Parliamo di...Bund (2 lettori)

Grifo104

Forumer storico
Chi esce sono i grandi fondi pensione a mio avviso. E per un po' staranno liquidi ... poi ... quando il panico iniziera' a serpeggiare ... compreranno i "sicuri" Tips (debito pubblico americano il cui decennale anche ora rende sopra il 2%). Anche le banche europee, specie quelle commerciali, stanno vendendo titoli di stato (e non pochi). A mio modo di vedere con i proventi stanno iniziando ad incrementare la quota da destinare ai mutui. Una volta accesi i mutui poi li impacchettano e creano i covered bond e gli abs ... che vendono poi alla Bce ... che li compra nell'ambito dei 60 miliardi al mese del Qe dell'Eurozona in luogo dei titoli di stato (saranno a mio avviso sempre meno titoli di stato acquistati e sempre piu' covered bond ed abs). Scopo neanche tanto nascosto del Qe di Draghi e' (oltre il deprezzamento dell'euro) anche la ripresa dell'inceppatissimo mercato delle cartolarizzazioni europee. Come sempre ... parere personale.

Come volevasi dimostrare ... inizia anche prima del previsto !!!



T-Bond: asta di titoli a tre anni registra buona domanda


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 12 mag - L'asta del Tesoro Usa da 24 miliardi di dollari di titoli a tre anni ha registrato ordini 3,34 volte superiori all'offerta, oltre la media. Ad aggiudicarsi il 52,7% dell'asta, il massimo dal 2009, sono stati gli acquirenti indiretti, riflesso della domanda dall'estero. A quelli diretti, riflesso della domanda domestica, e' andato l'11,6%. L'andamento dell'asta dimostra che i rendimenti offerti dal Tesoro - che in questo caso paga l'1% per prendere in prestito denaro per tre anni contro lo 0,83% di aprile - sono relativamente piu' alti di quelli offerti da altri governi, attraendo gli investitori anche se la Federal Reserve si prepara presumibilmente ad alzare i tassi di interesse piu' avanti nell'anno. Il decennale vede rendimenti - che si muovono inversamente ai prezzi - in calo al 2,2526% dal 2,267% di ieri e dal massimo intraday al 2,366%. Il titolo a tre mesi viaggia allo 0,0228%
Questo l'andamento delle altre scadenze: Titoli a 2 anni, rendimento in calo allo 0,6041% Titoli a 5 anni, rendimento in decrescita all'1,5704% Titoli a 30 anni, rendimento in flessione al 3,0093%


A24-Spa
(RADIOCOR) 12-05-15
 

PILU

STATE SERENI
allora qs è dicono felice di quello che sta avvenendo sui bond..

LONDRA (Reuters) - Le turbolenze sui mercati obbligazionari stanno spingendo al rialzo i rendimenti. Ma, a dispetto delle apparenze, la magia di Mario Draghi sta funzionando. Il programma di 'quantitative easing' implementato dal presidente della Banca centrale europea sta raggiungendo uno dei suoi principali obiettivi.
Se il Qe della zona euro avesse avuto come obiettivo quello di ridurre i rendimenti del debito sovrano, allora Draghi si starebbe domandando cosa sia andato storto. Il tasso benchmark del Bund decennale era allo 0,4% e in flessione appena prima dell'inizio del programma di acquisti sul secondario allargato ai titoli di Stato. Ieri era allo 0,65%, tredici volte il minimo record segnato ad aprile.
Draghi è probabilmente compiaciuto dei primi provvisori segnali di miglioramento del mercato del credito, ma l'obiettivo principale del Qe non era quello di schiacciare ulteriormente rendimenti già bassi. L'intenzione, nella zona euro, era di eliminare il pensiero deflazionistico che rischiava di prendere piede.
Su questo fronte, Draghi sta avendo ragione. Nell'agosto 2014 ha identificato esplicitamente un indicatore delle attese di inflazione nei tassi forward a cinque anni, al tempo in discesa. Si tratta di una misura di dove gli investitori si aspettano che l'inflazione vada nel periodo quinquennale che inizia fra cinque anni. Questo indicatore è salito all'1,82% da meno dell'1,5% di metà gennaio anche se resta 15 punti base più basso perfino dei livelli dell'agosto scorso.
Non sono solo i mercati ad aspettarsi più inflazione. Da un'indagine condotta dalla Commissione Europea ad aprile emerge che sia le società retail che quelle industriali prevedono che i prezzi continuino a salire mentre l'indicatore previsionale dell'inflazione della zona euro a cura dell'Economic Cycle Research Institute è salito ai massimi degli ultimi tre anni e mezzo a marzo.
Il cambiamento delle attese sull'inflazione non è interamente dovuto alle parole e alle azioni della Bce. La discesa del prezzo del petrolio nel 2014 è stata profondamente deflazionistica e le quotazioni hanno rimbalzato di oltre un terzo a gennaio. Ma la Bce si merita un po' di credito. Da inizio anno il tasso forward a cinque anni nella zona euro è cresciuto di più rispetto ad un valore comparabile negli Stati Uniti.
Questo dà a Draghi di gran lunga più soddisfazione di quello che potrebbero mai fare rendimenti a minimi record sul Bund tedesco.

