Senza voler fare nessuna polemica , ho approffitato del bel salto di ark cv e ne sono uscito quasi totalmente , probabilmente mi mangerò le mani in futuro ma non ho resistito alla tentazione di concretizare il bel gain .
Mi pare che a livello societario ci sia un po di movimento .e in molti stanno uscendo .....finchè non ci sarà più chiarezza personalmente ne starò fuori ....
Nuvola nera

Prima di giudicare la vicenda aspettero' di vedere :
se si faranno avanti degli acquirenti ;
chi saranno eventualmente ;
a che prezzo acquisterebbero.
 
proprio in questi giorni ho fatto il punto della mia situazione globale finanziaria ( cv e tutto il resto )
E ,ora come ora ,sulle cv ,sono
1) BIM CV
2) BNS CV
3) SIAS CV
4) UBICV
5) CRGCV
C'è però da dire che le UBI CV pure essendo quarte come mio possesso , le ho incrementate dall'aumento di capitale e dal loro inoptato e secondo me oggi sono le migliori .
Tra parentesi nel mettere a poso i miei conti, ho scoperto con estremo gaudio che 2 sicav Novara Aquilone che possiedo da inizio 2001 ultimamente sono finalmente salite e quasi sicuramente le farò fuori ,ma ho anche notato che il carico fiscale è errato e siccome è a mio sfavore ,l'ho fatto presente proprio oggi e aspetto che me lo mettano a posto . Derivano da una sottoscrizione che feci nel lontano inizio 2001 presso la Popolare Novara di 100 milioni di lire e di altri 400 messi su rispettivamente SICAV NOVARA AQUILONE EQUITY CONTROL RISK(Italia) e su sicav NOVARA AQUILONE GLOBAL EQUITY,entrambi sicav che dovevano mantenere il prezzo anno per anno con una perdita massima annua mi pare del 5% . Ed invece ,dopo che le ho sottoscritte, erano entrambe scese e anche di tanto ,forse perchè a suo tempo erano gestiti da Dexia ,ma per fortuna ultimamente sono ben salite e quindi sgommo, perchè se li avessi gestiti io quei 500 testoni avrebbero reso ben di più dal 2001 ad oggi .Senza ombra di dubbio.
Non capisco l'errore sul carico fiscale , carico fiscale che probabilemnete è mutato nel momento in cui le trasferii dalla Novara ad un'altra banca del gruppo BP e siccome è sbagliato a mio sfavore , sto proprio ora attendendo lumi.

Grande Fabbro non ne sbagli una.........grazie per le dritte che ci dai......anch'io ho seguito il tuo consiglio ed ho un piccolo lotto delle CV Ubi......la cedola è ottima.....il prezzo ancora non ha fatto i salti mortali....ma non ho fretta........i frutti arriveranno.......:up:
 
si' grande Fabbro mia fonte di ispirazione nell'investimento conv
e anche negli ADC
ma quello che mi intriga di più e la sua disponibilità a condividere
le sue capacità in un forum, oltre al lato umano della persona
bello il ritratto del suo amico dottore... peccato :(
 
Senza voler fare nessuna polemica , ho approffitato del bel salto di ark cv e ne sono uscito quasi totalmente , probabilmente mi mangerò le mani in futuro ma non ho resistito alla tentazione di concretizare il bel gain .
Mi pare che a livello societario ci sia un po di movimento .e in molti stanno uscendo .....finchè non ci sarà più chiarezza personalmente ne starò fuori ....
Nuvola nera
...anch'io fatti fuori oggi a 99.39................

ho venduto e mi sono pentito ...................ma ho realizzato:up::up:
 
Ovviamento ho venduto gran parte delle ark cv a 98 e qualcosa e ora se le giocano a 99 e rotti ... :wall: con un poco di pazienza avrei portato a casa qualcosa in più .
Però è vero che per molto tempo ha galleggiato intorno a 90 ( e qui ne acquistai un pò ....considerandolo solo per l'aspetto rendimento ) solo recentemente a seguito di articoli di giornali si è mossa ma la cosa non mi sconfinfera ...articoli che ne decantano il rendimento e nel frattempo gruppi bancari che se ne vanno dall'azionariato ecc ecc ..... ..ovviamente sbaglierò e non voglio alimentare polemiche con chi è ancora dentro all'investimento e ci crede ...ma la cosa non mi piace proprio .
Ora mi aspetta la soluzione del seguente dilemma ...quale cv incrementare ?? Sicuramente aspetto notizie della nuova carige e poi valuterò .
Nuvola nera
 
