OGNI COSA HA LA SUA BELLEZZA, MA NON TUTTI LA VEDONO

Sicuramente il dato che verrà pubblicato stasera, sarà dai media gestito in formalità "apocalittica".
...il virus rinasce.....isoliamo i cittadini.......chiudiamo ........distanziamoci.......

Peccato che nessuno dirà al popolino che si tratta di clandestini infetti.

.......e lì stanno depositando al nord.......chissà come mai ?


Completato lo screening al Centro di accoglienza situato nell’ex Caserma Serena di Casier (Treviso).

Complessivamente sono stati eseguiti 315 tamponi (293 sui migranti e 22 sugli operatori)
che hanno evidenziato 129 migranti positivi tra gli ospiti.
 
Dunque, dopo il più rigido, insensato e liberticida lockdown del mondo civile,

il Governo italiano proroga lo stato di emergenza fino al 15 ottobre.

Uno stato di emergenza senza emergenza, così come ha sottolineato l’illustre giurista Sabino Cassese, che rappresenta un unicum in Europa.

Ora, facendo un passo indietro, gli intollerabili arresti domiciliari di massa, anch’essi senza paragoni nel citato mondo civile,
erano stati giustificati con la necessità di non ingolfare ulteriormente le terapie intensive,
le quali avevano rischiato di mandare al collasso il sistema sanitario di alcune regioni del Nord, arrivando ad impegnare oltre 4.200 posti letto.

Ma oggi, con 38 persone complessivamente ricoverate nelle medesime terapie intensive,
proprio non si riesce a comprendere la ratio scellerata di ostinarsi a mantenere in allarme una popolazione
già oltremodo sconvolta da mesi e mesi di terrorismo mediatico.


E se prima il fine della tutela collettiva della salute poteva costituire una parvenza di giustificazione
nel privare nel modo che abbiamo vissuto le principali libertà costituzionali dei cittadini,
adesso la vergognosa strumentalizzazione di una malattia appare in tutta la sua indecenza.

D’altro canto, come ha giustamente sottolineato il giurista Giovanni Guzzetta,
intervenendo ai lavori del convegno di alcuni uomini liberi raccolti da Vittorio Sgarbi e Armando Siri nella biblioteca del Senato,
il costituzionalismo nasce e si fonda sul presupposto di contrastare la logica che ogni emergenza, reale o inventata, ci porta in “dono”,
ossia che il fine giustifica sempre e comunque i mezzi.

Ed è bastato dipingere un virus opportunista, nel senso che colpiva soprattutto le persone più fragili,
come la peste del terzo millennio, per distruggere un attimo decenni di libertà democratiche che molti di noi davano oramai per acquisite.


Invece, come dimostra l’impudente atto di procrastinare lo stato d’emergenza senza alcuna ragione evidente,
gli uomini al potere, con una tardiva e blanda reazione da parte dell’opposizione – quest’ultima terrorizzata dalla paura di passare per alleata del Covid-19,
ci hanno fatto compiere un preoccupante passo indietro proprio sul piano delle irrinunciabili garanzie costituzionali.

Era comunque evidente da tempo che Giuseppe Conte e soci avrebbero allungato ulteriormente una condizione sempre più surreale di semiparalisi del sistema.

Continuando colpevolmente a spacciare i contagi per la malattia, quest’ultima sempre considerata mortale dagli utili idioti di regime,
essi stavano preparando la strada per un tale, nefando scopo liberticida.

A questo punto mi aspetto dalla componente più responsabile della società italiana, una forte, decisa e civile reazione a questo incredibile stato di fatto.

Uno stato di grande emergenza democratica che neppure durante gli anni bui del terrorismo aveva raggiunto le attuali dimensioni.

Il rischio è che, quando tra pochi mesi il Paese dovrà affrontare i grandi problemi sociali ed economici causati dal lockdown,
chi governa ne approfitterà ulteriormente per utilizzare la leva dei pieni poteri conferiti da una perenne condizione emergenziale.

Con questa gente oramai c’è da aspettarsi di tutto.
 
L’Istat lancia l’allarme sulla perdita dei posti di lavoro dall’inizio della pandemia da Coronavirus.

Si concentra sui dati relativi agli occupati e disoccupati.

