OGNI COSA HA LA SUA BELLEZZA, MA NON TUTTI LA VEDONO

La catalessi mediatica in cui ci ha catapultati la pandemia continua a cullarci nel torpore del liquido amniotico
composto da un mix di decreti, aiuti annunciati che non arrivano mai, potenze di fuoco da milioni di miliardi
che farebbero arrossire Paperon de’ Paperoni e appalti immaginifici in cui Arcuri richiede mascherine con le rotelle e banchi con gli elastici.

Ma anche Lucia “nomen omen” Azzolina ovvero l’imprecazione fatta ministro, Giggino che sospende Shengen per tutti i congiuntivi,
Zingaretti intento a spegnere focolai con lo spritz e, dulcis in fundo, un presidente del consiglio
occupato a riempire l’imbuto del proprio consenso personale fiancheggiato da Rocco e i suoi fardelli.

In mezzo a tutto questo – e a molto altro che per carità di patria vi risparmiamo – galleggiamo da mesi,
mentre ai bollettini si continua a dare la medesima ridondanza mediatica che avevano quando il computo di morti e contagiati era drammaticamente più alto,
facendone la vaselina con cui questo governo cosparge qualsivoglia porcheria per manipolarci.

L’obiettivo è, come sempre, quello di marchiare a fuoco chiunque osi non allinearsi al pensiero unico, cioè

la pericolosissima deriva per cui se non ti inginocchi sei razzista,

se non sei radical chic sei fascista,

se difendi la famiglia tradizionale sei omofobo e, adesso,

se ti permetti di denunciare la deriva liberticida di questo governo sei negazionista.
«L’allarmismo è una tattica amata dalle autorità proprio perché il timore razionalizza in modo del tutto convincente l’allargamento dei poteri e la riduzione dei diritti»


scriveva Glenn Grenwald in “Sotto Controllo”, libro che nel 2014 gli valse il Pulitzer, evidenziando il principio messo in atto da Giuseppe Conte
prorogando lo stato di emergenza fino al 15 ottobre.

Un atto utile soltanto ad allungare la “vita” (sarebbe più corretto parlare di agonia) di questo esecutivo,
oltre che a bollarci come vero e proprio focolaio d’Europa, dal momento che ad oggi siamo l’unica Nazione ad aver prorogato lo stato d’emergenza
che, lo ricordiamo, il governo avrebbe potuto reintrodurre in qualsiasi momento, nella malaugurata ipotesi che ve ne fosse veramente bisogno.

Nel frattempo, l’unica cosa a regnare sovrana è il caos:

sbarchi di immigrati clandestini in costante aumento e fuori controllo,

il punto interrogativo grosso quanto una casa sulla riapertura delle scuole,

gli aiuti concreti che imprese e lavoratori stanno ancora aspettando,

la discussione sul Mes e le condizioni capestro del Recovery Fund, giusto per citare alcune delle questioni in ballo.


Per non parlare dell’enorme danno economico che questa situazione di incertezza politica,
unita alla manifesta incapacità di questo esecutivo ed agli effetti della pandemia
sta causando al tessuto produttivo del nostro paese: una voragine che si allarga ogni giorno di più,
fagocitando attività commerciali, liberi professionisti, aziende, posti di lavoro e relativo indotto.
Hai voglia a riempirsi la bocca di smart working, quando poi non c’è più gente che paga il biglietto della metro,
che sale su un taxi, che va al ristorante in pausa pranzo, che crea valore confrontandosi direttamente con clienti e colleghi:

a servirci come il pane è invece lo start working.

Sarebbe bene che il capo del governo se ne rendesse finalmente conto
e si regolasse di conseguenza producendo risultati concreti, anziché continuare a propinarci la sua solita aria fritta.
 
Come ampiamente prevedibile, è il turismo il settore che continua a pagare il conto più caro
di fronte a una crisi economica che ha ridotto in maniera drastica il flusso di stranieri diretti nel nostro Paese
per l’estate e cambiato le abitudini vacanziere degli italiani.