Convertendo UBI: analizziamo il titolo

Analizziamo oggi l’emissione convertibile di UBI Banca le cui caratteristiche molto particolari la rendono di non immediata comprensione al pubblico degli investitori “retail”
TAG: ubi banca
QUOTAZIONI: UBI BANCA
Redazione Soldionline giovedì, 24 settembre 2009 - 15:09



Articolo a cura di JCAssociati.it

Su sollecitazione di alcuni nostri lettori, analizziamo oggi l’emissione convertibile di UBI Banca, collocata sul mercato lo scorso luglio, le cui caratteristiche molto particolari la rendono di non immediata comprensione al pubblico degli investitori “retail”.

Vediamo innanzitutto le caratteristiche del titolo, per quanto riguarda la sua componente “obbligazionaria”.
- Ammontare emesso: €639.145.870 (titoli obbligazionari con un valore nominale unitario di 12,75)
- Scadenza: 10 luglio 2013
- Tasso di interesse annuo: 5,75%
- Tipologia di garanzia: senior

Da quanto precede, il titolo, che quota oggi ad un prezzo di 111,20 circa offre un rendimento del 2,60%; circa un punto percentuale meno di quanto sarebbe ottenibile da un normale titolo obbligazionario di Banca UBI a reddito fisso senza diritto di conversione.

Andiamo ora ad analizzare le caratteristiche di conversione ed il relativo valore per i possessori del titolo
- Diritto di conversione: dal 1 ottobre 2011 al prezzo di €12,75
- Prezzo di conversione: 12,75
- Rapporto di conversione: 1

Ogni titolo obbligazionario quindi (che lo ricordiamo ha un valore nominale di 12,75), consente di acquistare un azione di Banca UBI a €12,75.
Dato il valore attuale dell’azione di €10,30 ed un flusso di dividendi pari al 5% (stimato sulla base del flusso degli ultimi 2 anni), possiamo calcolare il valore del diritto di opzione attraverso l’equazione di Black & Sholes.
Il valore del diritto di opzione è quindi di circa 0.75 centesimi di Euro per ogni obbligazione, quindi circa il 6% del valore nominale.

Tale valore però va considerato alla luce di due importanti caratteristiche dell’emissione:
- dopo 18 mesi dall’emissione (quindi da gennaio 2011), l’emittente avrà la possibilità di riscattare anticipatamente il titolo; in azioni o in liquidità (a sua scelta), pagando un premio del 10%.
- a scadenza, le obbligazioni non convertite potranno essere rimborsate in azioni o in liquidità (a scelta dell’emittente).

Cerchiamo di capire le implicazioni di queste due importanti caratteristiche per gli obbligazionisti.

Possibilità di rimborso a scadenza in azioni e non in denaro
Da un punto di vista concettuale, il rimborso in azioni o in denaro dovrebbe essere ininfluente per l’obbligazionista; una volta ricevute le azioni infatti, l’investitore potrebbe immediatamente venderle sul mercato e rientrare del proprio investimento.
In pratica però, nella peggiore delle ipotesi: che nessuna obbligazione venga convertita prima della scadenza e che tutta l’emissione venisse rimborsata in azioni, si potrebbe riversare sul mercato un numero molto elevato di azionisti intenti a vendere (il valore dell’emissione obbligazionaria è pari a circa 20 giorni di contrattazione), con ovvi effetti negativi per il prezzo delle azioni stesse.
Anche se il prospetto informativo prevede un conguaglio, qualora il prezzo delle azioni scenda dalla data di annuncio alla data di pagamento, l’investitore resta comunque esposto ad una discesa del valore dell’azione di UBI nelle giornate immediatamente successive. Un rischio questo, che non è facile quantificare, ma che certamente contribuisce a ridurre il valore dell’obbligazione.

