storm
Forumer storico
Aggiungo che per noi investitori nettisti, i BTPi hanno altre due ottime caratteristiche:
- Su tutta la parte di rivalutazione (il CDi), la tassazione è differita e si paga solamente alla fine (scadenza/vendita), con un vantaggio fiscale che può anche essere consistente
- Sempre la parte di rivalutazione è considerata capital gain, per cui può essere usata per compensare minus.
Già che ci siamo, un caveat per quel che riguarda la nostra normativa fiscale, che penalizza il nettista che porti questi titoli a scadenza: dal momento in cui il valore di rimborso (nominale * CdI) diventa noto, infatti, tutta la parte di rivalutazione dovuta al CdI viene considerata disaggio di emissione, pertanto se un investitore nettista porta a scadenza il titolo paga l'imposta del 12,50% sull'intera rivalutazione a prescindere dal momento di acquisto.
E' un problema che all'epoca è stato discusso ampiamente qui e sul FOL, che si può aggirare vendendo il titolo alcuni mesi dalla scadenza.
Oltre a questo, vale sempre la pena di scegliere, ceteris paribus, titoli con CdI più basso possibile (e noto che Fabbro ne ha presi due di fresca emissione, segno che ci ha già fatto caso... ): nel difficile caso di deflazione prolungata, infatti, a scadenza sono comunque garantiti i 1000€ di nominale anche in caso di CdI < 1 (cosa che non vale durante la vita del titolo), per cui con CdI basso si aumenta l'effetto "protettivo" del titolo...
Potremmo fare delle simulazioni con vari tassi di inflazione e cercare di quantificare questi vantaggi fiscali sia per quanto riguarda la compensazione di minus sia per le minori tasse per i nettisti?
Avevo mandato, qualche mese fa, una mail a riguardo al ragazzo dell'ottimo sito che ho postato sui bond reali e mi disse che non appena avesse avuto tempo lo avrebbe fatto. Potremmo magari coinvolgerlo se nessuno ha il tempo di farlo.