Riducendo, innanzitutto, i giorni di relax che ogni famiglia ha deciso di concedersi, per molti quantificabili in una sola settimana di ferie.

Con conseguenze devastanti per quel vasto cosmo di lavoratori stagionali che ogni anno attendono i mesi più caldi per rimboccarsi le maniche e darsi da fare.

I cartelli “cercasi” indirizzati ad aspiranti camerieri, commessi e baristi sono spariti dalle vetrine dei negozi.

Il tutto mentre il segretario generale della Fisascat Cisl, Davide Guarini, lanciava l’allarme agli esponenti del governo giallorosso:

“Nella migliore delle ipotesi, nel corso del 2020 sarà riattivato soltanto il 50% dei contratti stagionali”.

Uno su due, insomma, nella più ottimistica delle prospettive.

Servono “urgenti investimenti pubblici e privati “, visto il fallimento della politica assistenzialista (neanche troppo convinta, a causa delle imposizioni di Bruxelles) del governo.

In ginocchio, però, non c’è soltanto il turismo.

Dall’automotive alla moda, la conta dei danni è pesante su ogni fronte.

La segretaria confederale Uil Ivana Veronese, basandosi sui dati del Def 2020, sulle stime di Bankitalia
e sulla prospettive di crescita realizzate dall’Ue ha fotografato una situazione già più che drammatica:

“I posti di lavoro a rischio nel corso di quest’anno sono stimabili in un numero compreso tra i 530 mila e i 655 mila”.

Questo, però, soltanto se saranno prorogati il blocco dei licenziamenti e gli ammortizzatori sociali.

In caso contrario, la forbice si alzerebbe a “650-850 mila posti”.

A sommarsi, in questo periodo storico così difficile per tanti imprenditori, sono una serie di fattori:
non solo gli effetti della crisi economica vera e propria, ma anche una digitalizzazione improvvisa, figlia dell’emergenza,
che ha trovato impreparati tanti settori e reso molto più incerta la futura evoluzione del mercato del lavoro.

Con lo Stato che dovrebbe svolgere un ruolo determinante nel rilancio dell’occupazione e che invece continua a latitare.
 
Oggi sono decedute 6 persone, ieri le vittime erano state 12.

I malati, ovvero gli attualmente positivi, sono invece 12.616: +7 rispetto alla giornata di ieri.

Aumenta ancora il numero dei guariti: oggi 275 in più.
Dopo aver contratto il coronavirus, in Italia sono guarite 199.031 persone.

Buone notizie poi dagli ospedali, dove calano i pazienti ricoverati in terapia intensiva: oggi 38 in tutto (-2 rispetto a ieri).
 
Così Rocco Casalino ha risposto a Giuseppe China de La Verità,
quotidiano che ha scoperchiato un vaso di Pandora generatore di grossi grattacapi anche per il governo.

Il giornalista gli aveva chiesto lumi riguardo a un bonifico inviato al fidanzato cubano per una presunta operazione su una piattaforma di trading online.

Una replica che trasuda arroganza e che non dimostra proprio nulla su una questione assai spinosa.

La segnalazione all'antiriciclaggio nei confronti di José Carlos Alvarez Aguila, compagno dell’ex concorrente del Grande Fratello, resta lì.

Quei 150mila euro che il 30enne cubano avrebbe movimentato e usato in parte per scommettere in borsa, sono ancora un punto interrogativo.


Casalino comunque si difende spiegando in pratica che dal momento in cui guadagna 170mila euro l’anno, non avrebbe alcun motivo per speculare sul mercato azionario.

E in ogni caso, il portavoce di Conte, sostiene di non aver mai fornito informazioni riservato al compagno cubano e neppure di avergli dato qualsivoglia consiglio sui titoli in Borsa.

