Obbligazioni societarie Obbligazioni Oil & Gas (1 Viewer)

Imark

Forumer storico
Ma perchè Total rende di più di Eni?

In effetti, è una buona domanda... la risposta "sicura" non ce l'ho, può darsi che sia per il fatto che i primi due titoli ENI sono quotati su nostri mercati retail, e devo dire che il 2013 ed il 2015 talvolta danno problemi con i prezzi MOT, in perché davvero lo spread bid ask è molto più ampio di quello che si vede OTC, specialmente la lettera tende ad essere più alta del giusto...

E poiché nei nostri file il rendimento tende ad essere calcolato sulla lettera, quando i prezzo dei primi due bond ENI non è OTC ma MOT, un piccolo spread potrebbe essere una conseguenza di quanto scritto sopra...
 

aurelianuse

Nuovo forumer
Ciao Belindo, hai fatto un'ottima domanda. Pemex ha infatti questo problema, che un grosso giacimento, il principale del paese, si avvia all'esaurimento, e che il livello di sostituzione delle scorte per Pemex è molto basso, ossia hanno difficoltà a trovare nuovi giacimenti, vuoi perché forse il Golfo del Messico è già piuttosto sfruttato, vuoi perché le tecnologie per l'esplarazione e l'estrazione profonda nello stesso Golfo, da quanto capisco, non sono ancora in fase di utilizzazione effettiva (anche se di recente ci sono stati rinvenimenti promettenti di giacimenti nella parte USA del Golfo, proprio in virtù di tali tecnologie) vuoi perché Pemex è conosciuta per l'inefficienza dei propri investimenti nell'upstream, ossia spendono molto ma portano a casa poco in termini di nuovi giacimenti individuati, anche, secondo me, per un problema di corruzione e di tolleranza per le inefficienze.

Ora, il problema con Pemex è che, con il calo dei prezzi del petrolio rispetto ai massimi e con l'esigenza di recuperare soldi per l'upstream negli anni a venire, la società ha deciso che questi soldi li chiede al mercato obbligazionario, spingendo sulla leva del debito.

Insomma, in prospettiva, se le cose dovessero andare male, Pemex potrebbe rivelarsi particolarmente rischiosa proprio per tale politica.

Se percorri un po' il 3D, leggendoti i primi interventi sul tema, questa situazione viene fuori con una certa evidenza.

Una riflessione macroeconomica: Con l'esaurimento del ex giacimento gigante di Cantarell, il Messico si trasformerà da esportatore netto a importatore netto di petrolio (almeno a sentire "the oil drum" e altri).
Gli Usa dovranno rinunciare a un sacco di petrolio che importavano e che avevano sulla porta di casa e si presenterà il problema di rimpiazzare queste riserve.
Si dice che si stiano attrezzando per puntare sul natural gas di scisto,che è abbondante ,anche se non facilmente estraibile.
Tutto questo comporta una profonda revisione,sia della petrolchimica che della chimica, toutcourt.
Sarebbe un cambiamento immane, ma significherebbe una ritrovata autonomia energetica per gli USA.
Se queste riflessioni sono plausibili( e non è detto che lo siano), su cosa dovremmo puntare noi investitori, e chi dovremmo evitare (pemex a parte)?
 

Imark

Forumer storico
Una riflessione macroeconomica: Con l'esaurimento del ex giacimento gigante di Cantarell, il Messico si trasformerà da esportatore netto a importatore netto di petrolio (almeno a sentire "the oil drum" e altri).
Gli Usa dovranno rinunciare a un sacco di petrolio che importavano e che avevano sulla porta di casa e si presenterà il problema di rimpiazzare queste riserve.
Si dice che si stiano attrezzando per puntare sul natural gas di scisto,che è abbondante ,anche se non facilmente estraibile.
Tutto questo comporta una profonda revisione,sia della petrolchimica che della chimica, toutcourt.
Sarebbe un cambiamento immane, ma significherebbe una ritrovata autonomia energetica per gli USA.
Se queste riflessioni sono plausibili( e non è detto che lo siano), su cosa dovremmo puntare noi investitori, e chi dovremmo evitare (pemex a parte)?

Beh, intanto valuterei con un po' di calma il passaggio dall'oil ad altro, perché ad es. c'è Petrobras e Repsol che hanno individuato un grande giacimento al largo del Brasile con quelle teconologie di prospezione in profondità in cui Repsol fra le maggiori oil companies è all'avanguardia.

Analoghe operazioni condotte nel Golfo del Messico, acque territoriali USA, sempre con tecnologie idonee a rinvenire i giacimenti di profondità, hanno dato esito favorevole, e non è detto che anche in Messico non portino a risultati analoghi, sebbe rimpiazzare il Cantarell nel lungo termine si riveli impresa decisamente ardua...

