dona46
Forumer storico
Il nostro indice è stato bistrattato prima, per cui ora corre più degli altri, in virtù anche della forte presenza dei titoli bancari che continua ad essere interessante. L'S&P/Mib ha bruciato i 20.000 punti senza che il mercato abbia incontrato particolari resistenze, ma anche in questo caso riteniamo ci sia una valutazione un po' troppo ottimistica.
Sopra i 18.600 punti ci attendevamo un piccolo ritracciamento o quantomeno un consolidamento per poi vedere quello che si sarebbe potuto fare nei prossimi mesi. Sui livelli attuali ci aspettiamo delle correzioni repentine, con prese di beneficio sostanziose che porteranno ad aumento della volatilità.
Un riposizionamento tra i 17.500 e i 18.000 punti potrà rappresentare un punto di arrivo nel breve termine per l'indice S&P/Mib. Suggeriamo in ogni caso di prestare attenzione in questa fase al mercato, perché anche guardando l'America, che è un po' il leading indicator dell'economia mondiale, notiamo che siamo in presenza di una situazione che non appare ancora così positiva.
Ci pare un po' azzardato il modo in cui i mercati azionari stiano anticipando gli scenari futuri, perché la situazione economica vede ancora un tasso di risparmio in aumento e questo vuol dire che la propensione al consumo è in tendenziale diminuzione. Sappiamo bene che il 70% del PIL americano è rappresentato dai consumi, per cui vedere un PIL in contrazione di oltre il 6%, come da ultima rilevazione, lascia chiaramente intendere come la situazione sia ancora nebulosa.
Anche sul fronte del mercato del lavoro è ancora un po' compromessa, motivo per cui non mi aspetto rialzi significativi dai livelli attuali per i listini azionari.
In questa direzione riteniamo che in presenza di valori superiori ai 18.500/18.600 di S&P/Mib, la strategia migliore sia quella di alleggerire eventuale posizioni aperte in passato.
Sempre a livello macro, vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che nel breve si avrà ancora una caduta dei consumi e quindi un aumento del risparmio. Nel breve ciò potrà essere controproducente a livello di rilevazioni di crescita, ma nel lungo periodo porterà stabilità.
Non dimentichiamo inoltre che se andiamo a togliere dalla scomposizione del PIL tutte le innovazioni finanziarie dal punto di vista del mercato immobiliare e del credito al consumo, si vede che il PIL americano dal 2003 al 2007 è cresciuto con valori inferiori all'1%. In sostanza abbiamo visto un dato “fittizio”, non costituito da un sistema industriale che produceva determinati tipi di utile.
Sopra i 18.600 punti ci attendevamo un piccolo ritracciamento o quantomeno un consolidamento per poi vedere quello che si sarebbe potuto fare nei prossimi mesi. Sui livelli attuali ci aspettiamo delle correzioni repentine, con prese di beneficio sostanziose che porteranno ad aumento della volatilità.
Un riposizionamento tra i 17.500 e i 18.000 punti potrà rappresentare un punto di arrivo nel breve termine per l'indice S&P/Mib. Suggeriamo in ogni caso di prestare attenzione in questa fase al mercato, perché anche guardando l'America, che è un po' il leading indicator dell'economia mondiale, notiamo che siamo in presenza di una situazione che non appare ancora così positiva.
Ci pare un po' azzardato il modo in cui i mercati azionari stiano anticipando gli scenari futuri, perché la situazione economica vede ancora un tasso di risparmio in aumento e questo vuol dire che la propensione al consumo è in tendenziale diminuzione. Sappiamo bene che il 70% del PIL americano è rappresentato dai consumi, per cui vedere un PIL in contrazione di oltre il 6%, come da ultima rilevazione, lascia chiaramente intendere come la situazione sia ancora nebulosa.
Anche sul fronte del mercato del lavoro è ancora un po' compromessa, motivo per cui non mi aspetto rialzi significativi dai livelli attuali per i listini azionari.
In questa direzione riteniamo che in presenza di valori superiori ai 18.500/18.600 di S&P/Mib, la strategia migliore sia quella di alleggerire eventuale posizioni aperte in passato.
Sempre a livello macro, vorrei richiamare l'attenzione sul fatto che nel breve si avrà ancora una caduta dei consumi e quindi un aumento del risparmio. Nel breve ciò potrà essere controproducente a livello di rilevazioni di crescita, ma nel lungo periodo porterà stabilità.
Non dimentichiamo inoltre che se andiamo a togliere dalla scomposizione del PIL tutte le innovazioni finanziarie dal punto di vista del mercato immobiliare e del credito al consumo, si vede che il PIL americano dal 2003 al 2007 è cresciuto con valori inferiori all'1%. In sostanza abbiamo visto un dato “fittizio”, non costituito da un sistema industriale che produceva determinati tipi di utile.