Possibilità di riscatto anticipato da parte dell’emittente
Anche in questo caso, da un punto di vista concettuale, la possibilità di riscatto non dovrebbe offrire svantaggi all’investitore. Nell’eventualità infatti in cui l’emittente scelga questa opzione, dovrà pagare un premio agli investitori del 10%:
a. sul valore nominale dell’obbligazione - nel caso in cui l’azione valga meno di 12,75;
oppure
b. sul valore di conversione - nel caso in cui l’azione valga più di 12,75 e quindi il rimborso sia già superiore al valore nominale dell’obbligazione.

Volendo fare un esempio per rendere più comprensibile i due scenari:
a. se l’emittente decide il riscatto anticipato quando l’azione quota p.es. a €10,50 (quindi sotto il prezzo di conversione di 12,75), l’investitore si vedrà rimborsare €14,025 per ogni obbligazione, cioè il 110% del valore nominale investito (oltre ovviamente alle cedole maturate);
b. se l’emittente invece decide il riscatto anticipato quando l’azione quota p.es. a €14,50 (quindi sopra il prezzo di conversione di 12,75), l’investitore si vedrà rimborsare €15,95 per ogni obbligazione, cioè il 110% del prezzo dell’azione (oltre ovviamente alle cedole maturate);

Da quanto precede quindi, appare evidente che l’investitore sembra avere solo potenziali vantaggi. Tuttavia va tenuto presente che anche la possibilità di riscatto anticipato può essere esercitata consegnando azioni e non denaro. Vale per questo punto quanto già sottolineato nel paragrafo precedente.
Inoltre, dal punto di vista dell’investitore, va considerata l’eventualità che l’emittente eserciti questa opzione (nel pieno diritto di quanto stabilito dal prospetto), nel momento di massima convenienza, p.es. qualora ci siano aspettative di forti rialzi del valore dell’azione nei mesi successivi, privando quindi l’investitore di un potenziale guadagno che avrebbe invece ottenuto con una obbligazione convertibile “normale”.

In conclusione, il titolo di UBI rappresenta in “ibrido” tra un’obbligazione a reddito fisso e un’obbligazione convertibile, conservando anche alcuni aspetti di un titolo “convertendo” (vista la possibilità di rimborso in azioni).
Ai valori attuali il titolo sembra abbastanza correttamente prezzato, posizionandosi a metà tra il valore di un obbligazione a reddito fisso (che sarebbe attorno a 107,55) e quello di una obbligazione convertibile “normale” (il cui valore sarebbe attorno a 113,55).
Data la relativa complessità relativa agli scenari di rimborso però, che potrebbero necessitare di una notevole attenzione da parte degli investitori e di un loro diretto coinvolgimento (p.es. su se e come vendere le azioni eventualmente ricevute a rimborso), non ci sembra che questa emissione rappresenti attualmente un’opportunità particolarmente interessante per gli investitori obbligazionari “retail”.

che ne pensate?
 
Convertendo UBI: analizziamo il titolo

Analizziamo oggi l’emissione convertibile di UBI Banca le cui caratteristiche molto particolari la rendono di non immediata comprensione al pubblico degli investitori “retail”
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Articolo a cura di JCAssociati.it

Su sollecitazione di alcuni nostri lettori, analizziamo oggi l’emissione convertibile di UBI Banca, collocata sul mercato lo scorso luglio, le cui caratteristiche molto particolari la rendono di non immediata comprensione al pubblico degli investitori “retail”.

Vediamo innanzitutto le caratteristiche del titolo, per quanto riguarda la sua componente “obbligazionaria”.
- Ammontare emesso: €639.145.870 (titoli obbligazionari con un valore nominale unitario di 12,75)
- Scadenza: 10 luglio 2013
- Tasso di interesse annuo: 5,75%
- Tipologia di garanzia: senior

Da quanto precede, il titolo, che quota oggi ad un prezzo di 111,20 circa offre un rendimento del 2,60%; circa un punto percentuale meno di quanto sarebbe ottenibile da un normale titolo obbligazionario di Banca UBI a reddito fisso senza diritto di conversione.