qui la domanda mi nasce spontanea..:D

Stagflazione ? :specchio:
se l'aumento dei prezzi non è causato da un aumento della domanda cosa succederà ?
vogliamo davvero sfidare tutte le regole economiche ? :mmmm::no:
 

Grifo104

Forumer storico
allora qs è dicono felice di quello che sta avvenendo sui bond..

LONDRA (Reuters) - Le turbolenze sui mercati obbligazionari stanno spingendo al rialzo i rendimenti. Ma, a dispetto delle apparenze, la magia di Mario Draghi sta funzionando. Il programma di 'quantitative easing' implementato dal presidente della Banca centrale europea sta raggiungendo uno dei suoi principali obiettivi.
Se il Qe della zona euro avesse avuto come obiettivo quello di ridurre i rendimenti del debito sovrano, allora Draghi si starebbe domandando cosa sia andato storto. Il tasso benchmark del Bund decennale era allo 0,4% e in flessione appena prima dell'inizio del programma di acquisti sul secondario allargato ai titoli di Stato. Ieri era allo 0,65%, tredici volte il minimo record segnato ad aprile.
Draghi è probabilmente compiaciuto dei primi provvisori segnali di miglioramento del mercato del credito, ma l'obiettivo principale del Qe non era quello di schiacciare ulteriormente rendimenti già bassi. L'intenzione, nella zona euro, era di eliminare il pensiero deflazionistico che rischiava di prendere piede.
Su questo fronte, Draghi sta avendo ragione. Nell'agosto 2014 ha identificato esplicitamente un indicatore delle attese di inflazione nei tassi forward a cinque anni, al tempo in discesa. Si tratta di una misura di dove gli investitori si aspettano che l'inflazione vada nel periodo quinquennale che inizia fra cinque anni. Questo indicatore è salito all'1,82% da meno dell'1,5% di metà gennaio anche se resta 15 punti base più basso perfino dei livelli dell'agosto scorso.
Non sono solo i mercati ad aspettarsi più inflazione. Da un'indagine condotta dalla Commissione Europea ad aprile emerge che sia le società retail che quelle industriali prevedono che i prezzi continuino a salire mentre l'indicatore previsionale dell'inflazione della zona euro a cura dell'Economic Cycle Research Institute è salito ai massimi degli ultimi tre anni e mezzo a marzo.
Il cambiamento delle attese sull'inflazione non è interamente dovuto alle parole e alle azioni della Bce. La discesa del prezzo del petrolio nel 2014 è stata profondamente deflazionistica e le quotazioni hanno rimbalzato di oltre un terzo a gennaio. Ma la Bce si merita un po' di credito. Da inizio anno il tasso forward a cinque anni nella zona euro è cresciuto di più rispetto ad un valore comparabile negli Stati Uniti.
Questo dà a Draghi di gran lunga più soddisfazione di quello che potrebbero mai fare rendimenti a minimi record sul Bund tedesco.

qui la domanda mi nasce spontanea..:D

Stagflazione ? :specchio:
se l'aumento dei prezzi non è causato da un aumento della domanda cosa succederà ?
vogliamo davvero sfidare tutte le regole economiche ?
:mmmm::no:


Lo vedremo nella prossima entusiasmante puntata !!! :)
 

marofib

Forumer storico
insomma l'impagliato e' talmente preso male che deve gridare al lupo al lupo per fargli perdere 3 figure...che ***** di trading
 

Grifo104

Forumer storico
Draghi (Bce): QE proseguirà fino a settembre 2016, aumentata stima inflazione 2015