Da febbraio 2020 il livello dell’occupazione è sceso di circa 600mila unità e le persone in cerca di lavoro sono diminuite di 160mila,
a fronte di un aumento degli inattivi di oltre 700 mila unità”.

Il tasso di disoccupazione a giugno risale all’8,8 per cento (+0,6 punti) e, tra i giovani, al 27,6 per cento (+1,9 punti).

L’aumento delle persone in cerca di lavoro è consistente (+7,3 per cento pari a +149mila unità),
riguarda soprattutto gli uomini (+9,4 per cento pari a +99mila unità, contro il +5,0 per cento, pari a +50mila, delle donne) e interessa tutte le classi di età.


La diminuzione dell’occupazione su base mensile (-0,2 per cento pari a -46mila unità) coinvolge le donne (-0,9 per cento pari a -86 mila),
i dipendenti permanenti (-0,4 per cento pari a -60mila) e gli under 50, mentre gli occupati aumentano tra gli uomini (+0,3 per cento pari a +39mila),
i dipendenti a termine, gli indipendenti e gli ultracinquantenni.

Nel complesso, il tasso di occupazione scende lievemente, attestandosi al 57,5 per cento (-0,1 punti percentuali), rileva sempre l’Istat.

“In quattro mesi, il tasso di occupazione perde un punto e mezzo, mentre quello di disoccupazione, col dato di giugno, si riavvicina ai livelli di febbraio”,
segnala l’Istat nel commento ai dati su occupati e disoccupati di giugno dove si rileva l’aumento del tasso di disoccupazione all’8,8 per cento.


Rispetto al mese di maggio 2020, a giugno prosegue, a ritmo meno sostenuto, la diminuzione dell’occupazione
e la crescita del numero di persone in cerca di lavoro, a fronte di un calo dell’inattività.

Continua anche il recupero del numero di ore lavorate pro capite.

L’aumento delle persone in cerca di lavoro è consistente (+7,3 per cento pari a +149 mila unità),
riguarda soprattutto gli uomini (+9,4 per cento pari a +99mila unità, contro il +5,0 per cento, pari a +50mila, delle donne) e interessa tutte le classi di età.

La diminuzione del numero di inattivi (-0,7 per cento pari a -99mila unità) si registra tra gli uomini (-2,5 per cento pari a -131mila unità)
e tra i minori di 64 anni, a fronte di un aumento delle donne inattive (+0,4 per cento pari a +31mila).

Complessivamente cala il tasso di inattività che si attesta al 36,8 per cento (-0,3 punti).


Nella media del secondo trimestre 2020, rispetto al primo, l’occupazione risulta in evidente calo (-2,0 per cento pari a -459mila unità) per entrambe le componenti di genere.

Diminuiscono nel trimestre anche le persone in cerca di occupazione (-15,7 per cento pari a -364mila),
mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+5,9 per cento pari a +793mila unità).

Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione hanno determinato un calo rilevante rispetto al mese di giugno 2019 (-3,2 per cento pari a -752mila unità),
che coinvolge entrambe le componenti di genere, i dipendenti (-613mila), gli autonomi (-140mila) e tutte le classi d’età;
l’unica eccezione risultano essere gli over50 (+102mila).
 
Il soprasso si è consumato.

Huawei ha superato Samsung.

Nel secondo trimestre del 2020, il colosso della telefonia cinese è diventato il leader mondiale per le vendite di smartphone.

È questa la stima operata da Canalys, società di analisi specializzata nel settore tecnologico.

Nonostante le pesanti sanzioni statunitensi a suo carico, il gruppo delle tlc di Shenzhen ha consegnato 55,8 milioni di dispositivi,
a fronte dei 53,7 milioni di pezzi della rivale sudcoreana.

Il sorpasso, secondo l’esame dei dati, è avvenuto grazie al rimbalzo dei consumi in Cina dopo il blocco causato dalla pandemia del Covid-19, ma pur sempre in frenata:
nel confronto con aprile-giugno 2019, Huawei ha segnato un calo del 5 per cento delle consegne,
mentre Samsung ne ha accusato uno addirittura del 30 per cento, secondo le stime di Canalys.

Si tratta tuttavia del primo trimestre in nove anni in cui un marchio diverso da Apple o Samsung diventa leader di mercato.