Andiamo ora ad analizzare le caratteristiche di conversione ed il relativo valore per i possessori del titolo
- Diritto di conversione: dal 1 ottobre 2011 al prezzo di €12,75
- Prezzo di conversione: 12,75
- Rapporto di conversione: 1

Ogni titolo obbligazionario quindi (che lo ricordiamo ha un valore nominale di 12,75), consente di acquistare un azione di Banca UBI a €12,75.
Dato il valore attuale dell’azione di €10,30 ed un flusso di dividendi pari al 5% (stimato sulla base del flusso degli ultimi 2 anni), possiamo calcolare il valore del diritto di opzione attraverso l’equazione di Black & Sholes.
Il valore del diritto di opzione è quindi di circa 0.75 centesimi di Euro per ogni obbligazione, quindi circa il 6% del valore nominale.

Tale valore però va considerato alla luce di due importanti caratteristiche dell’emissione:
- dopo 18 mesi dall’emissione (quindi da gennaio 2011), l’emittente avrà la possibilità di riscattare anticipatamente il titolo; in azioni o in liquidità (a sua scelta), pagando un premio del 10%.
- a scadenza, le obbligazioni non convertite potranno essere rimborsate in azioni o in liquidità (a scelta dell’emittente).

Cerchiamo di capire le implicazioni di queste due importanti caratteristiche per gli obbligazionisti.

Possibilità di rimborso a scadenza in azioni e non in denaro
Da un punto di vista concettuale, il rimborso in azioni o in denaro dovrebbe essere ininfluente per l’obbligazionista; una volta ricevute le azioni infatti, l’investitore potrebbe immediatamente venderle sul mercato e rientrare del proprio investimento.
In pratica però, nella peggiore delle ipotesi: che nessuna obbligazione venga convertita prima della scadenza e che tutta l’emissione venisse rimborsata in azioni, si potrebbe riversare sul mercato un numero molto elevato di azionisti intenti a vendere (il valore dell’emissione obbligazionaria è pari a circa 20 giorni di contrattazione), con ovvi effetti negativi per il prezzo delle azioni stesse.
Anche se il prospetto informativo prevede un conguaglio, qualora il prezzo delle azioni scenda dalla data di annuncio alla data di pagamento, l’investitore resta comunque esposto ad una discesa del valore dell’azione di UBI nelle giornate immediatamente successive. Un rischio questo, che non è facile quantificare, ma che certamente contribuisce a ridurre il valore dell’obbligazione.

Possibilità di riscatto anticipato da parte dell’emittente
Anche in questo caso, da un punto di vista concettuale, la possibilità di riscatto non dovrebbe offrire svantaggi all’investitore. Nell’eventualità infatti in cui l’emittente scelga questa opzione, dovrà pagare un premio agli investitori del 10%:
a. sul valore nominale dell’obbligazione - nel caso in cui l’azione valga meno di 12,75;
oppure
b. sul valore di conversione - nel caso in cui l’azione valga più di 12,75 e quindi il rimborso sia già superiore al valore nominale dell’obbligazione.

Volendo fare un esempio per rendere più comprensibile i due scenari:
a. se l’emittente decide il riscatto anticipato quando l’azione quota p.es. a €10,50 (quindi sotto il prezzo di conversione di 12,75), l’investitore si vedrà rimborsare €14,025 per ogni obbligazione, cioè il 110% del valore nominale investito (oltre ovviamente alle cedole maturate);
b. se l’emittente invece decide il riscatto anticipato quando l’azione quota p.es. a €14,50 (quindi sopra il prezzo di conversione di 12,75), l’investitore si vedrà rimborsare €15,95 per ogni obbligazione, cioè il 110% del prezzo dell’azione (oltre ovviamente alle cedole maturate);

Da quanto precede quindi, appare evidente che l’investitore sembra avere solo potenziali vantaggi. Tuttavia va tenuto presente che anche la possibilità di riscatto anticipato può essere esercitata consegnando azioni e non denaro. Vale per questo punto quanto già sottolineato nel paragrafo precedente.
Inoltre, dal punto di vista dell’investitore, va considerata l’eventualità che l’emittente eserciti questa opzione (nel pieno diritto di quanto stabilito dal prospetto), nel momento di massima convenienza, p.es. qualora ci siano aspettative di forti rialzi del valore dell’azione nei mesi successivi, privando quindi l’investitore di un potenziale guadagno che avrebbe invece ottenuto con una obbligazione convertibile “normale”.