Ieri, 16:27
di Valeria Panigada


Il piano di acquisto asset da parte della Banca centrale europea (Bce), il cosiddetto quantitative easing (Qe), è efficace e non si interromperà prima del previsto, nonostante i miglioramenti riscontrati sul fronte macro della zona euro. Lo ha affermato il governatore della Bce, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa che come di consueto ha seguito l'annuncio di politica monetaria. "Il quantitative easing funziona efficacemente - ha detto Draghi - e verrà effettuato fino a settembre 2016 e fino a che il tasso di inflazione nell'Eurozona non sarà coerente con il target del 2%". Con queste parole il numero uno della Bce ha voluto zittire le voci su una possibile interruzione anticipata del programma di acquisto titoli da 60 miliardi di euro mensili, avviato a marzo.


Ritoccata al rialzo la stima sull'inflazione 2015
A conferma del successo del Qe, la Bce ha rivisto al rialzo la stima di inflazione per quest'anno, portandola a un +0,3% dal +0,1% stimato a marzo. Confermate invece le stime di inflazione per il 2016 (+1,5%) e per il 2017 (+1,8%). "L'inflazione rimarrà bassa o negativa nei prossimi mesi per effetto anche della componente energia, ma dovrebbe migliorare nel corso del 2016 e 2017", ha illustrato Draghi. Solo ieri si sono intravisti miglioramenti su questo fronte, con i prezzi al consumo della zona euro che sono ripartiti al rialzo a maggio per la prima volta da novembre (+0,3% su base annua).
Per quanto riguarda la crescita, i tecnici di Francoforte prevedono un Pil dell'Eurozona in aumento dell'1,5% nel 2015, dell'1,9% nel 2016 e del 2% nel 2017 (proiezioni confermate). La ripresa è sostenuta dalla politica monetaria e dalla domanda, a sua volta spinta dalla competitività dei prezzi e dal rafforzamento dei consumi interni in scia al calo dei prezzi dell'energia. Ciò nonostante sarà importante proseguire sulla strada delle riforme: "Per trarre maggior beneficio - ha avvertito Draghi - occorre il supporto delle riforme strutturali su investimenti e occupazione".


Dossier Grecia al centro della conferenza
Il caso Grecia è stato ancora una volta al centro della conferenza stampa di Draghi. "Le negoziazioni proseguono e sono in corso, per questo non posso commentare", ha risposto il governatore della Bce, che però ha precisato: "Vogliamo che la Grecia rimanga nell'euro ma con un accordo forte, che preveda riforme strutturali e politiche giuste che creino stabilità finanziaria e miglioramento economico". I negoziati sono a un punto cruciale: Draghi era a Berlino lunedì sera per una riunione con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, il presidente francese, Francois Hollande, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e la direttrice generale dell'Fmi, Christine Lagarde, ma non parteciperà all'incontro tra il premier greco, Alexis Tsipras, e Junker previsto questa sera a Bruxelles. Si ricorda che la Bce è, insieme alla Commissione europea e al Fondo monetario internazionale, uno dei creditori e una delle tre istituzioni con cui Atene sta negoziando per ottenere il versamento di 7,2 miliardi di euro in cambio di riforme strutturali.


Maggiore volatilità sui mercati obbligazionari
Altro passaggio importante della conferenza è stato quello riguardante il mercato obbligazionario. Draghi ha cercato di dare una spiegazione al rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato dell'area euro, soprattutto i Bund tedeschi, a cui si è assistito nell'ultimo mese, elencando tra le ragioni le maggiori aspettative di inflazione, le migliori prospettive di crescita, ma anche alcuni meccanismi tecnici di mercato. Ma al di là dei fattori scatenanti, il governatore della Bce ha avvertito che "dobbiamo abituarci a un periodo di maggiore volatilità sul mercato obbligazionario".


Tassi di interesse fermi al minimo storico
La Bce ha lasciato i tassi di interesse allo 0,05%, confermando le attese del mercato. Invariati anche i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rispettivamente allo 0,30% e al -0,20%. E' dal settembre scorso che l'istituto di Francoforte lascia i tassi di riferimento fermi.



Fonte: Finanza.com


P.S.
Direi che e' molto illuminante !!! Soprattutto il suppostone per la Merkel. Draghi non supportera' piu' i bond, i bund, i btp e di riflesso le borse. Il Qe e' solo una gigantesca flebo che permettera a TUTTA l'Eurozona di finanziarsi nella prossima congiuntura ad ALTISSIMA volatilita'. Come sempre ... parere personale.
 

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