OT: Topic del cazzeggio

Dire cazzaro verde a Salvini è consentito. E accusare di voler dire, o fare, una “supercazzola” a un politico, anche. Il gip di Milano, Luigi Gargiulo, ha rigettato la querela che Matteo Salvini ha opposto al Fatto e al suo direttore, Marco Travaglio, ritenendo diffamatorio il titolo di un editoriale, “Il cazzaro verde”, appunto, e la paternità di una “supercazzola” riferita all’intenzione di creare un governo di scopo.
Il giudice, avvalendosi di un’ampia giurisprudenza, ha motivato la decisione riconoscendo il carattere di satira basata su iperboli e coloriture anche aspre del linguaggio, “modalità espressive funzionali e proporzionate all’opinione” espressa e dunque non punibili. Del resto, precisa il giudice, i fatti oggetto dell’articolo “non sono stati mai negati dal querelante” che ha anche ammesso che nella vita politica la critica, soprattutto se proviene da un “giornalista di avversa linea ideologica”, può “assumere toni aspri di disapprovazione”.
Gli articoli di satira, se rispettano il criterio della continenza, si basano su un linguaggio “essenzialmente simbolico e paradossale” fermo restando “il limite del rispetto dei valori fondamentali”, limite che non è stato superato.
La sentenza ricorda anche “il complessivo contesto dialettico”, cioè il linguaggio della politica “contrassegnato da espressioni forti, aspre, pungenti ed anche suggestive”. Si ricordano le frasi di Luigi Di Maiosull’ipotesi di un Tav ridimensionato: “Parliamo di una supercazzola”. Oppure lo stesso Salvini: “Il piano B del governo per affrontare l’emergenza immigrazione mi sa tanto di supercazzola”. Ma è lo stesso Salvini a ricordare che “cazzaro”, nel linguaggio giovanile, “indica un millantatore di presunte capacità, virtù e successi, di fatto un fanfarone”. Esattamente il profilo che si proponeva di tracciare l’articolo.
 
Immigrazione: Salvini, apriamo i porti a ricchezza

"Noi apriamo i porti ai contributi di ricchezza e di sviluppo. Questi sono i porti che ci piacciono".
Lo ha detto nel corso di una diretta Facebook il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in seguito all'incontro con il ministro degli Esteri ungherese a Trieste.
"Stamattina a proposito di controlli ho telefonato al collega ministro dell'Interno sloveno e ministro dell'Interno croato perché vogliamo porti aperti allo scambio di ricchezze, non allo scambio di problemi", ha concluso Salvini.

Dow Jones Newswires
July 05, 2019 07:27 ET (11:27 GMT)

Boh... :)
 
Mise: convocato 11/7 tavolo con ambulanti di Roma

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha convocato giovedì 11 luglio alle 16h00 un tavolo con i rappresentanti dei venditori ambulanti della città di Roma. Lo rende noto un comunicato del Mise.

Dow Jones Newswires
July 05, 2019 07:15 ET (11:15 GMT)

Bancarelle priorità assoluta!!! :)
 