In conclusione, il titolo di UBI rappresenta in “ibrido” tra un’obbligazione a reddito fisso e un’obbligazione convertibile, conservando anche alcuni aspetti di un titolo “convertendo” (vista la possibilità di rimborso in azioni).
Ai valori attuali il titolo sembra abbastanza correttamente prezzato, posizionandosi a metà tra il valore di un obbligazione a reddito fisso (che sarebbe attorno a 107,55) e quello di una obbligazione convertibile “normale” (il cui valore sarebbe attorno a 113,55).
Data la relativa complessità relativa agli scenari di rimborso però, che potrebbero necessitare di una notevole attenzione da parte degli investitori e di un loro diretto coinvolgimento (p.es. su se e come vendere le azioni eventualmente ricevute a rimborso), non ci sembra che questa emissione rappresenti attualmente un’opportunità particolarmente interessante per gli investitori obbligazionari “retail”.

che ne pensate?




il mio analista è DIFFERENTE



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Redazione Soldionline giovedì, 24 settembre 2009 - 15:09



Articolo a cura di JCAssociati.it

Su sollecitazione di alcuni nostri lettori, analizziamo oggi l’emissione convertibile di UBI Banca, collocata sul mercato lo scorso luglio, le cui caratteristiche molto particolari la rendono di non immediata comprensione al pubblico degli investitori “retail”.

Vediamo innanzitutto le caratteristiche del titolo, per quanto riguarda la sua componente “obbligazionaria”.
- Ammontare emesso: €639.145.870 (titoli obbligazionari con un valore nominale unitario di 12,75)
- Scadenza: 10 luglio 2013
- Tasso di interesse annuo: 5,75%
- Tipologia di garanzia: senior

Da quanto precede, il titolo, che quota oggi ad un prezzo di 111,20 circa offre un rendimento del 2,60%; circa un punto percentuale meno di quanto sarebbe ottenibile da un normale titolo obbligazionario di Banca UBI a reddito fisso senza diritto di conversione.

Andiamo ora ad analizzare le caratteristiche di conversione ed il relativo valore per i possessori del titolo
- Diritto di conversione: dal 1 ottobre 2011 al prezzo di €12,75
- Prezzo di conversione: 12,75
- Rapporto di conversione: 1

Ogni titolo obbligazionario quindi (che lo ricordiamo ha un valore nominale di 12,75), consente di acquistare un azione di Banca UBI a €12,75.
Dato il valore attuale dell’azione di €10,30 ed un flusso di dividendi pari al 5% (stimato sulla base del flusso degli ultimi 2 anni), possiamo calcolare il valore del diritto di opzione attraverso l’equazione di Black & Sholes.
Il valore del diritto di opzione è quindi di circa 0.75 centesimi di Euro per ogni obbligazione, quindi circa il 6% del valore nominale.

Tale valore però va considerato alla luce di due importanti caratteristiche dell’emissione:
- dopo 18 mesi dall’emissione (quindi da gennaio 2011), l’emittente avrà la possibilità di riscattare anticipatamente il titolo; in azioni o in liquidità (a sua scelta), pagando un premio del 10%.
- a scadenza, le obbligazioni non convertite potranno essere rimborsate in azioni o in liquidità (a scelta dell’emittente).

Cerchiamo di capire le implicazioni di queste due importanti caratteristiche per gli obbligazionisti.

Possibilità di rimborso a scadenza in azioni e non in denaro
Da un punto di vista concettuale, il rimborso in azioni o in denaro dovrebbe essere ininfluente per l’obbligazionista; una volta ricevute le azioni infatti, l’investitore potrebbe immediatamente venderle sul mercato e rientrare del proprio investimento.
In pratica però, nella peggiore delle ipotesi: che nessuna obbligazione venga convertita prima della scadenza e che tutta l’emissione venisse rimborsata in azioni, si potrebbe riversare sul mercato un numero molto elevato di azionisti intenti a vendere (il valore dell’emissione obbligazionaria è pari a circa 20 giorni di contrattazione), con ovvi effetti negativi per il prezzo delle azioni stesse.
Anche se il prospetto informativo prevede un conguaglio, qualora il prezzo delle azioni scenda dalla data di annuncio alla data di pagamento, l’investitore resta comunque esposto ad una discesa del valore dell’azione di UBI nelle giornate immediatamente successive. Un rischio questo, che non è facile quantificare, ma che certamente contribuisce a ridurre il valore dell’obbligazione.