Secondo Ben Stanton, analista senior di Canalys, si tratta di “un risultato rimarchevole che poche persone avrebbero potuto immaginare un anno fa.
Se non fosse stato per il Covid-19, tutto questo non si sarebbe verificato.
Huawei ha sfruttato appieno il vantaggio della ripresa economica cinese per riavviare il suo settore degli smartphone”.

Le consegne all’estero, infatti, sono crollate del 27 per cento anno nel secondo trimestre,
a fronte del rialzo dell’8 per cento di quelle domestiche, confermando che la crescita è alimentata dalla posizione dominante sul mercato cinese.


.
 
I dati economici del secondo trimestre 2020, per quanto attesi come negativi,
fanno veramente paura ed aprono delle prospettive nuove per l’Economia,
soprattutto per la necessità di trovare delle soluzione veramente al di fuori di quanto visto sinora.

Prima i dati e poi i commenti.

L’economia statunitense si è contratta per il 32,9 per cento annualizzato nel secondo trimestre del 2020,
rispetto alle previsioni di un crollo del 34,1 per cento delle anticipazioni.


È la più grande contrazione di sempre, spingendo l’economia in una recessione poiché la pandemia di coronavirus ha costretto molte aziende,
tra cui ristoranti, caffè, negozi e fabbriche a chiudere e le persone a rimanere a casa, tagliando fortemente la spesa dei consumatori finali e delle imprese.

La riduzione del PIL reale riflette le riduzioni delle spese per consumi personali (PCE), le esportazioni, gli investimenti privati,
gli investimenti fissi non residenziali, gli investimenti fissi residenziali e le spese statali e locali
che sono state parzialmente compensate da un aumento della spesa del governo federale.

Anche le importazioni sono diminuite.
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Dissezionando i vari componenti del PIL USA otteniamo quanto segue:

  • Il consumo personale ha rappresentato il grosso della perdita , -25,05%, del calo complessivo del PIL del -32,9% ed è 5 volte superiore al calo del PIL del -4,75%;

  • Gli investimenti fissi hanno sottratto un altro -5,38% dal PIL del secondo trimestre, molto peggio del modesto calo del -0,23% nel primo trimestre.
  • Gli investimenti fissi non residenziali o la spesa per attrezzature, strutture e proprietà intellettuale sono diminuiti del 27% nel 2 ° trimestre
  • dopo essere diminuiti del 6,7% nel trimestre precedente.

  • La variazione degli inventari privati ha sottratto un altro -3,98%, 3 volte in più rispetto al -1,34% nel primo trimestre

  • Le esportazioni nette hanno contribuito allo 0,68% sul PIL, consistendo in un calo del -9,38% rispetto alle esportazioni
  • compensato da un calo del 10,06% dalle importazioni.
  • La diminuzione delle esportazioni riflette principalmente una diminuzione dei beni soprattutto quelli capitali.

  • Il consumo pubblico è stato di un misero 0,82%, in aumento rispetto allo 0,22% nel trimestre precedente.
La spesa pubblica diretta è molto più lenta nell’agire rispetto al calo dei consumi, quindi non c’è stata nessuna compensazione.

Il disastro economico fa impallidire quello avvenuto durante la Grande Depressione:

real-gdp-change.png

Qui andiamo verso territori economici veramente sconosciuti.

La Grande Depressione, ed il fallimento delle politiche basate sulle teorie classiche portò alla nascita ed alla applicazione della teoria Keynesiana,
ma, dove furono applicate in modo errato le teorie del XIX, come in Germania, portò alla salita al potere di Hitler e pose le basi della Seconda Guerra Mondiale.

Sicuramente una caduta come quella vista oggi deve anche far ripensare a tutte le politiche “Export driven”, guidate dalle esportazioni e basate sull’offerta.

Esattamente quelle che ancora oggi vengono inseguite in Europa.

Questa sfida intellettuale, prima ancora che di politica economica, sarà la più difficile da vincere.
 
Iniziano ad arrivare i dati reali sul PIL del secondo trimestre da alcuni paesi europei,
in attesa che arrivino i dati italiani, e c’è da tremare, letteralmente.

La caduta del PIL tedesco nel secondo trimestre è superiore al 10’%, rispetto al trimestre precedente.


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Il calo del 10,1% è stato ben superiore alle attese del mercato che parlavano di un -9%.

