Draghi (Bce): QE proseguirà fino a settembre 2016, aumentata stima inflazione 2015
Ieri, 16:27
di Valeria Panigada
Il piano di acquisto asset da parte della Banca centrale europea (Bce), il cosiddetto quantitative easing (Qe), è efficace e non si interromperà prima del previsto, nonostante i miglioramenti riscontrati sul fronte macro della zona euro. Lo ha affermato il governatore della Bce, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa che come di consueto ha seguito
l'annuncio di politica monetaria. "Il quantitative easing funziona efficacemente - ha detto Draghi - e verrà effettuato fino a settembre 2016 e fino a che il tasso di inflazione nell'Eurozona non sarà coerente con il target del 2%". Con queste parole il numero uno della Bce ha voluto zittire le voci su una possibile interruzione anticipata del programma di acquisto titoli da 60 miliardi di euro mensili, avviato a marzo.
Ritoccata al rialzo la stima sull'inflazione 2015
A conferma del successo del Qe,
la Bce ha rivisto al rialzo la stima di inflazione per quest'anno, portandola a un +0,3% dal +0,1% stimato a marzo. Confermate invece le stime di inflazione per il 2016 (+1,5%) e per il 2017 (+1,8%). "L'inflazione rimarrà bassa o negativa nei prossimi mesi per effetto anche della componente energia, ma dovrebbe migliorare nel corso del 2016 e 2017", ha illustrato Draghi. Solo ieri si sono intravisti miglioramenti su questo fronte, con i prezzi al consumo della zona euro che sono ripartiti al rialzo a maggio per la prima volta da novembre (+0,3% su base annua).
Per quanto riguarda la crescita, i tecnici di Francoforte prevedono un Pil dell'Eurozona in aumento dell'1,5% nel 2015, dell'1,9% nel 2016 e del 2% nel 2017 (proiezioni confermate). La ripresa è sostenuta dalla politica monetaria e dalla domanda, a sua volta spinta dalla competitività dei prezzi e dal rafforzamento dei consumi interni in scia al calo dei prezzi dell'energia. Ciò nonostante sarà importante proseguire sulla strada delle riforme: "Per trarre maggior beneficio - ha avvertito Draghi - occorre il supporto delle riforme strutturali su investimenti e occupazione".
Dossier Grecia al centro della conferenza
Il caso Grecia è stato ancora una volta al centro della conferenza stampa di Draghi. "Le negoziazioni proseguono e sono in corso, per questo non posso commentare", ha risposto il governatore della Bce, che però ha precisato:
"Vogliamo che la Grecia rimanga nell'euro ma con un accordo forte, che preveda riforme strutturali e politiche giuste che creino stabilità finanziaria e miglioramento economico". I negoziati sono a un punto cruciale: Draghi era a Berlino lunedì sera per una riunione con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, il presidente francese, Francois Hollande, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e la direttrice generale dell'Fmi, Christine Lagarde, ma non parteciperà
all'incontro tra il premier greco, Alexis Tsipras, e Junker previsto questa sera a Bruxelles. Si ricorda che la Bce è, insieme alla Commissione europea e al Fondo monetario internazionale, uno dei creditori e una delle tre istituzioni con cui Atene sta negoziando per ottenere il versamento di 7,2 miliardi di euro in cambio di riforme strutturali.
Maggiore volatilità sui mercati obbligazionari
Altro passaggio importante della conferenza è stato quello riguardante il mercato obbligazionario. Draghi ha cercato di dare una spiegazione al rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato dell'area euro, soprattutto i Bund tedeschi, a cui si è assistito nell'ultimo mese, elencando tra le ragioni le maggiori aspettative di inflazione, le migliori prospettive di crescita, ma anche alcuni meccanismi tecnici di mercato.
Ma al di là dei fattori scatenanti, il governatore della Bce ha avvertito che "dobbiamo abituarci a un periodo di maggiore volatilità sul mercato obbligazionario".
Tassi di interesse fermi al minimo storico
La Bce ha lasciato i tassi di interesse allo 0,05%, confermando le attese del mercato. Invariati anche i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rispettivamente allo 0,30% e al -0,20%. E' dal settembre scorso che l'istituto di Francoforte lascia i tassi di riferimento fermi.
Fonte: Finanza.com
P.S.
Direi che e' molto illuminante !!! Soprattutto il suppostone per la Merkel. Draghi non supportera' piu' i bond, i bund, i btp e di riflesso le borse. Il Qe e' solo una gigantesca flebo che permettera a TUTTA l'Eurozona di finanziarsi nella prossima congiuntura ad ALTISSIMA volatilita'. Come sempre ... parere personale.