Quindi se un po' di cautela è giustificata per Pemex, i cui bond a febbraio hanno vissuto una fase di indebolimento significativa, IMHO, ed un po' di entusiasmo lo è per Petrobras, che tuttavia non mi risulta avere emissioni in euro, poi però attenderei un attimo prima di dare per assunto che effettivamente si sia alle porte di un cambiamento drastico.

Repsol ad es. la vedo da tenere in seria considerazione, proprio perché la sua debolezza in termini di riserve e la sua esposizione per le riserve detenute a regimi politici non proprio stabili (vicende del gas boliviano e del petrolio argentino) la hanno portata a sviluppare molto la parte delle tecnologie nell'upstream, e la cosa secondo me più che compensa la debolezza dovuta alla particolare presenza nel segmento della raffinazione (dove chi ha fatto almeno in parte outsourcing si ritrova avvantaggiato)

ENI anche la vedo messa bene, visto che, se leggi il 3D, fra i maggiori players europei è quella vanta un tasso positivo di rimpiazzo delle riserve negli anni a venire...
 

Comandante Gerard

Forumer storico
Una domanda a voi che seguite i bond di questo settore:
Pemex pochi giorni fa tramite il presidente del Messico ha annunciato che nel giro di 9 anni il petrolio finirà, e come si evince dal sito ufficiale della azienda i bilanci sottolineano un calo dell'estrazione, il presidente ha anche annunciato che probabilmente si passerà alla privatizzazione;
che impatto può avere questa situazione sui bond, che sembra incuranti sopratutto il 2025 vanno avanti spediti nella crescita?
grazie

Per essere precisi però, questo annuncio del presidente del Messico non è di qualche giorno fa, ma di due anni fa...senza alcun intento polemico..

Il Messico rinuncia alla Pemex? - Petrolio
 

aurelianuse

Nuovo forumer
Beh, intanto valuterei con un po' di calma il passaggio dall'oil ad altro, perché ad es. c'è Petrobras e Repsol che hanno individuato un grande giacimento al largo del Brasile con quelle teconologie di prospezione in profondità in cui Repsol fra le maggiori oil companies è all'avanguardia.

Analoghe operazioni condotte nel Golfo del Messico, acque territoriali USA, sempre con tecnologie idonee a rinvenire i giacimenti di profondità, hanno dato esito favorevole, e non è detto che anche in Messico non portino a risultati analoghi, sebbe rimpiazzare il Cantarell nel lungo termine si riveli impresa decisamente ardua...

Quindi se un po' di cautela è giustificata per Pemex, i cui bond a febbraio hanno vissuto una fase di indebolimento significativa, IMHO, ed un po' di entusiasmo lo è per Petrobras, che tuttavia non mi risulta avere emissioni in euro, poi però attenderei un attimo prima di dare per assunto che effettivamente si sia alle porte di un cambiamento drastico.

Repsol ad es. la vedo da tenere in seria considerazione, proprio perché la sua debolezza in termini di riserve e la sua esposizione per le riserve detenute a regimi politici non proprio stabili (vicende del gas boliviano e del petrolio argentino) la hanno portata a sviluppare molto la parte delle tecnologie nell'upstream, e la cosa secondo me più che compensa la debolezza dovuta alla particolare presenza nel segmento della raffinazione (dove chi ha fatto almeno in parte outsourcing si ritrova avvantaggiato)

ENI anche la vedo messa bene, visto che, se leggi il 3D, fra i maggiori players europei è quella vanta un tasso positivo di rimpiazzo delle riserve negli anni a venire...

Grazie per la spiegazione,cristallina come sempre.
Io seguo sempre con interesse questo thread, quindi le mie considerazioni volevano solo essere stimolo per una discusssione in termini di prospettiva di lungo e lunghissimo termine(e qui non sono proprio stato chiaro), non stavo dicendo che sarà qualcosa che accadrà domani o il prossimo anno, ma che potrebbe essere una seria possibilità per il futuro,anche per le implicazioni geopolitiche molto desiderabili per gli Usa . Forse è una cosa non proprio attinente al thread.
 

Imark

Forumer storico
Grazie per la spiegazione,cristallina come sempre.
Io seguo sempre con interesse questo thread, quindi le mie considerazioni volevano solo essere stimolo per una discusssione in termini di prospettiva di lungo e lunghissimo termine(e qui non sono proprio stato chiaro), non stavo dicendo che sarà qualcosa che accadrà domani o il prossimo anno, ma che potrebbe essere una seria possibilità per il futuro,anche per le implicazioni geopolitiche molto desiderabili per gli Usa . Forse è una cosa non proprio attinente al thread.