“Io posso fare un’operazione come ha fatto De Benedetti che ci ha fatto centinaia di migliaia di euro“,
ha detto ancora Casalino facendo esplicito riferimento all’ingegnere Carlo De Benedetti che nel 2015 incassò circa 600mila euro
facendo “rastrellare” le azioni delle banche popolari, poco dopo salvate dal governo di Matteo Renzi.

Non si può dire che al portavoce del premier manchi la spocchia.

E tanto per convincere il giornalista de La Verità della sua buona fede, ha pure chiamato il compagno cubano chiedendogli se avesse per caso vinto 7mila euro.

Alvarez ha risposto secco: “Ma stai scherzando (…) 7.000 euro di cosa? (…).
Qui bisogna guardare il conto corrente: lo hai già visto dalla A alla Z. Domani andrò in banca”
.

Poi i due innamorati (ma non si erano lasciati?) si salutano così: “Stai tranquillo amore”.
 
«Forse gli italiani se lo meritano, un governo che li chiude in casa per un allarme gonfiato,
poi li rovina economicamente lasciandoli senza soldi e li prende in giro fino alla fine, con promesse favolose,
fino al miracolo (inesistente) dei mitici aiuti dell ,Unione europea: poche briciole che costeranno un prezzo salatissimo,
e che arriveranno – forse – tra un anno, a piccole rate, quando ormai il peggio ci sarà crollato addosso, a partire dalle prossime settimane».

Tanta amarezza, da parte di Gioele Magaldi, viene dall’impietosa fotografia degli ultimi mesi, che si prolunga nel cuore dell’estate:

«Vedo ancora in giro gente con indosso la mascherina: c’è chi se la mette per passeggiare all’aperto, e chi la tiene sul viso mentre guida l’auto, da solo».

Follia?

E’ il risultato della micidiale manipolazione messa in atto, a tambur battente, dallo scorso febbraio.

La paura di un virus ormai spento e debellato dai medici con terapie efficaci, ma tuttora presentato come minaccia invincibile.

«C’è chi insiste nell’evocare “seconde ondate”, anche se persino il telegiornale di “Sky” ha ammesso che l’epidemia è praticamente finita».

Gli italiani? «In maggioranza, hanno accettato di subire restrizioni spesso assurde, non motivate da alcuna ragione medica».

Vizio nazionale? «L’unica rivoluzione italiana è stata quella che animò le imprese di Garibaldi, nell’800».
Ma attenzione: «Non tutti hanno le fette di salame sugli occhi. E in ogni caso, è lo stesso governo Conte – coi suoi disastri quotidiani – a rivelare alla
nazione la drammatica verità, che in autunno trasformerà l’Italia in un teatro incandescente di rivolte».

«E’ praticamente certo che, a partire da ottobre, assisteremo a proteste clamorose, che qualche immancabile “manina” cercherà di degradare in manifestazioni violente».

Il solito schema della strategia della tensione: buttarla in caciara, magari con arresti e feriti, così da cancellare le buone ragioni di chi protesta in modo pacifico?

«I massoni progressisti vigileranno, dietro le quinte, per prevenire questo pericolo»,

dice Magaldi, autore nel 2014 del bestseller “Massoni” (Chiarelettere) che smaschera il back-office del potere
e svela il ruolo occulto di decine di superlogge sovranazionali, dietro i maggiori eventi della nostra storia recente.
 
Su 10.103.969 abitanti, questo è "lo stato di emergenza" in Lombardia :

Sugli 8658 tamponi effettuati oggi in Lombardia, sono 46 i casi risultati positivi. (0,53% dei tamponi) - 0,000455% degli abitanti

Aumenta di 161 unità il totale dei guariti e dimessi, mentre resta invariato il numero dei ricoverati in terapia intensiva, 13.

A salire è il totale degli ospedalizzati, 154, dunque 3 in più rispetto a ieri.

In Lombardia oggi non si è riscontrato alcun decesso, dato che lascia invariato il totale complessivo a 16.802.
 
Massimo Garavaglia ci spiega come il deficit , di per se, non sia negativo:
in tutta la storia dell’Italia Unita siamo stati in pareggio solo tre volte, e l’ultima volta era il 1925 (ed il Capo del governo era Mussolini….).

