OGNI COSA HA LA SUA BELLEZZA, MA NON TUTTI LA VEDONO

DANY1969

Forumer storico
(Confucio)
Buona settimana a tutti :)
Questo weekend dovevo andare a dormire in tenda in alta quota con mio fratello, ma avevo un impegno ed ho dovuto rimandare alla prossima settimana (meteo permettendo :wall:).L'obiettivo era quello di fotografare la cometa visibile in questi giorni. Per adesso l'ha fatto mio fratello... anche se non in alta montagna (è solo la foto allo schermo della fotocamera... ma è solo un'anteprima per rendere l'idea :lovin:)

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Riporto questo articolo perchè è scritto da una persona demente ed ignorante. Mio parere. Chiaro.
Questo giornalista ha perso la ragione, se mai l'ha avuta.
Scuola alle primarie con 6 / 7 alunni ?
Misurare la temperatura all'entrata ?
Entrate differenziate ?
2 metri e separazioni in plexiglass ?
Ma questo dove vive ? Pervaso dal terrore ?
Probabilmente porta la mascherina quando è in auto da solo.
RIPETO
0 - 9 anni - 4 decessi per gravi patologie pregresse
10 - 19 anni - ZERO DECESSI.

Svegliati. I ragazzihanno avuto quersto virus parainfluenzale ma l'hanno superato
senza problemi, perchè il fisico è forte ed intatto. Milioni di cittadini l'hanno avuto.
E milioni di cittadini sono guariti.



Tra le varie disposizioni annunciate dalla ministra Lucia Azzolina la sera del 16 luglio scorso a In Onda, su La 7,
una sensata e plausibile è stata quella di fare scuola in presenza alle primarie, con gruppi di 6 o 7 bambini alla volta,
in modo da poter evitare eccessive probabilità di un contagio e di poterlo comunque arginare meglio.

Le altre sue disposizioni o proposte sono invece risultate poco verosimili o realizzabili, quando non inspiegabili.

Per la verità, la ministra ha provato a spiegarne alcune ma, almeno così è parso
a molti che lavorano nella scuola da qualche decennio, in maniera maldestra e poco convincente.

Due esempi su tutti:

secondo l’Azzolina dovranno essere le famiglie a misurare la temperatura agli studenti prima di mandarli a scuola.
Il delegare a loro questo compito costituisce infatti a suo avviso un invito ad un’assunzione di responsabilità che non può che far bene in tempi di pandemia.

Può darsi, ma ciò che non convince della sua proposta è che quest’assunzione di responsabilità da parte delle famiglie
possa esentare la scuola dal misurare a sua volta la temperatura, per maggior sicurezza, prima dell’ingresso degli studenti nell’edificio scolastico.


Quando quest’obiezione gli è stata avanzata dai conduttori della trasmissione, David Parenzo e Luca Telese,
la ministra ha risposto che questo creerebbe degli inevitabili assembramenti davanti alle scuole ogni mattina.

Ma non è vero: basterebbe infatti differenziare gli ingressi.

In una scuola superiore, per esempio, si potrebbero far entrare le classi prime alle ore 8
e le successive scaglionate di 5 minuti per evitare qualsiasi ingorgo e qualsiasi assembramento.

Considerando che la temperatura di uno studente può essere misurata in 3 secondi, in un minuto un operatore scolastico può misurarla a 20 studenti.

In 5 minuti la può misurare a 100 studenti; con due operatori si arriva a 200, con tre operatori si potrebbero tranquillamente garantire 300 misurazioni ogni 5 minuti.

Immaginando di essere in una scuola con 1.500 studenti, queste operazioni potrebbero essere eseguite da tre operatori in meno di mezz’ora,
evitando così di doversi affidare al senso di responsabilità del 100 per cento delle famiglie, ipotesi che può denotare solo o un eccesso d’ottimismo o un eccesso di malafede.

L’altra notizia confermata dalla ministra è che, anche grazie all’acquisto dei nuovi banchi a rotelle,
che a suo parere costituiscono un investimento di grande rilievo per la scuola del futuro,
sarà possibile tenere nelle classi gli studenti a un metro di distanza.

Ora, qualsiasi docente che abbia insegnato almeno qualche mese sa perfettamente che gli studenti non sono statue,
e che è assolutamente improbabile che riescano a stare seduti a distanza di un metro per cinque ore al giorno.