Personalmente, credo che come considerazioni quelle che facevi fossero molto pertinenti, giustappunto cercavo di esprimere una valutazione sulla tempistica, che poi ha anche un ricasco operativo, visto che ad es. proprio Pemex non ha mancato di aver emesso bond piuttosto lunghi... ;)
 

samantaao

Forumer storico
qualche assestamento, un altro piccolo passetto indietro x i titoli + lunghi degli emittenti più solidi (aspettative tassi?)
Pemex si rinforza
mercati di alcuni prezzi (grazie a Mark):
XS0273933902 Xtrakter (ex ICMA) CHESAPEAKE 2017
XS0167456267 Xtrakter (ex ICMA) ENI 2013
IT0004503717 MOT ENI 2015
XS0451457435 Xtrakter (ex ICMA) ENI 2019
XS0099213547 Xtrakter (ex ICMA) STATOIL 2011
XS0267045291 Xtrakter (ex ICMA) TOTAL 2011
XS0303256050 Xtrakter (ex ICMA) TOTAL 2017
FR0000187080 Xtrakter (ex ICMA) TOTAL 10/2010
 

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Imark

Forumer storico
Report di Fitch sul comparto in area EU che postula un calo dei prezzi dell'oil, non compatibili con l'attuale scenario macro, secondo l'agenzia...

Fitch: Oil Price Correction Poses Risk to European Producers

22 Mar 2010 4:00 AM (EDT)

Fitch Ratings-London-22 March 2010: Fitch Ratings says in a new report that a potential correction to crude oil prices poses risks to European integrated oil major's ability to control operating costs and enhance profit margins, especially in their downstream segments. Furthermore, a prolonged downturn in oil prices or continued difficulty in the refining sector could delay cash generation needed for companies to meet their strategic goals and thus have a negative impact on ratings.

"A widening gap appears to be developing between upward crude oil price momentum in the futures market and supply and demand fundamentals on the ground," says Jeffrey Woodruff, Senior Director in Fitch's Corporate Energy team in London. "If oil prices start to trend lower over an extended period, European oil companies may not be able to generate sufficient operating cash flow to return credit metrics to more normal levels."

As European oil majors increased borrowings in 2009 to fund capex and dividends during the downturn in the business cycle, their financial profiles have deteriorated alongside slower cash flow generation. Whilst Fitch rates issuers on a "through-the-cycle" basis using its conservative oil price view, for credit ratios to return to mid-cycle levels, companies will need to begin demonstrating in 2010 that business conditions are improving and cash flow generation is materialising.

As the second quarter of 2010 approaches, momentum behind economic recovery appears to be slowing in some OECD regions, while growth in emerging markets like India and China is stronger.

Given the impact of any slowing economic recovery in developed markets on oil prices ahead of a seasonal decrease in demand for crude oil and oil products in the northern hemisphere, Fitch anticipates European oil companies will be even more vigilant in controlling costs in 2010 if they are to preserve profit margins, maintain cash flows and limit reliance on borrowings.

This is especially true for the downstream sector, which faces a particularly challenging operating environment in the face of continued slow demand growth, large idle capacity, low utilisation rates and persistently high inventories.

Economic developments in the second quarter of 2010 could provide important clues as to how results in the sector will materialise over the course of the year. Growth data in OECD countries remains mixed and could yet revert to lower levels. In the meantime, OPEC countries continue to over-produce, which adds pressure to existing high commercial inventories and further moves oil market fundamentals away from price dynamics that are being driven by increased activity in oil futures markets.

Within the downstream segment, Fitch anticipates it could take up to three years to rebalance global demand and overcapacity for refined products to a level significant enough for refining profits to fully revert to the long-term average.

The 22 March 2010 report, entitled 'European Oil Majors - Update', can be accessed by copying the following URL http://www.fitchratings.com/creditdesk/reports/report_frame.cfm?rpt_id=505294 into your browser.
 

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  • Oil & Gas EU outlk stable mar 2010 Fitch.pdf
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Capirex85

Value investor
Report di Fitch sul comparto in area EU che postula un calo dei prezzi dell'oil, non compatibili con l'attuale scenario macro, secondo l'agenzia...

Penso anch'io che nel breve una correzzione dei prezzi del petrolio sia uno scenario da prendere in seria considerazione... vista la corsa dei prezzi nell'ultimo anno e l'aumento della produzone dei paesi OPEC.
 

Imark

Forumer storico
Penso anch'io che nel breve una correzzione dei prezzi del petrolio sia uno scenario da prendere in seria considerazione... vista la corsa dei prezzi nell'ultimo anno e l'aumento della produzone dei paesi OPEC.

Anche a me pare non sostenibile. Da un lato credo sia spinta dalla gran massa di liquidità circolante sui mercati finanziari per effetto delle politiche monetarie in essere e dalle aspettative di ripresa dei consumi legate al ciclo economico, dall'altro, se tanto mi dà tanto, sarà una ripresa "fluel efficient", a prescindere dalla sua consistenza.

Per cui i dati sulle scorte potrebbero riservare qualche sorpresa, e l'assorbimento della liquidità eccedente sui mercati finanziari fare il resto.
 

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