dopo aver attinto quota 2.094,25, nelle ultime 2 ore di contrattazioni l'SP500 è precipitato nuovamente giù, mettendo a segno 1 NUOVO MINIMO INTRADAY a 2.065,25 !!!
WALL STREET, SELL OFF NEL FINALE - IL NASDAQ ANCORA ZAVORRATO DA APPLE
Chiusura in calo per la Borsa Usa. Il nulla di fatto della
Banca del Giappone e le indecisioni della
Federal Reserve, che pare avere perso la bussola e non avere la benché minima idea di cosa conviene fare, se riportare i
tassi di interesse alla normalità o lasciarli bassi per altro tempo, tramortiscono i mercati azionari americani.
A pesare per il secondo giorno di fila e’ il settore tecnologico, a sua volta appesantito di nuovo da Apple: il titolo del produttore dell’iPhone ieri aveva perso il 6% sulla scia di una trimestrale con ricavi in calo per la prima volta da 13 anni; oggi amplia i cali (-3%) dopo che Carl Icahn ha detto di non avere piu’ una quota nell’azienda.
A cio’ si aggiunge il fatto che la prima lettura del Pil Usa del primo trimestre ha deluso le attese: il +0,5% registrato (contro stime per un +0,7%)
e’ stato il passo di crescita piu’ lento da due anni a questa parte.
Le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono salite di 9mila unita’ a 257mila, in linea alle attese.
Il tutto si verifica all’indomani della decisione della Federal Reserve di lasciare, come previsto, i tassi allo 0,25-0,50%. La banca centrale ha fatto capire di essere meno preoccupata dall’andamento degli sviluppi economici e finanziari globali, che continua a monitorare. Non ha inoltre mostrato segni di fretta nel volere alzare i tassi, ma aveva anticipato che l’economia Usa “sembra avere rallentato”.
La
Borsa di Tokyo ha perso il 3,61% dopo che la banca centrale del Giappone ha lasciato invariate le sue politiche monetarie, deludendo le attese del mercato.
La percentuale persa è la maggiore da inizio febbraio e ha scatenato gli acquisti di yen.
Sul
valutario, il dollaro cede quasi tre punti percentuali nei confronti della divisa del Giappone e fa fatica a tenere il livello tecnico di 108 yen. Il governatore della banca centrale del Giappone, Haruhiko Kuroda, ha detto che la banca farà tutto il possibile per raggiungere l’obiettivo dell’
inflazione del 2%.
Per il terzo giorno di fila, il
petrolio ha chiuso in rally toccando nuovi massimi del 2016.
Al Nymex il contratto a giugno e’ salito di 70 centesimi, l’1,5%, a quota 46,03 dollari al barile. Si tratta di un livello che non si vedeva dal 4 novembre scorso.
Un dollaro debole ha aiutato a sostenere le quotazioni del petrolio, ieri spinte al rialzo dai toni dovish della Federal Reserve.
Dai minini toccati a meta’ febbraio intorno ai 26 dollari al barile, il greggio e’ salito del 77% circa. Soltanto ad aprile l’incremento e’ stato fino ad ora di quasi il 20%, il maggiore a livello mensile da un anno. Gli investitori sembrano disposti a ignorare il fatto che le scorte Usa siano a livelli record e che quelle mondiali eccedano la domanda.
I principali Paesi membri e non dell’Opec poi non hanno ancora trovato un accordo su un ipotetico congelamento della produzione, cosa di cui si discute dallo scorso febbraio. L’impressione e’ che le scorte globali inizieranno comunque a calare nella seconda meta’ dell’anno in corso.