Possibilità di riscatto anticipato da parte dell’emittente
Anche in questo caso, da un punto di vista concettuale, la possibilità di riscatto non dovrebbe offrire svantaggi all’investitore. Nell’eventualità infatti in cui l’emittente scelga questa opzione, dovrà pagare un premio agli investitori del 10%:
a. sul valore nominale dell’obbligazione - nel caso in cui l’azione valga meno di 12,75;
oppure
b. sul valore di conversione - nel caso in cui l’azione valga più di 12,75 e quindi il rimborso sia già superiore al valore nominale dell’obbligazione.

Volendo fare un esempio per rendere più comprensibile i due scenari:
a. se l’emittente decide il riscatto anticipato quando l’azione quota p.es. a €10,50 (quindi sotto il prezzo di conversione di 12,75), l’investitore si vedrà rimborsare €14,025 per ogni obbligazione, cioè il 110% del valore nominale investito (oltre ovviamente alle cedole maturate);
b. se l’emittente invece decide il riscatto anticipato quando l’azione quota p.es. a €14,50 (quindi sopra il prezzo di conversione di 12,75), l’investitore si vedrà rimborsare €15,95 per ogni obbligazione, cioè il 110% del prezzo dell’azione (oltre ovviamente alle cedole maturate);

Da quanto precede quindi, appare evidente che l’investitore sembra avere solo potenziali vantaggi. Tuttavia va tenuto presente che anche la possibilità di riscatto anticipato può essere esercitata consegnando azioni e non denaro. Vale per questo punto quanto già sottolineato nel paragrafo precedente.
Inoltre, dal punto di vista dell’investitore, va considerata l’eventualità che l’emittente eserciti questa opzione (nel pieno diritto di quanto stabilito dal prospetto), nel momento di massima convenienza, p.es. qualora ci siano aspettative di forti rialzi del valore dell’azione nei mesi successivi, privando quindi l’investitore di un potenziale guadagno che avrebbe invece ottenuto con una obbligazione convertibile “normale”.

In conclusione, il titolo di UBI rappresenta in “ibrido” tra un’obbligazione a reddito fisso e un’obbligazione convertibile, conservando anche alcuni aspetti di un titolo “convertendo” (vista la possibilità di rimborso in azioni).
Ai valori attuali il titolo sembra abbastanza correttamente prezzato, posizionandosi a metà tra il valore di un obbligazione a reddito fisso (che sarebbe attorno a 107,55) e quello di una obbligazione convertibile “normale” (il cui valore sarebbe attorno a 113,55).
Data la relativa complessità relativa agli scenari di rimborso però, che potrebbero necessitare di una notevole attenzione da parte degli investitori e di un loro diretto coinvolgimento (p.es. su se e come vendere le azioni eventualmente ricevute a rimborso), non ci sembra che questa emissione rappresenti attualmente un’opportunità particolarmente interessante per gli investitori obbligazionari “retail”.

che ne pensate?

