I problemi reali del Paese reale. Riflessioni in vista delle politiche del 25 settembre.
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Mentre a Roma si discute, altrove ci si dispera
I problemi reali del Paese reale. Riflessioni in vista delle politiche del 25 settembre.
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Legnano – Con le
alleanze politiche che si fanno e disfanno dall’oggi al domani, in vista delle
politiche del 25 settembre, i problemi reali del Paese reale incalzano ed esasperano coloro i quali li stanno vivendo (e li vivranno) sulla loro pelle.
La condizione drammatica in cui versa
Ansaldo Energia di Genova, con 2.500 posti di lavoro a super-rischio, è emblematica.
Anche perché l’azienda genovese – controllata da Cassa Depositi e Prestiti a sua volta guidata dalla mano pubblica – rappresenta una vera e propria eccellenza italiana della filiera energetica e perdere un simile patrimonio di conoscenze e competenze sarebbe veramente assurdo, oltre che irresponsabile.
Ansaldo Energia inoltre innesca un indotto di piccole e medie industrie di rilevanza assoluta.
Un imprenditore del territorio ce lo testimonia con drammatica chiarezza:
“Cdp senza governo non decide nulla e nell’indecisione stiamo distruggendo un baluardo tecnologico italiano, che da altre parti del mondo sarebbe protetto e salvaguardato come risorsa strategica di interesse nazionale. Tutto questo –
prosegue l’imprenditore metalmeccanico che si definisce “molto incazzato” –
nella più totale indifferenza generale e senza tenere conto delle conseguenze nefaste sulla filiera delle piccole e medie industrie del settore. Stiamo consegnando il mondo delle turbine – conclude con profonda amarezza e grande preoccupazione – a Siemens e Hyundai”.
Espressione significativa di un
disagio ultra-concreto che il
settore manifatturiero sta vivendo a causa di una crisi di governo surreale e del tutto priva di una motivazione minimamente comprensibile e giustificabile da parte di chi lavora e intraprende.
Ennesima dimostrazione di
un sistema politico sempre più distante (e indifferente, nei fatti) dalle esigenze e dalle necessità del cosiddetto Paese reale.
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Confindustria, nel dossier intitolato
“Le priorità per un governo capace di riforme incisive, stabilità finanziaria e crescita coesa”, ribadisce che l’intero settore industriale “
va considerato un asset strategico di sicurezza nazionale: senza industria non c’è crescita, nè coesione sociale” e aggiunge che il manifatturiero “continua orgogliosamente a fare la sua parte per rilanciare il Paese dopo i colpi inferti dalla pandemia” ed è “alle prese con il pesante impatto dell’invasione russa in Ucraina a cui porre rimedio”.
Cosa ne pensano le coalizioni politiche che … stanno facendo finta di mettersi insieme per affrontare il voto del 25 settembre?
Per favore, urge una risposta.
Luciano Landoni