Oscar Giannino : chi ha creato il debito pubblico ? (1 Viewer)

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[ame=http://www.youtube.com/watch?v=bkdxmTPQuOQ]Boldrin: Il meccanismo perverso del debito italiano non durerà a lungo - YouTube[/ame]
 

tontolina

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Tesoro: in arrivo nuovo Btp a 15 anni. Debito record a 2021 miliardi

Il ministero dell'Economia emetterà "nel prossimo futuro" un nuovo Btp con scadenza al primo settembre 2028 - Bankitalia: "Nel mese di dicembre, il rilevante avanzo osservato per il settore statale e il forte decumulo della liquidità del Tesoro dovrebbero aver portato il debito ampiamente al di sotto della soglia dei 2000 miliardi".





Arriva un nuovo Btp con una durata di 15 anni.
Il ministero dell'Economia ha affidato a Banca Imi, Barclays, Credit Agricole, Goldman Sachs e Jp Morgan il mandato per il collocamento sindacato di un nuovo benchmark a 15 anni Btp con scadenza al primo settembre 2028. "La transazione - sottolinea il Tesoro - sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato".

Intanto novembre il debito pubblico italiano è aumentato di 6 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo un nuovo massimo storico a quota 2.020,7. L'incremento è dovuto essenzialmente al fabbisogno (al netto delle dismissioni), pari a 4,4 miliardi, e agli effetti accrescitivi sul debito degli scarti di emissione e dell'andamento del cambio (complessivamente pari a 0,7 miliardi).

Lo comunica la Banca d'Italia, spiegando tuttavia che "nel mese di dicembre, il rilevante avanzo osservato per il settore statale e il forte decumulo della liquidità del Tesoro dovrebbero aver portato il debito ampiamente al di sotto della soglia dei 2000 miliardi".

Nei primi undici mesi dell'anno, l'incremento del debito (113,9 miliardi) riflette il fabbisogno complessivo delle Amministrazioni pubbliche (73,0 miliardi), l'aumento delle attività del Tesoro presso la Banca d'Italia e degli impieghi della liquidità (34,9 miliardi) e l'emissione di titoli sotto la pari (6,4 miliardi). L'apprezzamento dell'euro ha ridotto il debito di 0,3 miliardi. Alla crescita del debito nei primi 11 mesi del 2012 ha contribuito per quasi 23 miliardi il sostegno dei paesi dell'area dell'euro in difficoltà, che comprende la quota di competenza dell'Italia dei prestiti erogati dall'European Financial Stability Facility (EFSF) e il versamento effettuato in ottobre delle prime due tranches per la sottoscrizione del capitale dell'European Stability Mechanism (ESM).

Nel mese di novembre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 31,4 miliardi, in aumento di 1,4 rispetto a quelle dello stesso mese del 2011 (30,0 miliardi). Nei primi undici mesi tali entrate sono ammontate a 340,7 miliardi, in aumento del 3,1% (10,2 miliardi) rispetto al corrispondente periodo del 2011 (330,6 miliardi).
 

alingtonsky

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Nel 2010 nella “Top 5” dei migliori debiti pubblici (intesi come i primi 5 debiti pubblici che sono cresciuti meno rispetto al 2009) vi sono Ungheria, Italia, Belgio, Francia e Olanda. Questo rappresenta forse il miglior dato che l’Italia ha registrato nel 2010, limitando di fatto le spinte speculative sul nostro debito. Bisogna anche sottolineare che calcolando una media aritmetica sugli ultimi 3 anni colpiti dalla crisi (2007-2010), l’Italia si pone al primo posto con una crescita media del 4,8%, contro il 47% irlandese, il 19% spagnolo, 11,6% portoghese e il 9,8% tedesco (media zona €uro +9,4%).

Il mio diario finanziario: Deficit/Pil e debito/Pil: arrivano i dati per il 2010

Tra il 2007 e il 2010 il debito pubblico dell' Italia in percentuale era quello che era salito meno tra tutti gli stati dell' area Euro.

Inoltre il discorso di Giannino era ingannevole perchè bisogna considerare la crescita del rapporto Debito/PIL e non il valore assoluto della crescita del debito, altrimenti non si tiene conto dell' inflazione.
 

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AndMoney

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Con l' asta dei BoT del luglio 1981 iniziava, dieci anni fa, un nuovo regime di politica monetaria. Si inaugurava, infatti, il cosidetto "divorzio" fra Tesoro e Banca d' Italia: una "separazione dei beni" che esimeva la seconda dal garantire in asta il collocamento...
Naturalmente la riduzione del signoraggio monetario e i tassi di interesse positivi in termini reali si tradussero rapidamente in un nuovo grave problema per la politica economica, aumentando il fabbisogno del Tesoro e l' escalation della crescita del debito rispetto al prodotto nazionale.
Da quel momento in avanti la vita dei ministri del Tesoro si era fatta piu' difficile e a ogni asta il loro operato era sottoposto al giudizio del mercato. Il bilancio di competenza del 1982 e' la dimostrazione di questa nuova situazione: riuscii in pratica ad azzerare i fondi globali, cosa che non era successa prima ne' successe dopo. Il saldo netto da finanziare del bilancio preventivo e il fabbisogno del consuntivo furono del 10% inferiore agli analoghi aggregati dell' anno precedente, anche se poi la Tesoreria, caricata nel recente passato, provoco' un volume eccezionalmente elevato di indebitamento....
Il Sole 24 ORE.com - l divorzio tra Tesoro e Bankitalia e la lite delle comari: uno scritto per il Sole del 26 luglio 1991
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Era il 16 giugno del 1981 ed alla Banca d’Italia si era insediata una commissione di studio presieduta di Paolo Baffi, direttore generale di BANKITALIA alla quale era intervenuto un “professorino” portato avanti come molto stimato dai Rothschild....
MARIO MONTI SIN DA GIOVANE E’ STATO UNA ROVINA PER L’ITALIA! | profumo di donna
Nel 1983, anche grazie all'incessante pressione di Mario Monti, la Banca d'Italia abbandonò il vincolo di portafoglio per gli istituti di credito, ovvero l'obbligo per le banche di investire una quota del loro attivo in titoli di Stato italiani. Come appresi direttamente nelle aule della Bocconi, Monti criticava il vincolo di portafoglio perché distorceva l'allocazione del credito e, tenendo artificialmente basso il costo del debito pubblico, eliminava la pressione politica a una sua riduzione.
Oggi, se le notizie che trapelano dal vertice di Los Cabos sono corrette, il presidente del Consiglio Mario Monti sembra aver cambiato idea. Vuole usare lo European Financial Stability Fund (Efsf) per ridurre artificialmente il costo del debito pubblico italiano...
Se aiuto deve essere almeno sia diretto - Il Sole 24 ORE
[ame="http://www.youtube.com/watch?v=5-Pb_LBpz48"]Chi è Mario Monti - Ottima sintesi di Report - YouTube[/ame]
 
