martedì 20 settembre 2011
salute a tutti i tradinauti (da cibernauti...i timonieri del proprio destino)
Concludiamo oggi l'insegnamento del maestro arciere che ci ha tenuto compagnia in questi mesi. Non è cosa da poco per chi fa borsa. Un arco, una freccia un arciere e un bersaglio. Un c\c un ordine un trader e un gain\loss\bersaglio.
Riassunto delle puntate precedenti.
Un signore americano che deve trascorrere qualche anno di lavoro in Giappone si avvicina a questa disciplina. E lo fa scegliendo un maestro zen di tiro con l'arco. Solitamente non è accessibile agli occidentali, ma per lui il maestro fa un'eccezione (in tutte le storie che si ripettino vi è sempre un sottofondo di eccezionalità). L'occidentale fin da subito colpisce tutto fuorché il bersaglio: crede che il bersaglio sia quello materiale davanti a lui.
Il Maestro alza gli occhi al cielo e scuote la testa.
Allora l'occidentale cerca la scorciatoia: si allena all'occidentale. E comincia a colpire il bersaglio.
Il Maestro abbassa gli occhi dal cielo e lo fissa molto molto seriamente...e lo caccia per tentata frode...
L'occidentale non capisce più niente e rimane scornato per giorni e giorni. Il bersaglio non lo centra più. Anzi. Si rende conto che nemmeno prima lo centrava e che i colpi erano in realtà temporanei. Frutto di un momento di passione. E ritorna pentito come Maria Stuarda dal Maestro.
Il Maestro lo accoglie a braccia aperte e da li comincia il vero rapporto.
Nel frattempo sono passati anni.
Oggi ci troviamo nella sala del tiro. Il Maestro ha appena colpito nel buio più totale il bersaglio. Alla Robin: prima freccia colpisce il centro del bersaglio. Seconda freccia colpisce la prima dividendola a metà (ricordiamoci che è tutto vero xè la fine della Via è pubblica: gli arcieri devono andare in mezzo alle persone e dimostrare il raggiungimento ottenuto...non si mente a sé stessi).
"Il primo colpo non è stato, dira lei [sta dialogando con l'occidentale], una cosa straordinaria, perché la sala del bersaglio da decenni mi è così famigliare che anche nel buio più fitto dovrei sapere dove si trova il bersaglio. Può darsi e non voglio cercare scuse. Ma la seconda freccia, che ha colpito la prima, che ne dice? Ad ogni modo so che non sono 'io' a cui si può attribuire quel colpo. 'Si' è tirato e 'Si' è colpito. Inchiniamoci davanti al bersaglio"
[...]
Un giorno, al momento in cui il colpo partiva, il Maestro esclamo': "Eccolo!. S'inchini". Quando guardai il bersaglio notai che la freccia ne aveva sfiorato solo l'orlo. "Questo è stato un colpo giusto. Ma basta per oggi, se no al prossimo tiro lei si darà troppo da fare e rovinerà il buon inizio".
Col tempo diversi tiri riuscirono a colpire il bersaglio [...]. Ma se accennavo appena ad essere orgoglioso, il Maestro mi reguardiva con insolita durezza. "Che le viene in mente? Dei colpi cattivi non deve irritarsi, questo lo sa da un pezzo. Impari anche a non rallegrarsi di quelli buoni. Lei deve liberarsi dell'altalena del piacere e dispiacere. Anche in questo momento deve instancabilmente esercitarsi. Non può nemmeno immaginarsi quanto sia importante".
In quelle settimane in quei mensi in quegli anni sono passato attraverso la più dura scuola della mia vita. [...] Essa distriusse gli ultimi stimole ad occuparmi di me stesso e delle oscillazioni del mio stato d'animo.
"Capisce ora" mi chiese un giorno il Maestro "che significa 'Si tira', 'Si colpisce'"?
Tutto questo, arco freccia, bersaglio e Io si intrecciano tra loro in modo che non so più separarli. E persino il bisogno di separarli è scomparso. Perché non appena tendo l'arco e tiro, tutto diventa così chiaro e naturale e così ridicolamente semplice".
"Proprio ora" mi interruppe il Maestro "la corda dell'arco l'ha trapassata da parte a parte".
[Herigel. Lo Zen e il tiro con l'arco. Adelphi. 1991]
Questa è la borsa. Una descrizione minuziosa e dettagliata della borsa.
Meraviglioso quando, con un colpo riuscito, il Maestro lo stoppa. Lo ferma. Se no avrebbe rovinato tutto. Quante volte noi non sappiamo fermarci e perdiamo. Meraviglioso perché quel colpo era un gain piccolo piccolo (non aveva colpito il centro del bersaglio, ma solo il bordo), ma era quello giusto per arrivare a non perdere in borsa. Perché l'analisi e l'ordine immesso erano stati fatti nel modo giusto. Ma non ci siamo fermati, ed abbiamo perso quella consapevolezza. Non l'abbiamo nemmeno percepita. E la volta successiva abbiamo perso il misero gain producendo uno spettacolare loss.
A chi ha orecchie per intendere intenda...
Grazie per l'attenzione e scusate l'intromissione in borsa, in questo 3d, di questi post che tanto spazio hanno rubato all'analisi
Bye