E’ bello che il Premio Strega di quest’anno sia andato a “M – Il figlio del secolo” di Antonio Scurati, che racconta la volenza del fascismo fin dal suo primo vagito. Serviva un po’ di conforto a chi crede ancora all’utilità della democrazia liberale. Ancora di più, il libro servirà a insegnare alle generazioni più recenti cosa fu davvero il fascismo.
I segni d’ignoranza della Storia si moltiplicano sempre di più. E’ sempre più forte la tentazione di ripetere l’esperienza autoritaria come mezzo per risolvere rapidamente problemi complessi che invece richiedono tempo e consenso (crisi economiche, disoccupazione giovanile, impatto delle tecnologie, migrazioni, deficit, confronto politico). Se diamo uno sguardo alle vicende internazionali, i più attivi nel tentare di mutare le geopolitiche note, sono i paesi illiberali.
Un paio di settimane fa, prima del vertice G20 in Giappone, era stato Vladimir Putin a palesare l’offensiva autoritaria in corso da anni: la democrazia liberale è un sistema di governo “obsoleto”, aveva detto in un’intervista al Financial Times. Lo dice lui che per uscire dalla palude sovietica nella quale stagnava il suo grande paese, ha ripristinato il modello nazionalista e reazionario zarista. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Matteo Salvini nel cui guardaroba non mancano le felpe con scritto “Putin”.
Nell’attesa che ci dica se ritiene superato il modello democratico nel quale vive e opera, segnali preoccupanti vengono dal governo giallo-verde del quale Salvini è uno dei leader. Oltre ad avere impedito alla Ue di prendere una posizione comune contro il Venezuela di Nicolàs Maduro, siamo l’unico paese occidentale che invoca la fine delle sanzioni alla Russia e l’unico ad essere entrato nella Via della Seta cinese.
Nell’entusiasmo che la visita di Putin a Roma ha suscitato nel premier Giuseppe Conte, in molti imprenditori, in numerosi giornali e televisioni, nessuno si è chiesto perché la Ue avesse deciso quelle sanzioni. Nessuno ha parlato dell’aggressione all’Ucraina né dell’annessione militare della Crimea. Era come se gli altri paesi europei si fossero divertiti a imporre quelle dolorose sanzioni per punire l’innocente Putin e, naturalmente, l’economia italiana.
Contenti di aver venduto a Xi Jinping le arance siciliane, nessuno si era nemmeno chiesto se nella Via della Seta si nascondesse qualche tranello geopolitico; né si era domandato perché gli altri paesi occidentali non avessero preso impegni così vincolanti col regime che risolve i problemi con la sua minoranza etnico-religiosa degli uiguri, rinchiudendo nei lager centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini.
Anche per l’Italia è importante avere buoni rapporti con un gigante politico come la Russia e uno economico come la Cina. Ma se non per una forma di attrazione per sistemi illiberali che affrontano e spesso risolvono i loro problemi senza il fardello di minoranze politiche, sindacati e stampa libera, perché impegnarci così? Senza promettere a Putin di battersi contro le sanzioni, senza aderire al geniale ma megalomane progetto di Xi, i nostri partner europei intrattengono con quegli autocrati rapporti politici più profondi del nostro. Ed economicamente fanno affari più vantaggiosi dei nostri.
Nella parata globale degli autocrati alla riscossa non poteva mancare il Caro Leader Donald J. Trump, 45° presidente degli Stati Uniti. Di parata vera si è trattato, il pomeriggio del 4 di luglio sul Mall e davanti al Lincoln Memorial di Washington. Il militarismo è sotto pelle in ogni cittadino americano con ogni presidente; seppur raramente, veicoli e aerei militari avevano già sfilato in passato; a Parigi e a Roma i soldati marciano nel tripudio popolare anche quando governano i socialisti.
Ma a parte qualche film di Hollywood, l’Independence Day è sempre stata una festa di popolo e contemporaneamente intima. Forse perché l’eccezionalismo del paese con la sua presunzione di perseguire la felicità (non di garantirla, come promettono le autocrazie, ma di provare a raggiungerla: non è una differenza da poco), si fonda sulle libertà individuali.
Ed ecco che arriva Trump a trasformare il 4 di luglio in un’arrogante parata putiniano-cinese di potenza militare. Un discorso di 47 minuti, “La nostra nazione non era mai stata forte come adesso”, “Per gli americani niente è impossibile”. Più un’apertura di campagna elettorale che una festa nazionale. I fuochi d’artificio esplosi a sera da El Paso al New England, hanno fatto tornare la festa alle sue tradizioni più popolari e democratiche.
Ma i tempi sono duri per tutti coloro che pensano “M” sia solo un romanzo storico. Ai nostri giorni per cambiare le regole democratiche non servono più stivali, bastoni e balilla. A fine giugno la Corte Suprema americana a maggioranza repubblicana ha negato alle corti federali il diritto di agire contro il jerrymandering: l’abitudine dei governatori repubblicani di modificare i confini dei distretti elettorali, quando la maggioranza degli elettori diventa democratica. “Buona notte e buona fortuna” diceva Ed Murrow alla fine del suo talk show sulla CBS, ai tempi del maccartismo: in fondo non così tanto tempo fa.
Il Sole 24 ore/Tramballi
 
Bella copertina...

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Ha già un grande avvenire dietro le spalle, ma "Capitan ganassa" resta un idolo. Ogni legnata presa sui denti, viene venduta come vittoria epocale. In ogni occasione viene servito il beverone adatto al suo esercito di boccaloni.
 
Ultima modifica:
Che fine hanno fatto i dati sulle coperture vaccinali del 2018? L'anno scorso quelli del 2017 sono stati presentati a fine aprile, quest'anno siamo a luglio e ancora non c'è traccia dei numeri della diffusione di quadrivalente ed esavalente a 24 mesi cioè tra i nati nel 2016. Sorge un sospetto: essendo certamente molto buoni (alcune Regioni hanno già attestato ufficialmente l'aumento rispetto all'anno scorso) il ministero alla Salute non ha interesse a diffonderli, così prende tempo. Tirarli fuori vuol dire ammettere che la legge Lorenzin ha funzionato, se non per l'obbligo almeno per aver riaperto il dibattito e convinto molti a portare i figli ai centri vaccinali. Certo, la politica è importante anche quando si parla di sanità ma tutto ha un limite. Ci sono dati sulla salute delle persone che andrebbero comunque e sempre essere resi pubblici, al di là dei motivi che li generano (dei quali poi si può discutere quanto si vuole). E allora la ministra Giulia Grillo dia il via libera alla diffusione delle coperture 2018.
La Repubblica/Bocci
 
L'arte del promettere è il metodo più utilizzato per cercare di accaparrarsi i voti della gente.
E c'è la corsa a chi la spara più grossa per l'effetto che provoca, il rimbalzo mediatico di giornali e televisione. Il ripetere per giorni e giorni quelle sparate, quanti voti fa girare, e fa sperare anche chi di solito si astiene.
La promessa alla gente, soprattutto alla povera gente, ed è tanta, che non capisce di economia per cui ogni spesa si può fare ed è fatta per il loro bene.
Illusioni che passati due o tre mesi nessuno si ricorda perché questi politici giocano d'anticipo e sono capaci di sollevare altre questioni che faranno parlare i giornali, i mezzi di informazione, le televisioni e così via…….
 
Lega sul tetto del 40%

Su questo forum si vive una realtà virtuale.
Se volete, garantisco nessun contatto fisico con la plebe votante, vi accompagno (20 euro visita completa) in un Eurospin.(nel mio Eurospin di fiducia li conosco tutti, compreso addetto della vigilanza algerin-leghista, non mordono)
Con altre due Capitane Carole (basterebbe il 'capitano', salvatore dell'umanità, Casarin anche solo una volta) Salvini (il povero idiota cerebroleso) verrebbe portato al 43%.
Si vede che va bene così.
 
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