Claire
ἰοίην
"Almarina"
(V. Parrella- ed. Einaudi)
Il linguaggio usato dall'autrice ha una potenza incredibile, una capacità di tratteggiare e suggerire concetti immensi e profondi con pochi, azzeccatissimi termini. Come la poesia. Una narrazione, dunque, poetica ed evocativa, ma anche estremamente concreta: il libro "si vede" com gli occhi della mente.
Ma, più che una storia, più che un romanzo, sembra un lungo filo di pensieri (dell'io narrante, la protagonista Elisabetta Maiorano, docente di matematica al carcere minorile di Nisida), ricordi, speranze e maturazioni.
La trama è sfiorata.
L'incontro tra la docente e la giovane Almarina, detenuta a Nisida, la nascita del loro affetto in un contesto tanto particolare che, piano piano guarisce la donna dal dolore per la recente vedovanza, le storie di chi "abita" Nisida restano quasi sullo sfondo, come fossero solo il pretesto per il filo di pensieri, ricordi e speranze di cui dicevo.
Non sono sicura che sia un difetto, perché magari il tutto, più approfondito e sviluppato, avrebbe assunto tinte didascaliche o banali. Così, invece, resta una sensazione da sogno, dolce, in bocca, anche se "incompiuta".
(V. Parrella- ed. Einaudi)
Il linguaggio usato dall'autrice ha una potenza incredibile, una capacità di tratteggiare e suggerire concetti immensi e profondi con pochi, azzeccatissimi termini. Come la poesia. Una narrazione, dunque, poetica ed evocativa, ma anche estremamente concreta: il libro "si vede" com gli occhi della mente.
Ma, più che una storia, più che un romanzo, sembra un lungo filo di pensieri (dell'io narrante, la protagonista Elisabetta Maiorano, docente di matematica al carcere minorile di Nisida), ricordi, speranze e maturazioni.
La trama è sfiorata.
L'incontro tra la docente e la giovane Almarina, detenuta a Nisida, la nascita del loro affetto in un contesto tanto particolare che, piano piano guarisce la donna dal dolore per la recente vedovanza, le storie di chi "abita" Nisida restano quasi sullo sfondo, come fossero solo il pretesto per il filo di pensieri, ricordi e speranze di cui dicevo.
Non sono sicura che sia un difetto, perché magari il tutto, più approfondito e sviluppato, avrebbe assunto tinte didascaliche o banali. Così, invece, resta una sensazione da sogno, dolce, in bocca, anche se "incompiuta".