Il problema è che questo deficit deve essere fatto per qualcosa di buono, se no il debito che ne viene creato è inutile.


Il governo chiede l’ennesimo scostamento di bilancio per 25 miliardi, quindi di fare l’ennesimo debito.

Il problema è che questo deficit è stato fatto male, molto male:

invece che partire con un deficit subito pesante ed efficace alle prime avvisaglie del Covid-19 e del rallentamento,
dando soldi ai dipendenti con la Cassa Integrazione ed alle partite IVA, facendo però un’azione dubito efficace per l’economia,
si è perso tempo, si sono fatte le micro misure da 3 miliardi, poi da 6 , poi da 20, poi da 50, per tornare adesso a 25.


Quella che poteva essere un’azione istantanea, rapida ed efficace,
è diventata invece un’azione ritardata ed oggettivamente inutile.

Ora risollevarsi sarà difficilissimo.

 
La scoperta di Machiavelli è che l’esercizio del potere, ossia la politica (internazionale e nazionale, compreso il potere giudiziario), è complotto:

inganno, finzione, doppiezza, affarismo, segreti, tradimento, calunnia, ricatto, disinformazione,
prevaricazione, propaganda, manipolazione, (contro)spionaggio, killeraggio, terrorismo, controllo, limitazione delle libertà –

il tutto nascosto o giustificato con ragioni ideali ed etiche.

E ovviamente, la politica è anche vigorosa negazione di essere quello che è, soprattutto quando si vuole legittimare come democrazia:

vuole il consenso popolare per legittimare i suoi atti contrari all’interesse popolare,
consenso che non otterrebbe se non nascondendo e negando la propria natura
e sforzandosi di screditare chi la analizza e descrive nella sua realtà complottista, accusandolo di complottismo.

Che cosa sono i rapporti tra magistrati e politici, e tra politici e banchieri, emersi da recenti scandali, se non complotti?

Ed i falsi dati sulla cosiddetta pandemia, attribuiti alla Protezione Civile per giustificare l’eversiva sospensione della Costituzione,
che ora emergono anche grazie ad onesti giudici del Tar del Lazio, non rivelano un complotto del governo?

E un Monti o un Attali, che dichiarano che ci vogliono le crisi e le epidemie per far avanzare la Costrizione Europea e la riformattazione della società,
non esprimono forse qualcosa di ancora peggiore di un complotto?

E che cosa mostra l’analisi storica, per esempio, su come i governi, anche quelli sedicenti democratici,
creano le condizioni per gli interventi militari, se non complotti, macchinazioni, sotterfugi, “false flag”?

(Qualche esempio conclamato - Usa: guerra contro la Spagna, Prima Guerra Mondiale, guerra contro il Vietnam e contro l’Iraq; Francia, Regno Unito e Israele: Suez 1956).

Ancora oggi, secoli dopo Machiavelli, i non addetti si meravigliano e si scandalizzano che un partito politico
votato per un suo programma incentrato su determinate cose, una volta in Parlamento cambia ‘opinione’,
non le fa, o fa cose opposte, o fa un governo con quelli che aveva promesso di combattere,
o non si oppone a che una maggioranza faccia cose opposte e che calpesti la Costituzione e i diritti fondamentali.


E’ molte semplice:

per raccogliere voti, il politico di mestiere promette alla sua base elettorale ciò che la base elettorale desidera;
poi cambia tutto, una volta che – spesso con grande spesa per la campagna elettorale –
sia stato eletto e abbia acquisito lo stipendio da 20.000 euro al mese, viene avvicinato dai lobbisti
(gli incaricati della finanza, delle banche, della grande industria, di potenze straniere) che gli promettono altri soldi,
solitamente un multiplo dei 20.000, per sostenere gli interessi dei finanzieri, dei banchieri, dei grandi industriali, dei potentati stranieri.

