beh ... direi proprio di sì !!!
da questi livelli, non avrei grosse esitazioni a mettermi SHORT !!! ... anche se è probabile che vada a RIALLINEARE I CONTRATTI (vedete sopra) !!!
dunque, SHORT SENZA SE E SENZA MA ... non vi dico però ... con quale struttura operativa !!! ... e cmq ... attenzione alla BREXIT !!!
LA VIEW DI TONI SULLA GIORNATA DI IERI
giornata interlocutoria ieri sui mercati europei: tutti gli indici sono rimasti confinati all'interno di range molto ristretti (il dax non ha passato lo 0.6%, lo stoxx 0.87, solo il fib è riuscito a mettere a segno un 1.47% di range).
siamo ancora lontani dai livelli pre-NFP di venerdì: il dax tradava 10.260 prima del dato e ieri ha chiuso a 10.132.
Gli indici USA, invece, rinfrancati da un dollaro più debole, non solo hanno recuperato i livelli pre-dato (ES 2.106) ma sono addirittura saliti più in alto, chiudendo a 2109.
Evidente il decoupling indici EU - USA, che ha favorito gli indici americani grazie allo spostamento in avanti del prossimo rialzo (giugno è uscito totalmente dai radar, forse luglio, ma molti cominciano a spostare il prossimo rialzo dei tassi a dicembre, dopo le elezioni) e al conseguente indebolimento del dollaro.
Già prima che parlasse la Yellen ieri sera, Bullard aveva allontanato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il rischio di un rialzo a giugno
*FED'S BULLARD: 'FAIR ASSESSMENT' CHANCE OF JUNE RATE RISE NOW MUCH LOWER
*BULLARD: BETTER FOR FED TO RAISE RATES ON BACK OF GOOD ECONOMIC NEWS
*BULLARD: 'IT'S POSSIBLE' FED MAY STILL RAISE RATES IN JULY
La Yellen nel suo discorso è risultata, come ci si aspettava molto attendista: il rialzo dei tassi non sarà nei prossimi mesi, ma "overtime". si riserva, inoltre, di verificare cosa sia successo con la disoccupazione di maggio, per capire se sia un caso isolato oppure l'inizio di qualcosa di più serio e duraturo.
Nello scenario degli eventi di giugno, quindi, il FOMC di settimana prossima è del tutto depotenziato nei suoi effetti sui mercati e tutto si concentra sul Brexit del 23 giugno.
Siamo in balia dei sondaggi, che danno i due schieramenti molto vicini. Qualcuno addirittura ha cominciato a dare vincente il brexit rispetto al remain.
Gli asset europei soffrono ampiamente di questa situazione.
Per limitare i danni economici di un brexit, i parlamentari inglesi, che sono in nettissima maggioranza pro-remain, stanno studiando dei piani per aggirare la volontà popolare e pensare, anzitutto, all' interesse economico del Regno Unito
oggi è il 7 giugno: vivremo i prossimi 16 giorni nell'attesa di questo evento, bisogna rassegnarsi.