Oscar Giannino ?
Con l' asta dei BoT del luglio 1981 iniziava, dieci anni fa, un nuovo regime di politica monetaria. Si inaugurava, infatti, il cosidetto "divorzio" fra Tesoro e Banca d' Italia: una "separazione dei beni" che esimeva la seconda dal garantire in asta il collocamento...
Naturalmente la riduzione del signoraggio monetario e i tassi di interesse positivi in termini reali si tradussero rapidamente in un nuovo grave problema per la politica economica, aumentando il fabbisogno del Tesoro e l' escalation della crescita del debito rispetto al prodotto nazionale.
Da quel momento in avanti la vita dei ministri del Tesoro si era fatta piu' difficile e a ogni asta il loro operato era sottoposto al giudizio del mercato. Il bilancio di competenza del 1982 e' la dimostrazione di questa nuova situazione: riuscii in pratica ad azzerare i fondi globali, cosa che non era successa prima ne' successe dopo. Il saldo netto da finanziare del bilancio preventivo e il fabbisogno del consuntivo furono del 10% inferiore agli analoghi aggregati dell' anno precedente, anche se poi la Tesoreria, caricata nel recente passato, provoco' un volume eccezionalmente elevato di indebitamento....
Il Sole 24 ORE.com - l divorzio tra Tesoro e Bankitalia e la lite delle comari: uno scritto per il Sole del 26 luglio 1991
Era il 16 giugno del 1981 ed alla Banca d’Italia si era insediata una commissione di studio presieduta di Paolo Baffi, direttore generale di BANKITALIA alla quale era intervenuto un “professorino” portato avanti come molto stimato dai Rothschild....
MARIO MONTI SIN DA GIOVANE E’ STATO UNA ROVINA PER L’ITALIA! | profumo di donna
[ame="http://www.youtube.com/watch?v=5-Pb_LBpz48"]Chi è Mario Monti - Ottima sintesi di Report - YouTube[/ame]Nel 1983, anche grazie all'incessante pressione di Mario Monti, la Banca d'Italia abbandonò il vincolo di portafoglio per gli istituti di credito, ovvero l'obbligo per le banche di investire una quota del loro attivo in titoli di Stato italiani. Come appresi direttamente nelle aule della Bocconi, Monti criticava il vincolo di portafoglio perché distorceva l'allocazione del credito e, tenendo artificialmente basso il costo del debito pubblico, eliminava la pressione politica a una sua riduzione.
Oggi, se le notizie che trapelano dal vertice di Los Cabos sono corrette, il presidente del Consiglio Mario Monti sembra aver cambiato idea. Vuole usare lo European Financial Stability Fund (Efsf) per ridurre artificialmente il costo del debito pubblico italiano...
Se aiuto deve essere almeno sia diretto - Il Sole 24 ORE
Sa quando è sorto il problema del debito? Glielo dico subito: dopo il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia del 1981, effettuato come parte integrante del percorso verso l’Euro(pa), contestualmente all’ingresso nel Sistema Monetario Europeo. Perché? Semplice. Perché l’ingresso nello Sme obbligava l’Italia ad adottare una politica monetaria restrittiva (alti tassi di interesse) per “difendere” il valore del cambio. Il tasso di interesse reale ha superato il tasso di crescita e l’Italia ha cominciato a indebitarsi per pagare gli interessi sul debito. Vuole vederlo? Eccolo qua
È ampiamente riconosciuto da chi non adotta un approccio ottusamente ideologico che il percorso “europeo”, intrapreso per questi nobili scopi, ha avuto come “danno collaterale” l’esplosione del debito pubblico, con la quale la spesa primaria c’entra poco, perché mentre il debito raddoppiava, essa restava costante in rapporto al Pil (32% nel 1980, 36% nel 2000), mentre c’entra quella per interessi, che raddoppiava (dal 5% nel 1980 fino a oltre l’11% a metà degli anni ’90, per poi ridiscendere quando il debito, come vedrà dalla Fig. 1, si stabilizza). Vuole vederlo? Eccolo qua
Goofynomics: La spesa pubblica al bar dello SportVede? La spesa primaria sale fino all'inizio degli anni '80, poi si stabilizza. Ma in Fig. 1 vedrà che è proprio da allora che il debito comincia a correre.
Vuole il parere di un esperto? Nicola Acocella “La politica economica nell’era della globalizzazione”, p. 122: “Quanto poi la scelta di ricorrere a un fattore esterno di disciplina sia stata coronata da successo... e quanto invece abbia imposto sforzi eccessivi in termini di elevati tassi di interesse e, quindi, di aggravamento del debito pubblico è materia che deve essere ancora serenamente valutata, in particolare alla luce della svalutazione della lira avvenuta nel 1992”. Direi che alla luce della crisi che stiamo vivendo, i benefici del vincolo esterno non si vedono, i costi invece ci sono tutti, e si vedono bene in Fig. 1.
Tornando all’età dell’euro, nel periodo dell’euro, dal 1999 al 2007, l’Italia è stata più virtuosa degli altri paesi europei.
------------------------------------------------Ed ora veniamo alle classifiche internazionali, tanto spesso invocate come una sorta di arma di distruzione di massa contro le università statali italiane. Abbiamo già espresso altrove non poche perplessità in merito, per cui non siamo certo noi a sostenere la loro assoluta affidabilità ed esattezza nel valutare i meriti relativi delle varie università. La situazione è la seguente: nessuna delle università private, né quelle sorte negli ultimi anni, né quelle “storiche” arriva entro le prime 500 o 400 posizioni. Ad esempio la Bocconi nelle classifiche generaliste (che considerano anche università specializzate), è assente tra le prime 400, 500 o 700 università del mondo in ben 7 ranking su 8. Quindi se per classifiche internazionali si considerano quelle generaliste, cui si fa riferimento nella discussione dei rankings delle università, la situazione è diversa da quanto scritto dai due economisti, ed addirittura vi sono delle università statali che hanno posizionamenti migliori della Bocconi se si considerano specifici campi di ricerca.
Università, la finta eccellenza della Bocconi - Francesco Sylos Labini - Il Fatto Quotidiano
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L’apoteosi l’abbiamo raggiunta quando il Caimano, in un modo sia pur pedestre, ha tentato di spiegare quel che gli economisti di professione sanno bene, e che il Fondo Monetario Internazionale e Bankitalia hanno riconosciuto da tempo: che il debito pubblico non è affatto la causa principale dell’andamento dello spread sui tassi d’interesse; e che la determinante prioritaria di quell’andamento risiede nella probabilità di deflagrazione dell’eurozona, che non è stata scongiurata e che le politiche di austerity non riducono ma accrescono. Ma mettere in discussione il mantra del debito pubblico deve esser parso all’ignaro Santoro una vera bestemmia, e un’occasione da non perdere per mandare al rogo l’eretico. Il penoso risultato è che il conduttore progressista ha fatto la figura del frate domenicano Tommaso Caccini, mentre il più celebre narratore nostrano di stantie barzellette anni ’50 si è trovato nel comodo ruolo dell’epigono di Galileo Galilei.
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http://keynesblog.com/2013/01/11/servizio-pubblico-un-corno/