Le occasioni per alzarsi, spostarsi, avvicinarsi, scherzare, stufarsi, irritarsi, esasperarsi fino a perdere la distanza in una mattinata potrebbero essere numerose e incontrollabili.

Se ci fosse una distanza di almeno due metri, separazioni in plexiglass e non più di 6 o 7 studenti per classe
ci potrebbero essere maggiori possibilità sia di ridurre il rischio di un eventuale contagio, sia di limitarne la diffusione,
mentre così come la cosa è stata concepita e proposta è pressoché certo che, in caso di seconda ondata dell’epidemia,
la diffusione del virus sarebbe di nuovo estesa e rapida.
 
Nel corso della grottesca trattativa sui fondi europei tra l’Italia e i cosiddetti Paesi frugali,
a Giuseppe Conte & company non è parso vero di trovare nel premier olandese, Mark Rutte,
un comodo capro espiatorio sul quale scaricare l’eventuale responsabilità di un esito a noi poco gradito della trattativa medesima.

D’altronde, dopo essere riusciti ad annichilire con l’emergenza sanitaria un popolo in testa alle classifiche dell’analfabetismo funzionale,
per i geni della lampada che occupano la stanza dei bottoni sarà un gioco da ragazzi convincere una grossa fetta di italiani che senza i veti del citato Rutte,
che capeggia un gruppo di Stati che mal digeriscono la tradizionale linea italiana della cicala,
saremmo finalmente riusciti a edificare il mitico regime di Michelasso, in cui tutti bevono, mangiano e vanno a spasso.



Di fronte ad un Governo italiano dominato dagli scappati di casa a cinque stelle, i quali annunciano dal balcone la fine della povertà,
inneggiando alla devastazione dei conti pubblici, che s’inventano le forme più disfunzionali di sussidi
e che laddove mettono le mani combinano disastri inenarrabili, mi aspetterei una ancor più dura e compatta presa di posizione da parte dei nostri partner europei.

In aggiunta alla impressionante valanga di quattrini gettati nel pozzo senza fondo della spesa corrente che sta caratterizzando l’attuale legislatura,
di cui soprattutto i grillini si fanno un gran vanto, tra i 43 Paesi più industrializzati del globo l’Italia in questo momento si trova all’ultimo posto sul piano della crescita.


Il che significa che il tanto decantato modello con cui abbiamo affrontato la pandemia non sembra aver portato i frutti sperati.

Tant’è che unici in Europa vorremmo restare in stato d’emergenza fino al 31 dicembre,
pur avendo chiaramente devastato in lungo e in largo la nostra già barcollante economia
.

Altro che Recovery fund.
 
Cattivi maestri e professori.

Pessimi alunni e genitori quanto meno distratti.

Paura di studiare e poca voglia di lavorare (meglio restare in Smart working a distanza, a casa propria, come in un gigantesco “gioco dell’uva”).

In pochi mesi la scuola italiana si è trasformata nel “Paese dei balocchi” di collodiana memoria.

Il Paese dei Pinocchi e dei Lucignoli.

Con professori che neanche si vergognano di alimentare il teatro dei burattini di Mangiafuoco.

Qualche settimana fa alcuni giornali hanno riportato la voce dal sen fuggita a uno di questi campioni – ovviamente su un social network
uno studente che in un impeto di onestà intellettuale frammisto ad un entusiasmo degno di miglior causa aveva detto che il 2020 era stato “l’anno perfetto”.


Dal punto di vista di un somaro che a fine febbraio vede interrompersi l’obbligo di frequenza scolastica con rinvio alle calende greche.

Adesso a settembre sono quegli asini dei professori a non volere tornare in classe con quella ministra grillina che non sa più a che santo votarsi.

Intendiamoci, i danni alla scuola li aveva già fatti la parte peggiore dell’ideologia sessantottina, dando per ammesso che ce ne sia una “migliore”.

Adesso il sei politico è diventato come il reddito di cittadinanza.

E la tendenza “fancazzista” dei professori è il nuovo verbo.

Naturalmente nascondendosi dietro il virus.

Totale?

L’anno perfetto potrebbe replicarsi nel 2021.