Inoltre calcoliamo che il calo è valutato sul trimestre precedente, pari a -2%, quindi, su base annua, è ancora più consistente.

Il calo è generalizzato: import, export, investimenti, consumi domestici, con solo i consumi pubblici in crescita.

Quindi il -10,1% è stato raggiunto nonostante una politica proto-keynesiana del governo.

Un bel disastro e pensare che a Marzo il nostro governo pensava di superare tutto con 3,6 miliardi di stanziamento.

Lo Tsunami è arrivato, sta spazzando via tutto, ma quattro tizi protetti dalla loro posizione irridono chi affoga.

C’è situazione più assurda e, francamente, rivoltante ?
 
La gestione del Covid-19 non viene a dipendere da misure di emergenza, ma, evidentemente ,
da una gestione attenta dei flussi turistici e degli assembramenti personali, oltre che, evidentemente,
da fattori di carattere ambientale e qualche paese europeo ha dei problemi non previsti.

La Francia sa vedendo un ritorno del virus con un reale aumento del numero di contagi.

Ecco quello che ci dice Le Figarò:

“A parte il tasso di occupazione dei letti di terapia intensiva che sta lentamente diminuendo,
gli indicatori di monitoraggio per la pandemia di COVID-19 mostrano un aumento della circolazione virale”,

Il numero di contagi è in aumento, soprattutto fra i giovani, con un valore di R pari ad 1,3 e, soprattutto, in costante aumento dal primo di luglio.

Anche il numero di “cluster” è in costante aumento.

22 nuovi casi raggruppati sono stati identificati nelle ultime 24 ore, portando il totale a 247 ancora attivi.

Uno dei più grandi, con sede a Quiberon, in Bretagna, ha attualmente 72 persone positive
ed il comune ha dovuto porre la chiusura notturna delle spiagge ed un obbligo di mascherine.

Notiamo che è stato sufficiente il comune, senza nessuna legge di emergenza nazionale.



Quello che è evidente è che le vacanze stanno facilitando la diffusione soprattutto fra i giovani che, però,
vengono ad essere evidentemente colpiti da forme più lievi, tanto che la pressione sulle emergenze si alleggerisce,
oppure l’effetto delle terapie disponibili è sufficientemente efficace da impedire casi drammatici.


In Spagna invece tutta la filiera turistica sta tremando.

Il paese iberico ha visto un riaccendersi dei casi in Catalogna ed Aragona e questo ha portato alcuni stati europei,
Germania e Regno Unito in testa, ad emettere o indicazioni negative o ordini di quarantena al rientro
che stanno segnando in modo pesante l’economia iberica.

Soprattutto l’imposizione della quarantena al rientro per i turisti inglesi, tradizionalmente i più numerosi,
mette tutto un settore che conta per il 14% del PIL in crisi.

Per dare un’idea del colpo El Mundo parla di 300 mila cancellazione di prenotazioni in cinque giorni nel comune di Benidorm, Costa Brava,
dove lo scorso anno i visitatori provenienti dalla Gran Bretagna era stato pari a 4,9 milioni.

Solo per questo tratto di costa catalano sono previste perdite per 200 milioni, un disastro che Madrid sperava di evitare.

Ora le limitazioni sono estese sino al 31 agosto, mettendo una pietra tombale sulla stagione turistica.
 
Oggi vogliamo presentarvi graficamente l’elenco delle 10 società più indebitate al mondo,
che, come vedrete, vedono la prevalenza di un settore specifico.

La grafica dell’elenco è stata fornita da KriptoSzene,


L’elenco delle società è il seguente:


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Delle 10 società più indebitate 5 sono del settore auto, di cui tre tedesche.

Una situazione che dovrebbe far pensare, anche perchè le prime due sono i due colossi tedeschi del settore auto.

In questo boom dei titoli c’è anche l’esplosione di finanziamento a favore dei clienti,
ma comunque la struttura aziendale di questi colossi è molto fragile.



Passiamo ora a considerare quali siano le cinque nazioni che presentano il maggior debito aziendale, corporate.


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Il settore auto viene ad influire in modo sostanziale sull’indebitamento complessivo corporate,
portando la Germania in seconda posizione globale.

Appare curioso come un paese che fa le pulci a tutti gli altri per i debiti pubblici
poi, nel privato delle proprie aziende, sia profondamente diverso.


Cosa ha permesso sino ad adesso a Volkswagen di reggere il peso di un debito così elevato?

Da un lato le condizioni ambientali, di cui deve ringraziare la BCE, dall’altro la redditività, come possiamo vedere qui di seguito:


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L’EBIT, il reddito operativo netto prima del pagamento di oneri finanziari e tasse,
è il secondo nel settore auto dopo quello di Toyota, regina mondiale delle vendite.

Questo spiega bene come VW possa reggere senza apparenti problemi il proprio debito, ma la società si trova ad avere a che fare con due sfide:


  • la redditività è strettamente legata ai volumi di vendita.
  • Il 2019 è stato particolarmente ricco da questo punto di vista , con un fatturato per 252 miliardi,
  • ma quale sarà l’impatto del covid-19?
  • La società si presenta particolarmente fragile e si spiega l’intervento massiccio dello Stato tedesco;

  • la società si presenta comunque più debole rispetto alle concorrenti dal punto di vista finanziario.
  • Inoltre la crisi covid-19 non porterà ad un boom delle sofferenze?
 
Nel giorno in cui il Senato ha accolto la richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal tribunale di Palermo
nei confronti di Matteo Salvini per il caso Open Arms, c’è chi è rimasto perplesso dall’esito della votazione

Massimo Cacciari ha dichiarato all’agenzia Adnkronos che c’è un aspetto che va "al di là di ogni decenza":

i "complici" dell’ex ministro dell’Interno hanno votato per mandare il leader leghista a processo.

Scendendo nel dettaglio, Cacciari, ha spiegato che risulta "abbastanza indecente e incredibile che i suoi primi collaboratori al governo,
a distanza di un anno, non di due guerre civili e tre rivoluzioni, lo rimandino al processo".

L’ammissione arriva dalla bocca di chi non nutre "alcuna simpatia" per il segretario del Carroccio.

"Che si rimandassero a processo anche loro", sottolineando come "anche loro" hanno condiviso praticamente "tutto quello che Salvini ha fatto".


Al di là del voto di quelli che Cacciari chiama "complici", per il filosofo, se il voto fosse arrivato da una maggioranza che si era opposta agli atti di Salvini,
"allora mi sarebbe sembrato del tutto logico questo voto".

Ma in questo caso è difficile trovare un filo conduttore, visto che la decisione è arrivata da una maggioranza formata in gran parte "da persone che hanno collaborato con Salvini".
 
L'intento sarà proprio quello di "creare problemi ad hoc" per giustificare atti futuri ?
Elezioni in dirittura d'arrivo .......o forse no ?

"Sono più di 130, probabilmente 134 i migranti positivi nella ex Caserma Serena",
ha detto Luca Zaia durante l'incontro nel paese della provincia di Padova.

Lo screening è stato rapidissimo e in circa 24 ore sono stati testati tutti quelli che vivono o frequentano l'ex Caserma Serena per lavoro.

Tutto è cominciato martedì 28 luglio, quando uno dei migranti richiedente asilo ha accusato un malore.
Immediata la risposta degli operatori, che si sono attivati con la Ulss 2 Marca trevigiana per eseguire il tampone, rivelatosi positivo.

A quel punto i test sono stati estesi ai suoi contatti più prossimi, con l'individuazione di altre due positività.
È stato quindi deciso di ampliare l'esame a tutta l'ex Caserma Serena.

Ora tutti quelli risultati positivi al Covid sono stati posti in isolamento all'interno della stessa struttura e verranno sottoposti a tampone tra una settimana.

Già un pakistano ospite della struttura, 40 giorni fa, aveva presentato febbre alta e alcuni sintomi riconducibili al Covid.
Era stato in Pakistan a febbraio, per fare poi ritorno in Italia alla fine dell'emergenza, verso la fine di maggio.
È stato in isolamento 4 giorni in una stanza dell'ex caserma e non mostrando sintomi è poi tornato in servizio regolarmente.
Dopo una settimana ha accusato un malore, nonostante poche ore prima al termoscanner la sua temperatura fosse regolare.

"Ha ammesso che da alcuni giorni assumeva il Brufen, un antipiretico, perché stava male.
Erano i primi sintomi del coronavirus e li ha nascosti intenzionalmente",

ha dichiarato il presidente della società che gestisce l'hub dell'ex Caserma Serena.
 

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