io non so che dire o meglio saprei che dire ma mi trattengo.
Come si fa a dire che la UBI cv dovrebbe valere 107,55 per avere un rendimento allineato alle altre obbligazioni emesse da UBI e quotate sul MOT ? Proprio ieri mattina scrivo questo nel FOL in un thread UBI 2014 tasso misto : quale scegliere ? - Forum di Finanzaonline.com aperto sulle UBI miste del MOT sconsigliandone l'acquisto e caso mai consigliando lo switch verso la nostra UBI cv :
"La UBI CV se si compra a 111 oggi , quindi con valuta 29/9, rende di rendimento effettivo LORDO 2,65% e di rendimento immediato lordo 5,18%.
E questo è certo.
La ultima mista cioè la IT0004517139 con godimento 4 settembre 2009 e con scadenza unica 4 settembre 2013, con facciale attuale di 2,75%, se presa oggi a 100(sempre che si riesca a portare via a 100) rende il 2,75% ma questo 2,75% non è certo come con la convertibile perchè questa mista paga due cedole 4 marzo e 4 settembre per i primi due anni di 1,375% come cedola semestrale lorda, ma per gli ultimi due anni invece pagherà cedole variabili --- pagate sempre 4/3 e 4/9 --legate allo euribor 6 mesi + 0,30% di spread che tra parentesi è uno spread non molto allettante .Quindi il 2,75% di REL per questo bond misto non è sicuro perchè nessuno sa quanto sarà lo euribor 6 mesi in futuro e se dovessimo stimarlo come l'odierno ,il REL di questa mista sarebbe ben inferiore al 2,75%.
Uno che compra questa mista , ma la stessa cosa si può dire per le altre miste uscite ultimamente da UBI, deve sperare che l'euribor in futuro decolli ,ma allora se uno crede a questo e vuole pertanto un variabile si compra altro ed io difatti come obbligazioni a tasso variabile non ho di certo queste UBI miste, come non ho la LT2 con spread sullo euribor 3 a 1,25% sempre UBI IT0004457187 , mentre ho ad esempio, tra l'altro ,tra le variabili che ho, le 2 ISP euribor + 4% uscite nello stesso periodo della uscita della UBI con spread 1,25%, 2 iSP euribor 3 mesi + 4% prese alla emissione in ISP private e in Fideuram .
Questo per sottolineare che UBI per le sue obbligazioni del MOT è stata sempre un poco sparagnina (ad esempio perchè uscire a marzo con una euribor +1,25% quando ISP esce contemporaneamente con due euribor 3 mesi + 4%, senza contare che a novembre UBI uscì con una sempre LT2 ma euribor +0,85% (IT0004424435 ) ,mentre per la sua convertibile stranamente paga sin troppo .Sintomo che la UBI è solida o almeno ben più solida di ISP e questo è basilare per noi bondholder .
Questo dal punto di vista di rendimento, ma non si deve scordare mai il fatto che la convertibile della UBI come tutte le altre convertibili non ha sopra di sè alcun tetto cioè può andare a vette che i comuni bonds non si sognano neanche"

Quindi ricapitolando la ultima mista 2,75% della UBI sul MOT cioè la

Ubi St13 Tasso Misto Codice Isin: IT0004517139 nostro benchmark, presa a 100 (anche se ieri ha fatto 100,10 e 100,30 ed ha minimo e massimo annui a 100 e 101 ) ,collima con i 111 della nostra e non con 107,55 come quello che scrivono in JC . Perchè ,che io sappia , si devono paragonare titoli di stesso grado cioè senior come la UBI cv con altre enior come le UBI miste e non confrontare senior con subordinati lower tier 2 come le altre UBI sul MOT non miste o con subordinate addirittura upper tier 2 come un popolare Bergamo sempre quotata sul MOT, anche se credo che pure confronando la nostra cv con queste LT2 e con questa UT2 la nostra debba valere ben di più di 107,55 di solo parte obbligazionaria .Secondo me o meglio secondo quello che il mercato prezza le UBI miste senior, la sola parte obbligazionaria della nostra UBI CV deve valere almeno almeno 111 e dico almeno almeno perchè la nuova mista 2,75% settembre 2013IT0004517139 che ripeto è il benchmark della nostra e che consiglio di monitorare, negli aultimi due anni pagherà di cedola anche di meno del facciale (2,75%)che paga oggi perchè ancorato all'euribor 6 mesi + un misero 0,30%.
Nell'articolo JC si scrive---oltre che la parte obbligazionaria deve valere 107,55--- che la convertibile "normale" UBI nel suo complesso debba valere 113,55 ,cioè equivale a dire in pratica che la sua componente opzione debba valere 6 figure .Giusto ,sbagliato ? Io so solo che sul MTA esiste quel famoso warrant UBI che io e non altri consigliarono sotto a 0,030 il primo suo giorno di vita e che oggi vale 0,0802. Ora, se questo warrant che è europeo e non americano come la nostra cv (e questo conta assai), ha strike 12,30 e non 12,75 come la nostra ma dura fino al 30/6/2011 e non fino al 10 luglio 2013 , se questa warrant il mercato lo paga 0,0802 , quanto prezzerebbe il warrant implicito della nostra cv ? Io credo ben di più .
 

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