Ed è facilmente comprensibile che a un Paese come il nostro – pieno di tasse e con un ceto medio distrutto dalla ideologia para comunistoide,
dove non funziona la giustizia, le carceri fanno schifo, la scuola pure e la sanità è quella che abbiamo tutti constatato essere –
alcuni in Europa non è che si fidino tanto a metterci tutti quei miliardi in mano senza alcuna rendicontazione.

Come si ricorderà, nella feroce favola di Pinocchio – analizzata genialmente tanti anni fa dal linguista Luca Serianni
dopo la sbornia del “Paese dei balocchi” tutti i burattini diventati asini, Lucignolo in testa, vanno mandati al macello.

Cioè “condannati a morte”.

E a Pinocchio lo salva solo il buon cuore della fata Turchina.

Un lieto fine un po’ fideistico già quello.

Credere che a noi ci salvi invece Giuseppi Conte è esercizio di fede molto più arduo.
 
Siamo sempre lì. A farci prendere per il kulo.

"La costruzione di una task force operativa, al di là di uno staff che ha già lavorato al piano di Rilancio,
sarà una delle priorità che andremo a definire in questi giorni perchè dovrà partire al più presto"
 
I media si sono scatenati nell’elogiare le grandi “Ricchezze” ottenuti dal grande combattente Conte.

Un accordo che assicura un Recovery Fund ridotto, con condizionalità strettissime, pessime, e, nonostante tutto,
a “Stasera Italia” un gruppo di tizi che, nella maggior parte dei casi, non aveva idea di ciò che stava parlando, celebrava una vittoria inesistente.



Vi immaginate un mondo in cui i francesi festeggino Waterloo e noi festeggiassimo Caporetto?

Ecco, questo mondo distopico si è realizzato, soprattutto grazie all’incredibile servilismo di presentatori, giornalisti e produttori TV.

Eppure il Recovery è già ben delineato:


  • sarà fortemente condizionale nella destinazione, per cui la Commissione deciderà dove e come potrete spendere i vostri soldi,
  • e vi diciamo che saranno spesi per cose poco utili, ma molto demagogiche.
  • Sarà difficilissimo utilizzare questi fondi per qualcosa di utile, o proprio utilizzarli in generale;

  • sono sottoposti al “Super freno” per cui i paesi (Olanda in testa, Austria seconda..) potranno rivolgersi alla Commissione per dire che
  • “Non stiamo facendo le riforme” (leggasi tagli a pensioni e servizi sociali) e farli bloccare;

  • sono quattro soldi, alla fine il fondo perduto non supererà i 390 miliardi, su sette anni.

  • sono soldi che, direttamente o indirettamente, saranno pagati da noi e che faranno aumentare il peso delle decisioni NON DEMOCRATICHE, di Bruxelles,
  • a scapito di quelle DEMOCRATICHE, prese in Italia, sul nostro bilancio.

Quindi stiamo letteralmente festeggiando Caporetto.

Una “Classe dirigente” corrotta fino al midollo non poteva fare diversamente.
 
Stiamo diventando la «Repubblica dei sussidi».

Sussidi utili certamente nel periodo del fermo delle attività produttive ma profondamente sbagliati, e forse anche diseducativi, quando si tratta di ripartire.

In fondo il consiglio delle nostre mamme, «per mangiare una fetta di torta devi prima prepararla e cucinarla», nella sua semplicità dovrebbe guidare i governanti.

Per distribuire ricchezza e reddito dobbiamo crescere, innovare, rimettere in moto la produzione, difendere e creare posti di lavoro.

Invece si diffonde l’illusione che l’Italia possa diventare un Paese del Bengodi dove lo Stato finanzia tutto e tutti, sostituendosi all’iniziativa privata e all’intraprendenza personale.

Un enorme bancomat che non finisce mai i soldi.

Ma seriamente qualcuno può illudersi che le cose possano andare così?
 
Questa regola demenziale mi era sfuggita ed ....è ancora in vigore.

Se si viaggia in auto con persone non conviventi al massimo si potrà stare in tre persone in una vettura da cinque posti ed in cinque in una da sette posti.

Infatti, nessuno può sedersi al fianco del conducente e possono sedersi al massimo due passeggeri per ciascuna fila posteriore,
con l’obbligo per tutti di indossare la mascherina.
 

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