se continua il rimbalzo ... ed il DOPPIO MASSIMO non lo ferma ... il TARGET ODIERNO dell'SP500 ... potrebbe essere 2.075 / 2.080 !!! ... escluderei per oggi ... TARGET PIU' AMBIZIOSI !!!
R.it
PIAZZA AFFARI RIMBALZA, CON ACQUISTI A RAFFICA SULLE BANCHE
Le banche, ieri colpite dalle vendite, guidano il rimbalzo di Piazza Affari,
ieri unica borsa negativa del Vecchio Continente (-1,57%): il piano di sostegno al sistema del credito, attraverso il
Fondo Atlante, lascia aperti molti interrogativi, ma in un'intervista a
Repubblica il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, spiega che
"l'iniziativa darà sicurezza al sistema ed escluderà l'effetto domino".
Gli acquisti piovono copiosi sul listino milanese, che a metà giornata tratta in rialzo del 4%: molti titoli del settore finanziario vengono sospesi per eccesso di rialzo e l'indice di categoria arriva a salire del 7%.
Anche gli altri listini del Vecchio continente sono in netto recupero, anche se le performance non raggiungono quella della Borsa Italiana.
A sostenere le quotazioni, già dalla prima mattinta, era stato anche il segnale positivo mostrato dall'economia cinese, unito al rimbalzo del petrolio.
Il Fmi, invece, ha messo in guardia da Brexit e nazionalismi, ma rassicurato sulla ripresa economica: per quanto debole e frastagliata, proseguirà. Nel 2017, l'unica grande economia in recessione potrebbe essere il Giappone. I mercati tirano quindi un sospiro di sollievo e guardano con maggior fiducia alle prossime settimane. Tra i principali listini occidentali, però, resta sotto osservazione Piazza Affari.
Sul fronte macroeconomico l'export cinese ha segnato a marzo un rialzo annuo dell'11,5%, il primo in nove mesi, a 160,8 miliardi di dollari, mentre l'import registra un calo del 13,8%, a 131 miliardi. Nei primi tre mesi dell'anno, però, il totale delle esportazioni e delle importazioni ha avuto una frenata dell'11,3%. Si tratta di un trend che potrebbe segnalare una stabilizzazione o forse una ripresa della seconda economia al mondo, impegnata nella difficile fase di transizione da export e manifatturiero verso servizi e consumi.
In questo momento, tuttavia, l'interesse degli investitori è soprattutto rivolto alle quotazioni del petrolio nella speranza di un'intesa sul congelamento della produzione: il focus è tutto sull'incontro di domenica prossima a
Doha (Qatar) tra paesi membri e non dell'Opec. La Russia resta ottimista, nonostante i disaccordi tra l'Arabia Saudita e l'Iran, mentre il cartello ha rilasciato un nuovo report nel quale sottolinea come l'offerta mondiale resti sovrabbondante. Oggi, però, l'attenzione sarà sulle scorte petrolifere americane, vicine a livelli record anche se la produzione potrebbe scendere sotto i 9 milioni di barili al giorno per la prima volta dal 2014. Nel frattempo i contratti sul greggio
Wti con scadenza a maggio scendono a 41,77 dollari al barile (42,17 dollari ieri sera a New York); il
Brent scende a 44,4 dollari.
Nell'agenda di giornata c'è attesa per il beige book della Federal Reserve, la fotografia dell'economia americana le cui stime di crescita sono state tagliate ieri dal Fondo monetario internazionale così come quelle mondiali e italiane. A Washington proseguono gli
spring meetings del
Fmi e della
Banca Mondiale. Tra i dati macroeconomici più attesi, invece, c'è l'inflazione che in
Francia conferma una crescita pari allo 0,7% a marzo, a fronte di una contrazione dello 0,1% su base annua.
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha terminato gli scambi con un rialzo sostenuto del 2,84%: il Nikkei guadagna 452 punti assestandosi a quota 16.381,22, il massimo livello in due settimane. Nel frattempo la valuta nipponica arresta la fase di rafforzamento sul dollaro, scambiando a quota 108,59.
Ieri sera la seduta di Wall Street è finita vicina ai massimi di giornata: la volata del greggio, tornato ai livelli di novembre sopra i 42 dollari al barile, ha alimentato l'appetito degli investitori per asset rischiosi facendo scattare le vendite sui titoli di stato su entrambe le sponde dell'Atlantico.