Anche il segretario politico si può comperare – costa solo di più.

La maggior parte si accorda.

Così diventa anche ricattabile per tutta la sua carriera futura.

E così, per esempio, le commissioni per le indagini sul malaffare bancario finiscono nell’insabbiamento profondo.

Per questo, l’idea del vincolo di mandato, che alcuni vorrebbero introdurre, è una cretinata; la linea di un partito è mercenaria:

è quella, che tradisce gli impegni elettorali per soldi, non il singolo parlamentare che cambia vessillo.
I partiti odierni, e i mass media odierni, sono la forma aggiornata delle compagnie di ventura rinascimentali:

combattono per chi paga meglio.


Ciò avviene non solo con i parlamentari, ma anche con i dirigenti e i superburocrati delle istituzioni
(comprese le forze armate e le forze dell’ordine) e con i membri del governo:

da qui le cosiddette porte girevoli:

il ministro lavora bene per la Goldman Sachs svendendo interessi pubblici, poi la Goldman Sachs lo nomina suo “senior advisor”,
poi lo manda di nuovo come ministro o premier a continuare l’opera.

Così anche nella sanità pubblica, dove abbiamo visto porte girevoli tra l’Istituto Superiore di Sanità e grandi case farmaceutiche
(pensate a Poggiolini, De Lorenzo, e i più recenti casi riguardanti la fornitura allo Stato di preparati venduti come vaccinali
ma con ben altri effetti e scopi, a seguito degli accordi politici per fare dell’Italia il paese capofila della ‘vaccinazione’ sperimentale obbligatoria a tappeto).

Si mercifica anche la politica e la pubblica amministrazione.

E’ logico, è coerente.

Basta assoldare chi ha il potere decisionale e di controllo.

Dopo il dogma politico che il sovrano sia eletto da Dio, la più grande menzogna politica è che lademocrazia esista.


Negli Usa il lavoro di lobbying, cioè comperare i politici, è riconosciuto, legittimato, dichiarato – cioè, il politico dichiara i soldi ricevuti per assecondare certi interessi.

In Italia non è riconosciuto e avviene nascostamente, ma forse proprio per questo è più forte e nocivo.

Dal caso Palamara e da altri, l’opinione pubblica ha potuto vedere che il lobbismo interessa anche quel settore della politica che, per finzione o abitudine, viene chiamato ‘giustizia’.

Tra ricattabilità e corruttibilità, la nostra classe politica e burocratica è disponibile a fare di tutto
ed a sacrificare, come ha già fatto, la salute pubblica, oltre ovviamente alla legalità e all’ordine pubblico.

Per tutte queste ragioni, il cittadino dovrebbe stare in costante allerta contro lo Stato e la pubblica amministrazione,
comprese la giustizia e la sanità, ma incominciando dall’informazione pubblica.

Ps: a ricordo dei tempi ingenui e più belli, in cui l’intelligence era meno tecnologica e l’evidenza di quanto sopra era meno brutale
e tutto si poteva raccontare più letterariamente, vi rinvio a un pregevole pezzo di sentita nostalgia per il buon Cossiga scritto da Paolo Guzzanti.
 
Questa è da raccontare perchè è uno degli esempi che descrive la "pochezza" nella quale siamo caduti.

Agenzia della Riscossione.
Ho bisogno dei bollettini - rav - per un parente.
Locale di almeno 150 se non 200 metri quadrati.
All'interno NESSUNO. Vuoto.

Porta chiusa.
Suono.

Lei ha l'appuntamento ?
No. Ma ho solo bisogno di nuovi bollettini.

Non si può entrare se non ha appuntamento.
Scusi. Ma non c'è nessuno.
Stampare dei bollettini è questione di 1 minuto.
Non è una pratica.

Senza appuntamento non si può entrare.
Scusi. Ma questa persona non ha il computer e le credenziali per entrare nel sito.

Deve prendere appuntamento.

POVERA ITALIA.

Comunque non la lascio cadere qui.
 

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