BUND
gli manca tanto il ... 157 !!!
CALA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE NELL'EUROZONA
Cala la produzione industriale ad agosto nell'eurozona e sale la pressione sulla Bce.
Ad agosto la produzione industriale nell'area euro è diminuita dello 0,5% su base mensile ed è aumentata dello 0,9% a livello annuale. Il dato mensile è comunque in linea con le attese del consenso degli economisti.
Eurostat ha anche reso noto che il dato di luglio è stato rivisto al rialzo a +0,8% da +0,6% a livello mensile, viceversa è stato ritoccato al ribasso a +1,7% da +1,9% su base annuale.
Il calo della produzione industriale ad agosto nell'eurozona non è dovuto soltanto al ribasso del 3% della produzione di energia, ma anche al -1% del comparto dei beni durevoli, frutto del rallentamento delle economie emergenti, compresa la Cina.
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I numeri odierni non rappresentano un'inversione del trend di recupero dell'Eurozona ma, se la debolezza dovesse durare, la Bce sarà costretta a espandere il suo programma di stimoli monetari", ha commentato un analista all'agenzia Mf-DowJones.
Dopo questo dato e quello sui prezzi al consumo cinesi, che hanno mostrato a settembre, a perimetro annuo, un incremento dell'1,6%, inferiore alle attese, i rendimenti dei titoli di Stato dell'Eurozona scendono: il costo di finanziamento del Bund è allo 0,56%, quello del Btp all'1,64% con lo spread a 108 punti base e quello del Bono all'1,79% con il differenziale a 123 punti base.
Inoltre il dollaro resta vicino ai minimi di tre settimane e mezzo a 1,14092 nei confronti dell'euro anche per le scommesse su un allungamento dei tempi per il rialzo dei tassi di interesse Usa. Anche perché ieri il membro della Fed, Daniel Tarullo, ha detto di non credere che l'economia sia pronta a tale operazione entro l'anno e il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha definito improbabile un rialzo dei tassi a ottobre.
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Una prospettiva a tinte fosche per la Cina potrebbe offrire un appiglio alla Fed per posticipare un rialzo dei tassi. In ogni caso stiamo assistendo a un sempre più crescente numero di esponenti dell'Istituto centrale americano che esprime perplessità sull'incremento del costo del denaro", ha osservato Niels Christensen, currency strategist di Nordea.