La Fed lascia invariato il costo del denaro. I tassi restano fermi fra lo zero e lo 0,25%, livello a cui sono dal dicembre 2008. Riviste al ribasso le stime di crescita dell'economia americana per il 2015 a +1,8%-2,0% dal 2,3-2,7% previsto in marzo. "L'attività economia si sta espandendo moderatamente", "sta accelerando" la velocità della creazione dei posti di lavoro. La Federal Reserve ritiene che l'economia Usa stia crescendo in "modo moderato" dopo un duro inverno, a un passo abbastanza forte da sopportare un aumento dei tassi di interesse entro la fine dell'anno. "L'economia - si legge nel comunicato diffuso dalla Fed al termine del direttivo di politica monetaria - sta crescendo moderatamente". "Il mercato del lavoro è in ripresa, mentre il tasso di disoccupazione è stabile". Quindici dei 17 membri del Fomc indicano che il primo rialzo dei tassi da nove anni a questa parte sarà deciso entro la fine dell'anno, anche se la Fed ha ribassato le sue stime sulla crescita del Pil Usa nel 2015. Nel 2016, invece, l'economia Usa crescerà tra il +2,4-2,7%, dal +2,3%-2,7% previsto tre mesi fa. Per il 2017 la forbice del Pil Usa prevista è stata ritoccata in miglioramento al +2,1-2,5%, dal +2,0-2,4% stimato a marzo.
Nonostante un eventuale aumento dei tassi la politica monetaria della Fed "rimarrà accomodante per un certo periodo di tempo", ha detto la presidente della Banca centrale statunitense, Janet Yellen, nel corso della conferenza stampa successiva alla due giorni del Fomc, sottolineando che l'aumento del costo del denaro dipenderà dai dati economici, in particolare dall'andamento di mercato del lavoro e inflazione.
E la Fed ha rivisto le previsioni sulla disoccupazione, che sarà di poco più alta di quanto anticipato lo scorso marzo. Quest'anno il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi tra il 5,2 e il 5,3%, contro il precedente range tra il 5,0 e il 5,2%, mentre per il 2016 sarà tra il 4,9 e il 5,1% (uguale alla stima precedente). Per quanto riguarda l'inflazione, il dato 2015 si dovrebbe attestare tra lo 0,6 e lo 0,8%, invariato rispetto all'intervallo stimato lo scorso marzo. Per la componente "core", quella epurata dalle componenti più volatili come i prezzi di energia e generi alimentari, le stime sono nella forchetta 1,3 e 1,4%, la stessa della precedente stima. L'anno successivo l'inflazione "core" è attesa tra l'1,6 e l'1,9%, contro la forchetta tra l'1,5 e l'1,9% stimata a marzo.
La Federal Reserve comincerà ad alzare il costo del denaro quando vedrà "ulteriori progressi del mercato del lavoro" e "avrà sufficiente fiducia nel fatto che l'inflazione si sta muovendo verso i target dell'inflazione", ha detto la Yellen, spiegando che "fattori transitori hanno pesato sull'economia". I tassi "potrebbero rimanere al di sotto di livelli normali" per un periodo prolungato.