denominata Global Engagement Center e controllata direttamente dal Dipartimento di Stato. E sapete quale sarà il compito di questa nuova entità? Combattere le “fake news” non in America ma in tutto il mondo, con programmi e fondi specificatamente messi a disposizione per arruolare legioni di giornalisti e blogger che, in nome della lotta alle bufale, spargano per il mondo la propaganda Usa. E, attenzione, perché quanto deciso per legge è un deciso cambio di paradigma.

Gli Usa hanno infatti sempre finanziato la loro propaganda nel mondo, basti pensare ai finanziamenti e ai condizionamenti della CIA per Radio Free Europe e Radio Liberty ma adesso siamo alla creazione e al consolidamento di un nuovo potere e di una nuova autorità in una singola agenzia per minare, censurare e zittire le fonti indipendenti o non allineate alla narrativa ufficiale. Di fatto, il Global Engagement Center è il Ministero della Verità di George Orwell.
Troppe coincidenze e troppe mosse in questo ultimo periodo di “lame duck session”, succederà di certo qualcosa. Mai una false flag ha trovato nella storia un palcoscenico migliore. E più complicato da decifrare tra propagande incrociate e false verità.

Sono Mauro Bottarelli, Seguimi su Twitter! Follow @maurobottarelli
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto