Senza voler fare nessuna polemica , ho approffitato del bel salto di ark cv e ne sono uscito quasi totalmente , probabilmente mi mangerò le mani in futuro ma non ho resistito alla tentazione di concretizare il bel gain .
Mi pare che a livello societario ci sia un po di movimento .e in molti stanno uscendo .....finchè non ci sarà più chiarezza personalmente ne starò fuori ....
Nuvola nera
proprio in questi giorni ho fatto il punto della mia situazione globale finanziaria ( cv e tutto il resto )
E ,ora come ora ,sulle cv ,sono
1) BIM CV
2) BNS CV
3) SIAS CV
4) UBICV
5) CRGCV
C'è però da dire che le UBI CV pure essendo quarte come mio possesso , le ho incrementate dall'aumento di capitale e dal loro inoptato e secondo me oggi sono le migliori .
Tra parentesi nel mettere a poso i miei conti, ho scoperto con estremo gaudio che 2 sicav Novara Aquilone che possiedo da inizio 2001 ultimamente sono finalmente salite e quasi sicuramente le farò fuori ,ma ho anche notato che il carico fiscale è errato e siccome è a mio sfavore ,l'ho fatto presente proprio oggi e aspetto che me lo mettano a posto . Derivano da una sottoscrizione che feci nel lontano inizio 2001 presso la Popolare Novara di 100 milioni di lire e di altri 400 messi su rispettivamente SICAV NOVARA AQUILONE EQUITY CONTROL RISK(Italia) e su sicav NOVARA AQUILONE GLOBAL EQUITY,entrambi sicav che dovevano mantenere il prezzo anno per anno con una perdita massima annua mi pare del 5% . Ed invece ,dopo che le ho sottoscritte, erano entrambe scese e anche di tanto ,forse perchè a suo tempo erano gestiti da Dexia ,ma per fortuna ultimamente sono ben salite e quindi sgommo, perchè se li avessi gestiti io quei 500 testoni avrebbero reso ben di più dal 2001 ad oggi .Senza ombra di dubbio.
Non capisco l'errore sul carico fiscale , carico fiscale che probabilemnete è mutato nel momento in cui le trasferii dalla Novara ad un'altra banca del gruppo BP e siccome è sbagliato a mio sfavore , sto proprio ora attendendo lumi.
...anch'io fatti fuori oggi a 99.39................Senza voler fare nessuna polemica , ho approffitato del bel salto di ark cv e ne sono uscito quasi totalmente , probabilmente mi mangerò le mani in futuro ma non ho resistito alla tentazione di concretizare il bel gain .
Mi pare che a livello societario ci sia un po di movimento .e in molti stanno uscendo .....finchè non ci sarà più chiarezza personalmente ne starò fuori ....
Nuvola nera
Convertendo UBI: analizziamo il titolo
Analizziamo oggi l’emissione convertibile di UBI Banca le cui caratteristiche molto particolari la rendono di non immediata comprensione al pubblico degli investitori “retail”
TAG: ubi banca
QUOTAZIONI: UBI BANCA
Redazione Soldionline giovedì, 24 settembre 2009 - 15:09
Articolo a cura di JCAssociati.it
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Su sollecitazione di alcuni nostri lettori, analizziamo oggi l’emissione convertibile di UBI Banca, collocata sul mercato lo scorso luglio, le cui caratteristiche molto particolari la rendono di non immediata comprensione al pubblico degli investitori “retail”.
Vediamo innanzitutto le caratteristiche del titolo, per quanto riguarda la sua componente “obbligazionaria”.
- Ammontare emesso: €639.145.870 (titoli obbligazionari con un valore nominale unitario di 12,75)
- Scadenza: 10 luglio 2013
- Tasso di interesse annuo: 5,75%
- Tipologia di garanzia: senior
Da quanto precede, il titolo, che quota oggi ad un prezzo di 111,20 circa offre un rendimento del 2,60%; circa un punto percentuale meno di quanto sarebbe ottenibile da un normale titolo obbligazionario di Banca UBI a reddito fisso senza diritto di conversione.
Andiamo ora ad analizzare le caratteristiche di conversione ed il relativo valore per i possessori del titolo
- Diritto di conversione: dal 1 ottobre 2011 al prezzo di €12,75
- Prezzo di conversione: 12,75
- Rapporto di conversione: 1
Ogni titolo obbligazionario quindi (che lo ricordiamo ha un valore nominale di 12,75), consente di acquistare un azione di Banca UBI a €12,75.
Dato il valore attuale dell’azione di €10,30 ed un flusso di dividendi pari al 5% (stimato sulla base del flusso degli ultimi 2 anni), possiamo calcolare il valore del diritto di opzione attraverso l’equazione di Black & Sholes.
Il valore del diritto di opzione è quindi di circa 0.75 centesimi di Euro per ogni obbligazione, quindi circa il 6% del valore nominale.
Tale valore però va considerato alla luce di due importanti caratteristiche dell’emissione:
- dopo 18 mesi dall’emissione (quindi da gennaio 2011), l’emittente avrà la possibilità di riscattare anticipatamente il titolo; in azioni o in liquidità (a sua scelta), pagando un premio del 10%.
- a scadenza, le obbligazioni non convertite potranno essere rimborsate in azioni o in liquidità (a scelta dell’emittente).
Cerchiamo di capire le implicazioni di queste due importanti caratteristiche per gli obbligazionisti.
Possibilità di rimborso a scadenza in azioni e non in denaro
Da un punto di vista concettuale, il rimborso in azioni o in denaro dovrebbe essere ininfluente per l’obbligazionista; una volta ricevute le azioni infatti, l’investitore potrebbe immediatamente venderle sul mercato e rientrare del proprio investimento.
In pratica però, nella peggiore delle ipotesi: che nessuna obbligazione venga convertita prima della scadenza e che tutta l’emissione venisse rimborsata in azioni, si potrebbe riversare sul mercato un numero molto elevato di azionisti intenti a vendere (il valore dell’emissione obbligazionaria è pari a circa 20 giorni di contrattazione), con ovvi effetti negativi per il prezzo delle azioni stesse.
Anche se il prospetto informativo prevede un conguaglio, qualora il prezzo delle azioni scenda dalla data di annuncio alla data di pagamento, l’investitore resta comunque esposto ad una discesa del valore dell’azione di UBI nelle giornate immediatamente successive. Un rischio questo, che non è facile quantificare, ma che certamente contribuisce a ridurre il valore dell’obbligazione.
Possibilità di riscatto anticipato da parte dell’emittente
Anche in questo caso, da un punto di vista concettuale, la possibilità di riscatto non dovrebbe offrire svantaggi all’investitore. Nell’eventualità infatti in cui l’emittente scelga questa opzione, dovrà pagare un premio agli investitori del 10%:
a. sul valore nominale dell’obbligazione - nel caso in cui l’azione valga meno di 12,75;
oppure
b. sul valore di conversione - nel caso in cui l’azione valga più di 12,75 e quindi il rimborso sia già superiore al valore nominale dell’obbligazione.
Volendo fare un esempio per rendere più comprensibile i due scenari:
a. se l’emittente decide il riscatto anticipato quando l’azione quota p.es. a €10,50 (quindi sotto il prezzo di conversione di 12,75), l’investitore si vedrà rimborsare €14,025 per ogni obbligazione, cioè il 110% del valore nominale investito (oltre ovviamente alle cedole maturate);
b. se l’emittente invece decide il riscatto anticipato quando l’azione quota p.es. a €14,50 (quindi sopra il prezzo di conversione di 12,75), l’investitore si vedrà rimborsare €15,95 per ogni obbligazione, cioè il 110% del prezzo dell’azione (oltre ovviamente alle cedole maturate);
Da quanto precede quindi, appare evidente che l’investitore sembra avere solo potenziali vantaggi. Tuttavia va tenuto presente che anche la possibilità di riscatto anticipato può essere esercitata consegnando azioni e non denaro. Vale per questo punto quanto già sottolineato nel paragrafo precedente.
Inoltre, dal punto di vista dell’investitore, va considerata l’eventualità che l’emittente eserciti questa opzione (nel pieno diritto di quanto stabilito dal prospetto), nel momento di massima convenienza, p.es. qualora ci siano aspettative di forti rialzi del valore dell’azione nei mesi successivi, privando quindi l’investitore di un potenziale guadagno che avrebbe invece ottenuto con una obbligazione convertibile “normale”.
In conclusione, il titolo di UBI rappresenta in “ibrido” tra un’obbligazione a reddito fisso e un’obbligazione convertibile, conservando anche alcuni aspetti di un titolo “convertendo” (vista la possibilità di rimborso in azioni).
Ai valori attuali il titolo sembra abbastanza correttamente prezzato, posizionandosi a metà tra il valore di un obbligazione a reddito fisso (che sarebbe attorno a 107,55) e quello di una obbligazione convertibile “normale” (il cui valore sarebbe attorno a 113,55).
Data la relativa complessità relativa agli scenari di rimborso però, che potrebbero necessitare di una notevole attenzione da parte degli investitori e di un loro diretto coinvolgimento (p.es. su se e come vendere le azioni eventualmente ricevute a rimborso), non ci sembra che questa emissione rappresenti attualmente un’opportunità particolarmente interessante per gli investitori obbligazionari “retail”.
che ne pensate?
Convertendo UBI: analizziamo il titolo
......
non ci sembra che questa emissione rappresenti attualmente un’opportunità particolarmente interessante per gli investitori obbligazionari “retail”.
Convertendo UBI: analizziamo il titolo
Analizziamo oggi l’emissione convertibile di UBI Banca le cui caratteristiche molto particolari la rendono di non immediata comprensione al pubblico degli investitori “retail”
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QUOTAZIONI: UBI BANCA
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Su sollecitazione di alcuni nostri lettori, analizziamo oggi l’emissione convertibile di UBI Banca, collocata sul mercato lo scorso luglio, le cui caratteristiche molto particolari la rendono di non immediata comprensione al pubblico degli investitori “retail”.
Vediamo innanzitutto le caratteristiche del titolo, per quanto riguarda la sua componente “obbligazionaria”.
- Ammontare emesso: €639.145.870 (titoli obbligazionari con un valore nominale unitario di 12,75)
- Scadenza: 10 luglio 2013
- Tasso di interesse annuo: 5,75%
- Tipologia di garanzia: senior
Da quanto precede, il titolo, che quota oggi ad un prezzo di 111,20 circa offre un rendimento del 2,60%; circa un punto percentuale meno di quanto sarebbe ottenibile da un normale titolo obbligazionario di Banca UBI a reddito fisso senza diritto di conversione.
Andiamo ora ad analizzare le caratteristiche di conversione ed il relativo valore per i possessori del titolo
- Diritto di conversione: dal 1 ottobre 2011 al prezzo di €12,75
- Prezzo di conversione: 12,75
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Ogni titolo obbligazionario quindi (che lo ricordiamo ha un valore nominale di 12,75), consente di acquistare un azione di Banca UBI a €12,75.
Dato il valore attuale dell’azione di €10,30 ed un flusso di dividendi pari al 5% (stimato sulla base del flusso degli ultimi 2 anni), possiamo calcolare il valore del diritto di opzione attraverso l’equazione di Black & Sholes.
Il valore del diritto di opzione è quindi di circa 0.75 centesimi di Euro per ogni obbligazione, quindi circa il 6% del valore nominale.
Tale valore però va considerato alla luce di due importanti caratteristiche dell’emissione:
- dopo 18 mesi dall’emissione (quindi da gennaio 2011), l’emittente avrà la possibilità di riscattare anticipatamente il titolo; in azioni o in liquidità (a sua scelta), pagando un premio del 10%.
- a scadenza, le obbligazioni non convertite potranno essere rimborsate in azioni o in liquidità (a scelta dell’emittente).
Cerchiamo di capire le implicazioni di queste due importanti caratteristiche per gli obbligazionisti.
Possibilità di rimborso a scadenza in azioni e non in denaro
Da un punto di vista concettuale, il rimborso in azioni o in denaro dovrebbe essere ininfluente per l’obbligazionista; una volta ricevute le azioni infatti, l’investitore potrebbe immediatamente venderle sul mercato e rientrare del proprio investimento.
In pratica però, nella peggiore delle ipotesi: che nessuna obbligazione venga convertita prima della scadenza e che tutta l’emissione venisse rimborsata in azioni, si potrebbe riversare sul mercato un numero molto elevato di azionisti intenti a vendere (il valore dell’emissione obbligazionaria è pari a circa 20 giorni di contrattazione), con ovvi effetti negativi per il prezzo delle azioni stesse.
Anche se il prospetto informativo prevede un conguaglio, qualora il prezzo delle azioni scenda dalla data di annuncio alla data di pagamento, l’investitore resta comunque esposto ad una discesa del valore dell’azione di UBI nelle giornate immediatamente successive. Un rischio questo, che non è facile quantificare, ma che certamente contribuisce a ridurre il valore dell’obbligazione.
Possibilità di riscatto anticipato da parte dell’emittente
Anche in questo caso, da un punto di vista concettuale, la possibilità di riscatto non dovrebbe offrire svantaggi all’investitore. Nell’eventualità infatti in cui l’emittente scelga questa opzione, dovrà pagare un premio agli investitori del 10%:
a. sul valore nominale dell’obbligazione - nel caso in cui l’azione valga meno di 12,75;
oppure
b. sul valore di conversione - nel caso in cui l’azione valga più di 12,75 e quindi il rimborso sia già superiore al valore nominale dell’obbligazione.
Volendo fare un esempio per rendere più comprensibile i due scenari:
a. se l’emittente decide il riscatto anticipato quando l’azione quota p.es. a €10,50 (quindi sotto il prezzo di conversione di 12,75), l’investitore si vedrà rimborsare €14,025 per ogni obbligazione, cioè il 110% del valore nominale investito (oltre ovviamente alle cedole maturate);
b. se l’emittente invece decide il riscatto anticipato quando l’azione quota p.es. a €14,50 (quindi sopra il prezzo di conversione di 12,75), l’investitore si vedrà rimborsare €15,95 per ogni obbligazione, cioè il 110% del prezzo dell’azione (oltre ovviamente alle cedole maturate);
Da quanto precede quindi, appare evidente che l’investitore sembra avere solo potenziali vantaggi. Tuttavia va tenuto presente che anche la possibilità di riscatto anticipato può essere esercitata consegnando azioni e non denaro. Vale per questo punto quanto già sottolineato nel paragrafo precedente.
Inoltre, dal punto di vista dell’investitore, va considerata l’eventualità che l’emittente eserciti questa opzione (nel pieno diritto di quanto stabilito dal prospetto), nel momento di massima convenienza, p.es. qualora ci siano aspettative di forti rialzi del valore dell’azione nei mesi successivi, privando quindi l’investitore di un potenziale guadagno che avrebbe invece ottenuto con una obbligazione convertibile “normale”.
In conclusione, il titolo di UBI rappresenta in “ibrido” tra un’obbligazione a reddito fisso e un’obbligazione convertibile, conservando anche alcuni aspetti di un titolo “convertendo” (vista la possibilità di rimborso in azioni).
Ai valori attuali il titolo sembra abbastanza correttamente prezzato, posizionandosi a metà tra il valore di un obbligazione a reddito fisso (che sarebbe attorno a 107,55) e quello di una obbligazione convertibile “normale” (il cui valore sarebbe attorno a 113,55).
Data la relativa complessità relativa agli scenari di rimborso però, che potrebbero necessitare di una notevole attenzione da parte degli investitori e di un loro diretto coinvolgimento (p.es. su se e come vendere le azioni eventualmente ricevute a rimborso), non ci sembra che questa emissione rappresenti attualmente un’opportunità particolarmente interessante per gli investitori obbligazionari “retail”.
che ne pensate?