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Le origini del debito pubblico italiano - [L'Umanista.info]
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Sa quando è sorto il problema del debito? Glielo dico subito: dopo il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia del 1981, effettuato come parte integrante del percorso verso l’Euro(pa), contestualmente all’ingresso nel Sistema Monetario Europeo. Perché? Semplice. Perché l’ingresso nello Sme obbligava l’Italia ad adottare una politica monetaria restrittiva (alti tassi di interesse) per “difendere” il valore del cambio. Il tasso di interesse reale ha superato il tasso di crescita e l’Italia ha cominciato a indebitarsi per pagare gli interessi sul debito. Vuole vederlo? Eccolo qua
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È ampiamente riconosciuto da chi non adotta un approccio ottusamente ideologico che il percorso “europeo”, intrapreso per questi nobili scopi, ha avuto come “danno collaterale” l’esplosione del debito pubblico, con la quale la spesa primaria c’entra poco, perché mentre il debito raddoppiava, essa restava costante in rapporto al Pil (32% nel 1980, 36% nel 2000), mentre c’entra quella per interessi, che raddoppiava (dal 5% nel 1980 fino a oltre l’11% a metà degli anni ’90, per poi ridiscendere quando il debito, come vedrà dalla Fig. 1, si stabilizza). Vuole vederlo? Eccolo qua
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Vede? La spesa primaria sale fino all'inizio degli anni '80, poi si stabilizza. Ma in Fig. 1 vedrà che è proprio da allora che il debito comincia a correre.


Vuole il parere di un esperto? Nicola Acocella “La politica economica nell’era della globalizzazione”, p. 122: “Quanto poi la scelta di ricorrere a un fattore esterno di disciplina sia stata coronata da successo... e quanto invece abbia imposto sforzi eccessivi in termini di elevati tassi di interesse e, quindi, di aggravamento del debito pubblico è materia che deve essere ancora serenamente valutata, in particolare alla luce della svalutazione della lira avvenuta nel 1992”. Direi che alla luce della crisi che stiamo vivendo, i benefici del vincolo esterno non si vedono, i costi invece ci sono tutti, e si vedono bene in Fig. 1.

Tornando all’età dell’euro, nel periodo dell’euro, dal 1999 al 2007, l’Italia è stata più virtuosa degli altri paesi europei.
Goofynomics: La spesa pubblica al bar dello Sport



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Ed ora veniamo alle classifiche internazionali, tanto spesso invocate come una sorta di arma di distruzione di massa contro le università statali italiane. Abbiamo già espresso altrove non poche perplessità in merito, per cui non siamo certo noi a sostenere la loro assoluta affidabilità ed esattezza nel valutare i meriti relativi delle varie università. La situazione è la seguente: nessuna delle università private, né quelle sorte negli ultimi anni, né quelle “storiche” arriva entro le prime 500 o 400 posizioni. Ad esempio la Bocconi nelle classifiche generaliste (che considerano anche università specializzate), è assente tra le prime 400, 500 o 700 università del mondo in ben 7 ranking su 8. Quindi se per classifiche internazionali si considerano quelle generaliste, cui si fa riferimento nella discussione dei rankings delle università, la situazione è diversa da quanto scritto dai due economisti, ed addirittura vi sono delle università statali che hanno posizionamenti migliori della Bocconi se si considerano specifici campi di ricerca.
Università, la finta eccellenza della Bocconi - Francesco Sylos Labini - Il Fatto Quotidiano
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L’apoteosi l’abbiamo raggiunta quando il Caimano, in un modo sia pur pedestre, ha tentato di spiegare quel che gli economisti di professione sanno bene, e che il Fondo Monetario Internazionale e Bankitalia hanno riconosciuto da tempo: che il debito pubblico non è affatto la causa principale dell’andamento dello spread sui tassi d’interesse; e che la determinante prioritaria di quell’andamento risiede nella probabilità di deflagrazione dell’eurozona, che non è stata scongiurata e che le politiche di austerity non riducono ma accrescono. Ma mettere in discussione il mantra del debito pubblico deve esser parso all’ignaro Santoro una vera bestemmia, e un’occasione da non perdere per mandare al rogo l’eretico. Il penoso risultato è che il conduttore progressista ha fatto la figura del frate domenicano Tommaso Caccini, mentre il più celebre narratore nostrano di stantie barzellette anni ’50 si è trovato nel comodo ruolo dell’epigono di Galileo Galilei.
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http://keynesblog.com/2013/01/11/servizio-pubblico-un-corno/
 
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